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Il parco eco-industriale chimico di Lubei

Il parco eco-industriale chimico dello Shandong Lubei Enterprise Group è situato nel distretto di Wudi, nel nord della provincia dello Shandong. La posizione geografica del parco è altamente favorevole alle condizioni di trasporto dell’impresa chimica, in quanto il parco è situato in riva al mare Bohai, più precisamente nella zona economica del Delta del Fiume Giallo; grazie al vasto litorale costiero l’impresa gode di risorse marittime feconde, disponendo di riserve di petrolio, gas naturale e carbone.

La fabbrica di fertilizzanti fosfati del distretto di Wudi - che fu l’embrione da cui nacque lo Shandong Lubei Enterprise Group - venne fondata nel 1977 a partire da un fondo statale per l’innovazione di 400.000 Yuan, ottenuto nel quadro del VI Piano Quinquennale. Lo Shandong Lubei Enterprise Group fondò tre catene eco-industriali integrate diventando un parco eco- industriale propriamente detto nel 2003. La particolarità delle catene produttive sta nei diciassette rapporti simbiotici che le uniscono e negli incredibili risultati ottenuti dal punto vista ambientale: non solo si è rilevato un aumento della redditività del 14%, ma si è registrata anche una riduzione del 30-50% del costo dei prodotti principali e la scomparsa quasi totale dei rifiuti derivanti dalle lavorazioni. Nel 2005 i profitti aumentarono del 48% rispetto al 2004, consentendo all’impresa di entrare a far parte delle venti aziende più redditizie dell’industria chimica a livello nazionale. Oltre che per la fabbricazione del fertilizzante fosfato composto, l’impresa si classifica al primo posto tra le aziende più competitive nel campo della produzione dei concimi chimici.

Oggi lo Shandong Lubei Enterprise Group costituisce uno dei pochi esempi al mondo di produzione orientata all’ecologia industriale. Una delle pratiche ecologiche tipiche adottate dall’impresa è quella di offrire gratuitamente i rifiuti della produzione ad altre grandi aziende, che li trasformano in risorse utilizzabili nel ciclo produttivo. L’impresa raggruppa 52

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stabilimenti, 5.300 impiegati, per un profitto lordo di 5 miliardi. Con un’estensione di 400 km², il parco ricopre dieci campi industriali, compresi quelli delle industrie chimica e leggera, dei materiali da costruzione e dell’elettricità. Il parco eco-industriale di Wudi è suddiviso in sei zone funzionali:

1. La zona dei servizi;

2. La zona tecnologica industriale; 3. La zona di agricoltura ecologica;

4. La zona finalizzata al multiuso delle acque marine;

5. La zona modello per il miglioramento dei terreni salini e alcalini; 6. La zona per lo sviluppo multiplo.

Secondo il programma di espansione del parco a lungo termine, la zona multiservizi ospiterà 200.000 persone, favorendo il proliferare di attività finanziarie-commerciali, culturali o orientate all’innovazione tecnologica e servizi per la comunicazione e l’educazione. La zona per lo sviluppo multiplo, sarà riservata agli investimenti futuri, mentre la zona modello per il miglioramento dei terreni salini e alcalini diventerà un vero e proprio corridoio ecologico lungo il fiume. Ai due lati della zona industriale tecnologica verrà integrata anche una fascia di foresta protetta. L’infrastruttura del parco comprende anche un sistema di collegamenti terrestri e marittimi, di strade, autostrade, ferrovie ed un’area portuale. Non possono mancare i centri di ricerca high-tech ed un istituto dell’industria chimica ecologica.

Attraverso ricerche approfondite sull’industria chimica ecologica e sulle tecnologie integrate, fu sviluppato un metodo per la produzione congiunta di acido solforico e cemento, mediante il processo di evaporazione del gesso.

Anche la catena industriale è stata modernizzata trasformandosi in una “catena multi-uso dell’acqua marina”, in quanto sfrutta metodi produttivi integrati per l’energia elettrica attraverso sali, alcali e vapore come metodo alternativo, insieme a scorie di carbone di bassa gamma con il cemento. La costruzione di una catena produttiva multi-uso permette di utilizzare le acque di scolo in un circuito chiuso, in modo che nessuno scarto venga evacuato nel corso della produzione. Tale catena utilizza solamente i minerali di fosforo di tenore medio come materia prima, i quali consentono di ottenere nuovi materiali grezzi per la produzione di acido solforico e di cemento. Questo si traduce in un notevole risparmio di risorse in quanto non si rende necessario l’utilizzo della pirite e del calcare, mantenendo le

