Università IUAV di Venezia Dipartimento di Culture del progetto
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Abstract
Il paesaggio è oggetto di studio di diverse discipline –dall’estetica alle scienze naturali– ed è uno dei temi-chiave attorno al quale ruota il dibattito contemporaneo relativo all’architettura e all'urbanistica. Il presente contributo è inteso a illustrare parte dei risultati di un progetto di ricerca in itinere dell’Università IUAV di Venezia dal titolo “Landscape Information: nuovi strumenti e metodologie per la rappresentazione del paesaggio.” Il territorio di riferimento individuato per questa ricerca sui molteplici aspetti del paesaggio è il vasto comprensorio dei Comuni del Lago di Garda della Provincia di Verona. La rappresentazione del paesaggio gioca un ruolo chiave nel rapporto tra il territorio e i suoi fruitori, e lo scopo principale della ricerca –che si inserisce all’interno del filone dei Digital Landscape Models (DLM)– è quello di restituire una dimensione relazionale e comunicativa, dove i contenuti ambientali, storici ed artistici sedimentati nell’immaginario collettivo trovino forma in uno spazio virtuale. L’esito innovativo della ricerca verte principalmente sui metodi di osservazione e di rappresentazione elaborati ed utilizzati. Elaborati tecnici normalmente non facilmente accessibili e comprensibili, come quelli riconducibili all’ambiente GIS, sono rappresentati ed esplicitati in modo immediato, permettendo cosi una visione plurale e inclusiva del paesaggio. L'obiettivo è arrivare alla sintesi di un sistema di osservazione e di catalogazione continuamente interrogabile e implementabile, accessibile tramite semplici e comuni interfacce.
Parole chiave: representation, landscape, conservation & preservation. La difficoltosa ricerca di una definizione condivisa
Il presente contributo è inteso a illustrare parte dei risultati di un progetto di ricerca in itinere dal titolo
“Landscape Information: nuovi strumenti e metodologie per la rappresentazione del paesaggio.”1
Il territorio di riferimento individuato per questa ricerca sui molteplici aspetti del paesaggio è il vasto
comprensorio dei Comuni del Lago di Garda della Provincia di Verona,2 un significativo esempio di
“territorio-paesaggio,” in cui differenti caratteristiche ambientali si incontrano, e attraverso processi dinamici di interazione e trasformazione si sono generate forme naturali e sociali particolari. L’obiettivo è stato quello di porre le basi per la creazione di uno spazio virtuale strategico dove si attiveranno processi di conservazione e trasformazione, una piattaforma facilmente accessibile a diversi utenti, anche non necessariamente esperti del settore, in modo che gli elaborati tecnici normalmente non facilmente accessibili e comprensibili, come quelli riconducibili all’ambiente GIS, siano rappresentati ed esplicitati in
modo immediato, permettendo cosi una visione plurale e inclusiva del paesaggio.3
Il termine paesaggio ha assunto nella nostra epoca un ruolo centrale nel dibattito culturale, fino ad imporsi come nozione ampiamente diffusa, ma anche decisamente sfuggente. Micheal Jakob (2009) lo suggerisce intitolando un capitolo del suo libro «A Landscape is a Landscape is a Landscape…» Allo stesso modo, parafrasando Benedetto Croce, alla domanda che cosa sia il paesaggio si potrebbe rispondere: è ciò che
1 Nell'ambito del programma di ricerca “Landscape Information: nuovi strumenti e metodologie per la rappresentazione del paesaggio,” il cui
direttore scientifico è il Prof. G. D’Acunto, si sono voluti sperimentare metodi di rappresentazione innovativi per tre contesti paesaggistici diversi: il Parco dei Colli Euganei (Padova-Vicenza), il comprensorio del basso Garda (Verona) e la città di Genova.
2 I Comuni della provincia di Verona analizzati per questo lavoro di ricerca sono: Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda,
Lazise, Bardolino, Garda e Torri del Benaco.
3 Questa scelta è anche basata sulle riflessioni elaborate nell’ambito della geografia sui risvolti sociali e l’effettiva democraticità di
tecnologie come i GIS, legata anche alla mancanza del supporto fisico della carta a favore della piattaforma digitale. Emerge una questione etica nel campo della rappresentazione, a fronte del formarsi di una distinzione molto marcata tra i pochi utilizzatori in grado di generare rappresentazioni esaustive, e di conseguenza influenzare decisioni, ed un largo pubblico escluso dall’accesso e comprensione delle informazioni.
tutti sanno che cosa sia.4 Il concetto di paesaggio non è immutabile ma il prodotto di un’elaborazione, influenzata dalla tensione tra i poli dell’artificiale e del naturale: infatti è oggetto di studio di diverse discipline –dall’estetica alle scienze naturali – ed è uno dei temi chiave attorno al quale ruota il dibattito contemporaneo dell’architettura e dell’urbanistica.
