3. I CARATTERI DELLE PRIME SCRITTURE AUTOBIOGRAFICHE
3.2 PROSPETTIVE D’INDAGINE: DAL PIANO TEORICO‐FORMALE
3.2.4 UNA NUOVA CRITICA POSTCOLONIALE
3.2.4.2 L’ IDENTITA’ : IL TEMA IN COMUNE CON LE AUTOBIOGRAFIE MODERNE
3.2.4.2 L’ IDENTITA’ : IL TEMA IN COMUNE CON LE
AUTOBIOGRAFIE MODERNE
La narrazione dei proprie percezioni e delle propria ricerca psicologica inscrive in ogni caso queste scritture autobiografiche nel pieno delle autobiografie moderne: dopo laRivoluzione Francese, la fioritura straordinaria otto‐novecentesca rompe i canoni
dell’autobiografia intesa quasi solamente come scrittura storica della dimensione pubblica dell’autore e afferma il diritto ad una propria versione dei fatti, radicalmente soggettiva e creatrice. Essa diventa strumento di auto‐conoscenza e
espressione individuale tra masse di individui che, dopo il cambiamento epocale dettato dalla rivoluzione, percepiscono il crollo o per lo meno lo sbiadirsi di nette divisioni di classe e dunque l’affermazione del proprio senso dell’individualità. Il filone
religioso, che era un altro filone esistente di carattere più intimo e quindi più vicino
all’autobiografia moderna (filone senz’altro segnato da Le confessioni di Sant’Agostino), arriva a perdere la propria prospettiva trascendentale e si concentra ora molto di più sull’uomo in sé, sulle sue esperienze, percezioni e sensazioni, al di là della ricerca soggettiva di legittimazione con l’autorità divina. Finisce allora per
inglobare l’altro filone del genere autobiografico di carattere apologetico politico o dotto. Il processo è descritto da D’Intino in L’autobiografia moderna Storia Forme
Problemi115, che riassume: «grandi sommovimenti sociali [la Rivoluzione, il 1848] mettono in discussione l’autorità costituita [dalla propria classe o gruppo di
appartenenza] per ricercare una [nuova] identità»116:
Non realizzato nel mondo esterno, l’io permea di sé tutto quanto lo circonda perché tutto è in possibile relazione con questo nucleo che sfugge a una misurazione oggettiva: cade la distinzione stessa tra interno ed esterno, tra
115 D’INTINO, Franco, L’autobiografia moderna; storia, forme e problemi, Roma, Bulzoni, 1998, pp.48‐54
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soggetto ed oggetto, la seconda barriera al discorso autobiografico117
Ulteriore conseguenza, non meno importante –conclude‐, è che nella sfera del nuovo
io non ci sono più limiti rigorosi tra ‘finzione’ e ‘realtà’118.Esempi di tali dinamiche sono le Les confessiones di Rousseau, L’educazione di Henry Adams dello scrittore omonimo, Memoirs of my life di Gibbon, i racconti di Goethe, Moritz, Alfieri e Goldoni infine in Italia119.
Il lettore a questo punto noterà come il genere autobiografico moderno abbia avuto
come tema dominante l’identità, ed una stessa conclusione può essere avanzata dalla lettura delle scritture autobiografiche che noi ora stiamo analizzando.
Può essere questo dunque un legame con la tradizione occidentale, una via di lettura
delle prime opere dei migranti capace di valorizzarle pur mantenendosi in un solco tradizionale di critica di genere. Per dirla con la Sinopoli120, non lo è invece l’analisi
ottusa intertestuale e inter‐generi fine a sé stessa, poiché molte cose ancora restano
ancora da dire (come già si può notare). Non è neppure soddisfacente –ripetiamo‐
l’analisi dei topoi del viaggio e della difficoltà di inserimento nella terra di destinazione, che dovrebbero così definire e dunque delimitare una letteratura solo in
base ad essi (Letteratura Migrante).
Ecco dunque che torna invece utile inaugurare la poetica della migrazione, che si
avvale del tema dell’identità, già caro alla tradizione autobiografica moderna, per portarlo a nuovi sviluppi dettati dalle nuove contingenze storiche e dai nuovi soggetti che arrivano dal Sud del mondo, e che qualcosa in più hanno sicuramente da dirci.
Sempre secondo la Sinopoli si tratta di un nuovo «progetto di vita e di letteratura
117 Ivi, p.52 118 Ivi, p.53 119 Ivi, p.48
120 SINOPOLI, Franca, Poetiche della migrazione nella letteratura italiana contemporanea: il discorso autobiografico, cit., p. 194
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molto più elaborato» che va articolato attraverso l’analisi dei testi che si presentano
in tal modo come «un laboratorio di trasformazione dell’ identità monoculturale in una identità interculturale e/o creola, la quale traduce e mette in gioco due o più
culture diverse tra loro»121. Lavori esemplari per avvicinarsi a questa prospettiva sono quelli dei critici e scrittori contemporanei E. Glissant, S. Rushdie, A. Gnisci, P. Zaccaria, I. Chambers, R. Braidotti, Bell Hooks, G. Anzaldua e altri/altre122. Per esemplificare questo aspetto la Sinopoli riprende le parole della scrittrice camerunense Geneviève
Makaping di Traiettorie di sguardi. E se gli altri foste voi?123 :
Osservare significa guardare, vedere, scrutare e cercare di capire. Sforzarsi di
guardare è molto faticoso, significa «essere implicata»[…] Quando non si ha il
«potere» […] perché non si appartiene all’élite che «nomina» e tramanda i preconcetti e i pregiudizi, l’esercizio diventa ancora più difficile. […] Come faccio
a sapere che il mio sia un guardare corretto, senza speculazioni di sorta, solo perché sono una minoranza? […] Il mio sguardo si sposta da un luogo all’altro e devo ricordarmi che ci sono anch’io su cui farlo scorrere e posare. Il privilegio di questo tipo di atteggiamento può essere qualcosa di molto vicino all’ubiquità.
Essere al margine e al centro di volta in volta. Essere il margine e il centro quasi
contemporaneamente. […] gli altri da me […] e poi noi: noi extracomunitari […] africani […] sub‐sahariani […] negri […] donne negre […] camerunensi […] camerunensi donne […] Bamiléké […] ed infine a me, donna bamiléké immigrata. […]Varie appartenenze e identità che sento il bisogno di negoziare e aggiustare
continuamente. Ma la stessa elencazione, stavolta «ragionata», «mediata», «non gerarchizzata», di queste appartenenze […] è la condizione di chi appartiene
a varie culture, che ha dunque memorie diverse, preziose per la costruzione di uno «stato di multiculturalità», nel quale sentirsi parte di un tutto, ma anche essere libera di posizionarsi in un luogo ben preciso, non ambiguo 124. 121 SINOPOLI, Franca, La critica letteraria della migrazione in Italia, cit., p.103 122 Ibidem 123
MAKAPING, Geneviève, Traiettorie di sguardi. E se gli altri foste voi?, Soveria Mannelli, Rubettino editore, 2001
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