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3.4. La formazione dei notai trentini attraverso le forme dei documenti

4.1.1. I ritmi di lavoro di Antonio da Borgonuovo

4.2.1. Documentazione prodotta per il Capitolo della cattedrale. – 4.2.2. Documentazione prodotta per il comune di Trento. – 4.2.3. Documentazione prodotta per il vescovo. – 4.2.4. L’attività al servizio del vicario vescovile. – 4.2.5. Documentazione prodotta per conventi, monasteri ed enti assistenziali. – 4.2.6. Documentazione prodotta per i pri- vati. – 4.2.7. Antonio da Borgonuovo e la vicenda dell’eredità di Antonio Belenzani.

4.1. Introduzione.

Dopo aver trattato nel dettaglio della biografia di Antonio da Borgonuovo e della sua formazione, è venuto ora il momento di addentrarci nel merito della sua attività di notaio, atte- stata, come abbiamo già avuto modo di rilevare, fra la seconda metà degli anni Ottanta del Tre- cento e la fine degli anni Trenta del Quattrocento. Circa cinquant’anni dunque, durante i quali il professionista prestò la propria opera di officiale provvisto di publica fides alle più importanti isti- tuzioni della città e dell’episcopato, in primis al Capitolo della cattedrale e, seppur in misura me- no rilevante, al comune di Trento e al vescovo. Non mancarono anche documenti redatti su ri- chiesta di conventi cittadini, confraternite e, non ultimi per importanza, di un gran numero di privati. Sarà dunque la clientela, quanto mai variegata per quantità e qualità, ad essere al centro di questo quarto capitolo.

4.1.1. I ritmi di lavoro di Antonio da Borgonuovo.

Come già evidenziato, sono circa 2000 i documenti redatti da Antonio da Borgonuovo che abbiamo potuto rinvenire fra i fondi archivistici contenenti anche documentazione tre- quattrocentesca. Si tratta di un numero certamente rilevante, soprattutto se messo a confronto con la parallela produzione documentaria di altri notai contemporanei dei quali, ad oggi, spesso non rimane altro che una minima traccia. Ma a ben vedere, di questi circa 2000 documenti, ben più dei due terzi si trovano fra le carte dei registri Instrumenta capitularia 8 e 8bis, mentre soltanto una minima parte è veicolata da pergamene sciolte. Se dunque togliamo dal computo gli atti nei registri cartacei, ciò che rimane è un modesto numero di instrumenta, per quantità di poco supe- riore rispetto alla produzione superstite di altri notai coevi. Con ciò non vogliamo certamente sminuire l’importante impegno scrittorio concretizzato nel corso della sua lunga carriera da An- tonio, soprattutto per quanto concerne l’attività di notaio, quasi esclusivo, dei canonici del Capi-

tolo per più di trent’anni dall’inizio del Quattrocento. Tuttavia, se andiamo ad analizzare anno per anno la produzione documentaria residua, notiamo come ciò che oggi rimane è probabil- mente ben lontano da quella che dovette essere l’attività scrittoria completa del notaio in quel periodo, e ciò è vero soprattutto per i primi anni, quando il numero dei documenti conservati è tale da ritenere che la totalità degli atti in registro sia ormai deperdita. Il numero assolutamente irrilevante dei documenti prodotti tra gli anni Ottanta e Novanta del Trecento, infatti, è solo parzialmente imputabile alla presunta giovane età del professionista.

Anno N. documenti 1386 1 1387 0 1388 3 1389 4 1390 2 1391 5 1392 2 1393 2 1394 13 1395 5 1396 0 1397 2 1398 5 1399 10 1400 20 1401 6 1402 19 1403 29 1404 53 1405 66 1406 58 1407 57 1408 63 1409 20 1410 10 1411 30 1412 28 1413 26 1414 33 1415 65 1416 42 1417 30 1418 35 1419 23 1420 37 1421 58 1422 66 1423 51 1424 106 1425 146 1426 137 1427 133 1428 88 1429 110

