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SICUREZZA, RISCHIO E RESPONSABILITÀ CIVILE NEL TURISMO MONTANO

I.1.4. Il soccorso alpino: l’azione di minimizzazione dei dann

Il soccorso alpino si inserisce in una prospettiva ex post ove il rischio si sia effettivamente concretizzato, a dispetto delle precauzioni che siano state o meno prese dai soggetti coinvolti nell’incidente o che dovevano prenderle a dispetto del loro diretto coinvolgimento (istruttori, guide, gestori del comprensorio sciistico, organizzatori di active sport).

L’importanza del soccorso in montagna è indubbia in quanto proprio per le condizioni estreme in cui in molti casi avvengono i sinistri è necessario poter contare su un corpo adeguatamente addestrato ed equipaggiato ad operare in tali situazioni.

La tempestività dell’intervento è un’esigenza imprescindibile soprattutto nell’ambito degli incidenti che si verificano sulla montagna innevata, in quanto l’infortunato si trova esposto ad una situazione climatica critica, a contatto diretto con la neve, condizione che può rapidamente condurre all’ipotermia. L’organizzazione del soccorso è pertanto volta ad essere efficace in tempi brevissimi ed in condizioni spesso estreme: il soccorso in

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valanga rappresenta un esempio paradigmatico di queste condizioni critiche66.

L’industria turistica quindi oltre ad offrire un comprensorio ed un ambiente sicuro ed appetibile per la clientela deve necessariamente collocare nel ventaglio delle proprie offerte anche una macchina organizzativa del soccorso altamente efficiente per ridurre le conseguenze negative degli incidenti in cui possano rimanere coinvolti per le più svariate cause i turisti.

In Italia dal 1954 è attivo il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.) struttura operativa del C.A.I. dotata di ampia autonomia funzionale, organizzativa e patrimoniale67.

66 In base ai dati forniti dalla Sezione di Firenze del CAI dal 1983 al 2003 si sono registrati

in Italia 641 incidenti per valanga nel corso dei quali sono state travolte 1.465 persone, il che significa che sono state travolte circa due persone a incidente (1465/641). La maggior parte dei travolti (65%) è rimasta in superficie o semisepolta mentre circa uno su tre dei travolti è stato completamente sepolto. Nel caso di travolti rimasti in superficie o semisepolti i decessi sono stati pochi (7%) mentre di coloro che sono stati completamente travolti circa il 65% è deceduto. Per coloro che sono stati completamente travolti il decesso è dipeso da: ferite riportate durante il travolgimento (15-20%), impossibilità di respirare (75%) ed ipotermia (5- 10%). Il 50% delle vittime sono sci alpinisti, circa un quarto sono sciatori fuoripista ed un quinto alpinisti. Generalmente l’intervento dei compagni del travolto è l’unica forma di soccorso efficace (disseppellimento entro 15 minuti). Proprio in ragione di questi dati da più parti si intensificano le iniziative per promuovere e diffondere strategie efficienti per l’autosoccorso in valanga. Dal momento che l’autosoccorso richiede tempi diversi a seconda dei mezzi utilizzati gli esperti consigliano l’utilizzo di strumenti che prolungano la sopravvivenza sotto la neve (come ad esempio un giubbotto senza maniche di materiale sintetico o un sistema è integrato in un marsupio: n caso di valanga, lo sciatore deve mettere in bocca un boccaglio tramite il quale avviene la separazione dell’aria inspirata da quella espirata e grazie alla separazione dell’aria si evita l’accumulo di anidride carbonica nel sangue), di strumenti che riducono il tempo di seppellimento consentendo una più rapida localizzazione del travolto (ARVA, apparecchi radio trasmettitori-ricevitori che operano sulla frequenza di 457 KHz, Recco, apparecchi radio applicati a giacche da sci o scarponi, Pallone da valanga, evoluzione del cordino da valanga: tirando una cordicella a strappo, si attiva lo srotolamento di un pallone a forma di “lampione” che, durante la discesa della valanga, rimane sopra la superficie nevosa e resta legato allo sciatore tramite un cordino grazie al quale si può individuare la persona sepolta, ed ancora di strumenti che riducono il grado di seppellimento mediante l’utilizzo dei quali si verifica un aumento del volume della persona che la fa “galleggiare sul manto nevoso (Airbag da valanga, giubbotto di salvataggio Avagear). Si vedano

http://www2.dse.unibo.it/ichino/autosoccorso_valanga5.PDF,

http://www.aineva.it/pubblica/neve47/autosoccorso.html, http://www.scuolarighini.it/righini.asp?pg=64,

http://www.caicastelli.it/index.php?option=com_content&task=view&id=294&Itemid= 2.

