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“commento” su testi politic

SM08 SMS; SMp –

velocità/viaggio

aumentare, corsa, sviluppo, treno, nave, etc..

progresso e uscita dalla crisi del paese

SM09

SMS; SMs –edificio

costruire, fondamenta, pilastro, casa, costruzione

sicurezza

La comunicazione più argomentata e articolata del leader rispetto a quella fatta di brevità e velocità di Berlusconi, si ritrova anche nella limitazione della divisione e del conflitto alla base della sua campagna elettorale (“nord contro sud, laici contro cattolici, invece di unirsi per la conquista del risultato”; “la campagna elettorale non è una guerra”), facendo dell‟ottimismo e dell‟armonia i suoi tratti distintivi. Ottimismo che vive anche nello slogan elettorale “si può fare”, come lui stesso dichiara:

Per quanto riguarda lo slogan, è uno slogan che ha funzionato benissimo, perché non è la traduzione dello slogan di Obama. In effetti la traduzione letterale sarebbe stata “sì, possiamo!”, ma siccome dovevamo fare un slogan per fare campagna elettorale “si può fare “ è anche un‟espressione linguistica corrente, per cui ha un effetto evocativo ed ha funzionato come un treno.

Ecco che la porzione di testo di cui sopra, offre lo spunto per sottolineare come i SMS del movimento, del viaggio, del cambiamento, della nazione come persona, etc; siano basilari per la costruzione del SMC; SMp – armonia/unione. Importante in tal senso, sottolineare come anche la metafora della nave, utilizzata dal pensiero politico classico per trasmettere una immagine di coesione, unità e concordia dell‟edificio dello Stato (Rigotti 1992: 208), venga particolarmente sfruttata dal discorso veltroniano. In questa prospettiva, forse, anche la formula del “ma anche” appare funzionale ad uno stile dialogico che serve per differenziarsi dallo schema dicotomico della semplificazione sfruttato dall‟avversario politico, oltre che a cementare la propria logica “totalizzante”. Tuttavia, questa logica che si realizza nel veltroniano fair play, non è stata coerente fino alla fine della campagna elettorale. Anche il leader di centro-sinistra capitola nella rete cognitiva dell‟avversario e, di conseguenza, intraprende il suo stesso gioco utilizzando i suoi medesimi schemi.

F02. Frames – vincere/perdere vehicle target

SMC; SMp – bellico, medico, sportivo SM12 SMS; SMp – bellico

conquistare, scontrare, cadere, prevalere, sparare, difendere, schema, contrapposizione, odio, salvare, lottare, conquista, salvaguardia, lotta, guerra, vincere, perdere, battaglia, sconfitta, avversario, alleato, alleanza, campagna, caduta, difesa

vittoria elettorale

Nessuno è più abile di Berlusconi nel modulare le frequenze del linguaggio del nichilismo, nell‟operare continue sostituzioni simboliche e nel muoversi entro schemi concettuali che si agitano staccati da ogni referente. Tanto più Veltroni tenta di differenziarsi dal sistema comunicativo del non citabile “principale esponente dello schieramento avversario” tanto più lo richiama alla memoria degli elettori e ne usa, negli ultimi colpi del duello, lo stesso sistema metaforico, perdendo la possibilità di mantenere coerente il suo re-framing. Si “legga” il cambiamento di tono delle ultime battute finali del candidato, tratte dal Corpus 2:

Guardi, i miei avversari hanno detto tantissime cose, in generale ispirate solo ad un principio: l‟odio. È stata una campagna elettorale nella quale si sono scontrate due visioni del mondo. [...] Beh, caspita! ne hanno sparate fino a stamattina di tutti i colori! Cioè, è una linea di contrapposizione frontale, demonizzazione personale! Ma voglio dire, eh... tanto più io non rispondevo, tanto più impazzivano perché non gli rientrava lo schema classico.

