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Il recupero paesaggistico dell’ampliamento della discarica

Nel documento Capitolo 4 (pagine 138-143)

4.11 IMPATTI SUL PAESAGGIO, SUL PATRIMONIO CULTURALE, SULL’ASSETTO DEMOGRAFICO E SULL’ASSETTO SOCIO ECONOMICO

4.11.2 Il recupero paesaggistico dell’ampliamento della discarica

Il progetto di ampliamento prevede una nuova vasca per la raccolta di rifiuti non pericolosi e per la raccolta delle ceneri provenienti dall’impianto di dissociazione molecolare. A pianta rettangolare di circa 200 x 300 ml il nuovo volume va a raccordarsi con la discarica esaurita esistente. La volumetria lorda è di circa 1.550.000 mc, mentre la volumetria netta dei rifiuti sarà di circa 1.400.000 mc.

Il progetto di recupero ha tenuto conto dello specifico paesaggio entro il quale la discarica è situata, della sua collocazione urbanistica, degli interventi già eseguiti per la rinaturazione delle vecchie colmate e delle condizioni di naturalità oggi presenti.

Il forte aumento delle pressioni sul paesaggio ed il necessario raccordo con la discarica esistente, già oggetto di interventi di recupero, hanno indirizzato il progetto verso un recupero unicamente rivolto alla rinaturazione del sito, a compensazione e per riequilibrare, sotto i diversi profili, il contesto paesistico e ambientale.

L’ambiente si è molto trasformato, semplificandosi, per questo il progetto non tenta una mimesi completa - impossibile - con la natura, ma si confronta con l’attuale complessità del luogo e con i vincoli oggettivi dell'area d'intervento: la geometria del sistema idrografico, l'impossibilità di prevedere fasce di mitigazione e di filtro al di fuori dei confini dati, la discarica esistente.

Coerentemente con gli assunti degli studi preliminari e con l’esperienza dei precedenti interventi il progetto definitivo individua le soluzioni tecniche atte a garantire l'efficienza della rinaturazione, necessaria sia al recupero paesaggistico della massa dei rifiuti, sia alla difesa del nuovo piano di campagna da eventi naturali, dilavamento, stabilità dei versanti, ecc.

Il primo problema affrontato è stato quello di rimodellare i volumi della colmata diminuendo le pendenze delle scarpate, che in alcuni tratti possono arrivare a 30°, per consentire gli impianti vegetazionali e impedire lo slittamento e la rapida erosione del terreno che altrimenti si verificherebbe. Il progetto tiene conto anche del progressivo abbassamento del corpo dei rifiuti nel tempo, con la conseguente attenuazione delle

Studio di Impatto Ambientale del progetto definitivo dell’impianto di dissociazione molecolare e meteoriche e in considerazione degli imprevedibili abbassamenti del corpo dei rifiuti, che proprio in queste zone possono essere molto significativi. Particolare attenzione è stata posta nella regimazione delle acque superficiali mediante la realizzazione di canalette di raccolta eseguite con uno scavo inerbito con una pendenza minima del 5%, convergenti in caditoie (rittochini) in pietrame o in lastre prefabbricate in calcestruzzo, raccordate alle canalette disposte lungo tutto il perimetro.

Il lato a sud est, che risulta essere il più visibile dall’intorno ed in particolare dalla SGC, Fi-PI-LI è percorso dalla strada interna al comparto che porta al dissociatore. È su questo lato che gli strumenti urbanistici vigenti prevedono l’ampliamento dell’area industriale. Il progetto prevede gli impianti arborei esclusivamente lungo la strada sopra descritta, un viale alberato con pioppi neri alternati a tigli costituirà l’accesso all’impianto di dissociazione molecolare, con un buon effetto di schermatura della colmata grazie al rapido accrescimento ed alla qualità estetica delle specie previste. Il viale svolge inoltre una funzione di collegamento visivo tra la discarica e l’impianto di dissociazione molecolare. Un’area di circa 20.000 mq. con impianto arbustivo costituito da Ginestra odorosa, Biancospino e Rosa selvatica interessa i versanti sud ed est della collina, quello rivolto verso la SGC ed il territorio agricolo. Su tutto l’ampliamento è previsto un rinverdimento complessivo eseguito con idrosemina.

La possibilità di accesso per la manutenzione è resa possibile da alcune strade bianche disposte su due anelli paralleli che corrono lungo il perimetro e che si raccordano con la viabilità esistente. In conclusione possiamo così riassumere gli elementi che determinano la proposta di inserimento nel contesto:

• la sintesi architettonica dei volumi del dissociatore molecolare mediante la definizione dell’articolazione funzionale delle parti, la definizione dei materiali di rivestimento e delle loro caratteristiche geometriche e cromatiche;

• la funzione di parco-giardino delle due aree verdi adiacenti l’impianto;

• il grande elemento naturale rappresentato dalle colmate rinaturalizzate;

• la funzione di collegamento paesaggistico del viale alberato tra l’intervento proposto, l’urbanizzazione esistente ed il territorio agricolo.

Nelle successive figure 98, 99 e 100 vengono riportati alcune viste render del fabbricato dell’impianto di dissociazione molecolare e della relativa discarica oltre ad una vista zenitale complessiva.

ANALISI DEGLI IMPATTI 385

Figura 98 – Vista render dell’impianto di dissociazione molecolare

Figura 99 – Vista render dell’impianto con annessa discarica

ANALISI DEGLI IMPATTI 387

Figura 100 – Vista zenitale dell’impianti con annessa discarica

Studio di Impatto Ambientale del progetto definitivo dell’impianto di dissociazione molecolare e delle popolazioni dalle colline e dalle campagne e contemporaneamente una progressiva dipendenza economica, sociale e di servizi dei centri minori dal capoluogo.

L’impatto sull’assetto demografico per quanto concerne la realizzazione della nuova discarica annessa all’impianto di dissociazione molecolare, non comporterà modifiche sulla distribuzione spaziale della popolazione limitrofa ne determinerà alterazioni degli attuali flussi migratori, in quanto si tratta semplicemente di ampliamento di un impianto esistente.

Per quanto concerne l’impianto di dissociazione molecolare, si prevede che nel ciclo d’impianto sia impiegato personale per un numero pari a 20 unità. Tale situazione potrebbe portare ad un piccolo incremento di popolazione in considerazione del fatto che la manodopera possa essere reperita al di fuori dei centri abitati presenti nella zona attorno all’impianto. L’opportunità di un posto di lavoro offerta dall’impianto potrebbe favorire lo spostamento di interi nuclei familiari nei comuni prossimi all’impianto.

Nel documento Capitolo 4 (pagine 138-143)