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2. L’ ELABORAZIONE LETTERARIA DEGLI EVENTI STORICI

2.1. L A NUEVA NOVELA HISTÓRICA E LA METAFICCIÓN

Il fenomeno della letteratura della memoria raggiunse il suo apice tra gli anni Ottanta e Novanta, a mezzo secolo di distanza dal golpe51. Il panorama letterario spagnolo possedeva allora i tratti di un “arcipelago” in cui la finzione romanzesca si divideva fra narrazioni storiche, pastiche, metaletteratura e romanzi polizieschi52. Complici la ripresa dell’economia e la nascente globalizzazione, il pubblico, dopo tanti anni di chiusura e di austerità, reclamava delle opere d’intrattenimento ma anche di carattere storico, al fine di recuperare i fatti degli anni appena trascorsi.

I vinti furono coadiuvati nel processo di recupero delle loro memorie individuali dal diffondersi di una produzione letteraria di denuncia e di catarsi collettiva per superare il passato e giungere, così, all’assimilazione del trauma. Fautrici di questa inversione di rotta sono state le generazioni più giovani di scrittori, i nietos de la guerra, i nipoti di vincitori e vinti che della distanza temporale di postmemoria hanno analizzato e messo in discussione la storia impiegando la guerra civile come tema dai risvolti universali. A differenza dei loro predecessori, protagonisti o testimoni diretti del conflitto, questi autori hanno plasmato delle opere in cui il discorso politico è passato in secondo piano rispetto

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Bertrand de Muñoz, Maryse, “Presencia y transformación del tema de la guerra civil en la novela española desde los años ochenta”, Ínsula, 589-590 (1996), p. 11: «abundacia notable de publicaciones de toda clase, hasta se habló de un boom ».

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all’analisi dell’animo umano e alle diverse percezioni della guerra e la nueva

novela histórica è il genere del quale si sono maggiormente serviti per

riappropriarsi del passato e, emblematicamente, farlo proprio. Di fondamentale importanza è il dialogo che hanno instaurato con i testimoni, il cui coinvolgimento diretto ha spesso consentito di recuperare esperienze traumatiche non solo personali, ma anche collettive53. Vi è, dunque, una preoccupazione per il trascorrere del tempo, per salvare dall’oblio le storie di coloro che ancora attendono sia fatta giustizia prima che i testimoni stessi vengano a mancare.

Anticipando alcune nozioni sulla fenomenologia della memoria – tematica alla quale è dedicato il quinto capitolo della presente ricerca –, si tenga brevemente conto del rapporto che intercorre tra la memoria individuale e la memoria collettiva, poiché le singole memorie rappresentano delle varianti della seconda54. In quest’ottica, comprendiamo come la repressione esercitata sui vinti abbia comportato la cancellazione di migliaia di memorie individuali che, solo con la fine della dittatura si sono potute lentamente recuperare per offrire una versione della storia contraddittoria ma complementare al discorso ufficiale:

Las épocas de mayor turbolencia social, las situaciones históricas más caóticas y conflictivas conllevarían una mayor exigencia y demanda de historización, es decir, de organización narrativa para una desbordante avalancha de vivencias que el individuo no alcanza entera o perfectamente a asimilar o entender, y que está pidiendo a gritos historia. La guerra civil española ha sido uno de esos episodios sociopolíticos que suscitaron la creación de una biblioteca de historias de la historia, y para sus plúteos siguen aún manando de las imaginaciones versiones que ora fingen verdades, ora hacen las ficciones verosímiles.55

La nueva novela histórica56 si differenzia dal romanzo storico tradizionale poiché confuta la storiografia ufficiale e sottopone a modifica il dato storico: esistono più versioni alternative che devono essere esaminate in modo da

53 Corredera González, María, La guerra civil española en la novela actual. Silencio y diálogo

entre generaciones, Madrid-Frankfurt., Iberoamericana Vervuert, 2010, pp. 12-14.

54 Halbwachs, Maurice, La memoria collettiva, cit., pp. 120-121. 55

Soldevila-Durante, Ignacio, “Esfuerzo titánico de la novela histórica”, Ínsula, 512-513 (1989), p. 8.

