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Il carcere di Bastoy: modello di carcere "reale"

Parlando del carcere Norvegese, è necessaria una premessa: molte informazioni riportate in questo lavoro di tesi sono frutto di una corrispondeza telematica intrattenuta con il Sig. Tom Eberhardt direttore del carcere di Bastoy, il quale si è dimostrato molto disoponbile a collaborare nella stesura di questo capitolo. Il suddetto carcere è situato sull'isola di Bastoy, a un paio di miglia al largo della

costa nel fiordo di Oslo, 46 miglia a sud-est della capitale della Norvegia. Il carcere è la più grande prigione a bassa sicurezza della Norvegia: conosciuta come "l'isola del diavolo", Bastoy è stato un riformatorio per ragazzi dal 1900 al 1970: buona parte della "cattiva gioventù" norvegese veniva lì rinchiusa in attesa della maggiore età o dello sconto della pena. Era un posto famoso per le modalità di detenzione piuttosto brutali. Dal 1988 è una prigione di "minima sicurezza", come viene definita. E dal 2006 è quella che conosciamo oggi. Il carcere utilizza tutto il territorio insulare, ma la parte nord con la spiaggia Nordbukta è definita come aperto al pubblico. È organizzato come una piccola comunità locale, con circa 80 edifici, strade, zone di spiaggia, paesaggio culturale, campo di calcio, terreni agricoli e forestali. Vi si trovano all'interno un negozio, la biblioteca, un ufficio informazioni, i servizi sanitari, la Chiesa, la scuola, NAV (governo dei servizi sociali), il servizio di traghetti (con una propria agenzia di spedizione), e un faro, con strutture in affitto per incontri e seminari.

All'interno vi sono all'incirca 70 membri del personale durante il giorno, 35 dei quali sono guardie in uniforme, non armate, ma sono 4 di queste rimangono sull'isola dopo le ore 16. Il loro compito principale è quello di contare i prigionieri - prima al mattino, due volte durante il giorno sul posto di lavoro, una volta in massa in un determinato punto di raccolta alle ore 15, e infine alle 23, quando sono confinati nelle loro rispettive abitazioni.

I piccoli bungalow in legno sono dipinti a colori vivaci e sono destinate a essere le case per i prigionieri, ospitano fino a sei persone. Ogni uomo ha la sua stanza e condivide con gli altri la cucina e altre strutture. L'idea è aiutarli ad abituarsi a vivere come vivranno quando saranno rilasciati. Solo un pasto al giorno è previsto nella sala da

pranzo. Gli uomini guadagnano l'equivalente di 8 euro al giorno e 24 euro settimanali con cui comprare quello che serve loro per preparare la colazione e le cene. Tutto è acquistato presso il mini-supermercato che si trova sull'isola.

I prigionieri della Norvegia possono chiedere di essere trasferiti a Bastøy per scontare una pena residua fino a cinque anni, qualunque sia il tipo reato commesso, compresi omicidio e stupro. Le domande vengono accettate a condizione che vi siano inserite delle motivazioni, la principale è la volontà di vivere la loro vita senza più commettere delitti. Sull'isola i prigioni lavorano, sono loro che scelgono cosa fare tra le alternative lavorative proposte: essi stessi scelgono la pena. Possono decidere di dedicarsi all' allevamento di pecore, mucche e polli, o all'agricoltura nelle piantagioni di frutta e verdura, prendendosi cura così anche di quello che mangeranno. Altri posti di lavoro sono disponibili nella lavanderia, nelle stalle, curando i cavalli che tirano carrello di trasporto dell'isola, nell'officina di riparazione di biciclette che molti prigionieri acquistano con il propio denaro, nella manutenzione dei terreni e nella lavorazione della legna.

