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I Sistemi Metaforici nei Corpus 1 e Corpus

“commento” su testi politic

4.3 Politica delle metafore, metafore della politica

4.3.1 I Sistemi Metaforici nei Corpus 1 e Corpus

Date le premesse dei paragrafi precedenti, ritengo possa essere chiaro come mai alla breve analisi quantitativa descritta, debba necessariamente associarsi una fase di elaborazione qualitativa e critica del discorso politico che restituirà particolare attenzione proprio all‟ambito concettuale. Quest‟ultimo riguarda l‟ideologia, cioè la particolare configurazione che i concetti politici assumono da un punto di vista semantico, storico, filosofico. La struttura delle ideologie si organizza intorno a “concetti-grappolo” o cluster concept, dove un concetto politico caratterizzato da una complessità interna, possiede poi connessioni aperte ad altri concetti. La lente con cui leggerli sarà, in questo particolare studio, quella dei Sistemi Metaforici Complessi (SMC) dei corpora specialistici. Abbiamo precedentemente detto che le metafore possono avere luogo sia a livello dell‟unità minima argomento-predicato, che a livello di frase/periodo testuale, data la referenza anaforica a elementi del testo adiacente alla metafora. Si tratta pertanto di un tipo di relazione che procede dal linguistico al testuale sviluppandosi, laddove necessario, oltre il confine sintagmatico degli elementi messi in relazione, per approdare alla dimensione della frase o del periodo e, talvolta, di intere porzioni di testo. Quest‟ultimo è il caso più frequente d‟analisi della comunicazione politica italiana. Tuttavia, nell‟analisi di un corpus linguistico, non è sempre facile identificare con precisione ciò che è metaforico da ciò che non lo è. Ad esempio vi sono porzioni di testo che possono non rivelare immediatamente la loro natura metaforica, in quanto non escludono a priori una

valida interpretazione letterale, che definiscono degli spazi analogali113. È necessario allora andare oltre il testo, al fine di reperire nel contesto quegli elementi di transfert che permettono di individuare il dominio metaforico attivato (Ceccoli, Barbarulli, Brandi; 2002), ossia costringere l‟analisi alla presa in considerazione, nella comprensione del senso delle metafore, del contesto storico-culturale in cui va a collocarsi la forma enunciata. Ritengo che quest‟affermazione sia in linea con un via integrativa della metafora concettuale. Solo così, la rete di significati che si collegano alle parole impiegate in una metafora, possono coincidere con le conoscenze che ognuno ha del mondo.

Occorre tener conto di conoscenze più generali per poter decidere se una frase sia letterale o figurata, ossia di conoscenze che non sono soltanto riconducibili alle proprietà lessicali e predicative del termine metaforizzato (Ceccoli, Barbarulli, Brandi; 2002:2).

Si tratta della relazione interno/esterno che interessa la memoria semantica dell‟individuo produttore di metafore, memoria nella quale risiedono sia la competenza linguistica, in particolare la struttura concettuale, sia le conoscenze relative che si costruiscono all‟interno di sistemi mentali collettivi, attraverso la pratica della narrazione (Siegel 2001 cfr. in Ceccoli, Barbarulli, Brandi; 2002:3). Le metafore, quindi, come già precedentemente evidenziato, si basano proprio sulla capacità di raccontare una narrazione, e sviluppare frame dove ogni soggetto della storia ha un ruolo ben preciso. Pertanto è la dimensione del discorso che le conferisce la capacità di creare nuove significazioni sulla base, non di un solo elemento lessicale, ma di numerosi elementi lessicali che individuano un campo semantico ampio e inter-relazionato in modo sempre nuovo. Già in Ricoeur (1975), infatti, la metafora comportava una funzione gnoseologica perché consente nuove intuizioni della realtà, attraverso il fascino dell‟immagine. In quest‟appropriazione di nuova conoscenza, Ricoeur individua nell‟ermeneutica dell‟interpretazione del testo la comprensione di quest‟ultimo come affine alla comprensione di una frase metaforica stessa: in ciò troviamo sostegno alla nostra scelta di considerare il discorso e di tener conto del complesso sistema di elementi lessicali in essa coinvolti, e non della