(Walter Veltroni, Porta a Porta, 12 aprile 2008)

I termini veichle avversario [19], scontrate [1], sparate [1], linea di contrapposizione [10], schema [11], etc; sono tutti elementi a conferma del fatto che il candidato stia vivendo la campagna nei termini di una contrapposizione bellica, arrivando a rafforzare non il proprio, ma lo schema cognitivo dell‟avversario politico. La polarizzazione, o anche l‟accostamento ossimoro124 che caratterizza i moduli discorsivi veltroniani, individuano la valorizzazione di una modalità dialogica e cooperativa del discorso (Cella Ristaino e Di Termini, 1998: 121), che è tipica dell‟umanesimo e del liberalismo (e che ci saremmo aspettati piuttosto nel discorso di Casini), ma che difficilmente gli elettori di sinistra, più abituati a campi metaforici polemico-conflittuali, hanno accolto senza riserve (Tani, 2010 in corso di pubblicazione), tanto che ciò che ne è emerso è stato il solo lato stereotipato e caricaturale.

Inoltre, egli stesso agevola il compito di Berlusconi allorché riduce la comunicazione a pura operazione d‟immagine in virtù della sostanziale depoliticizzazione del confronto elettorale. I segni linguistici, le immagini, le scelte, lo stile di Veltroni si separano dalla funzionalità a un‟ipotesi politica. I segni, le parole dovrebbero restituire senso agli oggetti sociali, e in tal modo ricondurre i processi verbali a un referente esperibile per cogliere un significato. Veltroni utilizza “un linguaggio politico scarsamente connotato”, in un‟agenda affollata di temi, ma esposti in maniera acritica dal linguaggio e dai codici espressivi propri del centro-destra. Invece di recuperare una visibile referenzialità alle relazioni semantiche della sua comunicazione politica, il leader del PD, con ripetuti appelli a superare i vecchi schematismi sociali e ideologici, cerca di creare un contro-framing dello schema cognitivo basato sul conflitto, cioè quello della dimensione armonica, che nella sua “pacatezza” e “misurazione”, lascia all‟altra forza in campo la ipertrofia monologica del racconto immaginifico e la carta della demonizzazione dell‟ethos dell‟avversario.

124

Le forme ossimoriche nel discorso politico, aprono “ad una formulazione ambigua e

apparentemente contraddittoria, finalizzata alla espressione di specifici progetti politici (si pensi alle celebri formule “partito di centro che guarda a sinistra” di Alcide De Gasperi, “convergenze parallele” di Aldo Moro, “il partito di lotta e di governo” di Enrico Berlinguer)” (Tani, 2010 in

4.3.4 L’avversario da demolire

Lo scenario della crisi, ben incornicia la “tragedia” entro cui il leader di centro-destra si trova a dover “combattere”. Il nemico non è ideologico, ma reale, ben identificato nell‟antagonista: Walter Veltroni e la sinistra. La crisi, quindi, va nominata perché imputabile alla sinistra, perché essa è uno stimolo per gli elettori disillusi ad affidarsi a “uomini del fare” (che, guarda caso, giunti al governo cancellano la parola crisi dal lessico). Il monologismo berlusconiano, dunque, si esaspera nella costruzione di una ipertrofia di sé, del “numero uno, l‟immenso, l‟unico” (Silvio Berlusconi, Porta a Porta, 10 aprile 2008). Ipertrofia, questa, che estende a tutta la sua coalizione, nel confronto con gli avversari politici ed il codice gli risulta funzionale per instaurare il frames 02 – vincere/perdere, della competizione (già precedentemente presentato), attraverso il SMS – sportivo.

F02. Frames – vincere/perdere vehicle target

SM17

SMS; SMp – sportivo

conquistare, gareggiare, superare, vincere, perdere, sconfitta, concorrente, avversario, corsa, gioco, vittoria, perdita

voto utile vittoria elettorale non significatività dei “partiti minori”

Gli schemi metaforici sportivi del leader del PdL, in modo estremamente coerente, indirizzano l‟azione del veichle sempre al target “voto utile”:

Vi è inoltre al Senato uno sbarramento dell‟8%, perciò quei partiti che corrono da soli e non arrivano all‟8% non eleggono nessun senatore in quella regione.

