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59Il disegno della maglia agraria

Nel documento Il Castello di Sorana (pagine 60-62)

Il disegno della maglia agraria*

59Il disegno della maglia agraria

Fig. 3 - L’elaborato raffigura l’uso del suolo derivato dalle registrazioni della Tavola Indicativa allegata al Catasto Leopoldino, in particolare riferito ai versanti collinari di Sorana. Si nota la netta prevalenza dei seminativi arborati, con l’associazione promiscua di vite e olivo. Non mancano aree boschive (a castagneto e bosco ceduo), soprattutto sulle pendici orientali della collina, e qualche fondo lasciato a sodo o pastura, laddove lambisce il locale tratto della Pescia di Pontito

pezzamenti considerati è da ascrivere ai privati. Quanto appena emerso si inserisce in una cornice ben più ampia, se si pensa che il campione catastale della Valdinievole foto- grafa, nel 1780, una situazione in cui, nuovamente, la maggioranza delle terre coltivate afferisce ai privati13. L’aver distinto, poi, alcune delle famiglie residenti ha portato alla lu-

ce un’altra collimazione possibile tra i lineamenti della comunità rurale di Sorana al 1825 e della Valdinievole di fine Settecento: sebbene alcuni individui posseggano una discreta entità dell’intera superficie coltivata14, prepondera comunque la tendenza a

possedimenti spezzati15. In questa constatazione è riassunto l’ultimo elemento struttura-

le del paesaggio agrario descritto, cioè la difficoltà di organizzare unità poderali, tanto meno fattorie. Il quadro territoriale di Sorana, per le sue stesse caratteristiche morfologi- che, si aggrega in un mosaico di fondi dai confini sostanzialmente irregolari, dove poche sono le possibilità di comporre veri poderi, se non guadagnando campi relativamente grandi ai boschi contermini16: la miglior prova di quanto asserito risiede nel paesaggio

odierno, che pur manifestando la perdita di molti dei tratti fin qui descritti, conserva bra- ni di quelle “ isole” poderali già raccontate17.

NOTE

* Contributo di Sara D’Amico.

1 SASPE,Catasto Lorenese, Comunità di Vellano, Sezione B di Sorana, Foglio IV (il rilievo dell’area

rappresentata fu terminato il 10 giugno 1825 e riprodotto in scala 1:1.250). Le considerazioni susse- guenti sono riferite alla sola mappa citata, in quanto ritenuta sufficiente nella definizione di un quadro paesaggistico sostanzialmente omogeneo.

2 Le aree boschive produttive – a ceduo e castagneto – si estendono sul 21% dell’area in esame,

con il castagneto che ne assorbe la quota predominante (circa il 18%), persino superiore a quella del “ lavorativo vitato” (12,62%) e paragonabile a quella del “ lavorativo vitato olivato” (19,5%). Tali quan- tità rimandano a quella “ civiltà del castagno” così chiaramente riconoscibile nei caratteri di questi pae- saggi (cfr. par.Ritratto di una valle appenninica).

3 Il ruolo economico delle aree boschive, d’altro canto, è ravvisabile anche nelle innumerevoli te-

stimonianze documentali pervenute, dove frequenti sono i riferimenti a vendite di legname dei boschi

della comunità (cfr. SASPE,Archivio del Comune di Vellano n. 341, c. 36r; SASPE,Archivio del Comune

di Vellano n. 341, c. 137v).

4 Ancora dalla tabella succitata, si ricava che i seminativi arborati impegnano oltre il 66% del ter-

ritorio considerato.

5 Da quanto già scritto (cfr. par.Ritratto di una valle appenninica), esistono usi civici sui suoli sia

pubblici che privati, che si traducono in diritti di legnatico, pascolo e ruspo. Possono, forse, rimandarsi

anche a tale costume le ripetute denunce di danni (cfr. SASPE,Archivio del Comune di Vellano n. 340,

c. 2v).

6 È ormai acquisito che nella Toscana granducale – nelle terre dei seminativi arborati – si predili-

gessero piantagioni di olivi arricchite da viti maritate (cfr. C. Pazzagli,op. cit., p. 257-260).

7 Cfr. L. Conte,Proprietà fondiaria e forze produttive in Val di Nievole alla fine del XVIII secolo, in

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Capitolo II - Il castello di Sorana

Una politica per le Terme: Montecatini e la Val di Nievole nelle riforme di Pietro Leopoldo, Atti del Convegno di Studi (Montecatini Terme, 25-27 ottobre 1984), Siena 1985, p. 71.

8 La studiosa Judith Brown ha documentato questa tendenza dal XV secolo, quando comincia a

palesarsi la diffusione della produzione olearia e viticola in ambito collinare, contemporaneamente ad una limitazione di quella cerealicola alle zone di piano e, soprattutto, di colmata: ne darebbe riscontro anche il fatto stesso che il grano consumato a Pescia – ancora nel XV e XVI secolo – sia prevalente- mente di importazione.

9 La formula “ lavorativo vitato” riferisce dell’associazione colturale seminativo-vite. È opportuno

rammentare come il Catasto Leopoldino assegni questa stessa destinazione alla particella attualmente occupata dall’oratorio di S. Giuseppe, che si pensa però anche possibile ubicazione del nuovo cimitero (cfr. par.Fasi di formazione e sviluppo).

10 Seppur di difficile quantificazione, è accertato l’uso alla coltivazione di meli, sia in collina che nei

piani asciutti, unitamente alla preponderante coltura del gelso. Per il caso specifico di Sorana è utile ri-

cordare quanto segnalato nel documento datato 1 ottobre 1571 (SASPE, Archivio del Comune di

Vellano n. 325, cc. 37rv, c. 38r) a proposito di lavori di risarcimento di terreni e gelsi, annotazione di- mostrativa del valore di tale coltura nella sussistenza della locale società contadina.

11 È necessario dare debitamente rilievo ad un aspetto della Tavola Indicativa menzionata. La se-

conda voce di classificazione, infatti, recita “ Cognome e nome del proprietario e nome del padre di es- so” : non si specifica, successivamente, il reale rapporto giuridico tra assegnatario e particelle corrispet- tive. Ciò si rammenti poiché , almeno inizialmente, molte delle terre e degli immobili, facenti parte del-

l’antico borgo di Sorana, furono ceduti a livello (cfr. par.La Rocca Sovrana), condizione che, nel tempo,

portò a rivendicazioni della proprietà da parte dei soggetti concessionari. Queste sono, pertanto, le con- siderazioni che motivano la definizione delle tre categorie utilizzate nell’analisi in oggetto.

12 La superficie complessiva assegnata alla pievaní a locale corrisponde a circa il 5% di quella tota-

le, mentre gli altri enti religiosi arrivano a possedere meno della metà della quota su scritta.

13 Il campione catastale della Valdinievole del 1780 è analizzato in Conte,op. cit., in particolare si

vedano p. 74 e segg.

14 Ad esempio il nominativo “ Pacini Luigi di Pacino e famiglia” registra il 15% circa dei fondi map-

pati; segue la famiglia Burlini con oltre l’8%.

15 Cfr. Conte,op. cit., p. 79.

16 Le particelle 1800, 1854, 1864 e 1869 annoverano case o capanne. Più esattamente, nella

1800 è appuntato “ Casa e terreni” e si consideri che la parcella adiacente – la 1801 – appartiene allo stesso individuo, lasciandoci così riconoscere, anche presso Sorana, la presenza di case sparse.

17 Cfr. par.Ritratto di una valle appenninica.

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Nel documento Il Castello di Sorana (pagine 60-62)