1430 113 1431 139 1432 71 1433 83 1434 72 1435 27 1436 8 1437 2 Tab. 1

Come ben si vede dalla tabella qui allegata (Tab. 1) fino agli anni 1400-1402 sono piuttosto radi i documenti conservati tanto che l’intero periodo 1386-1400 conta pochissimi instrumenta super- stiti. Di seguito è possibile osservare come, a partire dal 1402 in particolare, il numero dei do- cumenti tenda ad aumentare gradualmente – pur attestandosi su quantità annue ancora poco rilevanti – e ciò è dovuto in larga parte all’inizio delle registrazioni su Instrumenta capitularia 8. Il numero massimo di documenti conservati si ha invece nel periodo 1424-1431, che corrisponde agli anni in cui abbiamo a disposizione contemporaneamente le registrazioni su Instrumenta capi-

tularia 8 (1402-1434) e Instrumenta capitularia 8bis (1421-1437). Ciò che attualmente si conserva,

dunque, non è che una minima parte – soprattutto per alcuni periodi – dell’intera produzione documentaria di Antonio da Borgonuovo; dobbiamo infatti considerare persa, o attualmente non reperibile, una buona parte della documentazione prodotta per le istituzioni e, soprattutto, per i privati. Dedicheremo il capitolo successivo all’analisi del modus operandi del notaio; qui ba- sterà per il momento accennare al fatto che certamente il professionista produsse più registri, di diverso formato, da utilizzare anche contemporaneamente a quelli oggi noti. Se ciò che rimane non è che un frammento dell’intera attività di Antonio, risulta alquanto complesso, se non addi- rittura fuorviante, tentare di spiegare diminuzioni o aumenti nella produzione documentaria du- rante i cinquant’anni di attività. Soltanto in parte, infatti, queste riduzioni possono essere messe in relazione con eventi esterni all’attività notarile di Antonio, quali ad esempio l’impegno politi- co nel comune di Trento.

Fatte queste dovute premesse, con cautela cercheremo ora di analizzare più nel detta- glio, anno per anno, quanto rimane dell’attività scrittoria del notaio. Divideremo a tal scopo la lunga carriera del professionista in tre fasi; la prima coincide con gli anni compresi fra il 1386 e il 1401, gli esordi della sua attività, per i quali abbiamo a disposizione pochi documenti, vergati interamente su pergamene sciolte. La seconda fase prende avvio nel 1402 con la redazione del registro Instrumenta capitularia 8 per il Capitolo della cattedrale e prosegue almeno fino al 1433- 1434. Si tratta, come abbiamo già osservato, del periodo nel quale maggiore sembra la produ- zione del professionista grazie alla duplice presenza dei registri Instrumenta capitularia 8 e 8bis. Per concludere, gli ultimi anni, compresi fra il 1435 e il 1437, in cui la quantità della documenta- zione conservata si riduce considerevolmente.

Per quanto concerne il primo periodo di attività (1386-1401), abbiamo a disposizione soltanto 80 documenti, concentrati fra l’altro negli anni compresi fra il 1399 e il 1401. Un nu- mero così ridotto di instrumenta in uno spazio temporale di quindici anni è spiegabile soltanto in parte; se infatti è probabile che nei primissimi anni di lavoro il notaio Antonio rogasse con me- no frequenza, forse in ragione della sua giovane età, per gli anni successivi la carenza di docu- mentazione deve essere ricondotta alla perdita quasi completa di carte e registri. Vediamo ora nel dettaglio chi sono i committenti che si rivolsero al professionista durante questo primo pe- riodo; primeggiano per quantità di documentazione il vicario vescovile, le Clarisse di San Mi- chele, il Capitolo della cattedrale, il comune di Trento e, non ultimi per importanza, un certo numero di privati per i quali il notaio Antonio redasse prevalentemente atti negoziali e testa- menti. Già all’inizio della sua carriera, dunque, il professionista trentino sembra vantare una clientela notevole per prestigio e piuttosto diversificata.