Sull'isola ci sono delle cabine telefoniche rosse da dove i prigionieri possono chiamare la famiglia e gli amici e un edificio dove avvengono le visite settimanali con all'interno camere private familiari dove sono ammessi i rapporti coniugali. La filofosia norvegese rispetto alla pena è "meglio fuori che dentro" e hanno creato questo carcere nel quale tutto si svolge "all'aperto": nelle carceri chiuse le persone vengono trattate "con violenza", mi spiega il direttore di Bastoy, perchè non hanno repsonsabilità e questo non li fa crescere come uomini. Nè d'altra parte, secondo la concezione norvegese, lo Stato può riservare ai detenuti lo stesso trattamento che si riserva generalmente agli animali perchè se così saranno trattati, così si abitueranno a essere trattati e

quindi a comportarsi sia dentro che fuori al momento del rilascio. Paradossalmente, la società sarebbe più sicura se tutte le carceri fossero come Bastoy, spiega Tom Eberhardt. Il modo norvegese di pensare la pena e la detenzione è anche e soprattutto riflesso del fatto che non esista nel loro ordinamento una pena equivalente al nostro ergastolo144, nè tanto meno la pena di morte. È quindi necessario per

loro riabilitare i detenuti perchè tutti torneranno prima o poi in società. Non esiste un regolamento scritto del carcere, ma ci sono solo tre regole d'oro: nessuna violenza, niente alcool e niente droghe. Tom Eberhardt mi scrive "Non abbiamo un regolamento scritto a Bastoy. Abbiamo una cultura secondo cui insegniamo a ogni nuovo detenuto qual è il comportamento atteso (consentito) per rispettare ogni persona che incontri ogni giorno. Nessuna violenza e niente minacce". Chiedo ancora di spiegarmi quale sia il rapporto tra guardie e detenuti e egli mi spiega che non c'è una specifica regola a disciplinarlo, ma c'è un particolare modo di pensare per cui ci si aspetta che le guardie interagiscano il più possibile con i detenuti e che in generale i rapporti tra i due mondi sono molto buoni. Spiega ancora che per diventare una guardia carceraria è necessaria una formazione di tre anni perchè le personalità dei detenuti sono molto complesse e c'è tanto da comprendere: il come e il perchè sono diventati criminali e cosa si può fare per aiutarli a diventare persone migliori. Il percorso di reinserimento in società passa anche dalle piccole cose, ad esempio in ogni bungalow viene nominato ogni tot un padre-famiglia che si occupa della gestione degli spazi comuni, al fine di rendere chi è eletto più responsabile. Gli chiedo quale sia in Norvegia il fine della pena e

144In Norvegia, nonostante non sia contemplato il carcere a vita, esiste infatti una sorta di detenzione indefinita chiamata "Forvaring". In pratica al termine dei 21 anni il carcerato viene nuovamente giudicato: se è ritenuto non pericoloso viene subito liberato; se, invece, il giudice lo considera ancora pericoloso viene disposto un ulteriore periodo detentivo che può essere prolungato di 5 anni in 5 anni. Si pensa che Breivik (autore dell'attentato a Oslo e della strage di Utoya, possa essere il primo "ergastolano" della storia norvegese.

lui mi scrive:" Bastoy is run by the official aims of the penalty wich is To carry out sentences (loss of freedom) and rehabilitation" (Bastoy è regolata dagli obiettivi ufficiali della pena che sono eseguire la sentenza (privando della libertà) e la riabilitazione), infatti in quest'ultimo punto, quella della riabilitazione si ravvede il senso più profondo della giustizia per la società norvegese: far in modo che chi esca dal carcere non commetta più reati, non crei disagi, e abbia imparato tutto quello che occorre per vivere come un cittadino rispettoso della legge. Quello che conta è come saranno in futuro. Infatti per essere accettati a Bastoy, non importa quale reato abbiano commesso e quanto grave sia stato: il passato importa. Esistono solo

presente e futuro.

Il direttore mi spiega che i detenuti vivono sull’isola un'esistenza che sia quanto più simile possibile ad una esistenza comune145, sono

"liberi", ma devono restare dentro casa dalle 23 alle 7.

Sull'isola tutto è fatto di legno, prodotto dagli stessi detenuti, Bastøy si dice che sia una prigione ecologica e lo è grazie al consumo dei prodotti dell’isola: la terra viene lavorata con i cavalli e i rifiuti sono riutilizzati come concime o per soddisfare parte del fabbisogno energetico. Fatta eccezione per il pulmino dei visitatori e alcuni trattori, di auto qui non se ne vedono, tutti si muovono in bici.

Inoltre, Bastoy si sta attrezzando anche per garantire la possibilità ai familiari di rimanere lì durante la notte.

