2 | Il ruolo del patrimonio storico nelle strategie di rigenerazione
2.2 Patrimonio indisponibile Consistenza Riferimento normativo
2.2.a. Sedi uffici Tot. n. 35
2.2.b. Aziende agricole Tot. n. 4
2.2.c. Vivai Forestali Tot. n. 3
2.2.d. Beni ex Comunità Montane Tot. 16974,90mq L.R. N. 27/95
2.2.e. Beni Ex Aziende di Promozione Turistica Da acquisire
La Tabella II riporta l'elenco dei beni rientranti nel Patrimonio Disponibile rientranti tra "Altri Fabbricati", con l'indicazione della relativa utilizzazione. Nel merito si evidenzia che undici su trentasette beni regionali risultano inutilizzati. In particolare quattro fabbricati su sette totali sono localizzati nella Provincia di Bari. Tra questi si riporta il caso del Kursaal Santalucia, teatro costruito tra il 1924 e il 1927 dall'ing. Orazio Santalucia, nel 1984 dichiarato edificio di notevole interesse storico, chiuso nel 2011 e acquistato all'asta dalla Regione Puglia nel 2012. Attualmente è in corso di redazione un bando per la "conservazione" e riutilizzo dell'immobile.
Tabella II| 2.1 Patrimonio disponibile (2.1.c Altri Fabbricati).
Fonte: Relazione sul patrimonio Immobiliare della regione Puglia Anno 2014. Pagg. 26-27.
Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (già citato D.Lgs 42/2004), all'art. 12, prevede che tutti i beni
culturali, come definiti all'art. 10. co. 1 (Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico), che risultino opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre cinquant'anni, e mobili, o ad oltre settanta anni, se immobili, siano sottoposti alla verifica della sussistenza dell'interesse culturale.
Tabella III| Fabbricati oggetto di verifica requisiti culturali.
Fonte: Relazione sul patrimonio Immobiliare della Regione Puglia Anno 2014. Pagg. 13-14.
Figura 1 | Demanio e Patrimonio della Regione Puglia. Stralcio della Provincia di Taranto.
Fonte: SIT Regione Puglia.
La ricognizione effettuata dalla Regione Puglia ha permesso di individuare diversi beni soggetti a tutela, cinque dei quali nella Provincia di Taranto, di cui tre localizzati nel territorio di Crispiano.
Tra questi l'Azienda Russoli, risalente al 1606, con Decreto del Ministero dell'Agricoltura e Foreste del 15 luglio 1970, è stata espropriata ed è diventata di proprietà dell'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali. Con Decreto ministeriale del 17 febbraio 1979 viene trasferita alla Regione Puglia. È stata oggetto di alcuni
interventi di carattere strutturale e di alcune "opere per gli adeguamenti prioritari alla sicurezza negli ambienti di lavoro". Attualmente è sede del Centro di conservazione, salvaguardia e miglioramento del patrimonio
genetico della razza asinina di Martina Franca. La stessa è inserita tra le “Masserie Didattiche” della Regione
Puglia, istituite con L.R. n. 2/2008. Tale legge regola il riconoscimento, l’accreditamento e le attività del percorso didattico delle Masserie.
Figura 2| Masseria "Li Russoli". Crispiano (TA).
Fonte: Fotografia di F. Greco del 26-10-2016.
Tra gli altri beni regionali, molti risultano in vendita (la Masseria Medichicchio è stata già oggetto di vendita), altri ancora sono stati dati in comodato d'uso (Fonte Regione Puglia).
Nel merito della gestione complessiva del Demanio e Patrimonio della Regione Puglia, come rappresentato sinteticamente nel Rendiconto 2015, la nuova politica regionale muove a partire da quattro direttrici finalizzate a:
1. realizzare un’amministrazione del patrimonio economicamente competitiva e implementata sulla base della semplificazione amministrativa dei procedimenti;
2. potenziare la dismissione dei beni non più necessari alle esigenze regionali, secondo le più favorevoli condizioni di mercato o finalità di carattere pubblico;
3. implementare interventi di conservazione fisica degli edifici regionali, realizzando opere di manutenzione straordinaria, ristrutturazione e recupero funzionale, volte sia a incrementarne il valore immobiliare sia a migliorarne l’utilizzo dal punto di vista della sicurezza;
4. razionalizzare l’uso e incrementare gli spazi destinati a soddisfare i fabbisogni allocativi per uffici/archivi (da Relazione
al Rendiconto 2015: pag. 72).
Nel merito del punto 2 del suddetto elenco, in tema di "Valorizzazione, dismissione e alienazione dei beni pubblici", il D.L. n.112/2008 prevede, infatti, che, al fine di procedere al riordino, gestione e valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare, Regioni, Province, Comuni e altri enti locali provvedano ad individuare, redigendo apposito elenco, i singoli beni immobili, ricadenti nel territorio, non strumentali all'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione.
4 | Usi e ri-usi del patrimonio comunale: il caso di Grottaglie
Il Comune di Grottaglie, come gran parte degli Enti Locali italiani, dispone prevalentemente di "Beni patrimoniali disponibili". Dopo averli censiti e possibilmente inventariati, ha cercato di indirizzarne
l’utilizzo attraverso il Piano di Alienazione e Valorizzazione del Patrimonio immobiliare5. Si tratta di uno
strumento complesso che nel piano ne determina la conseguente classificazione come patrimonio disponibile e ne dispone espressamente la destinazione urbanistica. Inoltre, la deliberazione del consiglio comunale di approvazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni costituisce variante allo strumento urbanistico generale. Tale variante, in quanto relativa a singoli immobili, non necessita di verifiche di conformità agli eventuali atti di pianificazione sovraordinata di competenza delle Province e delle Regioni.