La Convenzione Europea del Paesaggio, tenutasi a Firenze nel 2000, dopo una serie di iniziative volte a fare chiarezza sulle politiche in atto e le criticità esistenti, ha maturato delle definizioni quanto più condivise relative al concetto di paesaggio, nell’ottica di una politica di tutela, gestione e pianificazione. Si è così determinato un ambito complesso e dinamico, proprio per il fatto che il paesaggio è considerato come documento e testimonianza del rapporto tra uomo e natura nel tempo: in posizione intermedia tra artificio e natura, tra ordine geometrico e libertà paesistica. Ci si imbatte spesso in una serie di paradossi fondativi, dato che il concetto di paesaggio sfugge a facili e rapidi tentativi di misurazione o identificazione. Il fatto stesso che esso non sia né solo luogo, né paese né sito, pone serie questioni nel campo della rappresentazione (Jakob, 2009: 27).
Il caso del Garda
La rappresentazione del paesaggio gioca un ruolo chiave nel rapporto tra il territorio e i suoi fruitori, e lo scopo principale della ricerca è stato quello di restituire una dimensione relazionale e comunicativa, dove i contenuti ambientali, storici ed artistici sedimentati nell’immaginario collettivo, trovino forma in uno spazio virtuale. L’immediatezza e familiarità ormai diffusa con la rete come strumento contemporaneo di conoscenza e relazione fanno sì che l’accesso a questi mondi digitali simulativi produca nuove forme di identità e di coscienza collettiva.
Per tracciare un quadro di riferimento della ricerca, è importante chiarire come questa sia stata impostata sulla base di due grandi sistemi: quello che considera i territori come il risultato di dinamiche politiche e sociali che vanno poi a influire sulla materialità degli stessi, e quello che ne considera in primis la struttura ambientale e morfologica. Il primo fa riferimento all’analisi di sistemi politici, sociali ed economici per comprendere i caratteri del territorio, il secondo alla sua geografia e specificità biologica.
Il territorio della sponda meridionale del Lago di Garda è un territorio che non si presenta uniforme, né demarcato da elementi naturali che ne delimitano in modo netto i confini: uno spazio definito quindi da un senso di appartenenza collettivo, in cui è compito arduo giungere ad una sintesi univoca delle singole componenti che ne hanno segnato l’evoluzione (Tagliaferri, 1983: 162).
Figura 1. Fotografia aerea di Peschiera del Garda e del fiume Mincio. Sullo sfondo la linea ferroviaria
che attraversa Peschiera del Garda. Fonte: fotografia di Ilaria Forti, Primavera 2015.
4 «Alla domanda: “Che cosa è l’arte?”, si potrebbe rispondere celiando (ma non sarebbe una celia sciocca) che l’arte è cio che tutti
sanno che cosa sia. E, veramente, se in qualche modo non si sapesse che cosa essa è, non si potrebbe nemmeno muovere quella domanda, perchè ogni domanda importa una certa notizia della cosa di cui si domanda, designata nella domanda, e perciò qualificata e conosciuta.» (Croce, 1961: 15).
Il particolare interesse di quest’area prescelta ai fini della ricerca sta nella molteplicità delle dinamiche economiche e produttive che ne hanno guidato lo sviluppo, nella diversità ambientale e nella varietà del paesaggio antropico, e nella sua secolare presenza nell’immaginario culturale europeo. Qui coesistono insediamenti di periodo medioevale che mantengono intatta la loro forma urbana e tratti di urbanizzazione diffusa di recente formazione, parchi tematici di grande attrattiva come Gardaland che si rifanno a modelli internazionali, attrezzature dedicate al turismo come strutture alberghiere, campeggi, piscine e lidi che si inseriscono e alternano a culture pregiate come quella vinicole e olearie organizzate su campi e terrazzamenti.
Figura 2. Fotografia aerea del centro storico di Lazise.
Fonte: fotografia di Ilaria Forti, Primavera 2015.
Il paesaggio gardesano può essere suddiviso in quattro diversi sistemi fisici-ambientali: 1. le rive del basso lago circondate da un anfiteatro morenico;
2. la riviera occidentale, caratterizzata dai massicci di roccia dolomia; 3. la pianura alluvionale del Sommolago trentino;
4. la zona del Monte Baldo, segnata da gole dolomitiche.
