9. La teorizzazione della nazione indocinese
9.9. I rivoluzionari annamiti tra Indocina e Viet Nam
Nel momento in cui i nazionalisti annamiti definivano un futuro Stato Federale indocinese, un simile dibattito animava i rivoluzionari annamiti. I giovani militanti avevano un’educazione indocinese, avidi lettori di libri, editoriali e documentari di viaggio sul Laos e sulla Cambogia.
Molti di loro verso la fine degli anni Venti parlavano di una rivoluzione indocinese in termini entusiastici e il Comintern aveva iniziato a sostenerla nello stesso momento, quando arrivarono direttive negli ultimi anni Venti che chiedevano la formazione di un Partito Indocinese basato sul modello indocinese francese37.
35 CHRISTOPHER GOSHA, Vietnam or Indochina..., op. cit., p. 36. 36 ROLAND MEYER, Komlah…, op. cit. p. 134.
37 CHRISTOPHER GOSHA, Vietnam or Indochina..., op. cit., p. 38; ENNIO DI NOLFO, Storia delle
L’Unione Sovietica servì come importante punto di riferimento per un futuro stato post-rivoluzionario indocinese. La stessa Unione Sovietica era un’entità multietnica dominata da una nazione storica, la Russia, che aveva sacrificato la propria identità per un’idea moderna di unione basata sui soviet. I giovani comunisti annamiti nel 1929 misero in pratica gli ordini del Comintern formando il Partito Comunista Indocinese (Dong Duong Cong San Dang) e la Lega dei Comunisti Indocinesi. Gli obiettivi della loro azione rivoluzionaria erano riassunti in tre parole: «Completa indipendenza indocinese»38.
Ma non tutti erano pronti a compiere questo salto e Ho Chi Minh stesso esitò quando venne il momento di creare un nuovo e unificato Partito Comunista, all’inizio del 193039. Nel corso di una conversazione ritenne che l’Indocina (Dong Duong) fosse troppo vasta per le attività rivoluzionarie condotte dagli Annamiti, data l’incredibile diversità della colonia francese. Ho Chi Minh argomentò che l’Indocina poteva essere confusa con un più ampio spazio geo-politico, che ricadeva tra India e Cina e che inglobava Burma, Malaya, Siam, Cambogia, Laos e Annam.
Ho Chi Minh e i suoi compagni scelsero l’identità vietnamita e ciò sembrò risultare vincente poche settimane dopo, quando Ho Chi Minh presiedette alla formazione di un Partito Comunista Vietnamita unificato (VCP Dang Cong San Viet NAm). Lo slogan rivoluzionario recitava: «Indipendenza completa vietnamita» (Viet Nam Hoan Toan Doc Lap). Il termine Annam era sempre più problematico, perché conteneva sottomissioni umilianti al dominio straniero, sia cinese che francese. Facendo rivivere
Viet-Nam, i nazionalisti espressero una forte identità d’opposizione, che evocava
l’unificazione delle zone settentrionali e meridionali del Paese realizzata sul finire del Settecento e una lunga tradizione di lotta contro il dominio straniero. Ho Chi Minh non era il solo a preferire l’uso di Viet-Nam, che era sostenuto da un ampio movimento40.
38 Ibidem.
39 RALPH B.SMITH, The Foundation of the Indochinese Communist Party, 1929-1930, in «Modern
Asian Studies», vol. 32, part 4, October 1988, pp. 789-805.
Conclusioni
Il fine di questa ricerca è stato comprendere ed esporre la storia e l’identità della minoranza vietnamita in Cambogia, in modo specifico per il periodo compreso tra il 1887 e il 1930. La coesistenza sul suolo cambogiano di queste due popolazioni, quella autoctona e quella vietnamita, rimaste distinte, è ancora oggi all’origine di una situazione sociale e politica foriera di difficoltà. Rispetto al periodo indagato, quando in qualche occasione abbiamo avanzato delle ipotesi o dei tentativi di spiegazione, l’abbiamo fatto nei limiti della documentazione in nostro possesso e con la consapevolezza che non abbiamo esaurito, né avremmo potuto farlo, tutte le fonti esistenti1.
Abbiamo indagato i tratti originali dei gruppi vietnamiti che si sono stabiliti in Cambogia, inquadrando i fenomeno nel contesto più vasto della presenza delle minoranze etniche nell’Asia sudorientale. L’immigrazione dei Vietnamiti in Cambogia, infatti, si inserisce dentro un fenomeno più generale di migrazioni umane che coinvolgono numerosi paesi dell’Asia sudorientale dall’epoca antica fino all’età contemporanea.
La politica coloniale incoraggerà la differenziazione etnica e culturale dei gruppi, la distribuzione economica secondo criteri etnici e l’ostilità di origine storica o professionale costituirà uno dei fattori che concorreranno a separare le popolazioni in compartimenti. L’elemento indigeno urbano, sebbene poco numeroso, è insofferente di fronte alla dominazione economica degli stranieri immigrati che occupano la maggior parte degli impieghi amministrativi. Parallelamente, la sensibilità di queste comunità straniere alle idee politiche anticoloniali spingeranno i governanti locali a un atteggiamento sempre più diffidente e ostile.
