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5. Il Piano di Classifica del Consorzio di bonifica “Veneto Orientale”

5.5 Indicatori utilizzati nell’ambito delle UTO n. 1 - Lemene

5.5.2 Indice di soggiacenza

All’interno di ogni bacino, o di ciascuna zona scolante, le condizioni fisiche possono presentare differenzia-zioni, talvolta anche rilevanti, in rapporto al rischio idraulico.

Uno degli aspetti fisici che maggiormente incidono sul livello di rischio nell’ambito di ogni singolo bacino, e che pertanto determina all’interno di questo condizioni fra loro diverse in ordine al rapporto di dipendenza dal-le opere di bonifica, è rappresentato dal dislivello dei terreni rispetto aldal-le quote idrometriche che si registrano nei collettori di recapito in occasione degli eventi di piena.

Quanto più elevato è il suddetto dislivello, tanto maggiore è il grado di sicurezza idraulica di cui godono i sin-goli terreni in virtù delle sole condizioni naturali; per contro, quanto più basso è il suddetto valore, che in molti casi può mantenersi costantemente negativo (zone soggiacenti al livello del mare), tanto maggiore è la di-pendenza rispetto alle opere di bonifica, da parte dei terreni stessi, indotta dalla necessità di veder assicurate condizioni confacenti alle rispettive destinazioni agrarie, industriali, commerciali, turistiche o residenziali.

A parità di modalità di scolo, quindi, il rischio idraulico contrastato dalle opere di bonifica con riferimento ai singoli terreni, varia in funzione delle seguenti caratteristiche fisiche:

• quota altimetrica dei terreni;

• livelli idrometrici nei collettori di recapito raggiunti in concomitanza degli eventi di piena.

I suddetti elementi sono riconducibili a caratteristiche fisiche rilevabili con opportune attività di misura. La ri-spettiva traduzione in una suddivisione del territorio in zone omogenee non richiede quindi valutazioni partico-lari.

Richiede invece uno specifico lavoro di analisi la definizione, a partire dagli elementi suddetti, di una scala di valori idonea a rappresentare numericamente questa ulteriore componente del rischio idraulico.

Per trovare una soluzione alla questione posta, appare opportuno partire dalla considerazione che i sistemi di opere dei diversi bacini di bonifica sono in genere strutturati ed articolati in modo tale da garantire in tutta l’area servita condizioni uniformi di sicurezza idraulica. Per assicurare tale requisito, ove siano presenti aree che, per la particolare collocazione altimetrica sono maggiormente esposte al rischio di esondazione, risulta necessaria una intensificazione dell’intervento della bonifica che, localmente, può tradursi ad esempio, in una maggior densità della rete oppure in una maggiore frequenza degli interventi di manutenzione. In rapporto a talune opere, come possono essere ad esempio gli impianti idrovori, tale particolarità si riflette sulle caratteri-stiche di dimensionamento o sui parametri di funzionamento (es. prevalenza) che devono essere definiti sulla base delle esigenze dei settori maggiormente penalizzati dai fattori di rischio. Pertanto, a parità di sistema di scolo, anche la soggiacenza ha una propria incidenza sui costi di esercizio della bonifica.

Le metodologie seguite sono illustrate graficamente nelle figure 5.1 e 5.2, per la cui interpretazione sono sta-te definista-te le seguenti grandezze:

Q = quota del terreno. Nel presente lavoro si utilizzano quote riferite alla fondamentale posta a -10 m ri-spetto a medio mare, stabilito con riferimento allo zero della Carta tecnica regionale. Secondo tale si-stema di rappresentazione, la quota assoluta di 0 m s.l.m., viene indicata con la quota di sisi-stema di

10,00 m;

Qm = quota media dei terreni, nell’ambito di una zona altimetrica omogenea, di una zona scolante o di un bacino;

Qv = quota di valle. Rappresenta la quota del terreno nel punto più a valle del bacino o della zona scolan-te;

Hf = franco di bonifica. Rappresenta il dislivello fra la quota del terreno e la quota dell’acqua nei collettori del bacino in condizioni di equilibrio;

