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7. L’individualità etnica e culturale della minoranza vietnamita in Cambogia

7.10. Una società polietnica

I contatti secolari tra i Vietnamiti e i Cambogiani non avevano portato al dominio degli uni sugli altri, né alla costituzione di un’unica società nella quale un gruppo fosse subordinato all'altro. Il Protettorato aveva garantito la coesistenza dei due raggruppamenti etnici. In Cambogia, come in Birmania, a Java o in Malesia vi era un insieme eterogeneo di popoli, autoctoni e immigrati e la divisione del lavoro si effettuava seguendo una segregazione etnica, con ogni categoria che occupava un ramo specifico della produzione. «Si tratta di … una società polietnica integrata nel luogo di mercato sotto il controllo di un sistema statale dominato da uno dei gruppi, ma che lascia ampie aree di diversità culturale nel settore di attività religioso e in quello domestico»55.

Questi diversi gruppi coesistevano, si sfioravano ma non si fondevano, mantenevano i loro confini etnici. In una tale società le relazioni economiche predominavano in tutti gli aspetti della vita quotidiana: senza alcun valore sociale comune, gli individui delle diverse frazioni etniche si incontravano soltanto al mercato, in quanto concorrenti, antagonisti, compratori o venditori. In Cambogia, dove la vita commerciale era animata da Cinesi e Vietnamiti, la lingua vietnamita e quella cinese erano la lingua franca nelle piazze dei mercati56.

Durante il periodo coloniale i gruppi etnici erano interessati più al proprio rapporto con il Protettorato che a quello che poteva esistere fra loro e l'amministrazione francese non era interessata a risolvere il problema dei rapporti tra la popolazione autoctona e le minoranze etniche.

Dal momento che non avevano in comune nessuna fedeltà a un ideale nazionale e politico, l'amministrazione non incoraggiava l'integrazione. Ogni gruppo immigrato, in particolare la minoranza vietnamita, rivolgeva il suo sguardo al Paese natale e non al Paese d'adozione, considerato come «a land of economic or political opportunity rather than as nation»57.

È un ordine sociale a categorie multiple, nel quale predomina l'idea di divisione più che quella di un'identità comune. I Cambogiani si riservavano un atteggiamento di discriminazione nei confronti degli stranieri stanziati in Cambogia e la discriminazione

55 F.BARTH, I gruppi etnici e i loro confini, in V.MAHER (a cura di), Questioni di etnicità, Rosenberg

& Sellier, Torino, 1994, p. 42. Vedi anche J.S.FURNIVALL, Netherlands India. A study of Plural Economy, Cambridge, 1944.

56 Per un’analisi del ruolo delle minoranze in Cambogia D.J.STEIMBERG, Cambodia. Its People, Its

Society, Its Culture, HRAF, Press New Haven, 1959, p. 33.

portava in generale ad una distanza sociale, che si esercitava o contro o a favore di un gruppo. I rapporti tra Khmer da una parte e Cham-Malesi e Cinesi dall'altra furono cordiali ma non altrettanto i rapporti tra i primi e i Vietnamiti. Nonostante la diversità religiosa, i Cham-Malesi musulmani vivevano in armonia con i Khmer buddisti. I due gruppi erano in contatto ancora più stretto poiché spesso le case erano vicine e la loro economia complementare, dato che i Cham-Malesi rifornivano di carne bovina e pesce i Cambogiani. I Khmer non avevano mai avvertito, come avvenne invece per i Vietnamiti, una minaccia da parte dei Cham, elementi residuali di un popolo potente quasi annientato. Ricercati per la loro forza, per il loro coraggio e per la loro disciplina, prima dell'arrivo dei Francesi vivevano in una condizione privilegiata presso la Corte khmer, svolgendo l’attività di alti funzionari e consiglieri militari nelle guerre contro i Siamesi o i Vietnamiti.

Questa tradizione venne interrotta dalla Francia che, con una politica di divisione, all'inizio del Novecento aveva cercato senza successo di considerare stranieri i Cham-Malesi, in modo che facessero capo, come i Vietnamiti e i Cinesi, alla giurisdizione francese. Il Protettorato, appoggiandosi sui Vietnamiti, aveva estromesso dalle funzioni amministrative i musulmani che allora si dedicarono al commercio, alla pesca e ai trasporti.

L'introduzione da parte del Protettorato di numerosi funzionari vietnamiti nella propria amministrazione aveva portato alla costituzione di una nuova categoria sociale, intermediaria tra i Francesi e i Khmer. Nel dominio economico, il controllo degli immigrati vietnamiti fu accompagnato dall'allontanamento degli autoctoni da alcuni settori e la concorrenza, se c'era, finiva sempre a vantaggio dei primi, come nell’artigianato e nelle industrie urbane. Il caso della pesca industriale è esemplare: i Vietnamiti si erano accaparrati lo sfruttamento di quasi tutte le riserve di pesca, il cui dominio continuò ad accrescersi a scapito dei luoghi che prima erano riservati alla pesca familiare. L'insediamento dei contadini cocincinesi, diversamente dall'insediamento dei negozianti cinesi, aveva fatto spostare i Cambogiani dalle loro terre, che essi si affrettarono ad occupare. Come la maggior parte degli amministratori francesi, i Vietnamiti concepivano la propria presenza come un fattore di trasformazione e di prosperità economica del Paese khmer.

Alcune categorie di Vietnamiti risultavano molto agiate e i Cambogiani si resero conto che la prosperità era a vantaggio degli immigrati e si sentivano sfruttati dagli stranieri nel proprio paese e rimproverano il fatto che il denaro racimolato dagli immigrati andasse ad arricchire soltanto il Viet Nam e producesse così una continua ed estenuante emorragia per la Cambogia. Le frustrazioni dei Cambogiani da una parte e l’orgoglio e la fierezza di

potersi considerare artefici dello sviluppo dell'economia khmer dei Vietnamiti dall’altra erano due sentimenti opposti che inasprivano i rapporti reciproci. La Francia si adoperò per la stabilità sociale tentando di impedire i conflitti etnici e l'ordine sociale polietnico non pose gravi problemi fin tanto che durò il potere coloniale.

8. Dall’Indocina al Viet Nam. Concetti di spazio del nazionalismo