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netta superiore alle altre tipologie di investimento nei comparti obbligazionari-garantiti e azionari, mentre per quel che riguarda il comparto bilanciato la selezione che garantisce maggior rendite è quella dei FPN efficienti. Dall’altro lato della classifica troviamo che i fondi la cui rendita netta risulta inferiore sono i PIP meno efficienti nei comparti obbligazionario-garantito e azionario, mentre nel comparto bilanciato sono i FPA meno efficienti, sia nel caso di individuo maschio che femmina. Trova quindi conferma la teoria dell’importanza della giusta scelta di un investimento, secondo le caratteristiche personali del lavoratore, dato che come si evince dalla tabella, si può arrivare a maturare un rendita addirittura triplicata (basti vedere i PIP efficienti a differenza dei PIP meno efficienti nel comparto azionario) rispetto ad un investimento che si è rivelato negativo, dato che stiamo trattando con investimenti di lungo periodo.
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CONCLUSIONI
Questo lavoro si è posto come obiettivo quello di approfondire e portare maggiormente a conoscenza dei giovani o neo lavoratori una tematica di importanza attuale, ma soprattutto di prospettiva futura come la previdenza complementare e il tema legato alle pensioni in Italia. È di rilevante importanza infatti che chi sta per entrare nel mondo del lavoro o che comunque vi è entrato da poco sia sensibile a tale tematica per far in modo di garantire uno stile di vita dignitoso, una volta in pensione, che il solo pilastro pubblico non è più in grado di garantire.
Quel che è emerso dal presente lavoro è che, dopo aver fatto una panoramica generale sulla storia, le normative e il funzionamento delle forme previdenziali in Italia, pur sentendone parlare costantemente di riforma delle pensioni e del problema legato a queste, pochi hanno in realtà conoscenza di cosa sia la previdenza complementare, come funzioni realmente, quali sono i vantaggi ad essa collegati e il perché sia così importante in ottica futura. Tutto ciò è quanto emerse dalla indagine effettuata attraverso il questionario sul grado di conoscenza delle tematiche previdenziali- finanziarie rivolto ai soggetti under 40, ovvero coloro che ancora riescono a godere dei benefici fiscali in tutto o in parte potenzialmente offerti aderendo ad una forma di previdenza complementare. Infatti, mediamente solo il 20% degli intervistati conosceva esattamente il reale funzionamento della previdenza del secondo pilastro, il 29% conosce il significato del termine “tasso di sostituzione”, ma di questi, solo il 15% ha idea esattamente di quanto sarà il suo rapporto tra prima rata pensionistica erogata e ultima retribuzione percepita al momento della quiescenza.
Infatti, proprio per questi motivi confermati poi dalla survey effettuata in questo lavoro, si è deciso di cercare di rendere maggiormente consapevole il neo lavoratore di tale problematica ed aiutarlo nella scelta su quale sia la scelta di investimento più giusta per le sue caratteristiche. È in questa situazione che il lavoratore si ritrova di fronte ad una scelta sul modo migliore per risparmiare parte del proprio reddito per poi investirlo in qualche forma di investimento, sia essa previdenziale o meno; in questo contesto si consolida la figura del lavoratore-investitore dei proprio risparmi: infatti è importante che faccia le giuste scelte di investimento attraverso dei metodi che lo facilitino in tale decisione. In questo lavoro è stata proposta la metodologia valutativa della Data
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Envelopment Analysis, la quale ha permesso di misurare e confrontare l’efficienza delle varie unità decisionali rappresentate dai fondi pensione, andando a considerare più variabili di input e output.
Tale metodologia valutativa è stata utilizzata nella sola fase di accumulo dopo aver raccolto tutti i dati dal sito del soggetto di vigilanza della COVIP e da tutti i documenti ufficiali dei fondi pensione in esame relativi agli input, ovvero il costo a carico degli aderenti e le deviazioni standard annuali dei rendimenti dei fondi e le variabili di output, ovvero le garanzie di minimo e i rendimenti medi annui negli ultimi dieci anni. La metodologia DEA trae il suo punto di forza dalla possibilità di considerare molteplici variabili di input e output per calcolarne l’efficienza, così da valutare il fondo in maniera completa. L’analisi attraverso questa metodologia ha permesso di classificare i fondi secondo una scala di efficienza che va da 0 a 1, permettendo così di proseguire il lavoro con la fase di erogazione.
