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Il turismo culturale: un modello di diversificazione

2. Sul turismo culturale

2.4 Il turismo culturale: un modello di diversificazione

Pearce (1989) ha definito la destinazione come un insieme di prodotti e servizi presenti e accessibili in un luogo e in grado di attirare i visitatori oltre i loro confini123.

Avendo nei paragrafi precedenti affrontato i concetti di destinazione e di produzione culturale, si rende ora funzionale una trattazione panoramica sul turismo culturale che da un po’ di anni è considerato uno dei più importanti e in rapida crescita segmenti del turismo globale124 e ad oggi il suo peso

specifico è riconosciuto da sempre più organizzazioni mondiali come l’UNESCO e il WTO125.

Tra le letture affrontate in materia di turismo culturale e della sua evoluzione, il lavoro di ricerca di Melanie K. Smith, supportato da numerosi casi studio, di cui la stessa città di Dubai è stata oggetto, è risultato essere il più esauriente e pertanto è stato preso come punto di riferimento per sviluppare il presente quadro descrittivo.

Con l’intenzione di fornire fin dall’inizio dei suggerimenti di definizione di turismo culturale, quelli che sembrano essere tra i più comprensivi e condivisi nel mondo accademico, sono le due definizioni, di ordine tecnico e concettuale, proposte da Richards (1996)126 nella sua ricerca, ancora attuale, per

ATLAS (the Association for Tourism and Leisure Education).

Nella definizione tecnica Richards descrive il turismo culturale come tutti quei movimenti di persone verso specifiche attrazioni culturali come musei, siti storici, performances artistiche, festivals, che si trovano lontani dal normale luogo di residenza.

Nella definizione concettuale il turismo culturale è quel movimento di persone verso manifestazioni culturali lontane dal normale luogo di residenza, con l’intenzione di raccogliere nuove informazioni ed esperienze per soddisfare i propri bisogni culturali.127

Tale definizione viene poi implementata dallo stesso Richards (2001) che suggerisce come il turismo culturale comprenda

“non solo il consumo di prodotti culturali del passato, ma anche della cultura contemporanea o lo ‘stile di vita’ di persone o di un paese. Il turismo culturale può dunque contenere sia il ‘turismo storico’ (legato agli artefatti del passato) sia il ‘turismo artistico’ (legato alla produzione culturale contemporanea).128

123

QUANG VINH N., Op. cit., pp. 201-202

124 OECD, The impact of Culture on Tourism, cit., p. 10 125 SMITH M. K., Op. cit., p.1-16

126

RICHARDS G., Cultural Tourism in Europe, CABI, Wallingford, 1996

127 SMITH M. K., Idem, p. 16 128

RICHARDS G., “The development of cultural tourism in Europe” in G. Richards, Cultural Attractions and European Tourism, CABI, Wallingford, 2001, pp. 3-29

Arricchiscono il ventaglio di possibili concettualizzazioni, McKercher e Du Cros che suggeriscono alcune modalità con cui definire il turismo culturale:

§ come una forma di interesse turistico in cui la cultura conferisce le basi per attirare i turisti o anche motivare le persone a viaggiare

§ a partire da una prospettiva economica, come il contesto di sviluppo e di operazioni di marketing adottati dai diversi siti turistici e attrazioni

§ a partire da una prospettiva motivazionale, secondo cui il viaggio dei turisti è il risultato del loro interesse in campo culturale

§ come un’attività esperienziale in cui la connessione con l’aspetto culturale può essere vissuto come unico e intenso, e i turisti possono imparare tanto quanto divertirsi

§ a partire da una prospettiva operativa, come una serie di attività ed esperienze in cui il turista può essere coinvolto

Per il tipo di produzione culturale che si intende analizzare in questa tesi in riferimento all’emirato di Dubai, si è preferito adottare la definizione di M. Smith:

“Turismo culturale: rapporto passivo, attivo e interattivo con il patrimonio storico, le arti e le tradizioni locali, attraverso i quali i visitatori si arricchiscono di nuove esperienze di natura educativa, creativa e/o divertente.129

In linea con la constatazione per cui il settore del turismo culturale si sta stratificando e diversificando, M. Smith propone una lista130 sufficientemente comprensiva delle tipologie di turismo culturale:

§ Siti storici: siti archeologici, città intere, monumenti, musei § Spazi di arti performative: teatri, sale concerti, centri culturali § Arte visiva: gallerie, musei, architettura

§ Festivals ed eventi: festival artistici, musicali,

§ Siti religiosi: cattedrali, templi, destinazioni di pellegrinaggio § Ambienti rurali: villaggi, fattorie, paesaggi culturali