La scuola, invece, è un dipartimento distaccato di quella cittadina di

145Si v. FOUCAULT e METHIEU i quali infatti espongono come prima critica alla pena detentiva quella dell'essere totalmente "contro-natura": FOUCAULT op.cit. pag. 270 afferma:" si vuole che la prigione educhi i detenuti, ma un sistema di educazione che si rivolga all'uomo, può ragionevolmente avere come oggetto l'agire contro natura?"; METHIEU op.cit, pag. 77: " Solo apparentemente la punizione prolunga, e in ualche caso accentua, le conseguenze naturali del peccato. In realtà, essa fa qualcosa di radicalmente diverso, di irriducibile alla natura."

Horten. I detenuti che non hanno completato il primo grado di istruzione devono farlo d'obbligo, se invece non hanno finito l’ultimo grado scolastico (dai 16 ai 18 anni in Norvegia) possono portarlo a termine scegliendo diverse discipline tra cui informatica, lingue straniere, agraria, sociologia, matematica e musica.

Come in ogni carcere, anche qui ci sono dei detenuti che non vengono ben visti. In particolare chi ha fatto del male a donne e bambini, ma quello che si insegna non è la violenza nei loro confronti, bensì l'indifferenza.

Viene stimato che l’84% di chi passa per Bastøy non infrangerà mai più la legge. Infatti il tasso di recidiva, secondo il Krus, un istituto norvegese di ricerca in criminologia , è di appena il 16%. Un niente se confrontato alla percentuale europea (70/75%) e quella americana, che arriva addirittura a sfiorare l’80%. Anche l'idea di pena e detenzione è però molto diversa: non esistono nelle e sbarre, ma stanze, anche molto ampie, comode e luminose. Ciascuna di esse ha un letto e un armadio, una tv e un computer. Ogni stanza ha a disposizione una doccia e i bagni sono sempre puliti.

Le giornate prevedono l’attività lavorativa dalle 8:00 fino alle 15:30, terminato il lavoro i carcerati possono studiare, fare sport, passeggiare, visitare la Chiesa, recarsi in biblioteca, andare in spiaggia, prendere il sole oppure godersi il relax nelle saune. Ogni sera infine cenano con un menù diversificato. Chi prepara da mangiare per tutti è l'unità Cucina, che organizza i pranzi oltre che per i detenuti e il personale di Bastoy, anche per i detenuti del carcere di Harten. I prodotti, oltre che prodotti con l'allevamento e l'agricoltura, vengono acquistati nel negozio "KJELLER`N" ("La Cantina"), situato appena sotto la cucina. Il carcere di Bastoy è stato il primo fra le prigioni del Paese a prevedere un mini-supermercato, aperto e gestito da detenuti. Con

esso, si guadagnano circa tre milioni di NOK all'anno ed è disponibile tre giorni alla settimana per tre ore. "Siamo orgogliosi del nostro piccolo negozio e speriamo che sempre più prigioni seguano la nostra idea"146. La cucina è organizzata dalla cosiddetta Unità Cucina, ovvero

da un gruppo di detenuti che hanno scleto di decicarsi a questa attività. Esistono altre Unità:

Unità fattoria.

L'agricoltura a Bastøy comprende aree arate, foreste e altri terreni. L'allevamento è ecologico, e si basa sulla produzione sostenibile senza l'uso di fertilizzanti artificiali e prodotti tossici. Gli animali a Bastøy vengono allevati con modalità e in un ambiente che considerano i loro bisogni naturali e comportamentali. Il carcere è specializzato in carne e bestiame produttivo, esiste un capannone per le pecore, si produce montone per la loro stessa cucina. Ci si prende cura poi anche delle scuderie e di sei cavalli da tiro. Altra attività è la silvicoltura: si taglia e si esporta legname per l'inverno. In autunno, si cura il mantenimeno della foresta. Fra le attività vi sono il disboscamento con motosega, trsporto del legname con il trattore e il cavallo, piantare alberi di compensazione e diradamento con attrezzature a motore. Si produce poi legna da ardere in sacchi per la vendita a Horten. Per fare questo, è stato necessario adottare un moderno sistema di coltivazione di alberi, di grande capacità.

La serra.

Esistono due serre, dove si producono ortaggi e fiori da piantare nel giardino, in cucina e nelle aiuole. Produciamo pomodori, cetrioli, peperoni e meloni. L'orto è un ettaro, e tutti i tipi di verdure sono coltivate per la vendita e la cucina.

