• Non ci sono risultati.

Il rischio d’insolvenza e l’assicurazione dei crediti export

3. LE EXPORT CREDIT AGENCIES E LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PAESE

3.3 Il rischio d’insolvenza e l’assicurazione dei crediti export

Conoscere ed utilizzare strumenti assicurativo/finanziari è fondamentale per le imprese che intendano competere con i propri prodotti sui mercati esteri salvaguardando la bontà del business, ed i rischi connessi ad eventuali mancati

18

D. H. Meldrum; “Country Risk and Foreign Direct Investment”, Business Economics, 2000 www.elearning.sace.it/templates/sace/pdf/handbook.pdf/guida alla conoscenza del mondo SACE ultima consultazione: novembre 2017

39

pagamenti sono in grado di produrre effetti negativi per qualsiasi tipo di azienda.

I crediti commerciali possono costituire fino al 3% delle attività totali di bilancio

di un’impresa19 e rappresentano pertanto un asset di fondamentale rilevanza.

Uno studio condotto da Euler Hermes relativamente al peso di un’insolvenza sui bilanci societari delle aziende italiane ha rilevato che nel 2015 il valore medio di un mancato pagamento è stato pari a circa 17.000 euro.

Nel complesso il valore medio dei mancati pagamenti è diminuito del 19%, con un -22% relativamente al mercato domestico ed un - 9% relativamente alle transazioni export.

Naturalmente rispetto ai livelli pre-crisi necessita ancora fare molto per recuperare perchè le insolvenze aziendali restano ancora oltre il doppio rispetto al 200720.

Diventa primario quindi disporre di opportuni strumenti di protezione contro il rischio di insolvenza che proteggano l’attività sia sotto il profilo finanziario che economico.

La presenza di coperture assicurative è importante sotto molteplici aspetti: consente di rafforzare i rapporti con la clientela committente fidelizzandola maggiormente, sostiene in generale la crescita commerciale aziendale, consente di trasferire il rischio ad un costo certo e definito, protegge dal rischio di default che potrebbe essere causato da un grande cliente.

Inoltre il fare ricorso a strumenti di copertura favorisce le relazioni con gli istituti di credito rendendo più agevole l’accesso a finanziamenti a condizioni favorevoli perché crediti garantiti sono maggiormente sicuri e comportano un conseguente miglioramento del cash-flow.

Peraltro l’assicurazione dei crediti può risultare economicamente più facile da gestire rispetto al tradizionale prodotto bancario della lettera di credito (credito

19 www.eulerhermes.it/assicurazioni-crediti/Pages/protect-your-business-aspx. ultima consultazione:

novembre 2017

20

www.eulerhermes.it/assicurazioni-crediti/Pages/protect-your-business-aspx. ultima consultazione: novembre 2017

40

documentario), di per sé non così agevole da ottenere perché l’emissione è soggetta ad una analisi preventiva al rilascio e soggetta a costi abbastanza onerosi.

Quindi l’assicurazione del credito può consentire di operare con maggiore libertà e probabilmente migliore tempistica a livello internazionale, e agevola le aziende che di frequente sono poste dinanzi alla scelta di perdere l’affare o decidere di vendere in mancanza di supporto assicurativo adeguato.

Il fine del fornitore, in presenza di interessi contrapposti con l’acquirente, è di poter disporre di uno strumento solido che gli permetta di ridurre i rischi e nel contempo faciliti il finanziamento della fornitura.

In questo contesto quindi l’assicuratore pubblico o privato è diventato sempre più un importante attore nel mercato del trade finance affiancandosi agli istituti finanziari, tradizionali interlocutori degli operatori economici.

La compagnia di assicurazione ha ampliato l’offerta degli strumenti a disposizione delle aziende esportatrici con prodotti che hanno la caratteristica di essere in parte di natura bancaria e in parte assicurativi, o solamente assicurativi.

Si arriva così, in ultima analisi, in presenza di operazioni prive di garanzia bancaria, a rendere maggiormente appetibile l’operazione stessa per una sua cessione per intero o in parte ad un terzo, anche nella formula pro soluto particolarmente vantaggiosa per l’esportatore.

Ma una soluzione altrettanto valida per l’azienda può essere quella di saper utilizzare correttamente strumenti che vedono coinvolti nel ruolo di partner l’istituto bancario e l’assicuratore in grado di offrire un “mix” di garanzia bancaria e assicurativa.

Per non perdere opportunità commerciali l’azienda, di qualunque dimensione essa sia, dovrà valutare gli strumenti più opportuni che le possono fornire quel vantaggio competitivo, in termini finanziari, tale da risultare determinante in alcune transazioni commerciali.