67 Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) nasce ufficialmente il 12

dicembre1954, quando il CAI istituisce il “Corpo di Soccorso Alpino” (CSA). Promotori dell’iniziativa furono il trentino Scipio Stenico e l’allora Presidente generale del CAI, Bartolomeo Figari. Nel 1968 entra a far parte del CSA il “Soccorso Speleologico”,

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Il C.N.S.A.S. è riconosciuto in base alla legge n. 63/1961, 26 gennaio 1961, ed alla legge n. 776/1985, 24 dicembre 1985, come “Ente specializzato a provvedere a favore dei propri soci sia di altri, all’organizzazione di idonee iniziative tecniche, per il soccorso degli infortunati o dei pericolanti e per il recupero dei caduti, nell’esercizio delle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche”. È inoltre struttura nazionale operativa del servizio nazionale della Protezione Civile, di cui alla legge n. 225/1992 , 24 febbraio 1992, e la legge n. 74/2001 le ha riconosciuto la funzione di “Servizio di Pubblica Utilità”68.

L’Organizzazione del C.N.S.A.S. è articolata in Servizi Regionali o Provinciali di Soccorso Alpino e Speleologico (SR e SP) costituiti, ove necessari, uno per ciascuna Regione o Provincia Autonoma dello Stato italiano, su proposta del Consiglio Nazionale e dopo l’approvazione dell’Assemblea Nazionale69.

Sono componenti del C.N.S.A.S. 25 delegazioni di Soccorso Alpino e 15 di Soccorso Speleologico operanti su tutto il territorio nazionale. Il rapporto con le singole realtà locali è assicurato dai Servizi Regionali o Provinciali summenzionati.

Lo Statuto del C.N.S.A.S. individua le sue finalità nel “contribuire alla vigilanza ed alla prevenzione degli infortuni nell’esercizio delle attività connesse all’ambiente montano e delle attività speleologiche; soccorrere in tale ambito gli infortunati, i pericolanti ed i dispersi, e recuperare i caduti, anche in collaborazione con organizzazioni esterne (…)”70.

istituito nel 1966, e nel 1990 l’istituzione assume l’attuale denominazione. La sezione speleologica del CNSAS è chiamata ad intervenire per prestare soccorso alle vittime di incidenti all’interno di cavità ipogee, alle quali fornisce un servizio altamente specializzato che, oltre ai tecnici del recupero, vede la costante presenza di un medico speleologo appositamente addestrato per la medicina d’urgenza ipogea. Il soccorso speleologico del CNSAS è l’unico ente in grado di fornire un soccorso medicalizzato all’interno di cavità ipogee. L’Autorità Giudiziaria si è inoltre spesso avvalsa della collaborazione di membri del Soccorso Speleologico per indagini in ambienti particolarmente difficili e la capacità dei tecnici di soccorso speleologico di operare in sicurezza in ambienti estremi ha fornito nel tempo diverse occasioni per rendersi preziosi nell’assistere popolazioni civili colpite da gravi calamità: terremoto in Friuli (1976), terremoto in Irpinia (1980), alluvione in Versilia-Garfagnana (1996), terremoto Umbria-Marche (1997) e nel tragico e recente terremoto che ha colpito l’Abruzzo (2009).

68 Art. 1 Statuto CNSAS http://www.cnsas.it/pdf/statuto.pdf 69 Art. 11 Statuto CNSAS http://www.cnsas.it/pdf/statuto.pdf 70 Art. 2 Statuto CNSAS http://www.cnsas.it/pdf/statuto.pdf

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Bisogna ricordare che dal 1965, anno della sua nascita ufficiale, sul nostro territorio opera anche il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (S.A.G.F.) per la salvaguardia della vita umana in territorio montano. Questo corpo è costituito da personale volontario e altamente motivato, selezionato sulla base di criteri rigorosissimi, ed è strutturato su 25 Stazioni dislocate strategicamente su tutto l’arco alpino 71.