Il bacino idrografico del territorio gardesano è caratterizzato quindi da caratteri orografici diversificati: si passa da zone montuose a quelle vallive collinari a quelle pianeggianti, a cui corrispondono modi insediativi e usi delle risorse naturali e dei suoli disomogenei. Emerge così un territorio di grande valore naturalistico e paesaggistico particolarmente adatto, grazie al particolare microclima mite generato dal bacino del lago, alla crescita di vegetazione mediterranea come vite, ulivo, agave, leccio, alloro. I caratteri naturali, la facilità di transito delle persone e l’intensità dei traffici commerciali furono – e sono tuttora – i motori principali dello sviluppo economico dei centri abitati gardesani.
Queste caratteristiche possono influenzare positivamente o negativamente l’evoluzione del paesaggio: se da un lato le risorse naturali risultano essere attrattive turistiche, da un altro i flussi turistici non efficacemente regolati ed indirizzati possono consumare e danneggiare le stesse risorse in modo irreversibile. Si può sottolineare come i capoluoghi dei Comuni considerati in questo studio, seppur
fondati in periodi diversi,5 debbano la loro origine in forma di insediamento urbano consolidato in primo
luogo a logiche militari, e si sono poi sviluppati grazie alle favorevoli condizioni in termini climatici, come testimoniano i molti reperti rinvenuti già risalenti all’epoca preistorica. Allo stesso modo emerge una comunanza di tratti dal lavoro di analisi e restituzione in forma sistematica compiuto per questa ricerca, interessata tanto a quanto viene costruito che trasformato o distrutto, e a cogliere i fenomeni più significativi in una dimensione storica estesa.
5 Peschiera, Castelnuovo e Torri del Benaco furono fondati in epoca romana, Bardolino, Lazise e Garda sono di origine
longobarda. Tutti poi passarono sotto il dominio della Signoria degli Scaligeri, dei Visconti, della Repubblica di Venezia, dell’Impero Asburgico, fino a diventar parte del Regno di Italia nel 1861.
Figura 3. Fotografia aerea del parco di divertimenti Gardaland a Castelnuovo del Garda.
Fonte: fotografia di Ilaria Forti, Primavera 2015.
Nei paesaggi si rintracciano le stesse specie arboree e coltivazioni, così come si possono riconoscere tipologie e funzioni ricorrenti nelle architetture ed un medesimo un modello gerarchico degli insediamenti urbani. Emerge anche una cementificazione diffusa, legata ad uno sviluppo turistico incentrato sullo sfruttamento di punti panoramici, più o meno prossimi al litorale, ed indifferente alla specificità culturale e fisica dei luoghi. Solo negli ultimi anni, in reazione al processo di degrado paesaggistico della sponda meridionale del lago di Garda, consapevoli della necessità di una visione di lungo periodo e promozione di un uso lungimirante del territorio, le amministrazioni pubbliche, gli operatori economici e i comitati dei cittadini stanno orientando le scelte verso un turismo ad alto valore aggiunto. Questo implica la necessità della formazione di un’immagine condivisa di un paesaggio dalle elevate qualità ambientali e culturali, attraverso pratiche di osservazione, lettura e rappresentazione che si avvalgono di diversi strumenti e metodologie di ricerca.
Verso una rappresentazione accessibile del paesaggio
A partire da questa considerazione, l’operazione svolta durante la ricerca è stata quella di porre le basi per una piattaforma facilmente accessibile alle diverse comunità, dove le stesse possono accumulare in modo implementabile le loro conoscenze e impressioni rispetto al paesaggio. Questo processo mira a un’elaborazione analitica degli elementi costitutivi del paesaggio, facendo uso di immagini, misurazioni quantitative e rapporti tecnici, all’interno di discipline quali le arti figurative, la topografia, l’ingegneria ambientale, la botanica, fino all’architettura intesa ad una scala territoriale estesa. La sola rappresentazione del territorio secondo metodologie tradizionali –come ad esempio mappe tematiche, cartografie territoriali, rilievi aero-fotogrammetrici– non avrebbe potuto soddisfare tutti i livelli di lettura necessari per un progetto di conoscenza esaustivo per il caso preso in esame. Va considerato che i molti dati raccolti sul campo, frutto di sopralluoghi e ricognizioni, e la parzialità di tali dati, fa si che la ricerca stessa non potrà mai arrivare a conclusioni definitive. Sono state annotate informazioni sui caratteri visivi del paesaggio, indicando nel modello le postazioni da cui l’analisi è effettuata (view-point), e restituendo una descrizione fotografica, grafica con semplici schizzi (dove vengono annotate anche le scale colore presenti), cercando così di riassumere i fattori estetici caratterizzanti, come l’equilibrio delle proporzioni, il rapporto tra spazi pieni e vuoti, la tessitura, l’uniformità o la disomogeneità. A tale proposito un riferimento imprescindibile è rappresentato dagli studi di Paul Klee contenuti nell’opera “Teoria della forma e della figurazione,” in merito alle strutture formali riconoscibili nel paesaggio, al sistema di rapporti tra i singoli elementi, e alle mutevoli qualità di questi ultimi, come i caratteri cromatici che variano nel corso delle stagioni.
