L’immagine del Catasto Leopoldino restituisce una buona fotografia dell’entità urba- na del castello all’inizio del XIX secolo.
A distanza di cinquant’anni, sotto il neonato regno italiano, venne poi redatto un ca- tasto specifico per i fabbricati che è utile per documentare il cambiamento dei corpi di fabbrica tra inizio e fine secolo.
L’isolato sotto la chiesa, che il Sansoni dice già in degrado alla fine del Seicento, è ac- catastato dal governo lorenese come orti e frutteti, mentre le abitazioni verso il borgo Paradiso sono qualificate come capanne o dirute. All’estremo opposto, in aderenza alla cinta muraria medievale, rimane l’unico edificio ancora in piedi e di discreta consistenza materiale.
Altri corpi di fabbrica degradati sono attestati in borgo Paradiso e sul versante Sud- orientale dell’insediamento, in località Le Corti: la situazione di abitato fatiscente è con- fermata, alla fine del secolo, da un carteggio tra la comunità di Sorana e il municipio di Vellano, di essa responsabile. Alcuni rappresentanti del paese fanno presente che ci sono abitazioni talmente malridotte da costituire un pericolo per gli abitanti e per i forestieri, tanto più che una di esse era precipitata al suolo la notte del 13 dicembre 187222.
Il quadro, insomma, della Sorana ottocentesca riflette la fine del tratto discendente della parabola edilizia iniziata tra Cinquecento e Seicento.
Anche in questo secolo, infatti, sono poche le nuove costruzioni, tutte nelle aree mar- ginali dei borghi più esterni, rare anche le risistemazioni delle facciate e significativa la localizzazione, in prossimità del centro storico, di strutture di servizio di tipo rurale: sec- catoi e metati.
Il Catasto Leopoldino riporta inoltre con frequenza l’attribuzione a “casa colonica”
con annessi rurali anche nell’area della rocca; solamente un edificio residenziale, della 107 Fasi di formazione e sviluppo
famiglia Pieretti, ha il rango di “casa padronale”.
I corpi di fabbrica qualificati come “case” sono quelli di maggiore consistenza mate- riale, sorti per successive aggregazioni tra Cinquecento e Settecento e localizzati nell’a- rea compresa tra la piazza San Pietro e via del borgo di Sotto, e numerosi edifici di pic- cole e medie dimensioni in prossimità della chiesa e nel versante tra le quote media e in- feriore del lato Sud-orientale dell’abitato.
Una netta ripresa dell’attività edilizia si può collocare tra la fine dell’Ottocento e i pri- mi anni del Novecento, sulla quale incisero pesantemente il terremoto degli anni Venti e i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale. La rapida sequenza tra i due non per- mette di distinguere, a livello materiale, quale siano le zone dell’abitato riparate in un caso e nell’altro, tanto più che la tecnica costruttiva impiegata per i risarcimenti fu la stessa.
L’estensione della distruzione causata da tali calamità fu senz’altro molto ampia e in- teressò tutta Sorana, colpendo maggiormente i setti murari paralleli all’andamento delle curve di livello. L’impatto della forza distruttiva dei due episodi fu ancora più forte in quanto lo stato di conservazione dell’abitato era già molto compromesso23.
Le ricostruzioni avvennero con un massiccio impiego di laterizi non solo per gli ele- menti architettonici, come già accadeva dall’Ottocento, ma soprattutto per le murature portanti: la nuova tecnica costruttiva, infatti, ampiamente attestata nelle aree appennini- che limitrofe (Garfagnana e Lunigiana), utilizzava fasce in pietra alternate a ricorsi doppi o multipli di laterizio. Il legante impiegato è ancora la malta di grassello di calce, pur es- sendo già ampiamente diffuso a quest’epoca il cemento Portland. Tale tecnica muraria si trova attestata sia in episodi ricostruttivi sia nella fabbricazioneex-novodi piccoli corpi di fabbrica.
NOTE
* Dal contributo originario di Antonino Meo. ** Dal contributo originario di Federico Andreazzoli.