La collaborazione fra Guardia di Finanza e volontari del soccorso civile riuniti nel C.N.S.A.S. è sin dal principio stata costante e concreta, ma nel giugno del

1996 è stata firmata una “Dichiarazione di Principio” tra la Guardia di Finanza, il CAI ed il CNSAS con cui è stata formalmente sancita tale cooperazione. Nel documento si legge che tali organismi “convengono di promuovere e sviluppare un’azione comune per conseguire una più efficace ed uniforme gestione dell’attività di soccorso e presentare una unità di indirizzo nei rapporti con gli altri Enti, Istituzioni e mezzi di comunicazione, per quanto concerne le problematiche del soccorso in montagna (…) si impegnano, pur conservando autonomia organizzativa e funzionale, a promuovere, a tutti i livelli delle rispettive organizzazioni, la più ampia collaborazione tra le strutture operative nella programmazione, organizzazione ed azione di soccorso” ed inoltre che “si impegnano a promuovere, anche tramite le rispettive articolazioni territoriali, corsi di formazione ed aggiornamento tecnico, esercitazioni, nonché lo scambio di informazioni tecniche, mettendo gratuitamente i mezzi di soccorso nella reciproca disponibilità, sia per gli interventi sia per le attività formative realizzate in comune”72.

La Dichiarazione prevede, altresì, l’istituzione di una commissione congiunta con la finalità di dirimere eventuali controversie tra le strutture, con poteri esclusivamente conoscitivi e non disciplinari.

71 Cuore del SAGF è la Scuola Alpina di Predazzo (TN), che cura la formazione di base e

quella più avanzata, relativa alle tecniche di soccorso su neve, ghiaccio e roccia, in linea con le più moderne modalità operative, verificando costantemente il mantenimento degli standard addestrativi dei militari delle articolazioni operative.

http://www.gdf.it/Organizzazione/Specializzazioni/Soccorso_Alpino/index.html#

72http://www.gdf.it/Organizzazione/Specializzazioni/Soccorso_Alpino/info-

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Nella vicina Spagna opera invece dal 1981 il Grupo de Rescate Especial de Intervenciòn en Montaña (G.R.E.I.M.), originariamente costituito dai Grupos Rurales Especiales de Intervención en Montaña. Si tratta di Unità Speciali della Guardia Civil che ereditano le funzioni un tempo appartenenti ai Grupos de Esquiadores-Escaladores73. Queste Unità

vennero istituite per eseguire operazioni di soccorso in zone di difficile accesso come zone di montagna o altre zone che a causa della loro difficoltà orografica o climatica richiedono una speciale preparazione fisica e tecnica per accedervi o l’impiego di mezzi tecnici adeguati (cavità sotterranee). Le principali missioni di G.R.E.I.M. sono rappresentate dal soccorso in montagna e speleologico a cui si aggiunge l’attività di Policía Judicial in ambiente montano. La Dirección General della Guardia Civil nella sua normativa interna assegna al Servicio de Montaña queste funzioni: “Prestar auxilio a las personas accidentadas, perdidas o aisladas en zonas de montaña o lugares de difícil acceso; velar por el cumplimiento de las disposiciones que tiendan a la conservación de la naturaleza y medio ambiente en zonas de alta montaña; garantizar la seguridad y el cumplimiento de la legislación vigente en dichas zonas de actuación,

73 Dopo la Guerra Civil Española, la resistenza al regime di Francisco Franco obbligò la

Guardia Civil a formare dei membri che fossero in grado di muoversi agilmente su terreni montagnosi poiché in tali zone si rifugiavano i guerriglieri della resistenza ed era inoltre necessario porre un freno all’attività di contrabbando con la frontiera francese. Intorno alla metà degli anni Quaranta del XX secolo vennero così create le Comandancias de

Fronteras nelle provincie limitrofe ai Pirenei ed entrano a far parte di esse le Guardie Civili

che avevano conoscenza di sci e montagna. Nel 1967 vennero create le Unidades de Esquiadores-Escaladores in seno alla Guradia Civil che inizialmente operavano attivamente nei Pirenei e Picos de Europa. Prima dell’esistenza di tali Unità il soccorso in montagna era realizzato da volontari civili che dimostrando autentico valore abbandonavano il loro lavoro e si dirigevano, percorrendo con mezzi propri lunghe distanze, nelle zone montane dove era necessario un aiuto concreto. Questi soccorritori volontari, per le lunghe distanze da percorrere e per i mezzi di trasporto poco efficienti dell’epoca, arrivavano spesso con molto ritardo e questo spesso si rivelava tragicamente pregiudizievole per gli infortunati. Alla fine degli anni Sessanta il successo delle attività ricreative legate alla montagna fece sorgere alla FEDME il problema di poter contare su gruppi ben organizzati per effettuare un servizio di soccorso. Così la FEDME, sotto la presidenza di Félix Méndez, e gli stessi alpinisti francesi, che desideravano che il versante spagnolo dei Pirenei contasse su Gruppi di Soccorso simili a quelli della Gendarmeria Francese, diedero impulso alla formazione di gruppi ben addestrati nel soccorso da parte della Guardia Civil. Nel 1981 viene riorganizzata l’antica distribuzione delle Unidades de Montaña de la Guardia Civil, con la formazione dei GREIM e la loro distribuzione su tutti i massicci montagnosi della Spagna. Viene poi creata una Inspección Nacional e una