146v. http://www.bastoyfengsel.no/English/ nella sezione "Work units- kitchen- shop".

Park e sport.

I compiti dell'Unità park sono piantare e curare i fiori d'estate, taglio, sfalcio erba. Si lavora per mantenere in buone condizioni i campi di calcio, le piste di atletica; l'erba sul terreno di gioco è annaffiata e tagliata regolarmente. Si coltivano poi cereali, piselli, fagioli per la cucina e erba per il bestiame.

L'unità Marittima.

L'unità marittima a Bastøy è composta dal traghetto MF «Vederoy», il peschereccio «Skreien» e un ufficio di spedizione sull'isola. Il compito principale dell'unità è quello di fornire il trasporto sicuro di passeggeri e merci da e verso l'isola. Ogni anno, circa 40 000 passeggeri e 1000 veicoli sono traghettati su MF «Vederøy». L'unità dispone di sette dipendenti, alcuni sostituti e circa dodici detenuti. MF «Vederøy» è un traghetto passeggeri e auto, che può trasportare fino a 70 passeggeri e 30 tonnellate sul ponte. Nei giorni feriali «Vederøy» naviga per dieci o undici viaggi di andata e ritorno tra Horten e Bastøy secondo un calendario prestabilito.

L'Unità tecnica è responsabile di molti compiti relativi alla gestione quotidiana dell 'isola, dalla riparazione e manutenzione di edifici allavanderia e pulizia dei pavimenti e si compone di varie sub-unità: la sub-unità di pulizia gestisce il servizio di lavanderia e pulisce edifici amministrativi e di comunità. La lavanderia gestisce circa 30 tonnellate di bucato all'anno, e assicura che i detenuti abbiano adeguati abiti da lavoro per la tutela della loro salute e della sicurezza; la sub-unità tecnica collabora con Statsbygg per mantenere e riparare gli edifici, e gestisce anche la segheria e un laboratorio di falegnameria.

Anche il cappellano svolge un ruolo attivo nel recupero del condannato: in primo luogo, egli ascolta, è una persona con cui parlare

avendo giurato di tacere riguardo le cose ascoltate durante le conversazioni personali. Parlando con i detenuti ha un quadro complessivo della personalità dei singoli e si adopera insieme al servizio sanitario per evitare i danni della pena detentiva.

Ogni Domenica, vi è una funzione religiosa nella Chiesa che si trova sull'isola o all'interno o all'aperto. Subito dopo la Messa, vengono serviti caffè e torte.

Il cappellano organizza anche incontri ed eventi culturali con visite di gruppi.

Sono necessari poi anche dei servizi di supporti che vengono dall'esterno e che attengono alla sanità, istruzione e altri ambiti che vedremo. Sull'isola lavora a tempo pieno un infermiere psichiatrico affiancato da un secondo, solo per un giorno alla settimana. Si dispone del servizio di un medico presente una mezza giornata ogni settimana, di un fisioterapista una volta a settimana e un dentista presente sull'isola una volta ogni due settimane.

Il carcere dispone di una biblioteca aperta tutti i giorni, tutto l'anno. Un bibliotecario del personale della biblioteca di Horten è presente due volte a settimana e sono poi i detenuti che prestano il resto del servizio. La biblioteca da in prestito libri, CD, film, musica, corsi di lingua, alcuni lettori DVD e una vasta selezione di riviste. È possibile leggere gli ultimi giornali. La biblioteca ha un computer e una stampante con i quali è possibile scrivere lettere da spedire ai familiari. Ai detentuti norvegesi si assicura il rispetto del diritto all'istruzione come si garantisce a chi si trovi al di fuori delle mura carcerarie. "La biblioteca è un luogo di incontro piacevole per le persone, bevenuto", si scrive sul sito del carcere.

L'unità- trattamento delle tossicodipendenze alla prigione di Bastøy è un supporto per i detenuti con una dipendenza da droga o alcool, che hanno bisogno di riabilitazione e trattamento.

