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I pronomi diretti: dominio meno vulnerabile?

ANALISI DELLE PRODUZIONI ORAL

TABELLA 6.19 Indice di dominanza

6.3.2. I pronomi diretti: dominio meno vulnerabile?

Come nel caso delle preposizioni, anche per quanto concerne l’uso de pronomi, attraverso l’analisi contrastiva delle produzioni dei parlanti bilingui e monolingui, abbiamo rilevato che anche questa non costituisce un’area critica per i nativi italofoni. In tutti i parlanti bilingui si possono riscontrare, invece, degli errori nell’uso, sebbene - anche per i pronomi - sia maggiore il numero

delle presenze dei morfemi pronominali rispetto agli altri fenomeni di riempimento.

TABELLA 6.24

Analisi quantitativa delle tipologie di occorrenze dei pronomi diretti nei parlanti monolingui

Totale

occorrenze Presenze Omissioni Errori

PIETRO_primaria 5 5 – –

MARGHERITA_primaria 1 1 – –

GIOVANNI_secondaria 8 8 – –

SAMANTHA_secondaria 2 2 – –

TABELLA 6.25

Analisi quantitativa delle tipologie di occorrenze dei pronomi diretti nei parlanti bilingui

Totale

occorrenze Presenze Omissioni Errori

FRANCO_primaria 0 – – –

EMILIO_primaria 7 5 – 2

STEFANO_secondaria 13 9 – 4

LILI_secondaria 7 4 – 3

LINA_secondaria 4 3 – 1

A differenza della morfologia preposizionale, in tutti i parlanti bilingui senza alcuna distinzione d’età, quando l’uso dei pronomi diretti devia dallo standard, non sono mai presenti omissioni. In tutti i casi la deviazione è costituita da errori che si caratterizzano per l’uso della forma errata del pronome secondo il genere e/o il numero.

TABELLA 6.26

Tipologia di occorrenze dei pronomi diretti nei parlanti bilingui della primaria

FRANCO

Presenze - Omissioni - Errori - EMILIO

Presenze / prendendo un formaggio / e poi / &he / non l’ ha preso /

e poi ha preso un piatto / # e l’ ha messo sulla testa //

lo brucia // (Tom)

/ non l’ ha preso / (Jerry) lo acchiappa // (Jerry) Omissioni –

Errori [//] e poi / &l [//] &he / &he + il gatto la stava prendendo e poi / (formaggio o Jerry)

/ è andato via / con / &he / la mela / e l’ ha buttato fuori //

TABELLA 6.27

Tipologia di occorrenze dei pronomi diretti nei parlanti bilingui della secondaria

STEFANO

Presenze / Tom mette / un formaggio /&hm / davanti alla tana di Jerry / con un filo // e Jerry / cerca di prenderlo //

gli vuol buttare un ferro da stiro /&he / &hm / addosso / però non ce la fa / e se lo butta sul piede //

/ quando esce / vede [/] vede che non ha più [//] non si vedono più le zampe //

%tim: 1’ 02”

*STE: &he / però / a toccarsi / le sente // / così può vedere anche i passi di Jerry // lo vede / camminare / e / prende una tenda / un [//] la tenda / lo rinchiude dentro / e / con il libro lo spiaccica tutto //

così / dopo il cane / vede che la mazza da golf ce l’ ha / &he / Jerry / e glie la dà a [//]

c’ è l’ ombra e prende il libro // pac // pac / glielo dà in <testa> //

ora lo blocca // (Jerry)

gliela dà in testa al cane // (mazza da golf)

/ Tom che <prende> il ferro da stiro / e glielo [/] e glielo vuol buttare in testa //

/ lo succhia e lo risucchia // (Jerry)

/ prende un piatto e glielo dà in testa a Tom // poi / &he va / a mangiare i cioccolatini // &he e glieli mangia tutta / i cioccolatini //

/ con> / un <tovagliolino> / &he / lo trasforma il un &pa [//]

piazza un’ altro formaggio / &he però / visto che &to [//] &he / Jerry è invisibile / glielo mangia subito //

glielo dà in testa // (libro) Omissioni -

Errori con la polvere bianca / lo &spol [//] cioè / lo butta a terra /

con &he / la mazza da golf gli dà una botta sul sedere / che + sì e poi / vanno fuori &dava [//] &dav [//] &he / all’ entrata &de [//] all’

ingresso della porta / e c’ è [//] che c’ è il cane che sta dormendo // quindi / Jerry glielo dà in testa al cane /

<e lo butta tutto in mezzo> (farina)

con la [/] con la mazza da golf / glielo tira nel sedere //

ora glielo va <a &de> [//] glielo dà in testa a [//] al cane // (mazza da golf)

glielo dà / a Tom // ora pensa che gliel’ ha tirato Tom // (mazza da golf)

così poi / prende la coda di Tom / e glielo mette / &ne [//]

/ glielo da al sedere //(mazza da golf) LILI

Presenze Tom vuole bere un sorso / di latte // ma Jerry lo prende //

frattempo lo riprende / e lo mette a posto / e lo beve tutto // &he / Jerry // lo beve fino all’ ultimo goccio / ma &s [//] non lo inghiotte / e lo sputa tutto di nuovo sulla faccia &de [/] del gatto // (latte)

Dall’analisi longitudinale delle distribuzioni della morfologia pronominale nei contesti d’uso obbligatori, emerge che i parlanti bilingui hanno pienamente acquisito l’uso dei pronomi. Il tipo di errore commesso riguarda sempre l’uso della forma errata del pronome secondo il genere e/o il numero e si verifica spesso a livello di macrosintassi, quando cioè il pronome è esterno al sintagma. Le presenze, invece, ricorrono sempre a livello di microsintassi, quando cioè il termine a cui si riferisce il pronome è all’interno del sintagma o è immediatamente adiacente.