scuola di formazione (CAEM). Si veda

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realizar servicios de vigilancia y de prevención y mantenimiento del orden público en pistas de esquí, así como en competiciones deportivas de montaña”.

L’attuale, Servicio de Montaña de la Guardia Civil venne creato all’inizio degli anni Novanta ed attualmente conta sull’attività di 250 Guardias Civiles che per realizzare le operazioni di soccorso ricorrono all’appoggio delle Unidades de Helicópteros dello stesso Corpo.

A livello internazionale è d’uopo menzionare la Commissione Internazionale del Soccorso Alpino (I.C.A.R.), che funge da piattaforma mondiale per lo scambio di informazioni sul soccorso in montagna, di cui sono membri sia il C.N.S.A.S. che il G.R.E.I.M..

I.C.A.R. nacque nel 1948 in occasione del primo meeting sul soccorso in montagna organizzato dall’Austrian Alpine Association (Österreichischer Alpenverrein) i cui partecipanti erano i maggiori conoscitori del soccorso in montagna, provenienti da Austria, Francia, Sud Tyrol, Germania e Svizzera. Attualmente I.C.A.R. rappresenta 30 organizzazioni nazionali di soccorso alpino dislocate dall’ Europa al Nord America.

Dalle parole del Presidente dell’Associazione si coglie che la mission di I.C.A.R. risiede nello scambio di esperienze, anche negative circa gli errori che si sono compiuti nelle operazioni di soccorso, e di informazioni per migliorare in termini di efficienza e qualità il servizio del soccorso alpino74.

I dati relativi al numero di interventi testimoniano l’intensa ed importantissima attività delle organizzazioni di soccorso in Italia e Spagna. Per quanto riguarda l’Italia nel corso del 2006 gli interventi effettuati dal C.N.S.A.S. sono stati in totale 5.568 (1.699 femmine e 4.239 maschi), di cui 3.163 interventi con elicottero. Gli illesi ammontano a 1.495 (25,2%), i

74 “In the ICAR the actual mountain rescuers (summer and winter) come together as in

the practical mission with the air rescuers and specific emergency doctors and also with the producers of mountain rescue equipment. They all together care about the preservation for quality and conducting an advancement of quality for the benefit of the injured people in the mountains. On this platform the practitioner of the member organisations tell their experience, their development as well as their rescue problems. The exchange of experience between the best mountain rescuers around the world helps avert already made mistakes get repeated that the new findings can immediately be used

from everyone” (Toni Grab. Presidente).

http://www.ikarcisa.org/eXtraEngine3/WebObjects/eXtraEngine3.woa/wa/article?id= 518&rubricid=238&menuid=425&back=mp&lang=en

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feriti leggeri a 2.063 (34,7%), i feriti gravi a 1.579 (26,6%), i feriti con funzioni vitali compromesse a 375 (6,3 %), i morti a 405 (6,8%) ed i dispersi a 21 (0,4 %)75.

Fra le cause più frequenti dei sinistri vi è la “semplice”caduta, come è emerso anche dal rapporto SIMON, che registra una percentuale del 34,2 %. Seguono 831 interventi per malore (13,6%), 699 per perdita di orientamento (11,4%), 536 per scivolata (8,8%), 249 per incapacità (4,6%), 128 per scontro (2,1 %), 112 per sfinimento (1,8 %), 101 per valanga (1,7%), 97 per scivolata su neve (1,6 %), 70 per maltempo (1,1%), 66 per caduta sassi (1,1), 25 per folgorazione (0,4%), 15 per caduta in crepaccio (0,2 %), 23 per cedimento appigli (0,4%), 24 per crollo o frana (0,4 %), 19 in corda doppia (0,3%).

