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STRUMENTI PER LA MISURAZIONE DEL BILINGUISMO: LA DIMENSIONE SOCIOLINGUISTICA

IL REPERTORIO LINGUISTICO DEGLI STUDENTI BILINGUI OGGETTO DELLA RICERCA

5.2. STRUMENTI PER LA MISURAZIONE DEL BILINGUISMO: LA DIMENSIONE SOCIOLINGUISTICA

Per poter raccogliere e analizzare i dati relativi alla biografia linguistica degli studenti oggetto della ricerca sono stati preparati degli strumenti di tipo sociolinguistico e di autovalutazione. Nei seguenti paragrafi saranno illustrate le diverse tipologie di strumenti utilizzati. Per ciascun strumento adottato verranno descritte le fasi di costruzione, le caratteristiche e le modalità di somministrazione.

5.2.1. Strumenti sociolinguistici

Un primo blocco di strumenti sociolinguistici è stato utilizzato per raccogliere dati relativamente alle funzioni e all’atteggiamento verso il bilinguismo. Come sostiene Mackey (1962) il grado di competenza bilingue dipende dalle sue funzioni, intese come i diversi usi delle lingue parlate dai soggetti bilingui e le situazioni in cui tali lingue vengono utilizzate. Le funzioni possono essere, secondo Mackey (1962), di due tipi:

c. Funzioni sociali, cioè le “external functions”, le quali “… are determined by the number of areas of contact and by the variation of each in duration, frequency and pressure” (Mackey, 1962: 51-85); d. Funzioni individuali, cioè le “internal functions”, attraverso le quali

descrivere l’utilizzo delle diverse lingue in ogni tipo di espressione intima, quindi, usi non comunicativi del parlante bilingue.

Nel nostro studio è stato, inoltre, costruito uno strumento per l’analisi dell’atteggiamento verso il bilinguismo che, al pari delle funzioni, gioca un ruolo importante nel grado di competenza bilingue raggiunto.

5.2.1.a. Funzioni sociali: Autobiografia (socio-)linguistica

Nella prima fase di elaborazione di questo strumento siamo partiti dall’idea di utilizzare una parte della “carta d’identità (socio-)linguistica” di Santipolo (2006: 20) unitamente ad un adattamento della tabella di Baker (2006: 32-33), all’interno della quale per ogni interlocutore sono presentate tutte le possibili

varianti e la frequenza d’uso delle diverse lingue rispetto agli interlocutori individuati. Questo strumento sarebbe stato somministrato al gruppo bilingue soggetto della ricerca in forma scritta. In una seconda fase di rielaborazione, per vari motivi, si è, invece, deciso di non utilizzare lo strumento in forma scritta, ma di raccogliere i dati attraverso delle domande di tipo aperto. Da un lato, un test scritto poteva rappresentare una difficoltà per gli alunni della primaria che hanno appena consolidato le abilità di letto-scrittura. Per entrambi i gruppi dei due ordini di scuola, inoltre, le varie opzioni d’uso della lingua con i diversi interlocutori ci sono sembrate troppo imbrigliate e non necessariamente rispondenti all’evidente maggiore fluidità d’uso delle lingue nei parlanti bilingui.

Lo strumento definitivo utilizzato (cfr. Appendice 1, § 1.1.a.) è nato, quindi, dall’unione della “carta d’identità (socio-)linguistica” di Santipolo (2006: 20) con la tabella di Baker (2006; 32-33) come in origine. Della tabella sono stati mantenuti i diversi interlocutori e i domini d’uso, mentre abbiamo tolto le diverse variabili linguistiche date.

Da un punto di vista dei contenuti, questo strumento ci permette d raccogliere dati inerenti a:

a. Dati personali;

b. Repertorio linguistico dello studente;

c. Lingua e/o lingue utilizzate dal soggetto con i diversi interlocutori da noi scelti;

d. Lingua e/o lingue utilizzate dai diversi interlocutori scelti con il soggetto;

e. Lingua e/o lingue utilizzate dal soggetto nei diversi domini scelti.

La raccolta dei dati è stata fatta non più attraverso un test scritto, ma con un questionario a risposta aperta , in forma di intervista, in quanto “the advantage of asking open-ended questions is that you are tapping into the participants really think without influencing them with your own ideas” (Ng, Wigglesworth, 2007: 264).

Come sostiene Baker (2006: 33-34) questo strumento ha dei limiti, in quanto non è sicuramente esaustivo rispetto agli interlocutori e rispetto ai domini. E’

stata, infatti, adottata una scala più inclusiva, con un numero ristretto di interlocutori – ma salienti e presenti con alta frequenza nella vita quotidiana dei soggetti – all’interno dei domini maggiori legati alle sfere d’azione principale rispetto ai soggetti.

La durata e la frequenza sono entrambe variabili importanti che interagiscono con i domini d’uso delle lingue. Rispetto a queste due variabili non sono state fatte, nel corso dell’intervista delle domande esplicite, se non in alcuni casi; i dati, tuttavia, sono stati raccolti indirettamente sia dall’analisi dell’intervista sia dai dati disponibili rispetto al contesto culturale in cui vivono i soggetti bilingui della ricerca.

Per quanto riguarda le pressioni esterne (per approfondimenti cfr. Mackey, 1962: 51-85) che hanno un’influenza sulle scelte linguistiche che un parlante bilingue deve compiere quasi ogni giorno, vista l’età dei soggetti, non sono state prese direttamente in considerazione in questa parte della ricerca.