Il secondo periodo, compreso fra il 1402 e il 1433/1434, corrisponde agli anni per i quali abbiamo a disposizione la maggior parte dei documenti reperiti. Dal 1402 al 1414 la do- cumentazione conservata è redatta quasi per intero per il Capitolo della cattedrale e ciò è dovu- to alle registrazioni su Instrumenta capitularia 8 e ad un certo numero di pergamene sciolte con- servate presso i fondi capitolari dell’Archivio diocesano tridentino e dell’Archivio di Stato di Trento. Durante questi dodici anni di attività, tuttavia, non mancano anche documenti redatti su richiesta di altri committenti, fra cui un buon numero di privati, la confraternita dei Battuti, il monastero di San Lorenzo, le Clarisse di San Michele ed il vescovo, ad ulteriore dimostrazione che la documentazione conservata per questo periodo manca certamente di buona parte di ciò che il notaio Antonio redasse per piccoli enti e privati e che, con ogni probabilità, trovò forma scritta in registri oggi deperditi. Se, infatti, è vero che il Capitolo della cattedrale rappresentò per il professionista una delle maggiori committenze, se non addirittura la maggiore, la grande quantità di documentazione relativa a questo ente non deve indurci a ritenerlo cliente esclusivo di Antonio. Lo dimostra la documentazione conservata negli anni seguenti, per i quali abbiamo a disposizione il registro Instrumenta capitularia 8bis; in esso i rogiti redatti su richiesta del Capito- lo sono in numero assai più contenuto rispetto a quelli vergati per una clientela più eterogenea. L’assenza di buona parte della documentazione prodotta per i piccoli enti e, soprattutto, per i privati da parte di molti notai trentini medievali e, in parallelo, una sovrabbondanza di atti rogati dalle maggiori istituzioni ecclesiastiche della diocesi (vescovo e Capitolo in prima posizione), può costituire un’importante ‘distorsione’ nello studio della società trentina medievale che spes- so possiamo conoscere soltanto attraverso i documenti conservati dall’uno o dall’altro ente e dunque mediante i rapporti che con essi intercorsero.

Abbiamo ripartito il lungo periodo 1402-1433/1434 in due sezioni, ponendo quale ce- sura periodizzante il 1415; a partire da quest’anno, infatti, si presenta fra i clienti con maggiore

frequenza il comune di Trento, istituzione che da allora aveva iniziato a registrare i verbali di elezione dei propri officiali. A tal proposito, la documentazione rogata dal professionista trenti- no mostra in più occasioni la duplice mansione di ufficiale eletto alle massime cariche comunali, proprio a partire dal 1415, e di pubblico autenticatore della memoria documentaria del comune e, come tale, redattore di alcuni verbali. Si deve comunque attendere il 1423-1424 prima di ve- der annoverati quali committenti del notaio un buon numero di clienti che, in un certo senso, ‘spezzano’ l’apparente esclusività del Capitolo della cattedrale. Con l’inizio delle registrazioni su

Instrumenta capitularia 8bis, fa la sua comparsa una serie variegata di clienti, spesso membri della

classe dirigente trentina, e agli enti poc’anzi citati (comune, Capitolo, vescovo, confraternita dei Battuti, monastero di San Lorenzo, Clarisse di San Michele, etc.) si aggiungono i fatres dell’Ordine teutonico, il convento di San Francesco, l’ospedale di San Pietro, il convento di Santa Croce, l’ospedale di San Martino, l’ospedale di Santa Maria Maddalena, la Prepositura, l’ospedale di San Tommaso presso Romeno, la pieve di Santo Stefano a Mori. Insomma, una clientela quanto mai diversificata caratteristica di un notaio certamente di prestigio operante nell’ambito della città di Trento.

Il periodo compreso fra il 1424 e il 1431 è, come ricordato, quello più ricco di docu- mentazione tanto che, per ciascuno degli otto anni, il numero dei documenti conservati supera le cento unità; fa eccezione soltanto il 1428, con 88 rogiti. Come abbiamo anticipato poc’anzi introducendo questo paragrafo, risulta alquanto problematico tentare di spiegare i ritmi di lavo- ro del notaio, soprattutto a ragione della parzialità del numero delle registrazioni che oggi ab- biamo a disposizione. Se infatti volessimo collegare eventuali cali di produzione di Antonio all’assunzione di incarichi in veste ufficiale resteremmo delusi nel verificare che, proprio negli anni in cui il professionista ricoprì cariche pubbliche nel comune di Trento, si registra l’aumento più consistente nei suoi ritmi di lavoro; ma ciò naturalmente non significa che, negli anni immediatamente precedenti e successivi, il notaio avesse redatto meno documentazione.

Forse soltanto il tracollo dell’attività scrittoria dell’ultimo periodo, in particolare dopo il 1435, può essere spiegato adducendo due motivazioni. In primo luogo nel febbraio del 1435 vi fu lo scoppio delle rivolte contro il vescovo Alessandro di Masovia; oltre a ciò, siamo negli ul- timi anni di vita di Antonio, il quale – come abbiamo osservato nel secondo capitolo – proprio nel 1435 ricordava di essere infirmitate oppressus. Un calo del ritmo di lavoro che dipese dunque, con ogni probabilità, da un rallentamento fisiologico della sua attività e da motivazioni ‘esterne’ quali potevano essere le ribellioni cittadine.