Il segmento ricorrente perciò quei partiti che corrono da soli (nell‟interrogazione di Taltac2 l‟indice IS è 7,52), è solo una delle tante accezioni che definiscono i partiti minori come ipotetici “corridori solitari” di una staffetta, destinata ad essere persa, perché non supportati da un gruppo di squadra forte e coeso. Ecco di nuovo lo scenario vittoria/sconfitta, ecco dunque la presupposizione e l‟implicatura che solo i partiti “maggiori” possano “scontrarsi”: PdL vs. PD. Nel vocabolario di Berlusconi, infatti, un posto di grande rilievo viene assegnato alla descrizione dell‟antagonista principale: la Sinistra. È infatti <sinistra> [246] la prima occorrenza significativa nel vocabolario berlusconiano, nonché nell‟interrogazione di Wordsmith viene segnalata come la prima key word (con frequenza del 0,43%); mentre il <centro-sinistra> [4] è

un attore praticamente ignorato, evidenziando in questo una precisa volontà, quella di spostare verso sinistra lo spazio occupato dalla coalizione guidata da Veltroni e di caratterizzare il “suo” partito come l‟unico che possa legittimamente collocarsi nella tanto aspirata posizione politica del centro (Giansante, in corso di pubblicazione). Ancora una volta, dunque, la ricorrenza: lo spostamento sempre più a “sinistra” dell‟avversario, permette a Berlusconi di servirsi di uno schema cognitivo ampiamente calcato nel passato politico. Infatti, nei precedenti SMp del leader, il target veicolato nei sistema metaforici bellici, l‟avversario da sconfiggere, era prevalentemente il “male comunista” che nella tornata elettorale del 2008 appare in forte riduzione rispetto al passato: comunismo [7], Comunisti [7], comunista [13], al Partito Comunista [4]. In realtà, l‟anticomunismo, collante di forze che non avevano mai smesso di temere il “pericolo rosso” (Colombo, 2005), si appropria del gioco di “luci ed ombre” di significato su cui la metafora bellica gioca. Il recupero di schemi cognitivi già condivisi con il proprio uditorio facilita l‟efficacia dell‟attivazione di mappature “nuove” costruite su quelle già pre-esistenti assicurandone il senso più pertinente del concetto ad hoc, reperibile dalla situazione contingente. In questo caso l‟estensione del frame del pericolo abbraccia ancora i Comunisti, declinandosi nella descrizione di:

[…] un‟altra sinistra, la sinistra di Veltroni”, che è “[…] la sinistra delle promesse elettorali, è la

sinistra delle parole, è la sinistra che ha cercato di mettere in scena un grande giuoco di illusionismo, un grande giuoco di prestigio per fare dimenticare che esiste il governo Prodi, per far dimenticare che c‟è un passato di sinistra che è ancora vivo e che presenta gli stessi personaggi di sempre nella loro parte politica e ha dato questa missione impossibile - dico io - a un bravissimo comunicatore come Veltroni.

Lo storellyng personalizza, ora, l‟avversario/antagonista: <Veltroni> [70], è l‟esponente politico al quale Berlusconi fa riferimento con maggiore frequenza. Anzi, se si escludono <Prodi> [26], <Rutelli> [5] e, <Visco> [4], è praticamente l‟unico che venga citato. Gli altri esponenti principali della coalizione di centro- sinistra e della sinistra, <Bassolino> [2], <D‟Alema> [1], <Bertinotti> [1] e <Franceschini> [1] vengono, di fatto, ignorati (Giansante, in corso di pubblicazione). Lo schema bellico e quello sportivo assolvono in Berlusconi la funzione di persuadere l‟uditorio che il ritorno ad un governo di sinistra (e non di centro- sinistra…), la cui “pesante eredità” di gestione trova conferma nella tragedia dei rifiuti di Napoli e per estensione, nella crisi del Paese stessa, sia causa dell‟attuale scenario di catastrofe e tragedia del Paese. Ecco l‟anello di congiunzione che collega

il frames 01 – pericolo/degrado con il frames 02 – vincere/perdere, reiterato nei sistemi metaforici bellici: l‟antagonista da sconfiggere, Walter Veltroni.

F01. Frames – pericolo/degrado F02. Frames – vincere/perdere

vehicle target

SM21

SMS; SMp – tragedia/catastrofe