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emissioni ad un livello pari a zero. Sfruttando la salina avente una superficie pari a 1.54 milioni di are, il metodo di produzione tradizionale del sale è stato sostituito dal processo di evaporazione a tappe gerarchizzate e di purificazione dell’acqua marina. La raffineria salina di nuova costruzione si estende sul litorale per più di 35 metri, rendendolo utile a fini industriali. In tal modo, le imprese hanno sviluppato un nuovo metodo produttivo per l’utilizzo delle risorse marittime ad emissioni zero:

a. Nelle zone adibite al mercato ittico di un’ampiezza superiore alle 50.000 are, l’acqua marina naturale viene utilizzata per allevare pesci, gamberi e granchi. Le imprese della zona si occupano sia dell’incubazione che dell’allevamento e del successivo trattamento del prodotto finito;

b. L’acqua di mare viene fatta evaporare servendosi dell’energia solare e la salamoia che se ne ricava viene utilizzata nella produzione di bromo e di sale grezzo;

c. Sfruttando la salamoia satura, le fabbriche produttrici di cloro ed alcali ricavano l’idrogeno, il cloro e la soda caustica, bypassando così le tecnologie tradizionali di fabbricazione salina;

d. Gli effluenti della salamoia vengono poi utilizzati per produrre il solfato di potassio, mentre dopo l’evaporazione, la condensazione e la granulazione dei sottoprodotti è possibile ottenere il cloruro di magnesio.

Da molti anni, i progetti dello Shandong Lubei Enterprise Group sono stati integrati nel IX Piano Quinquennale; l’innovazione tecnologica ha determinato un aumento delle vendite maggiore del 75% ed un aumento dei profitti dell’85%. La costruzione del parco è stata anche inserita nel programma di sviluppo economico e sociale della Provincia e della Municipalità, di conseguenza può godere di tutti i vantaggi fiscali concessi dallo Stato, quali accesso al credito facilitato, riduzione o annullamento delle imposte, ammortamento degli impianti e diritto di ricorrere a scambi internazionali.

Ciò che rende il parco eco-industriale di Lubei un modello vincente è la varietà dei prodotti e la competitività dei relativi prezzi, infatti l’impresa risponde rapidamente alle fluttuazioni del mercato. Un altro elemento chiave è la flessibilità del sistema industriale implementato, in cui tutti i prodotti hanno un ciclo di vita più lungo, assicurando una maggiore stabilità al sistema stesso. Confrontando il parco eco-industriale con le fabbriche ordinarie di cemento e con quelle che producono ammonio fosfato e acido solforico attraverso la pirite, il parco ha ridotto i costi di fabbricazione dal 30 al 50%; la piantagione di foreste a crescita rapida estende la

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superficie utilizzabile favorendo l’assorbimento di 176.000 tonnellate di CO2. Il

potenziamento del parco eco-industriale ha anche dato risultati positivi dal punto di vista sociale ed ecologico in tutta la regione. Nel marzo del 2000 l’impresa finanziò i lavori per il reindirizzamento del Fiume Giallo verso i canali di irrigazione, stanziando una somma pari a 100 milioni di Yuan. La costruzione di tale opera pubblica ebbe un esito estremamente positivo in campo agricolo, grazie all’aumento delle colture e alla maggiore disponibilità di acqua potabile. Attraverso una serie di attività R&D sulle tecnologie di valorizzazione delle scorie e dei sottoprodotti, è stata implementata una procedura di produzione circolare per lo sfruttamento di risorse limitate ad alto valore aggiunto.

Il più grande merito della compagnia è quello di essere riusciti a trasformare un’industria chimica altamente inquinante in un’industria biologica ad emissioni zero. Ciò è stato possibile grazie all’utilizzo di materiali grezzi a buon mercato e all’abbassamento drastico dei costi del consumo energetico. In ultima istanza, lo Shandong Lubei Enterprise Group punta al conseguimento della redditività globale, attraverso l’integrazione delle relazioni simbiotiche tra i membri del parco.

La struttura del complesso eco-industriale non preclude la possibilità di sviluppo delle piccole e medie imprese all’interno del macro-gruppo operante in loco. La storia dello Shandong Lubei Enterprise Group dimostra che ogni impresa, a prescindere dalle dimensioni, può aspirare allo sviluppo sostenibile grazie a pratiche di ecologia industriale. Quest’ultima è basata sulla simbiosi di tutte le unità produttive, promuovendo all’interno dell’impresa l’integrazione tra risorse umane e materie prime attraverso una diffusione capillare delle informazioni. Nei prossimi anni, secondo i precetti dell’economia circolare, si punterà maggiormente allo sviluppo regionale ottimizzando le tecniche informatiche.