Qfr = quota al franco. Con riferimento ad una specifica superficie, rappresenta la quota del terreno diminui-ta del franco minimo garantito dalla bonifica:

Q

f

= − Q H

f

Qz = zero di valle. Con riferimento ad un bacino o ad una zona scolante, rappresenta i livello idrico nel punto più a valle dell’area. Nei bacini a scolo meccanico è dato dalla quota media delle acque interne del bacino, nel campo di lavoro delle relative apparecchiature di sollevamento (media delle quote di attacco e stacco delle pompe);

Qest = quota esterna. Rappresenta il livello di piena dei collettori di recapito esterni del bacino riferito ad una determinata frequenza di ripetizione. Nell’ambito del presente lavoro si è fatto riferimento alla quota di piena ordinaria, ossia quella che viene raggiunta da almeno il 10 % dei picchi giornalieri (frequenza di ripetizione media 1/30 ÷ 1/40 giorni);

H = prevalenza. Con riferimento ad un bacino idraulico, rappresenta il dislivello fra la quota esterna (Qest) e lo zero di valle (Qz). Nei bacini a scolo meccanico, indica l’altezza media di sollevamento delle ac-que dal collettore interno al recapito esterno:

H = Q

est

Q

z

Sulla base delle considerazioni esposte, il parametro convenzionale della soggiacenza è stato valutato a par-tire da dati tecnici diversi rispettivamente per le aree a scolo meccanico e quelle a scolo naturale o alternato.

Come si è sopra riferito, l’analisi è stata condotta con riferimento alle singole aree che nell’ambito del com-prensorio si distinguevano per valori omogenei di altimetria. Tale zonizzazione ha costituito la base dell’analisi dell’indice di soggiacenza per tutte tre le principali tipologie di aree: scolo meccanico, alternato e naturale.

Per la delimitazione delle suddette unità elementari sono stati utilizzati i piani quotati in possesso al Consorzio (densità media di rilievo di 4 punti/ha), opportunamente controllati con rilievi di taratura e quindi riportati al piano comune di riferimento della Carta Tecnica Regionale. Le singole zone altimetriche sono state delimitate assumendo come intervallo fra classi successive la differenza di 0,20 m. Complessivamente, quindi, il territorio comprensoriale è stato suddiviso in 7.686 aree, aventi quota compresa tra i limiti minimo e massimo di -2,8 m s.l.m. e 15,0 m s.l.m..

Per quanto riguarda il primo raggruppamento, quello dei terreni a scolo meccanico è stata determinata la soggiacenza vera è propria con riferimento ad ogni singola zona altimetrica omogenea individuata nell’ambito del territorio comprensoriale.

Il parametro determinato rappresenta il dislivello fra la quota ordinaria di piena esterna e la quota dei singoli terreni diminuita del franco di bonifica, assumendo una altezza del franco di 1,0 m. Nelle situazioni in cui la bonifica non riesce ad assicurare un franco della misura indicata, la quota utilizzata per il confronto con il li-vello di piena è stata ricondotta al lili-vello idrico nei collettori del bacino, in condizioni di equilibrio, assicurato dagli impianti idrovori (Qz).

Quest’ultimo accorgimento ha consentito di tener conto, attraverso la risultante riduzione del valore di sog-giacenza, della minor efficienza della bonifica riconosciuta nei confronti delle zone nelle quali il franco medio garantito non raggiunge il livello critico di 1,0 m.

Il parametro, una volta definita la quota (Q) della zona altimetrica e, ottenuti i rispettivi Qest e Qz, sulla base della zona scolante di appartenenza, è stato calcolato nel modo seguente:

Hs=QestQfr

La quota al franco è stata determinata per ciascuna zona con riferimento al franco di 1,0 m dove questo era effettivamente garantito dalla bonifica. Nei casi in cui questa particolare condizione non era assicurata, il va-lore è stato ricondotto a quello effettivo calcolato sulla base dello zero di valle del bacino.