Rispetto alla tipologia di errore possiamo fare due ordini di riflessione. Come precedentemente sottolineato, appare evidente che l’uso di questa classe di

//

/ lo fa bruciare // Tom +/. / lo colpisce // (Jerry)

e lo <colpisce> // (Jerry) <lo insegue> / (Jerry) Omissioni -

Errori la sua ombra / e lo colpisce con un libro // / ma vede un’ ombra e con un libro lo / sbatte // / ora vede l’ ombra // e lo picchia //

[<] <e lo / mette tutto nel pavimento> // (farina) Tom prende la farina // lo sparge per tutto il pavimento //

/ prende i baffi / lo <gira> +/. LINA

Presenze prende un libro / lo butta sulla sua testa // [<] <Jerry / lo &acchia> [/] lo acchiappa // [<] <lo colpisce> // (Jerry)

lo mira // (Tom)

Omissioni -

morfemi è stato perfettamente compreso, ma dove si verifica l’errore, la devianza è sempre verso l’uso di una forma neutra del pronome (lo). Questo tipo di strategia di semplificazione si rileva, per alcune strutture, anche nel parlato dei monolingui. Pensiamo, ad esempio alla “realizzazione del pronome clitico obliquo di terza persona, che può variare da gli/le, con mantenimento dell’opposizione di genere tra maschile e femminile, a gli generalizzato con neutralizzazione dell’opposizione” (Berruto, 2005: 140). L’esempio riportato è un caso di variabile sociolinguistica 32 a livello morfologico.

Possiamo, quindi, affermare che la strategia utilizzata dai parlanti bilingui nella deviazione è un fenomeno riscontrato ed esistente anche nella lingua italiana; la variabile, tuttavia, è presente in aree della morfologia non riscontrate nei parlanti monolingui.

L’ipotesi del valore “zero” delle parole potrebbe essere supportato da un ulteriore fenomeno che abbiamo riscontrato nella produzione di uno dei parlanti soggetto della ricerca, il quale utilizza in modo scorretto l’aggettivo, che - allo stesso modo del pronome diretto - non segue l’accordo corretto rispetto al termine quando lo stesso è esterno al sintagma.

Viene invece, utilizzata una forma a valore “zero”, come si può vedere dai seguenti esempi:

a. *MAR: “casa” //

*LIL: &hm / bello / bianco / sereno / # ospitale //

b. *MAR: mh // “città” //

*LIL: # inquinato / # e basta //

Questo episodio è particolarmente visibile in contrasto con la produzione di un altro parlante, monolingue italofono, il quale al termine «famiglia» ad un certo punto associa la parola “premuroso” che subito dopo corregge con la forma concordata “premurosa”. Per entrambi i soggetti sembra quindi essere avvenuto

32La nozione di variabile “si regge … sul postulato del mantenimento dell’uguaglianza di

significato (principio dell’uguaglianza semantica), cioè implica che i diversi valori assunti da una variabile non tocchino il significato o la funzione dell’unità interessata: diventerebbe problematico parlare di varianti se l’una o l’altra delle forme alternative facesse mutare in qualche misura e per qualche aspetto il significato o più genericamente la funzione dell’unità di cui quelle forme sono realizzazioni” (Berruto:2005: 139).

lo stesso fenomeno, ma - diversamente dal parlante bilingue - il parlante monolingue si autocorregge.

Rispetto al fenomeno evidenziato, che sembra essere collegato alla nozione di variabile presente nel sistema linguistico italiano, si potrebbe anche ipotizzare una possibile influenza della lingua cinese. In cinese, infatti, “tipico esempio di lingua isolante del tutto priva di flessioni, ogni unità lessicale è invariabile e rimane identica qualunque sia la posizione grammaticale che assume” (Abbiati: 1992:109-110), tutti i componenti della frase sono, cioè, in forma “zero”. In conclusione, sulla base dell’analisi fatta, sembra possibile ritenere che la morfologia pronominale costituisca - insieme alla morfologia preposizionale - un’ulteriore area di “fragilità” per parlanti bilingui.

Possiamo, tuttavia, considerare i pronomi come un dominio meno vulnerabile, intendendo come meno vulnerabile un dominio “which is acquired early and is relatively free of errors”. (Yip e Matthews, 2010: 141). In questo caso la vulnerabilità potrebbe essere spiegata in parte con la strategia utilizzata in italiano per realizzare le forme alternative delle variabili sociolinguistiche e in parte potrebbe essere legata alla natura isolante della lingua cinese.

Sulla base delle ipotesi fatte, infatti, potrebbe essere possibile ritenere che i pronomi siano una criticità solo per parlanti bilingui italiano-cinese; ma per poter confermare quest’ipotesi sarebbe necessaria la raccolta e l’analisi di dati di parlanti bilingui con lingue diverse dal cinese.

6.4. ANALISI DEGLI “ERRORI” NELLE PRODUZIONI ORALI IN