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I Documenti utili ai fini della scelta previdenziale

CAPITOLO 2 “IMPORTANZA E FUNZIONAMENTO DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE”

2.2 I Documenti utili ai fini della scelta previdenziale

Una volta che il lavoratore ha deciso di risparmiare ulteriore parte del reddito, investendo i suoi risparmi in una forma previdenziale complementare, si pone il problema della scelta in quale forma di previdenza complementare aderire. La scelta è prevalentemente soggettiva, ma è possibile individuare alcuni elementi oggettivi da prendere in considerazione per la scelta della forma previdenziale più consona alle proprie caratteristiche. L’Autorità di Vigilanza, in merito a questo punto, definisce degli

31COVIP, “Guida alla previdenza complementare”, aggiornamento a Novembre 2016,

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standard di comunicazione che devono essere forniti alla clientela per metterla nelle migliori condizioni di scegliere la forma di previdenza complementare più adatta alle esigenze del singolo aderente; ed è proprio sotto questo profilo che emerge un problema di scarsa educazione finanziaria e previdenziale32 che molto spesso si esprime

attraverso la necessità di consulenti indipendenti per i lavoratori33, i quali non sono in

grado altrimenti di prendere autonomamente la propria decisione sulla scelta previdenziale.

L’informativa per la scelta della forma previdenziale si basa su due elementi: la Nota Informativa e il Progetto esemplificativo.

La Nota informativa ha lo scopo di definire tutte le caratteristiche della forma previdenziale e si compone di quattro parti: scheda sintetica, caratteristiche della forma pensionistica complementare, informazione sull’andamento della gestione e i soggetti coinvolti nell’attività della forma pensionistica complementare34.

La scheda sintetica contiene tutte le informazioni essenziali sul funzionamento della forma previdenziale, ovvero si trovano indicazioni in merito ai rendimenti storici dei vari comparti che formano l’offerta previdenziale e l’elenco dei costi che sono stati sostenuti al fine del raggiungimento dell’obbiettivo di rendimento. In merito a questo ultimo punto, la forma previdenziale ha l’obbligo di stimare i costi che andranno a gravare sulla forma previdenziale attraverso l’ISC (Indicatore Sintetico dei Costi)35.

32 Questo punto sarà trattato ed approfondito nel prossimo capitolo del presente lavoro. 33 La consulenza finanziaria indipendente è stata introdotta nel 2004 dalla direttiva

europea MIFID ed è stata recepita in Italia solo tre anni dopo. Il consulente finanziario indipendente non dipende da nessun istituito bancario, a differenza del promotore finanziario (figura molto simile: agente della banca che propone e vende prodotti della banca per cui lavora), non vende ma consiglia al cliente gli investimenti migliori su cui puntare, prendendo a riferimento un ventaglio di prodotti molti più ampio rispetto a quello della singola banca offerto dal promotore finanziario.

34 Proto A. “Intermediari finanziari non bancari”, 2014, McGraw – Hill, cap.13 “Le forme

di previdenza complementare”, Paragrafo 13.3 “I parametri per la scelta e il monitoraggio della forma previdenziale”, pag. 192.

35 L’Indicatore sintetico dei costi misura quanto incidono annualmente tutti i costi che si

sostengono aderendo ad una forma pensionistica complementare in percentuale sulla singola posizione individuale. Il calcolo è effettuato sulla base di diverse ipotesi, quali: l’ammontare dei versamenti, i rendimenti e la permanenza nella forma pensionistica complementare. In particolare, l’ISC: esprime in un unico numero l’incidenza di tutti costi sulla tua posizione individuale, consente di confrontare agevolmente i costi delle diverse forme pensionistiche complementari ed è facilmente consultabile nel sito della COVIP.

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La parte dedicata alle caratteristiche della forma pensionistica complementare contiene dettagliate informazioni sulle fasi di accumulo ed erogazione adottate.

I dati che caratterizzano l’assetto del portafoglio di ciascun comparto, il rendimento e una misura sintetica dei costi di natura finanziaria ed amministrativa sul patrimonio gestito effettivamente sopportati (espressi attraverso il TER, Total Expense Ratio) sono contenuti nella parte della Nota Informativa relativa all’andamento della gestione.

L’ultima parte, invece, riporta tutte le informazioni sui soggetti coinvolti nella gestione della forma previdenziale e quindi sulla governance, andando a vedere il nominativo dei soggetti coinvolti e il ruolo da loro ricoperto.

Particolare attenzione va posta, da parte del lavoratore, nella strategia di investimento che deve essere individuata tra le diverse proposte di investimento delineate in termini di linee o comparti; la strategia scelta dal lavoratore deve essere coerente con il suo profilo di rischio-rendimento, l’orizzonte lavorativo misurato in quanti anni mancano al pensionamento, flusso di ricchezza attuale e prospettica e l’andamento dello stock di reddito da lavoro definito in termini di tasso di crescita e variabilità di questi flussi.

L’altro strumento messo a disposizione per informare il lavoratore in merito alle possibilità connesse alla sua adesione alla previdenza complementare è il Progetto esemplificativo, che ha lo scopo di fornire ex-ante una stima del tasso di copertura della forma previdenziale36. Per poter meglio paragonare tale misura con tutte le altre forme

di previdenza complementare l’Autorità di Vigilanza ha disposto che le ipotesi sottostanti tale calcolo siano le medesime per tutte le forme di previdenza esistenti. Il fine del Progetto esemplificativo è quello di fornire una misura del tasso di sostituzione alla luce dei costi di gestione sostenuti dalla forma di previdenza complementare: a tal riguardo, nel sito web di ciascuna forma previdenziale è possibile trovare due forme di tale progetto, uno è il risultato della versione standardizzata sotto le ipotesi fornite dall’Autorità di Vigilanza e di informazioni della forma previdenziale, e l’atro che è

36 Proto A. “Intermediari finanziari non bancari”, 2014, McGraw – Hill, cap.13 “Le forme

di previdenza complementare”, Paragrafo 13.3 “I parametri per la scelta e il monitoraggio della forma previdenziale”, pag. 194.

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espressione della versione personalizzata con ipotesi e caratteristiche anagrafiche del lavoratore.

Ulteriori informazioni in ambiti più specifici e tecnici sono reperibili nei documenti obbligatori di riferimento come il bilancio, il documento sulle rendite, il documento sulle anticipazioni e il documento sul regime fiscale.

Ultima, ma non per ordine di importanza, forma di comunicazione messa a disposizione dalle singole forme di previdenza complementare è lo Statuto (se si tratta di un fondo pensione negoziale o preesistente) o Regolamento (se si tratta di un fondo pensione aperto) o Regolamento e le Condizioni generale di contratto (se si tratta di un piano individuale pensionistico di tipo assicurativo, PIP) che rappresentano un insieme coerente di norme giuridiche o autonome emanate da un organo amministrativo per regolare l’attività del fondo pensione, stabilendo ruoli, poteri, limiti e strategia d’investimento.