Importante in Cambogia fu anche l’emigrazione dei Cinesi che, per numero e per abilità, domineranno numerose attività economiche, essenzialmente il commercio, sia l’import- export che il dettaglio.
Le relazioni tra Cinesi e Khmer appaiono migliori che in altri Paesi del sud-est asiatico e in Cambogia storicamente non si registrano rivolte anti-cinesi. Una fra le tante ragioni possono essere i matrimoni sino-cambogiani e la simbiosi economica tra commercianti cinesi e contadini cambogiani.
In Cambogia, in definitiva, soltanto i Vietnamiti hanno ricevuto una considerazione negativa da parte della popolazione locale. Tra i Cambogiani è ancora molto vivo il ricordo
1 Per esempio non ho potuto consultare la celebre opera di LE HUONG, Viet Kieu o Kampuchea (Tri
della storia e, avendo una frontiera comune con il Viet Nam, vivono nell’ossessione della minaccia dei loro vicini. L’immigrazione vietnamita in Cambogia derivava da ragioni geografiche, demografiche ed economiche e la pressione vietnamita continuò anche durante il Protettorato, che addiritura la incoraggiò. In questo modo, più che una minoranza straniera immigrata, la colonia vietnamita appare come l’avanguardia di un altro popolo che si costituiva strumento dell’amministrazione in loco del potere coloniale.
Oltre l’amministrazione pubblica, anche le società commerciali francesi preferiscono la manodopera vietnamita e quando, tra le due guerre mondiali, la coltura dell’hevea conosce in Cambogia uno sviluppo particolare, i piantatori francesi si rivolgeranno ai Vietnamiti per avviare la loro grande impresa. Tra il 1920 e il 1930, migliaia di operai provenienti dal Nord e dal Centro del Vietnam scenderanno verso il Sud e raggiungeranno la Cambogia dopo aver transitato per Saigon. Si trattava non solo di uomini, ma anche di donne e bambini, che molto spesso daranno origine a importanti insediamenti di comunità vietnamite, come nelle zone di Snoul e Mimot.
Al momento dell’indipendenza, in Cambogia si contavano ancora quasi 7.000 operai delle piantagioni ovvero, considerando anche le famiglie, circa 30.000 individui di origine vietnamita per le sole regioni di Snoul e Mimot. L’amministrazione francese aveva introdotto la nozione di proprietà del suolo e venduto all’asta appezzamenti di terre coltivabili, soprattutto nelle regioni di confine. Erano stati acquistati da ricchi vietnamiti del Sud, che procederanno alla creazione di importanti aziende.
In sostanza, dai tempi del Protettorato il settore pubblico e quello privato fanno tutto il possibile, per accrescere l’insediamento dei Vietnamiti in Cambogia e le cifre, sebbene approssimative, indicano un aumento rapido di questa comunità straniera. Nel 1908, mentre la Cambogia conta appena 500.000 abitanti, si stima che i Vietnamiti siano circa 60.000, alla pari con i Cinesi. Venti anni dopo le cifre saranno più che raddoppiate.
Appendice
Cambogia e Vietnam dall’Impero Khmer al Novecento
L’Impero Khmer nel XII secolo La Cambogia nel XIV secolo
La Cambogia nel XVI secolo La Cambogia nel XVII secolo
La Cambogia nel 1850 La Cambogia nel 1863
La Cambogia nel 1904 La Cambogia nel 1907
NARANHKIRI TITH, Revised Understanding Nam Tien is a necessary condition, 2010, in
Delimitazioni storiche del territorio cambogiano fino al 1914
Carta politica dell’Indocina del 1889
Incremento della popolazione vietnamita dal 1921 al 2008
Popolazione Khmer e vietnamita (Yuon) a confronto. COMITE DES FRONTIERES DU CAMBODGE (CFC), Immigration vietnamienne au Cambodge, 2008. http://www.cfcambodge.org/doc/CFCColonisationF.pdf
I Khmer-Krom
I Khmer-Krom costituiscono una popolazione minoritaria del Vietnam, da novembre 2003 oggetto della tutela dell’agenzia UNPO - Unrepresented Nations and Peoples Organization. Oggi il loro status è di popolazione indigena non riconosciuta e il loro numero arriva a 8.240.000. Occupano l’area dell’attuale città vietnamita Ho Chi Minh – Saigon, il cui vecchio nome cambogiano era Prey Nokor. L’area abitata dai Khmer-Krom si estende per 89.000 km² (in Vietnam) e continuano a usare la lingua Khmer e a praticare il buddismo theravada. Indagò questa minoranza lo studioso LOUIS MALLERET, La minorité
cambodgienne de Cochinchine, in «Bulletin de la Société des Etudes Indochinoises»,
Tome XXI, 1er semestre 1946, pp.1-2.
Area geografica dei Khmer Krom. http://www.unpo.org
Sitografia di base
• The Khmer Kampuchea-Krom Foundation http://khmerkrom.org;
• Voice of Kampuchea-Krom http://vokk.net;
• KI Media Independent Cambodian Reporting http://ki-media.blogspot.com; • Khmer Kampuchea-Krom Federation
Youth Committee http://www.kkfyc.org; • Tra Set Mekong Lifeways - Smithsonian
Project on the Khmer Krom http://www.folklife.si.edu/resources/meko ng/ECpage.html