• Non ci sono risultati.

L'attività delle riserve di pesca L'organizzazione tecnica

2. La colonia vietnamita dei pescator

2.7. L'attività delle riserve di pesca L'organizzazione tecnica

Dopo tutti i lavori di insediamento31 iniziava l'attività ittica. La pesca artigianale veniva praticata da pescatori singoli o associati e l'associazione tra i pescatori di uno stesso villaggio si verificava nei periodi in cui il pesce abbondava e il prodotto era diviso in proporzione al contributo di ognuno32. Esistevano associazioni di Vietnamiti le cui case

erano unite le une alle altre, la rete, l'essiccatoio e le barche erano comuni, ogni membro pagava un quinto della tassa sulle reti e il prodotto era diviso in parti uguali. Altri pescatori isolati vivevano, modestamente sui sampan e avevano poche risorse, praticavano la pesca familiare utilizzando processi artigianali sia per il fabbisogno alimentare che per la vendita. Le imprese per la pesca industriale producevano di più ma necessitavano di spese importanti e dell'utilizzo di grandi attrezzature. Il numero di pescatori variava a seconda

29 Nel 1794 il Siam si impossessò silenziosamente delle province di Battambang, Angkor, Monngkol

Borei e Sisophon, forte del fatto che i Nguyen erano occupati a reprimere la ribellione dei fratelli Taiy-son. Il Siam nel 1867, nell’ambito del trattato franco-siamese, riuscì a far riconoscere alla Francia l’annessione di Battambang e Siem Reap, come contropartita al proprio riconoscimento del Protettorato francese sulla Cambogia iniziato nel 1863. Nel 1907, sotto la pressione della Francia, il Siam restituisce queste province alla Cambogia e nel 1941, in seguito a un’accordo franco-siamese la Cambogia perde nuovamente le province di Battambang e parti delle province di Sisophon, Siem Reap, Kompong Thom e Stung Treng. Nel 1946 il Regno di Cambogia recupera queste porzioni perdute. A. LECLÈRE, Histoire du Cambodge, P. Geuthner, Paris, 1914, pp. 402 e 494; D.G.E.HALL, Storia dell’Asia sudorientale, Rizzoli, Milano, 1972, pp. 569 e 827.

30 ANOM, A 20 (4). Résident Supérieur au Gouverneur Général de l’Indochine (1er juin 1894). Nel

1894 i Cinesi e i vietnamiti si accordarono per organizzare un servizio di sorveglianza notturna nei rispettivi quartieri.

31 J.POUVATCHY, Les Vietnamiens au Cambodge, Thèse de Doctorate de IIIème cycle, Université de

Paris VII, Paris, 1975, pp. 154-156.

32 J. MOURA, Le Royaume du Cambodge, Leroux, Paris, 1883, p. 536, in KHY PHANRA, La

dell'importanza delle riserve di pesca: alcune imprese davano lavoro soltanto a 30-40 uomini, altre a 100-150 e fino a 18033.

Durante il periodo di magra (dicembre-febbraio) si svolgeva la pesca per sbarramento. Consisteva nell'edificare una costruzione in legna e bambù per ostruire completamente il letto del fiume e canalizzare i banchi di pesce verso lo sbarramento a caselle o a camere. Durante questo periodo, sul Tonlé Sap, un po' a monte rispetto a Phnom Penh, i pescatori si dedicavano a una pesca intensiva con i day, delle reti a forma di tronco di cono (larghe 25 metri e lunghe 100 metri) disposte orizzontalmente nel senso della corrente, ancorate a delle zattere in bambù o tra due sampan. Venivano. catturati numerosi e piccoli pesci, destinati al prahoc, una pasta di pesce molto apprezzata dai Cambogiani34.

Nei periodi di bassa marea (febbraio-giugno) vi erano altre due tipologie di pesca. La pesca con le grandi reti, spesso lunghe diversi chilometri, si svolgeva nei Laghi e nel Mekong e cercava di circondare un banco di pesci. La pesca ai samras consisteva nella creazione, attraverso l'immersione di sterpaglie, di una sorta di foresta artificiale e la superficie poteva raggiungere centinaia di ettari. I pesci, spinti dalla corrente di magra, andavano a rifugiarsi tra le sterpaglie e si trovavano circondati da graticci che venivano progressivamente spostati, in modo da condurre i pesci verso una camera di cattura.

La pesca con la rete nei Laghi utilizzava un numero di lavori proporzionale alla lunghezza della rete. Per una rete di 6.500 metri di lunghezza era necessaria una squadra composta da 30 a 35 uomini, un centinaio di persone se si contano le donne e i bambini. Il lavoro consisteva nel lancio della rete nei Laghi e nella preparazione dei pesci catturati.

Dalle tre o dalle quattro del mattino i pescatori partivano per la spedizione, col capitano si trovava nella barca che trasportavano la rete. Perlustrava le baie alla ricerca dei banchi di pesci Le altre barche, in genere due o tre, la seguivano, trasportando i graticci in bambù e le camere per i pesci. Il lancio della rete poteva durare anche tutta la giornata, tanto che i pescatori rientravano al tramonto. Al rientro, la preparazione dei pesci cominciava immediatamente. Le donne e i bambini effettuavano le operazioni: toglievano la testa, sbudellavano e tagliavano il pesce catturato. A seconda della specie, i pesci venivano salati35 o disposti nei graticci per essere affumicati, altri venivano utilizzati per la fabbricazione dell'olio. Per la rapidità delle operazioni, il lavoro veniva spesso praticato come in una catena di montaggio e terminava molto tardi. Se durante la notte si

33 Gran parte dei dati sulla pesca in Cambogia si deve allo studio di J.DELVERT,Pêche paysanne et

pêche commerciale..., op. cit.

34 J.POUVATCHY, Les Vietnamiens au Cambodge, op. cit., p. 150. 35 Ivi, p. 159.

scatenavano dei temporali, il personale era costretto ad alzarsi per mettere al riparo i pesci che si trovavano nei graticci e il giorno dopo, alle quattro del mattino, tutti si rimettevano a lavoro.

Questa vita estenuante veniva condotta per cinque mesi, da febbraio a giugno, ed era aggravata dal fatto che il continuo riverbero del sole sulla superficie dell’acqua causava ai pescatori numerosi casi di oftalmia, che per la mancanza di cure antisettiche non tardava a diventare purulenta e poteva portare a una cecità parziale o totale. Le pessime condizioni igieniche esponevano i pescatori alla dissenteria e talvolta al colera, ma l'isolamento delle riserve di pesca impediva lo sviluppo delle epidemie 36.