7. Gio Ponti, la Triennale e “Domus” 122
8.1 Iittala, vetri e cristalli 138
L’inizio dell’ascesa di Wirkkala nell’ambito del design finlandese avverrà nell’immediato dopoguerra, attraverso una delle principali aziende nazionali per la produzione del vetro: Iittala, l’incontro di Wirkkala con l’azienda avverrà nel 1946 in seguito ad un concorso per delle produzioni in vetro, Wirkkala vinse con il proprio progetto dividendo il primo premio con Kaj Frank, un designer già noto in differenti settori prima dell’inizio del conflitto, mentre Wirkkala era ancora un semi sconosciuto designer che lavorava in un’azienda di pubblicità a Helsinki. Il concorso prevedeva la realizzazione di motivi decorativi per vetri incisi, e il designer vinse con Finestra240 (1946) che rimase in produzione per un paio di anni,
permettendogli di essere inserito all’interno della sezione per la progettazione del vetro artistico ed iniziando da questo momento una lunga e prolifica collaborazione che porterà numerosi successi nel corso degli anni. Come premessa bisogna ricordare come all’inizio non era il designer a produrre materialmente l’oggetto ideato, ma forniva i disegni che venivano poi trasformati in stampi ed in forme concrete da parte degli artigiani specializzati; ma i soffiatori di Iittala trovavano difficile realizzare i disegni di Wirkkala e le sue lavorazioni, poiché erano abituati a lavorare su progetti d’impostazione differente non su disegni che erano perlopiù schizzi figurativi: per questo motivo Wirkkala volle imparare a molare il vetro e ad usare il diamante per lavorare la superficie di vetro soffiato, per poter inserirsi in prima persona all’interno del processo della nascita vera e propria delle sue forme:
“Dopo che io stesso ebbi realizzato una serie di trenta ciotole Spiraali da me disegnate, i miei compagni di lavoro si decisero ad accettarmi ”241.
Ma la straordinaria abilità artigiana del finlandese non si limitava solamente alle differenti tecniche di lavorazione dell’oggetto di vetro, ma spesso partiva direttamente dalle sue origini, dallo stampo come affermato dallo stesso designer in un’intervista (traduzione della scrivente):
“Mi creo gli stampi da solo. Li porto in vetreria dove gli viene soffiato dentro il vetro ed in un paio d’ore ho l’oggetto finito. Se usassi i metodi normali, il prototipo richiederebbe alcune settimane – forse mesi –
240 Tapio Wirkkala, Finestra, 1946, (rif. foto a fine capitolo).
e non sarebbe mai pronto. Ad oggi faccio quasi tutti gli stampi da solo […] In questo modo ottengo i risultati senza lunghe spiegazioni ed evitando molte incomprensioni, e se fallisce ho solo me stesso da biasimare”242.
In questo modo Wirkkala entrerà completamente all’interno del processo produttivo per Iittala, realizzano forme uniche, nelle quali esprimeva tutto il suo bagaglio di sentimento naturale insieme alla propria abilità manuale, in modo da realizzare una fusione perfetta all’interno di oggetti di grandissima qualità e bellezza. Wirkkala si inserì dunque in modo totalmente differente rispetto alle figure dei designer a lui precedenti all’interno del processo produttivo, perché il suo lavoro non era semplicemente limitato al tavolo da disegno, ma partiva dalle origini, dallo studio delle proprietà tecniche del materiale, dalla sua comprensione e dall’accostamento diretto alle tecniche per lavorarlo. Inizieranno dalla metà degli anni Quaranta le serie di vasi che porteranno l’artista alla soglia del successo internazionale, gli stessi vasi che verranno poi presentati nella IX Triennale del 1951 e che daranno lustro e risalto alla Finlandia e saranno tanto acclamati dalle pagine di “Domus”. Una delle prime serie importanti sarà quella denominata Kantarelli243 (o Chantarelle 1946)
all’interno della quale il vetro assumeva forme provenienti dal mondo naturale, i vetri ricordano infatti la forma dei funghi cantarelli, ma anche dei fiori, o il piegarsi leggero della punta di una foglia; ma allo stesso tempo arrivano ad un’assoluta perfezione che trascende nell’astratto, con un significato tutto proprio. Quella che sembra inoltre una lavorazione semplice e superficiale, è il frutto dell’abilità di Wirkkala di lavorare il vetro con il diamante: il particolare effetto di questi vasi è ottenuto mediante la realizzazione di solchi di differente profondità che provocano un elaborato effetto di rilievo. Questi saranno i primi pezzi che porteranno la fama del designer a consolidarsi a livello internazionale, basti pensare che questi vasi rimasero in produzione per quindici anni, fino al 1960, diventando uno degli articoli di maggior successo per l’azienda; la tecnica della scanalatura del vetro utilizzata per questi vasi verrà applicata anche ad un’altra serie realizzata negli anni successivi; qui la forma si stringe e si allunga, ricordando lo stelo di alcune piante o forme magiche di fiori immaginari, serie a cui venne dato il nome I Torrenti del Tuonela244 ( o Fiumi del Tuonela dove il Tuonela è
242“I make the mold myself. I take them to the glasswork where the glassi s blown into them and a couple of
hours later I have the finished object. Using normal methods, the prototype would take some weeks – perhaps months – and it would never be ready. Nowdays I make nearly all the molds myself […] In this way I get results without lenghty explanations and avoid many misunderstandings, and if it fails then I’ve only myself to balme”, in Aav Marianne, TAPIO WIRKKALA…, op. cit. p. 21.
