“commento” su testi politic
SM18 SMS; SMp
– bellico
conquistare, cadere, prevalere, difendere, sentinella, salvare, lottare, lotta, guerra, vincere, perdere, battaglia, trincea, sconfitta, avversario, alleato, alleanza, catastrofe, liber*, campagna, caduta, difesa, vittoria vittoria elettorale demonizzazione avversario politico SM17 SMS; SMp – sportivo
conquistare, gareggiare, superare, vincere, perdere, sconfitta, concorrente, avversario, corsa, gioco, vittoria, perdita
voto utile vittoria elettorale non significatività dei “partiti minori”
SM18 SMS; SMp – medico
guarire, curare, vincere, perdere, sconfitta della malattia, malato, malattia, cura, ferita
vittoria elettorale crisi italiana apparato burocratico
Italia
Appare così evidente che gli attuali SMP non siano poi così distanti da quelli della passata comunicazione politica del leader. Si introduce quindi un concetto estremamente importante per il percorso che stiamo affrontando: la ricorrenza; la cui influenza nel discorso politico verrà trattato nell‟ultimo capitolo.
4.3.3 “Noi” e “loro” nel frame bellico
La comunicazione politica definisce un sistema di intrecci e interdipendenze fra i SMC ed i loro relativi frames, entro cui non è facile capire quale sia la linea più efficace da adottare per rispondere alla comunicazione degli avversari politici. In Lakoff l‟invocazione di un frame è inevitabile, dal momento che il carico semantico di ogni parola (come quello dei termini veicolo dei sistemi metaforici) evoca la sua cornice di riferimento. In “Don‟t think of an elephant!” (2006), l‟autore elenca una serie di principi guida circa l‟evocazione dei frames come “ogni parola evoca un frame”, oppure che “la negazione di un frame ha come effetto la sua evocazione”, e
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Infatti la metafora medica ha come fine il medesimo dominio d‟arrivo della metafora bellica (es. vincere sulla malattia). Motivo per cui, nel mondo occidentale, la storia ci insegna che la metafora medica è una costante nel linguaggio politico (si pensi ad alcuni discorsi di Mussolini, ad esempio). Per una trattazione più completa degli argomenti si rimanda al testo di F. Rigotti; “Il potere e le sue metafore”, Feltrinelli, 1992.
ancora che “evocare un frame lo rafforza”; e così via. Lakoff (2006) cita poi anche il così detto processo di re-frame, ossia la riformulazione di un frame già esistente per indurre un cambiamento di prospettiva nell‟ascoltatore. Nella vita di tutti i giorni ne possiamo sperimentare infiniti esempi, ma durante le campagne politiche del 2008 l‟elettorato italiano ha potuto assistere ad una dimostrazione poco riuscita: quella del leader del Partito Democratico, Walter Veltroni. Questi ha tentato una scelta unilaterale, ossia quella di adottare uno stile sobrio e privo di asperità, all‟insegna del tono misurato e riflessivo per l‟attuazione, sin dalle prime battute della propria campagna elettorale, di un “contro-framing” rispetto allo schema cognitivo principale della sua controparte politica (ossia il sistema “bellico” proprio del leader di centro – destra) che, in certa misura, appare condiviso anche altri attori della scena politica del 2008. Infatti, la “storia” raccontata da Veltroni cerca da un lato la distanza dai toni tragici della competizione politica e, dall‟altro, la vicinanza con le attese degli Italiani, ottenuta attraverso comportamenti attivi che ne vedono la compresenza nella piazze della penisola, nelle case degli artigiani di Perugia o degli agricoltori di Bologna. In linea così con uno stile dialogico, aperto al colloquio, che si concretizza nel viaggio “fisico” attraverso un‟Italia da capire in tutte le sue facce per crearne una vera unità, si affianca però anche uno stile retorico che trova la sua sintesi nell‟inclusività del “ma anche”, tanto che dichiarerà a più riprese:
[…] non voglio fare il manifesto del „ma anche‟ ma purtroppo la vita politica è fatta tutta del “ma anche”.
E la “vita fatta del ma anche” è quella che tenta la scommessa unificante di centro e sinistra, Nord e Sud, operai e imprenditori, attraverso un discorso polarizzato, articolato, diverso dallo schema dicotomico che punta alla semplificazione, in cui l‟assunto di non contraddizione della logica classica esige il confronto tra due soli valori: quello vero e l‟altro necessariamente falso, senza alcuna possibilità di mediazione (Tani, in corso di pubblicazione). Qui invece, il leader si serve del “ma anche” per alimentare un pensiero condizionale, una logica flessibile, uno sguardo che tende alla complessità, oramai indispensabile, nel campo politico.
Di seguito alcuni esempi, tratti dal Corpus 2:
Si “ma anche” è la vita. Tutti quelli che dicono senza se e senza ma, a me un po‟ spaventano. La vita è il” ma anche”. Perché è il dubbio, la ricerca dell‟unità. L‟idea di spaccare tutto in due parti, è
come quando io vado nelle città e mi dicono “ma questa città è di destra o è di sinistra” Le città non sono né di destra e né di sinistra. Le città sono fatte di cittadini che hanno la loro coscienza.
Quanto al voto dei cattolici, ammesso che si possa fare questa distinzione, perché i cattolici sono cittadini che sono portatori di interessi, di esigenze e che poi hanno delle convinzioni, delle motivazioni altissime che sono discendenti dalle loro fede. Io penso che con quelle sensibilità, vorrei dire non solo un programma ma anche delle sensibilità che, per quanto mi riguarda sono proprie della mia storia personale, prima ancora che politica, sono assolutamente limitrofe. Penso ad alcuni temi: penso al tema della solidarietà nei confronti di chi soffre, penso al tema dell‟attenzione nei confronti delle persone che vivono in condizione di disagio, alle persone disabili, alla lotta contro la solitudine, all‟idea che la società non sia solo l‟egoismo e il cinismo del prendere, ma sia anche la bellezza del dono, dello scambio, penso all‟idea di una società che abbia dei valori.
Allo schema bellico, il leader del PD appronta quello basato sul SMC dell‟unione, basato su metafore ontologiche e strutturali relative al dominio della dimensione armonica. Il ricorso a quest‟ultimo è confermato, ad esempio, dallo screening lessicale delle espressioni utilizzate dal leader di centro-sinistra, dove si nota un elevato indice di frequenza per parole che riguardano tale sfera semantica; quali: <alleanza> [24] (senza contare le sue declinazione nei termini con radice <alleat*> [13]>), <unione> [6] (il verbo unire compare in ben 22 forme diverse), <accord*>[14], etc; a dimostrazione, si legga il seguente periodo:
[...] alleanza per la crescita, alleanza di produttori, è un‟idea di superamento dei vecchi schemi, anche dal punto di vista sociale (Walter Veltroni, Porta a Porta, 2008).
F10. Frames – armonia/concordia vehicle target
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