Rispetto alle modalità di somministrazione, l’intervista è stata fatta a tutti e cinque gli studenti del gruppo bilingue scelto, con alcuni adattamenti legati all’età dei soggetti. Nel caso delle interviste agli studenti della primaria, infatti, sono stati omessi alcuni domini, in quanto non ritenuti all’interno della sfera d’azione di un parlante di otto anni.

5.2.1.b. Funzioni individuali

“A person’s bilingualism is reflected in the internal uses of each of his language” (Mackey, 1962: 51-85). Per determinare, quindi, se esiste una lingua dominante da parte del bilingue o se vengono utilizzate le diverse lingue per le singole espressioni intime individuate, si è ricorsi anche in questo caso ad un questionario a risposta aperta (cfr. Appendice 1, § 1.1.b.). Gli usi individuali identificati sono stati ripresi da Mackey (1962) e i risultati sono stati raccolti in una tabella (cfr. Appendice 1, Tabella 1.1).

Come per l’autobiografia linguistica, anche il questionario in questione è stato somministrato a tutti e cinque i soggetti del gruppo bilingue con alcune necessarie omissioni rispetto a quegli usi individuali - come ad esempio prendere appunti – che non sono ancora presenti in un bambino di otto anni.

5.2.1.c. Atteggiamento verso il bilinguismo

Per analizzare l’atteggiamento verso il bilinguismo da parte dei parlanti bilingui soggetto della ricerca è stato costruito uno strumento che si è avvalso di metodi di tipo diretto. Nonostante le critiche mosse a queste tipologie di metodi (cfr. § 4.2.2.a.) che non permetterebbero di misurare l’atteggiamento verso il bilinguismo con precisione, si è, comunque, optato per questi rispetto ai metodi indiretti. La tecnica matched guise (cfr. § 4.2.2.b.), sebbene ampiamente utilizzata in numerose varianti negli attuali studi sul bilinguismo, non è stata adottata in questo studio, da un lato, in ragione delle numerose fasi che comporta, e, dall’altro, per motivi strettamente legati al contesto. In questo caso, infatti, la figura del ricercatore, in virtù del ruolo di facilitatrice e mediatrice per la comunità cinese ricoperto all’interno della scuola in cui è stata condotta la ricerca, ha messo al riparo le risposte degli studenti dalle possibili influenze e da fattori di accettabilità sociale.

Lo strumento utilizzato con il gruppo bilingue (cfr. Appendice 1, § 1.1.c.) è stato suddiviso in due parti. Nella prima parte compaiono coppie di aggettivi bipolari per definire la lingua italiana. Nella seconda parte, invece, è stato tradotto e adattato il test per misurare l’atteggiamento verso il bilinguismo di Baker e Jones (1998: 177). Questo test è un questionario a risposta chiusa ed è costituito da una serie di affermazioni sulla lingua italiana e cinese rispetto alle quali gli studenti devono esprimere un giudizio in una scala Likert che va da 'completamente d’accordo' a 'per niente d’accordo'.

Rispetto alle modalità di somministrazione, la prima parte dello strumento è stata condivisa da tutti i soggetti del gruppo bilingue scelto. Visti la complessità delle affermazioni, la seconda parte, invece, è stata compilata solamente dagli studenti della secondaria di primo grado.

5.2.2. Strumenti di autovalutazione

Per avere un quadro il più ampio e completo possibile del profilo linguistico degli studenti oggetto della ricerca, nella prima fase di elaborazione degli strumenti, si è deciso di creare delle scale di autovalutazione per entrambe le lingue da somministrare, tuttavia, solo agli studenti della secondaria di primo grado.

Per quanto riguarda l’italiano è stata creata una scala di autovalutazione basandosi sia sulla griglia di autovalutazione stabilita nel Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (Council of Europe, 2002: 34-35), sia sui livelli dell’ALTE e delle Indicazioni di capacità, relativamente alle capacità generali (ALTE, 2006).

La scala di autovalutazione del cinese, non poteva chiaramente avere gli stessi parametri adottati nella scala italiana, che si è basata su livelli linguistici delle lingue europee. Lo strumento costruito, pertanto, è nato dall’adattamento di

ACTFL Proficiency Guidelines22 (Xing, 2006:20-22)

Una volta predisposti gli strumenti, una più attenta riflessione sull’idea di competenza linguistica sottostante i materiali di cui ci si è avvalsi, ci ha portato, tuttavia, verso la scelta di non utilizzare tali griglie di autovalutazione ai fini dell’analisi del profilo bilingue dei soggetti della ricerca.

Trattandosi, per entrambe le scale, di parametri pensati per la valutazione della competenza raggiunta nelle lingue considerate come lingue straniere, nel caso di bilingui consecutivi, come i soggetti del nostro studio, tali parametri non rispecchiano l’idea di competenza bilingue sottesa alla ricerca. La competenza di un bilingue consecutivo è, infatti, diversificata nei diversi domini d’uso. All’interno dei diversi domini le differenti abilità nelle lingue parlate dal soggetto si possono inoltre sviluppare diversamente o non essere per nulla presenti relativamente ad alcune abilità. Gli strumenti predisposti, quindi, si basano su obiettivi da raggiungere in un contesto di lingua straniera e non sono, pertanto, pensati per soggetti bilingui.

5.3. ANALISI DEL REPERTORIO LINGUISTICO DEGLI STUDENTI