41

Dal punto di vista meramente tecnico l’assicurazione dei crediti si rifà ai seguenti principi generali:

 la polizza deve essere stipulata dal creditore nel proprio interesse;

 la copertura assicurativa è offerta per i rischi commerciali a breve

termine;

 il rischio garantito è la perdita su crediti commerciali (certi, liquidi ed

esigibili) dovuta a insolvenza (definitiva o presunta ai sensi di polizza) di un cliente garantito;

 la copertura riguarda tutti i crediti commerciali dell’assicurato secondo il

principio di globalità , vincolante sul mercato domestico ma che può

essere mitigato eseguendo partizioni basate su elementi oggettivi (globalità relativa).

Non è vincolante all’esportazione (rischi singoli);

la polizza deve prevedere in ogni caso uno scoperto obbligatorio a carico

dell’assicurato, che può essere espresso sia come percentuale di copertura, sia come franchigia, sia in abbinamento.

Trattando del rischio d’insolvenza in relazione a crediti da incassare alcune considerazioni vanno fatte circa i comportamenti di pagamento che si riflettono nei giorni d’incasso di un credito.

Di recente Euler Hermes, Export Credit Agency tra le più prestigiose ed una dei leader mondiali nel settore dell’assicurazione dei crediti, ha condotto un’analisi dei bilanci di oltre 27.000 aziende quotate in 36 Paesi, prendendo in considerazione ben 20 settori merceologici al fine di rilevare i tempi medi di incasso di un credito.

42

I dati risultanti hanno indicato che nel 2016 le aziende a livello mondiale hanno incassato mediamente un credito in 64 giorni, ed una azienda su quattro ha ottenuto il pagamento dopo 88 giorni.

Infine una fetta pari al 9% ha dovuto attendere mediamente più di 120 giorni e la previsione dei giorni medi d’incasso nel 2017 si è confermata come per l’anno precedente su una media globale di circa 64 giorni.

Un attenta analisi per paese ha evidenziato che i tempi medi d’incasso sono più bassi in Nuova Zelanda, Austria, Olanda, Danimarca, USA, Svizzera e Australia, con una media che va dai 42 ai 50 giorni mentre risultano più elevati in Turchia, Italia, Grecia e Cina rispettivamente con una media che va da 80 a 89 giorni. La situazione cinese è molto interessante in quanto i suoi tempi medi di 89 giorni nel 2016 hanno raggiunto il picco più alto da nove anni; in Europa Occidentale invece l’attesa media è cresciuta, anche se più lentamente (+1 giorno) fino a 61 giorni.

La situazione è migliorata anche nei paesi del Mediterraneo dove tipicamente superava la media, e quindi il gap fra i migliori ed i peggiori pagatori sembra restringersi.

Ciò detto, in linea generale, i settori industriali a monte come i prodotti chimici, l’edilizia, l’informatica, le comunicazioni e la meccanica riportano livelli di attesa dei pagamenti superiori alla media globale, mentre le imprese che operano nei settori al dettaglio come ad esempio l’alimentare, gli elettrodomestici o i trasporti hanno generalmente periodi di pagamento più brevi della media mondiale di 64 giorni.

Nel nostro paese dopo 7 anni consecutivi di aumento delle insolvenze, finalmente nel 2015 si è registrata una controtendenza con un calo del 6%, ma ciò nonostante il valore medio di un mancato pagamento è certamente oneroso e come detto può incidere pesantemente sul bilancio di ogni azienda.

I giorni di incasso di un credito registrano a fine 2016 un deciso miglioramento, attestandosi a 85 giorni rispetto agli 88 giorni del 2015; tale miglioramento è

43

molto marcato in tutti i settori del manifatturiero anche se in alcuni si supera ancora abbondantemente la soglia dei 110 giorni.

Inoltre il dato per il 2017 è atteso in miglioramento grazie ad un trend positivo dettato dalla situazione economica in ripresa che, oltre ai crediti in diminuzione per l’accelerata rotazione degli stessi, sta vedendo l’accelerazione del fatturato (+2,7% per i servizi nel trimestre fino a maggio) spingendo il Pil ad un probabile

+1,4% nel 201721 e +1,1% nel 2018.

Questi valori incoraggianti, anche se inferiori rispetto alla media dell’Eurozona che registra una crescita sostenuta da 18 trimestri consecutivi, sono trainati da

tutte le componenti della domanda (consumi, investimenti, export)22.