56 Fernández Prieto, Celia, Historia y novela: poética de la novela histórica, Pamplona, EUNSA,

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aumentare le possibilità interpretative dei fatti, in particolar modo quando a raccontare sono i vinti o le minoranze. Ciò significa che prediligere una tradizione testuale implica accettare una specifica versione della realtà a scapito di altre interpretazioni possibili. La nueva novela histórica si ricollega, così, a una storia già elaborata in altri discorsi precedenti (quali cronache, documenti, leggende o racconti) citando o no la fonte; gli anacronismi sono moltiplicati in modo da distruggere la successione temporale della storiografia perché, recuperando la memoria, si pone l’accento sul carattere individuale ed emotivo delle vicissitudini: si vuole ricostruire il passato a partire da una prospettiva discordante. Si contesta, in aggiunta, la pretesa di assoluta veridicità della storiografia data la sua stretta dipendenza dal narratore, influenzato dalla propria ideologia e cultura e in qualche modo sempre dipendente dal potere vigente. Dato che i racconti storici tendono a legittimare il potere imposto, sia esso religioso, politico o ideologico, le fonti non possono essere considerate attendibili, ma devono essere interpretate criticamente, confutate e interrogate riguardo alle omissioni effettuate. Quando l’autore esamina degli avvenimenti recenti, condivide col lettore, comprensibilmente, una quantità d’informazioni maggiore rispetto alla narrazione di un passato remoto e il coinvolgimento emotivo e ideologico raggiunge il suo apice quando gli episodi sono stati tratti non solamente da documenti storici ma sono stati vissuti o presenziati direttamente dall’autore o gli sono stati raccontati da terzi. Molti lettori possono aver assistito allo stesso avvenimento e, dato che la storia contemporanea è ancora in fase di elaborazione, il romanziere può mostrare il processo di costruzione della storia, le versioni differenti, l’interazione fra le fonti e il peso del potere politico. Il patto di lettura della nueva novela histórica implica, pertanto, che la verosimiglianza sia modulata tra una finzione assicurata pragmaticamente e un contenuto narrativo che rimandi ad altri discorsi, carico d’istruzioni referenziali che possano essere verificate dai lettori o contrastate dalle versioni più o meno ufficiali.

Demolendo le basi della storiografia ufficiale per offrire delle possibilità interpretative ulteriori, il genere si contraddistingue per la metatestualità, ovvero il “romanzo sul romanzo”, scrittura autocritica che mostra l’artificio del processo

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creativo esigendo un lettore attento, cocreatore del testo57 che, esattamente come l’autore, si ponga delle questioni sul rapporto tra arte e vita, tra finzione e realtà. La metafinzione trasforma la riflessione sulla natura della letteratura in oggetto di studio ed essa emerge quando lo scrittore, durante il processo creativo, inizia a porsi degli interrogativi riguardo all’opera: talvolta, egli indaga l’origine delle fonti; altre, si domanda quale possa essere l’orizzonte d’attesa del lettore. Nel caso de los nietos de la guerra è stata proprio questa duplice preoccupazione a innescare la ricerca storica perché quelle che per tanto tempo sono state considerate come le fonti indiscusse della storiografia possiedono, in realtà, delle zone d’ombra in cui l’autore deve addentrarsi per recuperare le voci dissidenti o intenzionalmente dimenticate.

Un’operazione di tale portata implica il discorso sulla responsabilità autoriale e sul ruolo della finzione come strumento per l’elaborazione letteraria del dato storico. In una situazione come quella della Spagna, in cui il concetto di memoria collettiva si riferisce non tanto alla sua origine sociale quanto all’uso che ne è stato fatto in termini di coinvolgimento della società, la letteratura e i romanzi storici sono stati i principali veicoli d’informazione per i cittadini poiché facilmente reperibili (in particolare dopo il 1975). Gli spagnoli sono stati propensi a interpretare e assimilare la finzione letteraria come parte della storia del loro paese anche quando la guerra civile è stata utilizzata semplicemente come sfondo per gli intrecci o determinati fatti sono stati taciuti dal discorso storico58.

