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3. L A TRILOGIA COME CICLO DI RACCONTI

3.3. I L TEMPO

La dimensione temporale è tra le strutture narrative che in misura maggiore contribuisce a rendere il ciclo coeso. La sua importanza è duplice poiché il tempo non solo struttura l’azione97

ma, in particolare, rappresenta una delle tematiche principali della raccolta poiché collegato alla rappresentazione del tempo psicologico dei personaggi e all’elaborazione e alla gestione diacronica della memoria e dell’oblio.

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Hamon, Philippe, Semiologia lessico leggibilità del testo narrativo, Parma, Pratiche, 1984, p. 93.

97 Anche l’autore ha evidenziato come l’unità di spazio e di tempo nei tre volumi possa,

effettivamente, confermarne la struttura organica. Cfr. Longares, Manuel, “Una charla con Zúñiga”, cit., p.36. «Capital de la gloria es la última narración de lo que yo llamaría una trilogía puesto que la acción de este libro y los que usted cita transcurren en el mismo espacio y en una misma étapa histórica. Lentamente he ido escribiendo estos relatos que unen infinidad de rastros que han dejado en mí lo visto, lo escuchado y lo imaginado, aquello que sobrevive en la memoria, ya sea confusa o nítida».

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In linea con la narrativa moderna e la crisi del personaggio, Juan Eduardo Zúñiga coglie le crisi intime, le passioni, i conflitti, gli stati d’animo e, più in generale, i pensieri e il lavorio mentale dei protagonisti ricreandolo nella prosa attraverso un originale impiego delle categorie di durata e frequenza. Si è in precedenza osservato come uno degli aspetti più interessanti della trilogia sia l’alternanza tra gli assi temporali di passato e presente, le due dimensioni in cui i personaggi si muovono per ricostruire le proprie esistenze travagliate e, secondo Angelo Marchese: «La salvezza può venire, forse, dal sacrario della memoria che sprigiona, per associazioni simultanee, quei ricordi che soli fanno bella la vita, sottraendola alla precarietà del presente»98. Che i ricordi siano di guerra o sulla dittatura, sono necessari per questi personaggi tristi e combattuti, i quali hanno disperatamente bisogno di ricordare e di scavare nel proprio passato. Tornano indietro nel tempo a partire da una realtà precaria, spesso per recuperare le immagini della gloria andata (come le feste danzanti degli anni Venti negli hotels più lussuosi della capitale, la giovinezza spensierata vissuta a Parigi o, ancora, l’esperienza in guerra, per molti la possibilità di riscattare un’esistenza anonima e diventare modelli di coraggio e onore). Sono numerose le sequenze anacroniche di retrospezione che, irrompendo nel racconto primo, apportano informazioni nuove concernenti all’intreccio e alla dimensione morale dei racconti o che, al contrario, s’innestano nel medesimo campo temporale creando un effetto di ridondanza99

. Sono frequenti anche le ellissi grazie alle quali vengono omesse dalla narrazione le scene forti (omicidi o tradimenti), di tipo implicito quando al lettore sono dati i riferimenti cronologici per inferire l’asse temporale ma anche ipotetiche, non collocabili in un preciso punto della narrazione per stabilirne i limiti. Il focus sul tempo interiorizzato comporta la scarsa rilevanza del referente cronologico reale, per cui si hanno solo brevi riferimenti che ci consentono di collocare gli intrecci nel triennio ’36-’39 e nei primi anni Quaranta.

Ruotando la tensione narrativa attorno ai personaggi e alle loro vite private, è il tempo psicologico della microstoria a essere reale e a configurarsi come lente attraverso la quale osservare e interpretare anche la macrostoria. Lo studio sul