243 Dettaglio della serie Kantarelli, vasi esposti alla IX Triennale di Milano nel 1951 (rif. foto a fine capitolo). 244 I torrenti del Tuonela, vasi in vetro (rif. foto a fine capitolo).
l’Ade della mitologia finnica) che non solo sarà un altro grande successo internazionale ma che mostra in maniera ancora più evidente come tradizioni popolari, spirito naturale ed abilità artigianali si vadano ad unire ancora una volta in maniera indissolubile all’interno della sua attività creativa.
La capacità di Wirkkala di lavorare il vetro ed il cristallo non si esprimerà solamente nella realizzazione di vasi, ma darà luogo anche ad un’interessantissima serie di oggetti figurati che troveranno egual spazio nella sezione finlandese della IX Triennale e in quelle successive: è qui più che nelle serie di vasi sopracitati che si trova rappresentata in maniera più evidente tutta l’abilità figurativa di Wirkkala, che trarrà spunto direttamente dal repertorio fornitogli dai miti e dalle tradizioni popolari finlandesi. All’interno delle decorazioni figurate che vennero ideate da Wirkkala per i cristalli, si apre tutto il mondo del fantastico di questo artista: raffigurazioni che richiamano animali fiabeschi, mitologici , che derivano dalla tradizione popolare finlandese ma allo stesso tempo una figurazione che invece è connessa con il mondo della religione cristiana. Alcuni di questi oggetti infatti vedono decorazioni riproducenti la Vergine con il bambino e altri soggetti cristologici; questa caratteristica è di sicuro particolare dal momento che la Finlandia non era e non è tutt’oggi un paese di religione cristiana, ma dimostra la capacità di Wirkkala di andare oltre ai confini nazionali. Questi soggetti derivano direttamente dall’amore che l’artista nutrì per l’Italia per tutto il corso della su vita; era affascinato da città come Venezia e Firenze dov’era possibile vedere la stratificazione della civiltà, e fu proprio in Italia che entrò in contatto con questi motivi decorativi che ripropose attraverso la sua visuale all’interno di queste sue opere. Uno dei primi pezzi di questo genere Campanile245 (1951), che trovò spazio nella sezione di Iittala di
vetri decorativi alla Triennale del 1951 e che mostrava all’interno di una raffinatissima decorazione floreale, l’immagine di un cristo affiancato da un agnello e da un leone. Con questo repertorio religioso troviamo anche realizzati l’Annunziata, e anche La Madonna con
bambino; altri oggetti che presentavano motivi decorativi incisi di carattere
favoloso/mitologico erano Skirus246 (1947) che sembra riportare sul vetro animali volanti che
ricordano Chagall, oppure temi più prettamente finnici come Hirvi247 o Hiidenhirvi (1952) o
Tunturi [fig. 13]Una produzione, quella dei vetri incisi che inizierà negli anni Quaranta e
proseguirà come vediamo anche nel decennio successivo mostrando la grandissima capacità di Wirkkala nella lavorazione del vetro ed aprendoci lo sguardo su un mondo magico e
245 Tapio Wirkkala, Campanile, schizzi e dettaglio della decorazione (rif. foto a fine capitolo). 246 Tapio Wirkkala, Skirus (Circo), 385 mm, cristallo inciso, 1947 (rif. foto a fine capitolo). 247 Tapio Wirkkala, Hirvi (Alce), 3400, cristallo inciso, 1952 (rif. foto a fine capitolo).
mitologico. L’attività di Wirkkala all’interno della sezione della vetreria artistica di Iittala sarà sancita dal successo alla IX Triennale del 1951 dal momento che l’intero display figurativo dell’azienda era ad opera sua: erano presenti ben trenta tre differenti pezzi in vetro, tra di essi l’edizione limitata della serie Kantarelli insieme alla loro versione in dimensione ridotta ideata per la produzione in serie, Tunturi, Campanile e i Torrenti del Tuonela.
Verso la fine degli anni Quaranta le caratteristiche figurative di Wirkkala troveranno espressione in differenti varietà di tecniche, come l’opale, la filigrana aerea o il cristallo molato, come affermato da Piero Berengo Gardin: “era come se Wirkkala avesse raggiunto le eterne e sempre ricorrenti forme del vetro e lasciasse che si esprimessero nella materia pura”248.