In definitiva, la più recente produzione sul conflitto ha tentato di offrire una visione critica degli avvenimenti storici attraverso un’interpretazione discordante rispetto al discorso ufficiale al fine d’instaurare un dialogo critico con un passato che non si vuole e non si deve dimenticare. Come si avrà modo di dimostrare nel corso del presente studio, risponde a questo imperativo anche l’opera di Juan Eduardo Zúñiga.

57

Dotras, Ana María, La novela española de metaficción, Madrid, Ediciones Júcar, 1994, p. 22.

58

Rosa, Isaac, “La construcción de la memoria reciente sobre la Guerra Civil la dictadura en la ficción española reciente” in Guerra y Literatura. XIII Simposio Internacional sobre Narrativa

Hispánica Contemnporánea, El Puerto de Santa María, Fundación Luis Goytisolo, 2006, pp. 57-

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CAPITOLO 2

«S

OY UN ESCRITOR LENTO Y MINUCIOSO

»

«Mis relatos fueron antes fragmentos que me llegaron de ese mundo circundante, país, ciudad, calles, habitantes que caminaron por la historia de unos terribles años de mediados del siglo. Luego, revestidos tales fragmentos por herencia cultural, por substancias personales y propuestas estéticas, pasaron a la escritura en un intento tenaz de transformarlos en literatura». (Juan Eduardo Zúñiga, “Destellos de la memoria”)

Juan Eduardo Zúñiga si è contraddistinto fin dagli esordi letterari per lentezza e riservatezza, due qualità che sono confluite in un personale e originalissimo

modus operandi degno di un autor secreto1. L’espressione, coniata dalla critica in riferimento all’estrema discrezione con cui il nostro autore si è distinto nel panorama letterario spagnolo del dopoguerra (rifuggendo, in particolare, dalla popolarità e dalle tematiche sociali affrontate della generación del 50) non deve trarre in inganno e farci pensare a una condizione d’isolamento rispetto alla congiuntura storica del suo tempo. Al contrario: come si avrà modo d’illustrare, a Zúñiga va il merito di avere consegnato alla pagina scritta la memoria storica della guerra civile e degli anni della dittatura franchista, a testimonianza di un profondo interesse e coinvolgimento nelle questioni più problematiche della Spagna contemporanea.

Tuttavia, un tale riserbo, sia in ambito pubblico, sia privato, non rende agevole l’operazione di ricostruzione biografica, considerata anche la reticenza dello stesso autore a sciogliere i nodi essenziali riguardanti la sua vita e la sua poetica. Come sottolineato da Israel Prados «cualquier intento de análisis de su trayectoria parece tener algo de intromisión clandestina»2, motivo per cui anche noi, in questa

1 Prados, Israel, “Juan Eduardo Zúñiga. De símbolos y batallas”, Reseña: revista de crítica

cultural, 353 (2003), p. 4.

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ricerca, ci limiteremo a ordinare i dati a nostra disposizione al fine di situare lo scrittore nel suo tempo e, soprattutto, per cogliere quegli elementi che già prefigurano (o autorizzano a porlo come ipotesi di studio) un singolare percorso narrativo proprio di tutta la sua opera, i cui singoli aspetti saranno oggetto d’approfondimento specifico nei capitoli dedicati all’analisi della trilogia della guerra civile.

In quest’impresa di ricostruzione del profilo biografico e letterario dello scrittore, ci avvarremo delle informazioni rilasciate direttamente dallo stesso Zúñiga in interviste, riportate in sede epitestuale o, ancora, ricavate da rassegne e recensioni di carattere scientifico3. L’attenta valutazione di ogni singola tessera potrà favorire il riordino di un percorso che, fino ad oggi, sembra sottrarsi a una facile classificazione, storiografica o poetica4, come ben ha recentemente colto Santos Sanz Villanueva, secondo il quale vi è una «seria dificultad para inscribir su figura en nuestra historia literaria, imposible de encajar en grupos, tendencias o generaciones específicos»5.