98 Marchese, Angelo, L’officina del racconto, cit., p. 130. 99 Génette, Gerard, Figure 3, cit., pp. 96-115.

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tempus verbale condotto da Harald Weinrich100 ci consente di portare avanti una breve riflessione a riguardo e di osservare come la posizione in primo piano dell’intrahistoria confini la storia sullo sfondo. Brevemente, si considerino i principali nodi teorici funzionali al nostro caso: da una parte, la rilevanza dell’atteggiamento comunicativo tra parlante-autore e ascoltatore-lettore, regolato dall’uso di due gruppi di tempi verbali che Weinrich classifica in tempi commentativi (volti a creare un atteggiamento di tensione nel lettore: passato prossimo, presente, futuro e futuro anteriore) e tempi narrativi (che inducono a un atteggiamento di distensione: trapassato prossimo, trapassato remoto, imperfetto, passato remoto, condizionale presente e passato101); dall’altra, troviamo la problematica della messa in rilievo, relativa al rapporto tra primo piano e sfondo, e la funzione dei tempi nella diegesi, funzionali per riportare l’evento principale o le informazioni secondarie. Partendo dalla premessa che è il narratore a combinare secondo il criterio personale i tempi verbali, il primo piano è tendenzialmente reso attraverso l’uso del passato remoto, in opposizione all’imperfetto dello sfondo, il quale assume la funzione di rilievo unicamente nella versione d’imperfetto di rottura in fase finale di racconto, quando indica un’azione puntuale. L’imperfetto è il tempo più adatto per riportare la prospettiva dei protagonisti, le loro osservazioni e riflessioni, quando cioè sono necessarie lunghe descrizioni per fornire al lettore informazioni aggiuntive sul contesto.

Nella lingua spagnola, il pretérito indefinido (passato remoto) e il pretérito

imperfecto (imperfetto indicativo) indicano rispettivamente il primo piano e lo

sfondo della narrazione e nei racconti della trilogia le due dimensioni sono nettamente differenziate. Valga come esempio il seguente frammento:

Salieron del Metro y cruzaron calles bajo la claridad difusa de la luna en cuarto creciente, y al llegar a una plazoleta se detuvieron: ante ellos había grupos de personas, unos autos parados junto a la acera, el suelo cruzado de mangas de agua y un esqueleto erguido, iluminado por hogueras interiores, una fachada agujerada por los balcones encendidos de fuego, y al ver lo cual la joven echó a correr y desapareció entre la gente que hablaba con voces

100 Weinrich, Harald: Tempus. Le funzioni dei tempi nel testo; nuova edizione; traduzione di Maria

Provvidenza La Valva e Paolo Rubini, Bologna, Il Mulino, 2004.

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cansadas, juntos al enorme montón de escombros delante de la casa; aún allí había llamas y penachos de humo que aumentaban el calor de la noche de verano: una casa más destruida, desplomados sus muros no muy sólidos de ladrillo y vigas de madera que ahora la bomba incendiaria convertía en pavesas y (volvió a encontrarse con la muchacha y ésta le gritó algo con expresión de asombro) cuánto esfuerzo, experiencia, caudales de recuerdos se perdían con cada casa calcinada.102

Si osservi come i personaggi e la storia siano contrapposti: gli attanti si trovano in posizione principale e il narratore si sofferma sulle loro azioni, ovvero sul camminare e attraversare la città fino a giungere davanti a un palazzo in fiamme, sul quale è stata gettata una bomba incendiaria. La guerra, al contrario, rimane sullo sfondo, così come il grupo de personas o gente parada che commenta l’accaduto. Il narratore non è interessato alla guerra come evento principale ma si sofferma sulle ripercussioni che questa ha avuto sulle persone: così, ad esempio, la ragazza echó a correr e desapareció, richiamando l’attenzione del lettore affinché la segua e capisca perché questo specifico bombardamento che il narratore menziona l’abbia sconvolta a tal punto, e non un altro.

Si ritorna alla dimensione personale, al tempo psicologico, a una guerra evocata, destinata a rimanere sullo sfondo, fautrice del destino di una nazione ma non per questo evento principale, seppur, in alcuni casi, irrompa prepotentemente nelle vite dei personaggi per poi allontanarsene di nuovo, come nel frammento che segue:

Salieron del colegio y emprendieron la marcha, callados ambos, como preocupados, y a la madre le pareció que muy lejos se oían las sirenas de la alarma antiaérea, pero al cabo de unos minutos lo que oyó fue el estruendo que se acercaba de muchos aviones volando muy bajo y, en seguida, un terrible estampido que les sacudió, seguido del trueno del bombardeo allí mismo, que hacía temblar el aire y el suelo, que atontaba y ensordecía, e hizo a la madre dar una carrera casi arrastrando al niño y cobijarse en el quicio de una puerta cerrada.103

102 “Nubes de polvo y humo” in Juan Eduardo Zúñiga, Largo noviembre de Madrid, cit., pp. 61-62 103 “Las enseñanzas” in Zúñiga, Juan Eduardo, Capital de la gloria, cit., pp. 174-175.

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Numerosi ancora potrebbero essere gli esempi, ma rischieremmo di anticipare molte tematiche che meritano una trattazione ampia e puntuale, come nel caso della seconda funzione del referente temporale in relazione alla tematica della memoria, per la quale, data la sua rilevanza nel ciclo, ancora una volta si è obbligati a rimandare al capitolo a essa dedicato.