Avendo avuto come obiettivo la rappresentazione del paesaggio del Garda, e quindi degli elementi naturali, antropici e del terreno, sono state scelte metodologie e tecnologie adatte alla formazione di sistemi per la rappresentazione digitale tridimensionale. Questi sistemi non devono essere autoreferenziali, ma supporto ad una lettura del paesaggio attraverso categorie come: sistemi di collegamento, idrologia e
sistemi fluviali, orografia e geologia, iconografia e punti di vista, flora e fauna, architettura. Si è generata una rappresentazione il più possibile precisa, restituendo modelli tridimensionali dai quali ricavare in modo rapido immagini significative, non solo di tipo emotivo ed immersivo – come potrebbe intendersi per la realtà virtuale nella sua accezione più limitata – ma riferite a sistemi che ambiscono ad un buon grado di accuratezza, per permetterne un uso efficiente in diversi modi e contesti di fruizione ed applicazione. Alla base di un tale processo sta il modello del terreno, la sua creazione e gestione ed il suo ruolo imprescindibile come supporto virtuale per la lettura del territorio e del paesaggio, e le conseguenti successive operazioni. Nello specifico la ricerca si inserisce all’interno del filone dei Digital Landscape Models (DLM), ed in particolare indaga possibili applicazioni di una rappresentazione dinamica dei modelli. Proprio la tensione tra la necessità di astrazione e il desiderio di realismo, tra una rappresentazione statica o dinamica sta al centro degli studi in questo settore (McMaster e Shea, 1992; Ervin, 2001). Nello specifico lo studio è stato condotto sperimentando due vie complementari: la prima, più intuitiva e immediata, volta alla costruzione di un modello cognitivo e orientativo, a partire dall’individuazione delle aree di indagine su Google Earth, e la successiva importazione del modello tridimensionale del terreno da Google Earth al
software Rhinoceros attraverso il plug-in Lands Design;6 la seconda, più sistematica e verificabile,
sviluppata a partire dalla Carta Tecnica Regionale Numerica (CTRN) in formato .dxf,7 successivamente
elaborata per produrre con un software le superfici del modello del terreno.
Figura 4. Mock-up di riferimento per il portale web dei Comuni analizzati.
Fonte: immagine elaborata nell'ambito del corso “Rappresentazione del paesaggio,” condotto dal prof. Giuseppe D'Acunto, collaboratrice alla didattica Ilaria Forti.
Si è voluta simulare una condizione realistica in cui i Comuni del comprensorio del basso Garda abbiano convenuto di adottare per la comunicazione di contenuti ad un ampio pubblico delle categorie generali condivise, per poi declinare più liberamente gli aspetti grafici e contenutistici relativi ad ogni specifico Comune, in grado di far emergere una serie di problematiche e aspettative per possibili interventi nel paesaggio e per il paesaggio.
Il sistema di osservazione e di catalogazione generato in forma di pagina web, continuamente interrogabile e implementabile, diventa di conseguenza uno spazio strategico dove si potranno attivare processi di conservazione e azioni condivise di sviluppo, integrate e coerenti con l'identità che il paesaggio esprime. Si
6 Si è costruito il modello digitale del terreno attraverso il plug-in Lands Design, grazie al quale è possibile estrapolare da Google
Earth la mappa georeferenziata della zona di interesse ed importarla nello spazio digitale di Rhinoceros. A partire da questo, il programma costruisce una mesh poligonale su cui è proiettata direttamente l’immagine raster della area selezionata proveniente da Google Earth.
