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Nuovi orizzonti di cultural planning

3. Dubai come destinazione culturale

3.4 Nuovi orizzonti di cultural planning

Il più importante traguardo raggiunto negli ultimi tempi per quanto riguarda il patrimonio storico, è sicuramente la nuova legislazione in materia di conservazione del patrimonio.

Le nuove leggi federali avranno il compito di regolare la protezione delle antichità nazionali e soprattutto dei siti archeologici della regione degli Emirati Arabi.

In particolare si prevedono dei registri che serviranno ad identificare, classificare e preservare i beni, impedendo importazioni ed esportazioni illecite.

Rashad Bukhash, il direttore del dipartimento per la salvaguardia della storia di Dubai, ha affermato:

“Noi possediamo più di 1000 siti negli EAU ma, ad ora, non ci sono statistiche ufficiali sull’esatto ammontare degli stessi. Ce ne sono un centinaio ad Abu Dhabi e alcuni a Dubai. Questi servono a mostrare la nostra storia e la nostra civiltà.”189

Questo intervento è significativo, in questa sede, perché mette in evidenza, nel confronto con Abu Dhabi, la scarsa presenza di siti archeologici e quindi di storia, presenti a Dubai, fattore fortemente determinante per gli sviluppi in materia di politiche culturali e di promozione del territorio.

Queste leggi permettono dunque di valorizzare e promuovere al meglio i siti di ciascun emirato, con l’obiettivo di proporre alcuni di questi nella lista dei siti del patrimonio mondiale dell’umanità dando dignità e credibilità storica alla regione.

Con questa legislazione inoltre si tocca un altro punto di forte interesse per Dubai, esplicitato in modo chiaro sempre da Rashad Bukhash:

“L’identità è qualcosa che sfortunatamente manca a Dubai […] la peggior sensazione che si possa provare, è quella di sentirsi straniero nel proprio paese. Abbiamo dunque bisogno di creare un’identità per Dubai che sia connessa con il suo patrimonio culturale arabo.”190

Per quanto l’ufficializzazione delle leggi risalga al 2014, rendendo l’informazione non propriamente recente, è tuttavia funzionale per comprendere i nuovi impegni del governo nei confronti del patrimonio storico e della tradizione araba.

189

MALEK C., “Cabinet approves law to protect UAE artefacts”, articolo tratto dalla rivista The National UAE, 7 settembre 2014

190

GRZESIK M., “DM laws to preserve culture”, articolo tratto dalla rivista Arabian Business, 2 giugno 2007

Questi prendono forma infatti nel nuovo e recentissimo progetto museale, Etihad Museum, incentrato esclusivamente sulla storia di Dubai e inaugurato il 7 gennaio 2017 e dunque ottimo oggetto di studio per osservare le ultime direzioni intraprese dal governo in materia di turismo culturale.

Nella sezione descrittiva dedicata, viene esplicitato il desiderio di trasmettere, sia agli emiratini che ai turisti internazionali, un messaggio che ispiri patriottismo e impegno nei confronti della propria patria:

“Il dinamico museo del XXI° secolo, Etihad Museum, ha lo scopo di ispirare gli emiratini e allo stesso modo i visitatori internazionali, con la storia che riguarda la fondazione degli Emirati Arabi Uniti. Il museo celebra la dedizione, l’impegno e il patriottismo dei fondatori della nazione e invita gli individui di ogni estrazione sociale a seguire il loro esempio nel costruire una nazione”191

Il messaggio viene diffuso attraverso una narrazione evidentemente di intento encomiastico, della storia dei ‘padri fondatori’ di Dubai e degli Emirati Arabi che rappresenterebbero così un modello da seguire a livello globale, nella fondazione e realizzazione di una nazione.

Questo genere di celebrazione nei confronti dei ‘padri fondatori’ non può non evocare la lunga, estesa e antica tradizione della letteratura antica classica che ha origine ancor prima che il filone della disciplina storiografica acquistasse credibilità e validità storica.

Senza fare una ricerca approfondita, basti ricorrere a Virgilio che nel famoso proemio dell’Eneide ricorda le gesta di Enea che con devozione, si ricordi il celebre epìteto pius erga patres erga parentes erga deus, impegno e coraggio superò le difficoltà per fondare Roma, la città che, da origini umili e agresti, divenne un impero non solo esteso in tutta Europa, ma anche in grado di diffondere modelli innovativi di civiltà e convivenza nella diversità.

Per quanto sintetico, questo breve volo apparentemente pindàrico nella letteratura classica romana, può essere strumento di confronto per comprendere con più profondità il messaggio reale e sotteso alla proposta museale.