5 L. 133/2008 art.58. Approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n.41 del 26/08/2015
Uno strumento quindi che può indirizzare usi e riusi del patrimonio immobiliare che in molti casi può determinare il destino urbanistico di interi contesti urbani. Nel caso in esame, il Comune detiene la proprietà di 14 immobili nel centro storico che per dimensione, rilevanza nel tessuto urbano e dimensione possono costituire una rete di centralità capace di costituire la struttura portante di un sistema urbano storico orientato allo sviluppo turistico e alla fruizione culturale degli spazi pubblici.
Ad esempio Palazzo De Felice a Grottaglie è un edificio storico che custodisce la Pinacoteca comunale. Edificato nel 1767 lo stabile è caratterizzato da uno stile artistico di chiara ispirazione barocca. Restaurato di recente il Comune ha destinato alcune sale alla Pinacoteca Comunale inaugurata nel 2006. Da allora sono state allestite varie esposizioni e l’edificio è utilizzato come contenitore culturale della città, oltre che come sede del Gruppo di Azione Locale (GAL) che promuove l’identità territoriale e lo sviluppo locale. Allo stesso modo, in altri edifici di proprietà comunale nel centro storico sono state allocate funzioni pubbliche rilevanti come la sede del Giudice di Pace, o alcune classi del liceo scientifico Moscati. Infine, 10 immobili sono utilizzati come residenze pubbliche perle famiglie e i soggetti più disagiati che cosi risultano diffusi nel centro storico, evitando ghettizzazioni e i fenomeni connessi.
Figura 3|Ingresso Palazzo De Felice di Grottaglie.
Fonte: Fotografia di F. Rotondo.
Ovviamente, la manutenzione e il riuso sono due elementi che procedono di pari passo non soltanto per favorire la gestione, ma anche per favorirne la più ampia fruizione che rappresenta probabilmente lo scopo principale di un bene pubblico. La dismissione, spesso considerata la soluzione più comoda e sicura per le amministrazioni si può rivelare meno veloce della procedura aperta. Nel caso in esame, il riuso di un edificio moderno introdotto attraverso interventi di sostituzione edilizia nel centro storico è stato effettuato con la concessione onerosa al Liceo Moscati alla Provincia di Taranto che gestisce le scuole superiori.
5 | Conclusioni
Dall'analisi dei due casi studio proposti, alle differenti scale, emerge che la nuova gestione da parte degli enti pubblici dei propri beni mira da una parte al potenziamento produttivo di quelli redditizi e dall'altra alla graduale dismissione di quelli improduttivi.
Strettamente connessa al "potenziamento produttivo", soprattutto per la Regione Puglia, è la razionalizzazione dell’uso dei beni strumentali (sedi di uffici/archivi), che si è concretizzata, negli ultimi anni, nella realizzazione di diversi interventi di manutenzione e adeguamento alle norme vigenti in materia di sicurezza, finalizzati alla riduzione dei costi di funzionamento degli uffici regionali e delle locazioni passive, sia a livello centrale che periferico (ad esempio l’ottimizzazione degli spazi e accorpamento delle
strutture regionali in sedi uniche di proprietà). Tutti gli interventi di gestione partono da una maggiore conoscenza e controllo da parte degli enti del proprio demanio e patrimonio. Nel caso regionale è stato creato il Catalogo beni immobili regionali, che permette di "inventariare organicamente tutte le informazioni disponibili sui beni immobili, attraverso un’interfaccia informatica che consente un’agevole consultazione dei dati alfanumerici, cartografici e documentali con i quali elaborare i Piani di valorizzazione e gestione". E ancora, sempre a livello regionale, è stato creato un Applicativo per la gestione delle entrate patrimoniali, denominato SE.PA.COM. "al fine di ottimizzare l’amministrazione del patrimonio, che contiene le schede analitiche di ogni singolo bene, riportanti i dati significativi (destinazione d’uso, contabili, catastali e di contratto – concessioni e locazioni) ed è in grado di consentire l’efficace snellimento e l’utile omogeneizzazione delle procedure amministrative di gestione contabile delle entrate" (da Relazione al Rendiconto 2015: pag.74).
A scala comunale, l’indagine conoscitiva e la catalogazione dei beni è stata effettuata, ma non si è ancora raggiunto un soddisfacente livello di informatizzazione.
Solo attraverso un maggiore conoscenza dei propri beni, l'ente pubblico può essere in grado di garantirne una corretta gestione, assicurandone il riuso.
Attribuzioni
Il presente paper è il frutto di un lavoro condiviso tra i due autori, all’interno del quale occorre attribuire i paragrafi ‘1’, ‘2’, ‘4’ a Francesco Rotondo, il paragrafo ‘3’ e ‘5’ a Federica Greco.
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Sitografia
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http://www.regione.puglia.it/web/packages/progetti/DP2014/Relazione_al_Rendiconto_Anno_2014. pdf.
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http://trasparenza.regione.puglia.it/documents/16513/23474/Relazione+al+Rendiconto+2015/2b884 b7d-2214-40cb-8451-85474ae9b754;jsessionid=B6F92810B51E8531A8D03C976E66C621.
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database-of-national-cultural-heritage-laws/frequently-asked-questions/definition-of-the-cultural- heritage/, (visited 01/02/2017).