7 Grazie al fatto che la Regione Veneto ha messo a disposizione gratuitamente – disponibile sul portale meta-catalogo
“Infrastruttura dei Dati Territoriali del Veneto” – le CTRN sia in formato CAD dxf che in shapefile, a partire dalle CTRN in formato dxf dei diversi Comuni, contenenti le curve di livello del terreno e i margini della zona interessata, dopo aver posizionato le stesse curve su un unico layer, si è importato il file in Rhinoceros, e interpolando le curve di livello si è generata la superficie del terreno interessato.
è esplorato quindi lo scenario per cui la prassi di sviluppare i DLM e la comunicazione di molteplici forme di contenuti a essi riconducibili diventi pratica diffusa, con le singole amministrazioni che si affiderebbero a diversi professionisti, liberi di interpretare i contenuti, sviluppare gli aspetti grafici e di impostare le pagine web utilizzando diversi strumenti, dal linguaggio HTML a software come Adobe Dreamweaver.
Figura 5. DLM di Castelnuovo del Garda.
Fonte: immagine elaborata nell'ambito del corso “Rappresentazione del paesaggio,” condotto dal prof. Giuseppe D'Acunto, collaboratrice alla didattica Ilaria Forti.
Figura 6. DLM di Peschiera del Garda.
Fonte: immagine elaborata nell'ambito del corso “Rappresentazione del paesaggio,” condotto dal prof. Giuseppe D'Acunto, collaboratrice alla didattica Ilaria Forti.
Questo approccio metodologico fornisce la base per processi partecipativi, alimentando una diffusa conoscenza locale, un’abitudine alla discussione e la condivisone e la conseguente consapevolezza di quali siano gli elementi di valore del paesaggio, così richiamando e attuando le indicazioni in termini di sensibilizzazione e partecipazione contenuti nella Convenzione Europea del Paesaggio nel Capitolo 2, articoli n. 5 e 6.
Figura 7. DLM di Garda, immagine elaborata in riferimento all’analisi delle tipologie edilizie.
Fonte: immagine elaborata nell'ambito del corso “Rappresentazione del paesaggio,” condotto dal prof. Giuseppe D'Acunto, collaboratrice alla didattica Ilaria Forti.
Figura 8. DLM di Torri del Benaco, immagine elaborata in riferimento all’analisi delle specie arboree.
Fonte: immagine elaborata nell'ambito del corso “Rappresentazione del paesaggio,” condotto dal prof. Giuseppe D'Acunto, collaboratrice alla didattica Ilaria Forti.
Il grado di innovazione metodologica della ricerca consiste principalmente nell’attenzione rivolta ai canali di osservazione, nella scelta degli strumenti di rappresentazione utilizzati, alla particolare attenzione alla scala locale, alla ricerca di relazioni di intervisibilità, ed in particolare di sequenze e relazioni tra le componenti del paesaggio, con l’obbiettivo di costruire un itinerario culturale legato ai costumi, all’uso del territorio, alle trasformazioni economiche e alle aspirazioni culturali della società. A partire da un ragionamento sui metodi di osservazione e di rappresentazione elaborati ed utilizzati si è arrivati alla sintesi di un sistema continuamente interrogabile e implementabile, accessibile tramite semplici e comuni interfacce.
Figura 9. Scheda tecnica tipo in riferimento all’analisi delle specie arboree.
Fonte: immagine elaborata nell'ambito del corso “Rappresentazione del paesaggio,” condotto dal prof. Giuseppe D'Acunto, collaboratrice alla didattica Ilaria Forti.
Figura 10. DLM di Castelnuovo, immagine elaborata per rappresentare il sistema viario
Fonte: immagine elaborata nell'ambito del corso “Rappresentazione del paesaggio,” condotto dal prof. Giuseppe D'Acunto, collaboratrice alla didattica Ilaria Forti.
Se i valori culturali e le diverse interpretazioni del senso dei luoghi rispetto alle epoche passate si leggono e si stratificano in modo netto all’interno del sistema di osservazione e di catalogazione costruito per la ricerca, non si può dire lo stesso considerando il presente, dove i nessi logici relativi all’evoluzione del paesaggio sembrano perdere chiarezza e le qualità confondersi a causa di un uso massificato del territorio. La finalità di questo lavoro di analisi ed elaborazione di dati rimane la valorizzazione del territorio, in modo che i valori paesaggistici siano in condizione di esprimere tutte le potenzialità e qualità latenti nel luogo, giungendo ad un processo di sintesi che delinea la struttura, la dinamica e la morfologia territoriale, alternando diverse scale di lavoro in modo più aderente possibile tra loro, dalla dimensione comunale a quella regionale, dall’interno all’esterno, dall’individuo alla collettività.