L’obiettivo della fase di erogazione infatti è stato quello di simulare la vita lavorativa di un soggetto sia di sesso maschile che femminile dal punto di vista retributivo e dal punto di vista del risparmio poi da investire o in forme previdenziali o in forme di investimento più classiche, nel nostro caso il Piano di Accumulo di Capitale. Si sono effettuate quindi tutte le simulazioni per le diverse tipologie di investimento previdenziale e non, nei diversi comparti, e tenendo conto di tutte quelle voci che vanno ad incidere in maniera positiva o negativa nel risultato (rendimenti, costi, tassazione e coefficienti di conversione del capitale) che porta alla fine della vita lavorativa al montante finale netto pronto per la conversione del capitale. Attraverso questa simulazione si è dato modo di rendere più visibile ai neo lavoratori e poter osservare uno scenario concreto di andamento dei propri investimenti basato su dati reali ottenuti da fonti sicure e autorizzate: emergono infatti in questo caso tutte le varie differenze tra una tipologia di investimento ed un’altra, tra un comparto e un altro, tra individui di sesso maschile piuttosto che femminile, tra un fondo e un altro. Si è perciò dato modo di avere a disposizione uno strumento che evidenziasse tutte le possibili differenze legate ad un investimento, accomunate solamente da un filo conduttore che è il capitale iniziale investito.
Successivamente è stata poi creata anche una simulazione della fase di erogazione attraverso la conversione del montante finale netto in rendita annua, in due
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diverse casistiche in merito al tasso tecnico di rivalutazione del capitale (caso 1, 0% e caso 2, 2.5%) andando inoltre ad evidenziare la rendita lorda e la rendita netta.
Attraverso questo tipo di simulazione si è voluto far emergere i vantaggi legati all’adesione ad una forma di previdenza complementare: infatti l’aspetto che maggiormente caratterizza i fondi pensione piuttosto che un altro tipo di investimento, è l’aliquota agevolata che già di per sé risulta inferiore all’aliquota più bassa presente in Italia, ma che si abbassa ulteriormente quando l’adesione alla previdenza complementare supera i 15 anni e diventa minima dove i 35 anni di adesione (ipotesi sottostante l’analisi DEA e la simulazione dato il target di riferimento).
Da questo lavoro infatti è emerso che aderire ad una forma di previdenza complementare o investire i propri risparmi in una forma di investimento più classica non è indifferente poiché vi sono dei vantaggi che favoriscono l’adesione, numeri alla mano, ad un fondo pensione. Così come non è irrilevante il comparto dove investire, soprattutto tenendo conto delle proprie caratteristiche in materia di investimento, e neppure è irrilevante la scelta di un fondo: sono emerse infatti considerevoli differenze tra la scelta di un fondo piuttosto che un altro. Queste differenze sono emerse in seguito alla valutazione effettuata con la metodologia DEA che ha permesso di paragonare e classificare i fondi, distinguendo tra quelli efficienti e quelli meno efficienti. Grazie alla Data Envelopment Analysis, una metodologia valutativa di efficienza molto utile i cui risultati si sono rivelati veritieri dato che i fondi efficienti hanno sempre ottenuto nelle successive simulazioni dei risultati migliori, si è reso possibile mettere a disposizione i dati per creare le simulazioni tenendo conto di tutti gli scenari possibili, rendendo maggiormente consapevole la figura del lavoratore-investitore al fine delle proprie scelte di investimento.
In conclusione per un neo-lavoratore è importante avere sensibilità fin da subito riguardo le tematiche previdenziali, dato che per ottenere una buona rendita integrativa, come si è visto nelle simulazioni effettuate, è necessario aderire e destinare fin da subito ad una forma di investimento che garantisca una rendita finale. Come si può notare dai risultati e dai grafici ottenuti, trattandosi di un investimento di lungo periodo, investire nelle forme di previdenza complementare comporta una serie di vantaggi e risparmi di natura prevalentemente fiscale, che pone tali forme di investimento preferibili rispetto alle altre forme più classiche e, grazie alla metodologia
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valutativa DEA, il lavoratore, a seconda delle proprie caratteristiche in materia d’investimenti, ha a disposizione uno strumento valutativo molto efficiente nelle sue misurazioni che permette al lavoratore di scegliere in quale fondo è meglio investire i propri risparmi per garantirsi una rendita pensionistica integrativa dopo l’adesione ad una forma di previdenza complementare.
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