1 L’Archeologia dell’Architettura è un ramo sviluppatosi in Italia intorno agli anni Settanta del
‘900 in seno alla nascente Archeologia Medievale ed è basata sull’applicazione del metodo stratigrafico alla lettura degli elevati. Sebbene si tratti di una disciplina autonoma dotata di propri strumenti diagno- stici, in mancanza di scavi stratigrafici e/o di elementi di cronologia assoluta, le emergenze architettoni- che medievali possono essere descritte in maniera preliminare ed essere comunque impiegate per ela- borare una prima seriazione cronotipologica delle tipologie edilizie e delle tecniche costruttive e per trarre alcune conclusioni di carattere economico, sociale e politico.
2 Per Pescia, piazza S. Romualdo, cfr. M. Milanese - J. A. Quirós Castillo, L’archeologia medievale e
postmedievale della Valdinievole, Atti del Convegno Archeologia della Valdinievole, Buggiano 1997,
p. 104 e per Castelvecchio cfr.Ibid. p. 114. Strutture in legno dovevano caratterizzare anche il sito di
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Capitolo II - Il castello di Sorana
Terrazzana, il quale nell’alto Medioevo doveva essere cinto da una muratura in pietra e in legno (Ibid., p. 117).
3 La datazione al XIII secolo, in mancanza di dati stratigrafici, si basa sui rapporti di cronologia re-
lativa e sugli aspetti tecnologici e formali delle singole architetture.
4 AAL,Libri Antichi di Cancelleria n. 32, c. 71r.
5 AAL,Libri antichi di Cancelleria n. 32, c. 71, 1375: “In auctorem salutis vestris petitionis inclinati
tenore petitum aucti et honorem [?] ut de ecclesiam sancti Petri de Sorana quam dicitis fuisse a XL anis et citra prout modo est ad usum Rocche et in qua dictum officium [?] non celebratur vel potest celebrari duo altaria in eadem ecclesia erecta facere removeri destrui et ipsa in ecclesia sancti Petri nuper edifica- ta in eadem terra facere adportari” (trascrizione Federico Andreazzoli).
6 La tipologia edilizia trova confronti nel vicino castello di Uzzano (cfr. F. Redi,Edilizia civile in
Valdinievole nel Medioevo: primi risultati di un censimento, in Atti del convegno su architettura in Valdinievole dal X al XX secolo, Buggiano Castello, 26 giugno 1993, Buggiano 1994, pp. 87-102; tav. 3, p. 95).
7 Sugli scontri di questi anni cfr. Quirós Castillo,op. cit., p.191. La cinta della sommità del castello
di Montecatini si data alla seconda metà del XIV secolo (cfr. Milanese - Quirós Castillo,op. cit., p. 114).
8 I Consigli della Repubblica fiorentina: Libri fabarum XVII (1338-1340), a cura di F. Klein, Roma
1995.
9 AAL,Libri antichi di Cancelleria 32, c.71, 1375.
10 Non è stato possibile stabilire in maniera esatta le dimensioni delle case a causa del loro stato
di conservazione o ancora per problemi di visibilità/leggibilità così come pochi dati si sono potuti racco- gliere riguardo alle finestre e più in generale alla distribuzione delle aperture rispetto ai prospetti, per cui la descrizione degli edifici si baserà principalmente sulle caratteristiche dei portali di accesso.
11 L’edificio viene ascritto al gruppo in via ipotetica dato che manca lo stipite destro del portale. 12 Quirós Castillo,op. cit., p. 234.
13 ASFI,Capitani di parte guelfa n. 738, fascicolo 139.9.
14 SASPE,Archivio del Comune di Vellano n. 325, cc. n.n.
15 Cfr. par.Il disegno della maglia agraria.
16 Sansoni,op. cit.
17 Ibid.
18 Tale operazione venne effettuata su finestre e portali senza variazioni significative delmodus
operandi.
19 SASPE,Archivio del Comune di Vellano n. 341, c. n.n.
20 La condizione è tale come si desume dalla posa all’incanto dell’immobile più e più volte prima
che se ne trovi un acquirente (cfr. SASPE,Archivio del Comune di Vellano n. 341, cc. 71r-72v; SASPE,
Archivio del Comune di Vellano n. 341, c. 62v).
21 Appe,Sorana n. 53, c. 133r.
22 ASLU,Prefettura n. 342, anno 1873.
23 Sovrapponendo la consistenza edilizia di Sorana del Catasto Leopoldino e quella attuale è possi-
bile osservare non poche discrepanze; la più vistosa delle quali è la costruzioneex-novo dell’oratorio di
San Giuseppe, alle pendici Nord-occidentali del rilievo della rocca.
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