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31Processi di antropizzazione

Nel documento Il Castello di Sorana (pagine 32-36)

Processi di antropizzazione*

31Processi di antropizzazione

Fig. 4 - I castelli della Valleriana con ipotesi di viabilità medioevale

siti archeologici dei castelli di Sorico e Cerreto).

Nei secoli XIV e XV, a causa dei cruenti scontri armati tra Lucca, Pisa e Firenze – la quale finì per stabilire il dominio su tutta la regione fatta esclusione per alcune zone del- la Valleriana, che divenne dunque terra di confine – furono edificate nuove piazzeforti ed ulteriormente rinforzate, là dove necessario, le strutture esistenti.

L’ultima fase, “ di ristrutturazione” , vide la progressiva riutilizzazione delle strutture di fondovalle in aderenza alle dinamiche di circa un millennio prima e la definitiva antropiz- zazione delle zone di pianura, bonificate e rese adatte all’agricoltura o, in taluni casi, alla fondazione di nuove città. In Valleriana, a seguito della pacificazione promossa dal gover- no fiorentino, il fenomeno, ascrivibile principalmente a ragioni di ordine economico, si tra- dusse nel progressivo potenziamento del principale centro demico di fondovalle (Pescia) a scapito degli insediamenti alto-collinari posti alle sue spalle. Tale processo ebbe inizial- mente favorevoli ripercussioni negli abitati d’altura (come testimoniato dai processi di ri- strutturazione urbana) che, ormai “ dipendenti” da Pescia, trassero beneficio, nel corso del XVII secolo, dal rilancio economico seguito all’affermazione dell’industria della seta.

A partire dal Settecento e per tutto l’Ottocento, il declino dell’attività serica provocò il sostanziale calo nella richiesta delle foglie di gelso, sulla cui coltivazione si fondava princi- palmente l’economia dei paesi della Valleriana. La progressiva esclusione di Pescia, infine, dai circuiti mercantili regionali e nazionali (eccezion fatta per l’industria cartiera attiva nel fondovalle), contribuì al suo tracollo ed a quello delle castellaad esso ancora legate, che videro in tal modo definitivamente segnato il loro destino (fig. 4).

NOTE

* Dal contributo originario di Alessandro Merlo e Duccio Troiano.

1 Cfr. A. Spicciani,Valle Arriana e Valle Avellana. La realtà storica di un territorio separato, politi-

camente ora unito nella provincia di Pistoia, in Il progetto nel contesto storicizzato. Esempi a confronto, a cura di A. Merlo - G. Lavoratti, Firenze 2009, p. 27.

2 Sulla base della letteratura inerente la Valdinievole, ed in particolare le due valli menzionate, è

possibile asserire che l’antropizzazione di queste terre sia avvenuta secondo la logica processuale

enunciata da Saverio Muratori (di Saverio Muratori, Modena 1910 - Roma 1973, cfr. S. Muratori,Civiltà

e territorio, Roma 1967) negli anni Sessanta e ripresa successivamente da Gianfranco Caniggia (di

Gianfranco Caniggia, Roma 1933-1987, cfr. G. Caniggia, G. L. Maffei,Lettura dell’edilizia di base,

Venezia 1969, pp. 203-249) e Giancarlo Cataldi (di Giancarlo Cataldi cfr. G. Cataldi,Per una scienza del

Territorio: studi e note, Firenze 1977).

3 Questi garantivano infatti un’ottima visibilità e potevano essere percorsi agilmente senza il pro-

blema di dover guadare i corsi d’acqua.

4 La Valdinievole, organismo territoriale che include la Valleriana, è composto dall’insieme dei ba-

cini idrografici di tutti i corsi d’acqua che si riversano nel padule di Fucecchio e da qui, attraverso il ca- nale Usciana, nell’Arno.