Per quanto riguarda le attività nell’esercizio delle quali si sono verificati i sinistri in vetta alla classifica si colloca l’escursionismo con 2.010 interventi (pari al 32,9% del totale). Seguono lo sci in pista con 753 interventi (12,3 %) e l’alpinismo con 558 interventi (9,1 %). I dati sono poi suddivisi nel seguente modo: turismo in generale 409 (6,7 %), raccolta funghi 352 (5,8 %), auto-moto 190 (3,1 %), sci alpinismo 149 (2,4%) residenza alpeggio 146 (2,4%), mountain-bike 128 (2,1%), sci fuori pista 120 (2,0%), ferrate 103 (1,7%), parapendio 93 (1,5%), arrampicata in falesia 67 (1,1%), snowboard in pista 67 (1,1%), snowboard fuori pista 31 (0,5%), sci di fondo 24 (0,4%), speleologia 30 (0,5%), cascate ghiaccio 21 (0,3%), sci escursionistico 16 (0,3%), impianti a fune 18 (0,3 %), torrentismo 14 (0,2%), equitazione 11 (0,2%), deltaplano 11 (0,2%).

Quanto alla suddivisione mensile degli interventi si può osservare un picco nei mesi di luglio ed agosto con 1.942 interventi (33,1 %)mentre con

75 http://www.cnsas.it/pdf/dati_2006.pdf, 1. Quanto alla nazionalità dei soccorsi: Italia

4808 (81,0%), Germania 441 (7,4%), Francia112 (1,9%), Austria 65 (1,1%) Svizzera 35 (0,6%)Europa in generale 329 (5,5%), altri 148 (2,5%). Mentre l’età dei soccorsi inferiore a 10 anni 141 (2%), dagli 11 ai 20 anni 452 (8%), dai 21 ai 30 anni 700 (12%) dai 31 ai 40 anni 675 938 (16%) dai 41 ai 50 anni 842 (14%) dai 51 ai 60 anni 823 (14%), dai 61 ai 70 anni 593 (10%), dai 71 agli 80 anni 376 (6%), sopra gli 80 anni 156 (3%), NN 917 (15%).

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riguardo alla settimana le operazioni di soccorso si sono concentrate nei giorni di sabato (933 - 16,8%)e soprattutto di domenica (1518 - 27,3%)76. Per quanto riguarda G.R.E.I.M. nel 2006 ammonta a 741 il numero totale degli interventi in esito ai quali si sono registrati: 97 morti, 396 feriti e 858 illesi. Rispetto all’Italia il numero di interventi è minore, ma questo è dovuto alle dimensioni, già segnalate sotto il profilo economico, più ridotte del turismo montano spagnolo rispetto a quello italiano. Dal 1981 al 31 de dicembre 2008 comunque questa organizzazione ha realizzato un totale di 12.621 soccorsi in montagna, in cavità sotterranee e in luoghi di difficile accesso.

Questa congerie di dati oltre ad offrire uno spaccato della quantità e della varietà degli interventi di cui è stata protagonista l’organizzazione del soccorso dimostra come in montagna, oltre a condotte precauzionali e ad una gestione del rischio distribuite fra i vari soggetti, sia assolutamente necessario predisporre un efficiente sistema di soccorso per cercare di ridurre i costi sociali degli incidenti.

Bisogna inoltre ricordare che tanto in Spagna quanto nel nostro Paese i gestori delle aree sciabili attrezzate offrono un autonomo servizio di soccorso per gli incidenti che avvengono sulle piste da sci.

Il che dimostra ancora una volta come la sicurezza assoluta sia un miraggio per l’impossibilità oggettiva di “mettere in sicurezza” l’ambiente montano nel suo complesso, per il tasso variabile di rischio connesso alle varie attività che vi si praticano, per gli errori umani o per tragiche fatalità che spesso si pongono all’origine di tragici eventi.

Il soccorso con la sua tempestività e la sua maestosa organizzazione capace di lodevoli interventi si impegna costantemente a ridurre le conseguenze degli incidenti ed a gestire il rischio in una prospettiva ex post.

76 In gennaio i soccorsi sono stati 543 (9,8%, in febbraio 479 (8,6%), in marzo 375

(6,7%), in aprile 309 (5,5%), in maggio 207 (3,7%), in giugno 375 (6,7%), in settembre 621(11,2%), in ottobre 420 (7,5%)in novembre 177 (3,2%) ed infine in dicembre 220 (4,0%). http://www.cnsas.it/pdf/dati_2006.pdf

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CAPITOLO 2

MONTAGNA E TURISMO: OFFERTA TURISTICA E