113 Ceccoli, Barbarulli, Brandi (2002) indicano gli spazi analogali (ispirandosi al concetto di Jaynes,

1984, come una “una rete di relazioni che, a partire dal testo, consentono e realizzano trasferimenti

di significato entro il dominio concettuale, una volta che si è dato luogo ad una relazione analogica”

(Ceccoli, Barbarulli, Brandi, 2002:2-3). Possono essere, ad esempio, “strutture eventive complesse

che sembrano connettersi a referenti concreti, quelli propri del significato letterale delle voci lessicali coinvolte; tali strutture creano dei veri e propri spazi analogali che individuano un dominio metaforico non più presente nel testo ma nel sistema cognitivo che sottostà a quel testo” (Idem).

singola parola, per l‟individuazione della portata del significato metaforico, in una sorta di nuova narrazione immessa nel sistema di conoscenze collettivo e attuate nelle strategie comunicative delle passate campagne elettorali. Motivo per cui ho ritenuto necessario considerare l‟analisi degli usi metaforici di termini “chiave” (individuati nell‟analisi quantitativa) ritenuti basilari per la creazione di specifici Sistemi Metaforici Complessi (SMC) e dei conseguenti Sottosistemi analogici (Sa). Analizzare la politica attraverso interi SMC, infatti, permette di cogliere non solo la singola realizzazione linguistica dell‟oratore, bensì la sua visione del mondo o, più semplicemente, quella che si propone di trasmettere dato un preciso collocamento contestuale di tipo storico-culturale. Un SMC, infatti, nasce dall‟interazione fra due o più Sistemi Metaforici Semplici (SMS) e permette di analizzare non solo la metafora in sé, ma anche le sue implicazioni. A tal fine, in modo particolare, mi avvarrò del Sistema Metaforico a Tre Campi individuato da Rigotti (1992) che ritengo essere fondamentale per la verifica dell‟ipotesi del leitmotive del “nuovo” investigata dal gruppo di ricerca Mediamonitor di Roma per le Politiche 2008.

Una sequenza di metafore complesse dalla rilevante frequenza d‟uso, individua dei Sistemi Metaforici primari (SMp) specifici di una determinata fonte del messaggio, e dei SMs (Sistemi Metaforici secondari) che, seppur non meno importanti, possiedono una minore frequenza d‟uso rispetto ai precedenti e, di conseguenza, incidono meno sull‟analisi della retorica di un determinato soggetto.

Il rapporto tra la metafora ed i sistemi di saperi cui si collega, ha seguito le istanze ritenite più interessanti dalla Conceptual Metaphor Theory di Lakoff e Johnson (1980; 1982; 1998): nel processo metaforico le corrispondenze ontologiche proiettano una struttura di conoscenza su di un‟altra, ma perché ciò accada, occorre che le conoscenze coinvolte facciano parte sia del lessico che del sistema concettuale.

Quindi, la classificazione dei SMS e SMC presenti nei corpus ha posto particolare attenzione alla loro relazione con gli elementi lessicali delle porzioni di testo in cui esse erano inserite e, in molti casi, all‟area più ampia del discorso del leader politico. Mi limiterò, in questa sede, a riportare solo una parte della classificazione e dell‟analisi dei SMC e dei Sa, ossia quelli ritenuti più interessanti e fondamentali al‟integrazione dell‟analisi critica del discorso precedentemente affrontata. I SMC che sono stati individuati vengono qui esposti in base al frames cui fanno

riferimento, elencando alcuni dei termini veicolo rilevati nelle espressioni, per poi definirne, schematicamente, il significato espresso (ossia il dominio target) dato un certo contesto linguistico ed extra-linguistico.