Un secondo tentativo per spiegare un leggero calo nella produzione scrittoria del notaio può forse essere azzardato per gli anni 1409 e 1410. Osservando la tabella (tab.1) notiamo infat- ti come per quel biennio si siano conservati rispettivamente soltanto venti e dieci rogiti, fra l’altro tutti su commissione del Capitolo, mentre nei periodi precedente e successivo il numero

dei documenti sembra essere più elevato. Pur riconoscendo che si tratta comunque di un’ipotesi, non possiamo fare a meno di collegare questa flessione nella produzione documen- taria con gli eventi occorsi a Trento proprio in quel torno d’anni; da un lato gli eventi bellici successivi alle rivolte contro il vescovo Georg Liechtenstein, dall’altra il sacco, perpetrato dalle truppe tirolesi proprio nel 1409, che depauperò, fra l’altro, anche gli archivi vescovile e capitola- re. Tale decrescita nella documentazione di Antonio potrebbe dunque dipendere in parte da una minore richiesta di documentazione da parte di una città in preda agli eventi rivoltosi, in parte dalla razzia che gli archivi cittadini subirono proprio in quegli anni. A tal scopo, è interessante notare come, proprio nel 1410, il notaio dopo aver elencato i pochi canonici presenti ad un ne- gozio giuridico ricordava: «nullis pluribus ad presens in dicta ecclesia residentibus propter gue- ram de presenti existentem ad civitatem Tridenti»1. La guerra citata in questa circostanza da An- tonio da Borgonuovo non manca di essere menzionata in molteplici occasioni nella documen- tazione degli anni successivi. Alcuni privati si rivolgono infatti al notaio per registrare rinnovi di locazione, «quia in gueris proxime elapsis amiserunt omnia sua instrumenta»2; nel 1412 si ricor- da come, dopo la morte del prete Antonio del fu Tura da Trento «in guera interfectus et intesta- tus defunctus a dicta guera sachemani in Tridento facti»3, un terreno vignato che era stato dato al suddetto Antonio in locazione dovette essere riconcesso in affitto dai canonici poiché nel frattempo era divenuto incolto. Ancora nel 1412 si menzionano numerose abitazioni e terreni distrutti «propter combustionem (...) et devastationem (...) propter gueram superventam»4.

1 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, c. 218r, n. 434 e ADTn, ACap, capsa anniversari, rotoli lunghi/c, n. 15. 2 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, c. 235v, n. 468.

3 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, c. 284r, n. 578. 4 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, cc. 284v-285r, n. 579.

Anno N. documenti Attività politiche di Antonio da Borgonuovo 1407 57 2-3 febbraio: scoppiano le rivolte contro vescovo Liechtenstein 1408 63 1409 20 1410 10 1411 30 1412 28 1413 26 1414 33

1415 65 5 ottobre: inizio carica console 1416 42 4 ottobre: fine carica console 1417 30

1418 35 6 febbraio: inizio carica sindico

5 giugno, domenica, fine carica sindico - inizio carica gastaldo 9 ottobre: fine carica gastaldo - inizio carica console

1419 23 8 ottobre: fine carica console 1420 37

1421 58 5 giugno: inizio carica giudice degli appelli 5 ottobre: fine carica giudice degli appelli 1422 66 7 ottobre: inizio carica console

1423 51 3 ottobre: fine carica console - inizio carica giudice delle tutele 1424 106 6 febbraio: inizio carica sindico

4 giugno: fine carica sindico - inizio carica gastaldo 8 ottobre: fine carica gastaldo

1425 146

1426 137 5 febbraio: inizio carica giudice delle tutele 2 giugno: fine carica giudice delle tutele 13 ottobre: inizio carica giudice degli appelli 1427 133 9 febbraio: fine carica giudice degli appelli

19 ottobre: inizio carica console

1428 88 8 febbraio: inizio carica procurator ad causas

10 ottobre: fine carica console - inizio carica sindico e procurator ad causas 1429 110 10 febbraio: fine carica sindico e procurator ad causas - inizio carica sindico

5 giugno: fine carica sindico - inizio carica gastaldo

9 ottobre: fine carica gastaldo - inizio carica giudice delle tutele 1430 113

1431 139

1432 71 9 giugno: inizio carica giudice degli appelli

1433 83 5 febbraio: fine carica giudice degli appelli - inizio carica giudice delle tutele 7 giugno: fine carica giudice delle tutele - inizio carica giudice degli appelli 25 ottobre: fine carica giudice degli appelli

1434 72 17 febbraio: inizio carica giudice delle tutele. 13 giugno: fine carica giudice delle tutele