§ Comunità indigene e tradizioni: tribù, gruppi etnici, minoranze

§ Gruppi etnici in città: Chinatowns, Little Italy, quartieri ebraici, ghetti indiani § Arts&Crafts: tessile, ceramica, pittura e scultura

129

cfr. SMITH M. K., Op. cit., p. 17: “Cultural tourism: passive, active and interactive engagement with heritage, arts and the culture(s) of communities, whereby the visitor gains new experiences of an educational, creative, and/or entertaining nature”

§ Linguaggio: apprendimento o pratica

§ Gastronomia: degustazione di vini e cibo, corsi di cucina

§ Cultura popolare: architettura moderna, musica pop, moda, media, design § Attività creative: pittura, fotografia, danza

A partire da questa lista, l’autrice propone una distinzione del turismo culturale, in più sotto-categorie. Questa proposta può essere intesa come un modello di diversificazione intendendo riferirsi ad ambiti collegati tra loro ma con assetti e dinamiche apprezzabilmente differenti. Ai fini di una visione complessiva delle forme espressive in cui può essere colto il turismo culturale e conseguentemente le proposte di natura culturale, si ritiene di rilevanza funzionale riportare tutte le categorie individuate senza tuttavia avere la pretesa di soffermarsi in modo approfondito.

Turismo ‘Storico’131

Il turismo storico riguarda per larga parte l’interpretazione e la rappresentazione del passato.

Du Cros e McKercher lo definiscono come “una forma di turismo che si basa sul patrimonio storico di una destinazione e lo trasforma in un prodotto che può essere consumato dai turisti132”.

Il patrimonio storico ha consolidato nel tempo il suo ruolo di garantire il riconoscimento di gruppi di minoranze etniche marginalizzati.

A fronte di un crescente interesse nei confronti delle nuove forme di narrazione storica, le industrie museali stanno provando ad adattarsi ai nuovi sviluppi nel tentativo di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze.

D’altronde la maggior parte degli studi sulle popolazioni etniche e indigene è stata condotta dai ‘bianchi occidentali’ privi di una dovuta base di conoscenze, sensibilità ed empatia per farlo.

Il fenomeno della globalizzazione ha inoltre creato nuove possibilità per rappresentare il patrimonio intangibile delle popolazioni indigene.

In ambito manageriale, quando negli anni ’90 è emersa la questione problematica sulla sostenibilità, sono sorti molti dibattiti relativi alla formulazione di un sistema bilanciato che tenesse in considerazione diverse esigenze tra cui la conservazione, la gestione del turismo e lo sviluppo della comunità locale.

Turismo d’Arte

Il settore artistico ha spesso manifestato la sua riluttanza ad assumere un valore turistico e a sviluppare ed espandere la portata di pubblico attraverso il turismo.

Si è per molto tempo ritenuto che un pubblico costituito in larga parte da turisti, potesse apportare un deprezzamento delle forme artistiche e comprometterne l’autenticità e l’integrità.

131 Con l’aggettivo ‘storico’ si intende tradurre il termine inglese ‘heritage’ che in questo caso assume un

significato più circoscritto rispetto a quello di ‘patrimonio culturale’ cui normalmente viene associato

132

Le arti si inseriscono tuttavia in un contesto globale e l’aumento della diversità culturale e del carattere multiculturale nelle società post-coloniali (e qui Dubai si inserisce perfettamente), hanno determinato la proliferazione di forme d’arte nuove e ibride.

Turismo Culturale Urbano

Questa tipologia di turismo è diventata un fenomeno di massa, soprattutto tra le città europee e rischia di rappresentare in futuro un problema di sostenibilità per molte città storiche. Ciò dipende in parte dal fatto che negli ultimi anni si è sviluppato un modo aggiuntivo di concepire la vacanza, ovvero in termini di ‘brevi pause’133 che ne hanno alimentato il carattere di rapidità spesso fuori controllo.

Alcune città infatti non potendo competere, per mancanza di risorse, con le destinazioni più ‘culturalmente tradizionali’, si sono focalizzate maggiormente su un prodotto turistico culturale contemporaneo (cultura popolare, musica, sport, shopping, vita notturna) e oggi si può identificare un mercato in espansione per quelle destinazioni che incorporano questo tipo di attrazioni.

Queste destinazioni infatti intercettano un target di visitatori più mainstream (popolare).

Questa categoria emergente di turismo culturale sembra dar prova del fatto che la diversificazione o ibridizzazione delle forme culturali, causate dal processo di globalizzazione, ha tutto sommato permesso al consumatore culturale di accedere dunque ad un ventaglio molto ampio di nuove esperienze culturali.