L'unità è stata inaugurata nel 2009 e dispone di otto camere. Il personale che ne cura la gestione è formato da 3 persone, di cui due sono specialisti in materia tossicodipendenza con vasta esperienza. Nell'unità, si elaborano tra l'altro anche strategie per la gestione della dipendenza, mappature, programmi e tutto ciò che serve al momento del rilascio. L'obiettivo principale del gruppo di dipendenza- trattamento è quello di lavorare per un buon rilascio, e di prendersi cura dei diritti del detenuto sia durante che dopo il periodo di detenzione.

Per loro scontare la pena significa essere privati della libertà come l'ordinamento prevede e essere preparati per il rilascio. Si opera con l'obiettivo di motivare il detenuto a scegliere una vita libera dalla droga dopo il rilascio. L'unità-dipendenza offre quindi un "pacchetto completo" al detenuto.

Altre attività sono: pesca, calcio, palestra con attrezzature per l'allenamento, sala palestra con attrezzature, parete d'arrampicata, ciclismo, percorso a piedi intorno all'isola, sala cinema con maxi schermo, Corsi, conferenze, eventi e concerti programmati settimanalmente. È prevista poi anche la partecipazione alle attività al di fuori del carcere, come sport, cultura e attiva all'aperto; diversi attrezzature e strumenti possono essere presi in prestito.

Il diritto penale norvegese definisce la pena come una "mancanza di libertà", la quale è però inflitta totalmente spogliata da qualsiasi e da tutti gli elementi di vendetta irrogati tramite la sofferenza fisica o psicologica. E riconosce la tutela di molti "altri aspetti della libertà" afferma Tom Eberhardt perchè se il detenuto fosse privato anche di

questi, la detenzione sarebbe per lui assolutamente distruttiva sia dal punto di vista emotivo che mentale. Uno di questi è "la libertà di continuare a essere padri", anche se condannati , è necessario che si posssano mantenere i contatti con la propria famiglia.

Il personale del Bastøy carcere, si impegna a far sì che questo avvenga: intanto che ci sia un ambiente sicuro e positivo per poter mantenere questi rapporti: i detenuti che hanno figli possono seguire anche un corso che li aiuti a sviluppare la capacità di poter continuare a essere padri, insegnando loro come comprendere la psicologia di un bambino che si rapporta con un genitore detenuto. È stata poi creata una casa speciale sull'isola, contenente giocattoli e giochi, riservata alle visite ai detentuti in presenza di bambini. Inoltre i detenuti sono autorizzati a tornare a casa un paio di volte al mese, affinchè non si spezzi il legame con la vita familiare.

La vita nei bungalows è organizzata in modo tale che ogni inquilino senta la responsabilità del progresso degli altri, tutti sono fra loro responsabili degli altri, è necessario che passino molto tempo insieme perchè anche questo fa parte del percorso di reinserimento in società. Quando si è in una prigione "chiusa", è facile andare in cella e chiudere la porta, isolandosi dal resto, ma a Bastoy no, non si può permettere questo. Quando un detenuto avverte un problema, è necessario discuterne allo scoperto e trovare una soluzione. Quello che succede in un carcere avrà risonanza nella vita successiva dei detenuti ed è pertanto assolutamente necessario creare abitudini salutari.

Altra cosa importante da fare, ammette Tom Eberhardt è insegnare al personale il corretto atteggiamento con cui approcciarsi al detenuto. Il rapporto tra questi due mondi così diversi che però si trovano a convivere fra loro è regolato da solo due principi: uguaglianza e cooperazione. I detenuti devono essere trattati con lo stesso rispetto

che si usa con il direttore o con gli altri membri del personale, con la stessa decenza, mostrando interesse, capacità di ascolto, lavorando insieme come i colleghi. È errato concentrarsi sul soggetto come criminale, ma risulta fondamentale a tal fine pensare che chi si ha di fronte sia prima di tutto un essere umano.

Nilsen, ex direttore di Bastoy, in una intervista147 rilasciata a Britton

Nagy e procutami dallo stesso Tom Eberhardt commenta i sistemi penitenziari che ci sono nel mondo dicendo: “The prisons are just a place where people learn to be more criminal. They learn bad habits. The fact is that some people are more dangerous and a bigger threat to the society the day they are released than before…We should be aware that locking up a person is a very, very serious thing.” (Le carceri sono solo un luogo in cui le persone imparano a essere più criminali. Imparano le cattive abitudini. Il fatto è che alcune persone sono molto