C’è da considerare infatti che nel panorama internazionale degli accademici e degli operatori turistici, è molto sentita la carenza, per non dire, criticamente, inconsistenza di una tradizione storica lunga e solida. Si insiste molto sulla sua nascita recente che priverebbe necessariamente il paese di una sua identità consolidata.

Ora non è questo il luogo in cui si vuole approfondire il corpo di critiche imputate a Dubai. Ma un accenno risulta qui utile per indossare uno sguardo più critico con il quale ipotizzare che l’insistenza sulla tematica auto-celebrativa nei confronti della propria storia, risulta allora un possibile tentativo per rispondere esternamente, e più propriamente ad una critica occidentale, con una forma tradizionale riconoscibile anche in Occidente. Internamente invece diventa un valido contributo e un forte incentivo

191

http://www.dubaiculture.gov.ae/en/Our-Initiative/Pages/Etihad-Museum-.aspx ultimo accesso 1/02/17

alla ricerca (con relative pubblicazioni accademiche ufficiali) per puntualizzare e rinsaldare le tappe storiche e i protagonisti che hanno partecipato alla costruzione della storia degli Emirati Arabi.

Ciò sembrerebbe trovare conferma nelle parole del direttore generale del Dubai Culture&Arts Authority:

“Questa iniziava per valorizzare un patrimonio storico avente una lunga tradizione, è una manifestazione importante della visione dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli EAU e governante di Dubai, di voler creare un punto di riferimento distintivo per la cultura e il turismo negli EAU.”192

A dimostrazione dell’importanza attribuita al messaggio che si vuole lanciare con questo museo, è stato annunciato che sarà coinvolto in qualità di protagonista attivo nella realizzazione degli obiettivi Dubai Plan 2021 che implicano il consolidamento della posizione di Dubai in qualità di paese che promuove la creatività dei suoi cittadini, orgogliosi della loro identità culturale.193

Anche questa affermazione di volontà è reduce di una insistente critica a livello internazionale nei confronti di un’identità culturale specifica del popolo emiratino, che sembra subire gli effetti di una carenza di riguardo nei loro confronti a vantaggio, per contro, di un fenomeno di immigrazione alquanto sostenuto e poco controllato nel suo impatto sociale.

Dunque di fondo questo museo rappresenta simbolicamente un intento programmatico e un impegno molto forte per quanto riguarda gli sforzi futuri volti a valorizzare il patrimonio storico del paese.

Dubai inoltre può vantare di un altro progetto ancora più visionario, presentato sulla carta nel 2008 ma ancora da realizzare, contemporaneamente al visibile sforzo complessivo da parte di Abu Dhabi volto a realizzare una connessione tra i marchi culturali leader nel mondo come Guggenheim e Louvre, riproponendoli su suolo arabo sotto la guida dell’archi-star Frank Ghery, Dubai.

L’idea è quella di realizzare un distretto dedicato alla cultura che si estenderà a partire dall’area di Shindhaga, il più antico insediamento localizzato sulla bocca del Creek e dunque simbolo delle radici storiche del popolo emiratino, per 20 km lungo il Creek fino ad arrivare all’area Business Bay che, per le sue funzioni, rappresenta in qualche modo il presente della città.

La volontà sottesa al progetto chiamato per l’appunto Creekfront Project (parte del più ampio progetto Khor Dubai Cultural Initiative), oltre agli obiettivi legati ad un posizionamento internazionale, è quello dunque di costruire, a partire dalla tradizione e abbracciando la contemporaneità, un orizzonte futuro all’insegna di un costante sviluppo e di prosperità.

192 DUBAI CULTURE, “Etihad Museum Open to the Public Starting 7th January”, comunicato stampa del

12/7/2016 http://www.dubaiculture.gov.ae/en/Media/Press-

Releases/Pages/EtihadMuseumOpentothePublicStarting7thJanuary.aspx

193 DUBAI CULTURE, “Etihad Museum Open to the Public Starting 7th January”, comunicato stampa del

12/7/2016 http://www.dubaiculture.gov.ae/en/Media/Press-

Ricorre di nuovo a questo punto lo slogan “tra tradizione e modernità” che è ormai diventata una filosofia fondativa del modus operandi di Dubai.

Ciò che appare in questo caso più una novità di questa filosofia è il coinvolgimento con cognizione di causa, diventato indissolubile, della cultura nelle sue varianti espressive.

Si può perciò affermare che la contesa per un posizionamento di valore nella rete globale, si è spostata anche per Dubai sul settore culturale.