Turismo Rurale

Introducendo questa categoria, l’autrice vuole far presente che nel prossimo futuro le aree che acquisiranno un interesse crescente sono quelle rurali e le regioni periferiche del mondo.

In alcuni casi infatti il turismo può essere visto come una forza positiva per cambiare in meglio un territorio.

Molte comunità infatti stanno cercando di sviluppare il settore turistico in ordine di contrastare o compensare il declino di settori tradizionali come l’agricoltura.

Turismo Culturale Indigeno

L’impatto maggiore che può riversare il turismo su un luogo, è in quelle destinazioni che sono collocate ai ‘margini della civiltà’ e dove la relazione tra ospite e ospitante è iniqua.

Anche queste località sono diventate col tempo oggetto d’interesse di una fetta sempre crescente di quello che si può definire come ecoturismo inteso come ulteriore forma di turismo culturale.

Questo può includere tour nella jungla, trekking collinare, turismo legato alla fauna selvatica ecc.

133

D’altro canto, questo crescente interesse per la cultura, le tradizioni e lo stile di vita di questi popoli indigeni, può rappresentare un’opportunità, se colta in quest’accezione, di rinascita della comunità e di rigenerazione del loro senso di orgoglio per la loro cultura e identità.

Turismo Culturale Etnico

Per quanto il termine etnico si avvicini spesso, per non dire sovrapporsi, a quello di indigeno, in questa dissertazione l’autrice ci tiene a mantenere una distinzione confinando il termine a quelle minoranze etniche presenti nelle diverse città.

Turismo Creativo

Secondo Richards, il turismo creativo consiste nella partecipazione attiva e interattiva dei turisti in processi creativi134 individuali o collettive preposte alla creazione di prodotti aventi un contenuto

condiviso di valore culturale connesso al contesto locale.

Ciò permette di includere diverse forme di attività come cucinare, dipingere, fotografare e in generale arts&crafts.

Questa configurazione del turismo culturale può avere un elevato grado di riscontro in termini di domanda turistica in quanto offre ai turisti in vacanza, la possibilità di dedicarsi ad attività ricreative per le quali, nella vita lavorativa frenetica di tutti i giorni, non hanno tempo.

Coniugare format di attività riconoscibili a livello globale con processi di creazione di valore strettamente connessi con la realtà locale, potrebbe dunque rivelarsi un modello di successo nello sviluppo del turismo culturale, soprattutto per quelle destinazioni che non possono competere sul mercato internazionale sulla base di sole risorse culturali e storiche.

In parte, rispetto anche alle numerose critiche riferite proprio al suo patrimonio storico, Dubai si inserisce in modo pertinente in tale riflessione ed è sicuramente interessante l’analisi della sua offerta culturale per verificarne o meno la presenza in un riscontro pratico. A maggior ragione se si considera quanto il successo popolare dei nuovi strumenti tecnologici interattivi abbia stravolto e assottigliato i confini tra arte, media, cultura, commercio finzione e realtà dando input creativi per la generazioni di nuovi prodotti.

Turismo esperienziale

Il termine è stato in parte coniato in risposta al lavoro di Pine e Gilmore135 sull’economia esperienziale.

134 RICHARDS G., “Creative Tourism as a factor in a destinaton development”, paper tratto dalla

conferenza internazionale per il decimo anniversario ATLAS, Dublino, 4-6 ottobre 2001

Nel paper inoltre propone una riflessione interessante sullo sviluppo delle industrie creative in parallelo a quello del turismo creativo

135

PINE B., J. GILMORE H., The experience economy: Work is theatre and everyday business a stage, Boston, Harvard Business School Press, 1999

Mentre in passato il termine Cultura coinvolgeva solo un ristretta ed elitaria minoranza, la riconcettualizzazione contemporanea che da’ vita a ‘culture multiformi’136 ha contribuito a diversificare

l’audience e conseguentemente ad estendere e incrementare l’accessibilità.

Bisogna constatare il fatto che il turista medio oggi vuole prender parte a numerose e diverse attività non per forza legate alle forme tradizionali di turismo culturale e artistico. Dunque il settore turistico si trova a dover soddisfare un ventaglio molto ampio e complesso di gusti e interessi.

In particolare sono sempre più ricercati prodotti che offrano esperienze uniche e alternative. Il museo, ad esempio, sembra aver perso il suo ruolo dominante di fabbrica di significati, incanalando la ricerca dei turisti in altri contenitori di significato.