1435 27 15 febbraio: iniziano le rivolte contro il vescovo Alessandro di Masovia

1436 8

1437 2

Tab. 2

Se le analisi sui ritmi di lavoro del professionista risultano poco praticabili, qualche dato in più – mantenendo sempre una certa cautela – si può ricavare dall’esame sull’attività giornalie- ra. A tal proposito osserviamo come fra gli oltre 2000 atti reperiti, non manchino quelli rogati di domenica, mentre non si trovano documenti redatti nei giorni di Natale e di Pasqua, festività durante le quali Antonio sembra sospendere la propria attività. Per quanto concerne la festività pasquale, il notaio non pare accogliere rogiti nemmeno nei giorni immediatamente precedenti e

successivi la solennità. Se infatti analizziamo nel dettaglio il periodo in cui abbiamo a disposi- zione più documenti, ovvero quello compreso fra il 1424 e il 1431, notiamo come nel primo anno del periodo la Pasqua cadde il 23 aprile e non si trovino atti redatti fra l’115 ed il 286 del mese. Nel 1425 la Pasqua cadde l’8 aprile e non riscontriamo rogiti fra il 37 ed il 148; nel 1427 non si trovano documenti fra il 199 ed il 2510 aprile, con la Pasqua festeggiata il giorno 20; nel 1428 l’attività sembra essere sospesa fra il 28 marzo11 ed il 9 aprile12, mentre la Pasqua cadde il 4. Questa apparente sospensione nella redazione dei rogiti da parte del notaio in corrispondenza del dies paschalis è regola costantemente seguita negli anni in questione. L’unica variabile è rap- presentata dal 1426, anno in cui la Pasqua cadde il 31 marzo; in quell’occasione Antonio redasse una compravendita il giorno precedente, ossia nel Sabato Santo13, ed una confessio, ovvero una dichiarazione fra privati, il primo aprile14, con una sospensione dell’attività ridotta al solo giorno festivo. Concentrando ora la nostra attenzione alla festività del Natale, il professionista sembra interrompere in genere il proprio lavoro il 23 dicembre, mentre in un solo caso, circoscrivibile all’anno 1415, registra un’immissione in possesso per il Capitolo nel giorno della vigilia15. Nes- sun documento rogato, invece, il 26 dicembre, mentre l’attività sembra riprendere spesso già il 27 del mese.

Non avendo a disposizione norme precise sulle giornate in cui era prevista l’astensione dal lavoro da parte dei notai trentini, è difficile individuare altre date durante l’anno in cui pro- babilmente vigeva l’obbligo o la consuetudine di sospendere l’attività di rogazione. Altrove, ad esempio, gli statuti dell’Arte dei notai e dei giudici stabilivano un’interruzione nel giorno del Corpus Domini16. Se verifichiamo il rispetto di questa norma nella documentazione redatta da Antonio notiamo come, anche a Trento, poteva valere analoga disposizione, considerato che non troviamo alcun rogito redatto nelle date in cui cadde questa festività. Nessuna pausa nell’attività del professionista trentino, invece, nel giorno del patrono della città e della diocesi, san Vigilio, il 26 giugno, data che il notaio Antonio sembra considerare normale giorno lavora- tivo17.

5 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 37. 6 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 40. 7 BCTn, BCT3, capsa 28, mazzo 1, p. 56. 8 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 82. 9 ASTn, ACD, n. 570.

10 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 240.

11 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 196 e ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, n. 199. 12 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 284.

13 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 173. 14 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 174. 15 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, n. 340d.

16 Si veda, ad esempio, per la città di Firenze, S.CALLERI, L’Arte dei giudici e notai, pp. 93.

17 Si vedano, fra i molti casi, ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, nn. 188, 213a, 293, 352, 621a-b; ASTn, APV,

sezione latina, capsa 66, n. 2. Nel giorno del patrono san Vigilio, così come nella festività dell’Assunzione di Maria, gli statuti del collegio dei notai del 1427 prevedevano la visita alla chiesa cattedrale: «Item in primis statuimus et ordi- namus quod unusquisque advocaus et procurator et tabelio sotietatis et colegii notariorum Tridenti, circha reveren- tiam sanctissimi nostris patroni nostri beati Vigilii in die festivitatis sue, et in die annuntiationis et assu(n)tionis Virgi- nis gloriose et aliis festivitatibus sole(m)nibus que indicte fuerint per bidellum collegii de mandato prioris sive rectoris