Interessante rilevare come nell’articolo l’autore stesso, si lasci sfuggire una considerazione personale che in qualche modo riassume il rapporto di Dubai con la cultura nella prospettiva internazionale e più propriamente occidentale:

“Ha sbalordito, di primo acchito, come ora Dubai stia ponendo grande interesse nei confronti del ruolo della cultura e dell’arte nello sviluppo di una società dinamica e moderna, poiché finora Dubai sembrava interessata solamente al business e ai progetti legati a costruzioni spettacolari.”194

Attualmente sono previsti 1 teatro dell’Opera, più di 10 musei, 14 teatri, 11 gallerie, 9 librerie pubbliche, 72 ‘icone culturali’ e 7 istituti culturali d’arte per gli artisti locali e stranieri.195

Sheikh Majid Bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, figlio dello sceicco e presidente del Consiglio del Dubai Culture, ha affermato che:

“Il Progetto culturale Dubai Khor, ottimizzerà un modello futuristico di una città internazionale. Sarà veicolo di un messaggio di orgoglio per la nostra tradizione, la nostra cultura e la nostra identità nazionale, essendo parte della nostra etica, favorire una coesistenza armoniosa e perseguire la pace e la prosperità delle comunità globali.”196

L’obiettivo che emerge da questo piano, che prevede di sviluppare delle partnership tra il settore pubblico e privato, è di usare le risorse proprie degli Emirati per ottenere un posizionamento permanente come paese più sviluppato e civilizzato del mondo e al contempo, fornire alle future generazioni ricche possibilità di scambio e interazione con le culture del mondo.

Ciò che sembra poter dare una speranza concreta per svilupparsi come centro culturale, secondo l’opinione pubblica, è proprio l’internazionalità e l’appartenenza a culture differenti dei residenti della città.

194

BINDER P., HAUPT G., “Khor Dubai Cultural Project”, articolo tratto dalla rivista Nafas Art Magazine, marzo 2008

195Ibidem 196

Il Khor Dubai dovrà presentarsi come un museo a cielo aperto, facendo del Creek la destinazione con l’offerta culturale più completa e diversificata al mondo, forte del riflesso del carattere multiculturale della città.

La trasmissione e la comunicazione del messaggio positivo di una Dubai unica per cultura, valori e identità multiculturale, sarà coadiuvata da un’ulteriore importante iniziativa che prende il nome, non a caso, di Brand Dubai.

Brand Dubai197 viene definita ‘l’arma creativa’ del Government of Dubai Media Office e ha il compito di

migliorare l’immagine e il percepito di Dubai, in sintesi, sviluppare un brand forte che faccia leva sul carattere unico di multiculturalismo della città.

Le iniziative saranno incentrate attorno al progetto di trasformare Dubai in un museo a cielo aperto promuovendo eccellenza estetica e innovazione attraverso forti partnership che coinvolgeranno le entità governative, i dipartimenti, gli sviluppatori del progetto, artisti e designers.

Tra le iniziative si possono citare Dubai Canvas, che prevede la realizzazione di un festival di importanza mondiale per le arti, e progetti di Arte Pubblica che riflettano lo spirito di Dubai.

L’intento di fondo è ben esplicitato dalla dichiarazione dello sceicco il quale ritiene che il talento e la creatività di coloro che parteciperanno a queste iniziative pubbliche: “attirerà i visitatori, i cittadini e i residenti per esplorare le molteplici e poliedriche sfaccettature della ricchezza, nella diversità, di Dubai e del suo spirito pionieristico.”

La ‘vendita di Dubai’ attraverso la cultura è strettamente connessa allo scopo di costruire un legame emotivo tra la città e la ‘classe creativa’198. Ciò si può evincere dalla recente pubblicazione della vision

e pianificazione strategica degli UAE199 e nel dettaglio da quella riferita a Dubai200 che suggerisce

come il paese stia significativamente considerando una progettazione culturale finalizzata a sensibilizzare e rinforzare il coinvolgimento dei locali in tutti gli aspetti della società e dell’economia a partire dalla consapevolezza di appartenere ad una società multiculturale che celebra la diversità come strumento strategico di sviluppo e canalizzazione delle energie creative e dei talenti appartenenti ad una popolazione variegata.

197 http://www.branddubai.com

198 ZAIDAN E., “Selling the creative cities by cultural planning: ‘Destination Dubai’ as a case study”,

intervento durante il WEI (West East Institute) International Academic Conference Proceedings, 2016, Vienna

Qui Zaidan si riferisce ai professionisti del sapere scientifico, ingegneristico, tecnologico, ai professori, agli artisti, agli showman che sono alla ricerca di una destinazione che, oltre alla carriera lavorativa, offra opportunità di interazione sociale e culturale.

199

www.vision2021.ae

200