Sembra aver assunto uno spazio rilevante sia l’attività di sperimentazione sia, in uguale intensità, quella del vedere. Il turista culturale è sempre più orientato ad un contesto internazionale e in particolare a quello indigeno o etnico in cui si massimizza la sperimentazione e il coinvolgimento stili di vita differenti portatori di significati simbolici differenti. In questo caso infatti i viaggiatori sono fortemente motivati e stimolati da un contatto autentico e intimo con popoli il cui bagaglio culturale o etnico è estremamente differente.

Lo sviluppo globale delle tecnologie, dei media e della comunicazione ha contribuito a rompere le barriere non solo tra cultura ‘high’ e ‘low’ ma anche tra realtà e finzione.

Il turismo ha sempre fatto i conti con la vendita di sogni, con la creazione di fantasie e con la perpetuazione dei miti.

Sotto quest’aspetto Dubai rappresenta ad oggi uno degli esempi più concreti in quanto a strategie di marketing.

A maggior ragione se si considera che “molte attrazioni turistiche (parchi tematici, complessi per il tempo libero e centri commerciali) costituiscono una sorta di ‘bolla’ sospesa nel tempo e nello spazio, isolata da ogni contesto di realtà e capace di fornire un’esperienza di ambientazione ideale137.

Non a caso l’autrice M. Smith analizza proprio un’attrazione di Dubai come caso di studio per questa categoria di turismo culturale.

Rispetto alle diverse forme di turismo culturale, la tabella 2.3 offre una puntualizzazione sui corrispettivi interessi, aspettative e motivazioni, che saranno poi funzionali, nella ricerca empirica, all’individuazione e alla messa in ordine dei dati relativi alla produzione culturale di Dubai.

136

SMITH M. K., Op. cit., p. 30

137

Tab. 2.3: Le tipologie del turismo culturale

Heritage tourist

§

Visits to castels, palaces, country houses

§

Archaeological sites

§

Monuments

§

Architecture

§

Museums

§

Religious sites

Arts tourist

§

Visits to the theatre

§

Concerts

§

Galleries

§

Festivals, carnivals, events

§

Literary sites

Creative touris

§

Photography

§

Painting

§

Pottery

§

Dance

§

Cookery

§

Crafts

§

Creative industries (film, TV, architecture,

fashion design)

Urban cultural tourist

§

Historic cities

§

Regenerated industrial cities

§

Waterfront developments

§

Arts and heritage attractions

§

Shopping

§

Nightlife

Rural cultural tourist

§

Village tourism

§

Agro or farm tourism

§

Ecomuseums

§

Cultural landscapes

§

National parks

§

Wine trails

Indigenous cultural tourist

§

Hilltribe,

desert,

jungle,

rainforest,

mountain trekking

§

Tribal villages

§

Visits to cultural centres

§

Arts and crafts

§

Cultural performances

§

Festivals

Ethnic cultural tourist

§

Ethnoscapes (Chinatown, Little Italy)

§

Slums

§

Ghettoes

§

Favelas

§

Townships

§

Jewish quarters

Experiential cultural tourist

§

Theme parks

§

Themed restaurants

§

Shopping malls

§

Pop concerts

§

Film and TV locations

§

Sporting events

Fonte: M. K. Smith (2016), p. 32, 33

Questo framework di turismo culturale è utile a mettere in evidenza quanto, a fronte di un contesto in continua evoluzione, sia difficile stabilire i parametri attorno al significato di ‘cultura’ e ‘culturale’, specialmente di fronte ad un crescente assottigliamento della linea di demarcazione tra creatività, esperienza e divertimento, business e tecnologia.

La scomposizione del settore del turismo culturale in sotto categorie più circoscritte e definite, risulta inoltre funzionale per offrire un panorama più ampio relativo alle problematiche di sviluppo culturale inserite nel contesto del post-colonialismo che è alla base del modello di lavoro per analizzare il fenomeno del multiculturalismo (di cui Dubai è un caso esemplificativo di terreno fertile di studi) e della costruzione di un’identità138.

L’edificazione e la rappresentazione dell’identità sta diventando infatti un tema ricorrente specialmente in un contesto come quello della globalizzazione dove si constatano interessanti fenomeni di ibridazione tra culture che, pur mantenendo distinte le proprie peculiarità, formano qualcosa di nuovo attraverso una sorta di processo di fusione139.

A questo si aggiunge la ricerca di Edward Said che ha esaminato la relazione tra Occidente e Oriente e la natura egemonica della cultura europea140.

138 HALL C. M., TUCKER H., Tourism and Postcolonialism, Londra, Routledge, 2004 139

BHABHA H., The Location of Culture, Londra, Routldge, 1994

140