Dato un franco di riferimento di 1,0 m, per la determinazione della quota al franco (Qfr), si sono infatti assunte le seguenti condizioni:

• se Q−1 0, >Qz Qfr = −Q 1 0,

• se Q−1 0, ≤Qz Qfr =Qz

Per le zone a scolo naturale o alternato il confronto è stato invece operato, nell’ambito di ciascun bacino, sulla base delle quote altimetriche dei terreni (Q).

L’analisi economica può costituire un valido strumento anche per la valutazione dell’indice di soggiacenza. La graduazione di quest’ultimo, infatti, può derivare dalla verifica della incidenza sui costi di esercizio e manu-tenzione della bonifica che, con riferimento ai diversi sistemi di opere, è determinata dalla presenza di aree diversamente collocate rispetto ai livelli delle acque esterne.

Una volta individuata la suddivisione dei singoli bacini in zone ad altimetria omogenea, la determinazione de-gli elementi necessari per il calcolo dell’indice può essere ottenuta conducendo, con riferimento a ciascuna di tali zone, una specifica analisi dei costi di esercizio e manutenzione.

Il dato fondamentale è sempre rappresentato dal costo unitario: la caratterizzazione di ciascuna zona omo-genea deriverà da una nuova determinazione dei costi di esercizio del rispettivo bacino, ottenuta consideran-do il territorio di quest’ultimo, non variamente conformato, come è nella realtà, ma ipotizzanconsideran-done l’uniformità rispetto alle condizioni di soggiacenza della zona in esame.

Per livelli di soggiacenza intermedia, il valore calcolato tenderà al dato determinato con riferimento alle con-dizioni medie del bacino nell’ambito delle analisi già condotte sull’indice di intensità; sarà maggiore per i ter-reni più depressi mentre diminuirà in riferimento alle zone poste alle quote più elevate.

I rapporti fra i valori dei costi medi individuati con riferimento alle varie classi di terreni posti sulla scala della soggiacenza possono infine fornire un numero indice che, nelle condizioni medie sarà pari ad 1, tenderà ad aumentare nelle condizioni altimetriche più sfavorevoli ed a diminuire nelle condizioni di miglior affrancamen-to rispetaffrancamen-to ai livelli di piena.

Il suddetto indice che potrà così chiamarsi indice di soggiacenza, fornisce una particolare chiave di modula-zione del successivo indice di efficacia e consente di interpretare, nell’applicamodula-zione congiunta, le variazioni del grado di rischio idraulico, inteso nell’accezione proposta in premessa al metodo, all’interno di zone omo-genee in ordine alla modalità di scolo adottata (naturale, alternato e misto), ma variamente conformate dal punto di vista altimetrico.

Sulla base delle elaborazioni illustrate nel paragrafo precedente, si è potuto quindi suddividere l’intero territo-rio comprensoriale in tre classi di “soggiacenza” (zone alte, medie e basse) per ciascuna delle tre modalità ti-piche di scolo: naturale, alternato e meccanico (tavola. 9.0).

A ciascuna zona individuata sono stati quindi attribuiti i rispettivi indici di soggiacenza, calcolati sulla base dell’incidenza sui costi di gestione della bonifica dovuta alle particolari variazioni dell’altimetria riscontrabili all’interno dei predetti ambiti principali di scolo.

Il riferimento alle analisi economiche, come più volte precisato, è stato scelto come base per giungere alla graduazione dell’indice sulla scorta di valutazioni oggettive, e non di attribuzioni, che fossero, in linea con i presupposti estimativi adottati nel presente lavoro, il più possibile ancorati al concetto di rischio idraulico più volte richiamato.

Il risultato finale dell’elaborazione è riportato nella tabella 5.2. Questa riporta i valori base dell’indice di sog-giacenza che operano la modulazione dell’indicatore complessivo (beneficio) in modo tale da interpretare la differenziazione del rischio idraulico anche con riferimento alle variazioni fisiche che si riscontrano all’interno degli ambito omogenei dello scolo naturale, alternato o meccanico.

Dal punto di vista cartografico, l’analisi è rappresentata nell’elaborato di Piano n. 9.0, alla scala 1:50.000.