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Capitolo I - La Valleriana

5 Prima dei Romani, tra il V e il II sec a.C., la Valdinievole meridionale fu occupata da popolazioni

etrusche di origine pisana e volterrana, interessate allo sfruttamento delle vie fluviali per i commerci con l’area lucchese e pisana. Intorno al 250 a.C. penetrarono nella valle anche i Liguri apuani, la cui economia si basava su un’agricoltura di sussistenza e sullo sfruttamento delle aree boschive. Questi oc- cuparono prevalentemente zone di alta e media montagna. Il territorio pesciatino rimase quasi total- mente escluso da insediamenti di tipo stabile e funzionò come una sorta di cerniera tra gli stanziamenti liguri ed etruschi (cfr. A. Puglia,Pescia dall’antichità al medioevo, in Pescia, città tra confini in terra di Toscana, a cura di A. Spicciani, Milano 2006).

6 Maria Pia Puccinelli data la costruzione del prolungamento della Cassia in un arco temporale

che va dal 187 al 180 a.C. e, citando le Historiae di Tito Livio, scrive di una battaglia fra il console Quinto Marzio ed i Liguri apuani presso Pescia (località Marzalla) in data 186 a.C. (cfr. M.P. Puccinelli, La Valdinievole: studio di geografia umana, in « Memorie della Società Geografica Italiana» , n. 29 (1970), p. 49).

7 Puccinelli,op. cit., p. 47. 8 Ibid., p. 51.

9 Cfr. Puglia,Pescia dall’antichità, cit., p. 27. 10 Ibid.

11 Cfr. N. Rauty,Il limes bizantino in Valdinievole, in Atti del convegno “ I castelli in Valdinievole”

(Buggiano Castello, giugno 1989), Bologna 1990, p. 30.

12 Puglia,Pescia dall’antichità, cit., p. 27.

13 Cfr. G. Benvenuti,Divagazioni su una terra millenaria battezzata nel XIX Svizzera Pesciatina, in

Pescia. La Storia, l’Arte e il Costume, a cura di A. Spicciani, Pisa 2001, p. 50.

14 Puglia,Pescia dall’antichità, cit., pp. 23-42. 15 Puccinelli,op. cit., p. 51.

16 Alla fine del IX secolo il territorio della Valleriana e dell’attuale piana pesciatina aveva sicura-

mente un sistema ecclesiastico fondato sulle pievi di S. Piero in Campo (a 3 km a Sud di Pescia, in corri- spondenza della Cassia) e San Tommaso (sulla viabilità di valico per la val di Lima). I primi documenti che ne fanno cenno risalgono all’anno 846 per la prima e all’879 per la seconda.

17 Cfr. A. Spicciani,Le origini della Pieve di S. Maria di Pescia, una questione aperta, in Atti del

convegno sulla organizzazione ecclesiastica in Valdinievole (Buggiano Castello, giugno 1986), Buggiano 1987, p. 32.

18 Ibid.

19 Cfr. J. A. Quiró s Castillo,La Valdinievole nel medioevo. Incastellamento e archeologia del potere

nei secoli X-XII, Pisa 1999, pp. 59-105. È importante sottolineare che con il termine “ castello” l’archeolo- go spagnolo fa in questo caso riferimento alla fortificazione, signorile o vescovile, di villaggi preesistenti.

20 Ad esempio i conti Cadolingi di Fucecchio fondarono il castello di Bareglia a Pescia, i Guidi i ca-

stelli di Larciano e Vinci, i Da Maona il castello di Montecatini.

21 Cfr. Quiró s Castillo,op. cit., p. 171.

22 Le signorie, tenute a freno dal potere marchionale, si svilupparono allo scadere del XI secolo e

nel XII secolo.

23 A Buggiano venne ad esempio ricostruito un recinto fortificato con torri angolari e mastio cen-

trale. Nel castello nuovo di Montecatini fu realizzato un cassero composto da una torre 6x6 m disposta su un basamento di dimensioni maggiori che probabilmente era adibito a dimora dei gruppi dirigenti

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Processi di antropizzazione

24 Controllava di fatto i castelli di Pescia, Fucecchio e Montecatini. Il vescovo Ottone, inoltre, rico-

struì il castello di Pietrabuona su una curtis donatagli da un certo Trasmodino di Pescia.

25 Cfr. Quiró s Castillo,op. cit., pp. 185-188.

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Capitolo I - La Valleriana

Veduta panoramica del castello di Sorana

Ritratto di una valle appenninica*

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