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Abstract
Questo contributo si sofferma sul caso dell’Agro Tiburtino tra Roma e Tivoli, vera e propria città diffusa che rinserra al proprio interno delle eccellenze produttive e delle qualità naturalistiche insospettate, insieme a disvalori e detrattori ambientali di grande evidenza, ma sembra aver rinunciato al fiume Aniene, sua spina dorsale, come corridoio ecologico e infrastruttura verde di supporto per il “loisir” metropolitano. La continuità ecologica ne è oggi fortemente compromessa da condizioni antropiche legate a forme dissennate di abitare e produrre.
La riconnessione e il trattamento in paesaggio dei frammentati lacerti di naturalità può contribuire a numerose utilità: salvaguardia dei valori naturali e paesaggistici, difesa del suolo e messa in sicurezza del territorio ma anche rigenerazione e valorizzazione delle risorse patrimoniali, tra cui estese testimonianze di archeologia industriale, in funzione di una più ampia fruizione sociale e maggior benessere e salute psico-fisica dei cittadini.
Si illustrano, quindi, i risultati di una indagine condotta sul territorio del Comune di Tivoli come esperimento di coinvolgimento e partecipazione della comunità in termini di “paesaggio percepito”.
Parole chiave: participation, urban regeneration, strategic planning. 1 | Peri-urbano, frammentazione e possibilità
Sin dal Rinascimento, sull’esempio della prima Soprintendenza alle Antichità di Roma assegnata da Papa Leone X a Raffaello Sanzio (1515), i nostri ordinamenti giuridici hanno posto in capo a specifici organismi la tutela delle “cose immobili” in base al riconoscimento dei caratteri di pregio e delle prerogative di unicità, irripetibilità, qualità e storicità di cui esse sono portatrici. Con la Convenzione europea del Paesaggio, il tema del valore ha incorporato la condizione più estesa di “contesto di vita” delle popolazioni, chiamandole in causa direttamente nelle scelte che riguardano il proprio futuro.
Ai territori peri-urbani italiani, che oramai costituiscono la maggioranza dei nostri contesti di vita, sembra mancare il crisma di questo riconoscimento, se solo si considera che vi ricade appena il 10% dei siti Natura 2000, a fronte di situazioni come la Germania o l’Olanda che sfiorano il 30%. In definitiva, una condizione di ordinarietà di paesaggi agricoli, economici e sociali estremamente radicati e ben presenti all’immaginario collettivo, che esclude tuttavia il riconoscimento dei loro (residui) valori ecologici.
Dando per assodato che il peri-urbano è spesso sinonimo di sprawl o di sprinkling1, spreco di aree
pubbliche, congestione del traffico, compromissione dei terreni agricoli, deterioramento ambientale, frammentazione e polarizzazione sociale, in tutta Europa le agende locali della sostenibilità, soprattutto a livello intercomunale, hanno posto particolare attenzione alle distinte razionalità di funzionamento, mascherate da una sommaria somiglianza nel campo del visibile, ai fini di una pianificazione integrata e a scala più ampia, con una specifica insistenza su:
• struttura spaziale e morfologica;
• tipologia e densità dell’insediamento: tessuto urbano continuo a bassa densità, insediamenti di media densità sparsi, siti commerciali, centri minori, aree industriali disperse;
1 Termine con cui si designano aggregati variabili dimensionalmente (dal singolo edificio alla piccola conurbazione) distribuiti nella
matrice agricola, con alta commistione funzionale di residenza, industriale/artigianale, direzionale e commerciale/terziario di vario tipo. Cfr. Ad es. ISPRA, Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, Roma 2016, p. 70.
• uso del suolo nello spazio aperto: aree dense orticole, seminativi, foreste, aree naturali ecc.
Il periurbano, quindi, non “collega” urbano e rurale attraverso frange intermedie, ma si configura come un
nuovo e distinto “tipo territoriale multifunzionale”2 (Tosics, Nilsson, 2011) con cui la progettazione futura
dovrà fare i conti per trasformare disvalori in opportunità.
A livello europeo, a seguito della Prospettiva europea per lo sviluppo del territorio (European Spatial Development Perspective - ESDP, 1999), della Convenzione sul Paesaggio (2000), della Strategia di Lisbona, della Carta di Lipsia e dell’Agenda territoriale (2007), sono sorte due iniziative scientifiche: la Peri
Urban Region Platform Europe (PURPLE, 2004), un network di regioni che hanno definito una sorta di
Agenda per il peri-urbano a livello europeo, e il progetto PLUREL (Peri-urban Land Use RELationships) incentrato sullo studio delle relazioni degli usi del suolo in ambito peri-urbano. Dal report finale di quest’ultimo progetto (2011), sono emersi alcuni scenari comuni: sebbene il peri-urbano conti la stessa quantità di spazio costruito dell’urbane con una densità abitativa dimezzata, la crescita insediativa è 3,7
volte più elevata che nelle aree urbane3 (Ravetz, Piorr, Tosics, 2011), con una perdita di biodiversità
allarmante. Emergono ulteriori dati utili su cui basare alcune riflessioni: ad esempio, il 25% delle regioni peri-urbane sono classificate come “altamente innovative” nell’ambito dei servizi e dell’IT. Essi, quindi, si configurerebbero come luoghi potenziali dell’innovazione sotto altre declinazioni, ad esempio nelle pratiche agricole e nelle attività giovanili di impresa.
Dal “Programma generale di azione in materia di ambiente fino al 2020 - Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta” dell’Unione Europea, nella priorità 8 per il miglioramento della sostenibilità delle città dell’Unione emerge chiaramente come entro il 2020, l’80% della popolazione abiterà nelle aree urbane e peri-urbane e come queste ultime, insieme alle aree rurali circostanti, giochino un ruolo fondamentale per il mantenimento di buoni standard di qualità della vita urbana e per rispondere alle
necessità di soddisfacimento della domanda di cibo, energia, spazio e risorse e gestione dei rifiuti4.
Queste aree assumono priorità strategiche per evitare gli errori del passato e per interfacciarsi con le problematiche dell’attuale dibattito politico-amministrativo e ambientale-territoriale; vanno affrontate su un doppio livello: a scala vasta e a medio-lungo termine in una prospettiva strategica per rinsaldare i caratteri territoriali che diversamente continuerebbero ad esistere in maniera frammentata, ma anche con progetti puntuali implementabili nel breve termine sui margini e sui bordi per creare continuità ecologica e coesione nelle comunità.
2 | La Città Tiburtina e l’Aniene per ricucire il territorio
Il territorio dell’Agro Tiburtino compreso tra Roma e Tivoli, che raggruppa un bacino di utenza di circa
500.000 abitanti5 inglobando due dei Municipi più popolosi della città di Roma, rappresenta un utile banco
di prova su cui riflettere e provare a indicare linee di sperimentazione per politiche di pianificazione strategica e di coesione sociale; la sua direttrice di sviluppo segnata dal fiume Aniene e dalla via Tiburtina intercetta aree dismesse, segni di “archeologia industriale”, cave abbandonate e industrie ancora in piena attività, insediamenti abusivi e “big retail boxes”.
Se tra gli anni ’20 e ’30 dello scorso secolo, l’asse Tiburtino si era configurato come area di sviluppo industriale (Fig.1), è tra gli anni ’50 e ’60 che, tagliato fuori dagli interventi della Cassa del Mezzogiorno, vide il decremento di alcune attività produttive pur conservandone la vocazione. Frattanto, nuove conurbazioni residenziali, seppur legalmente pianificate, risultavano scadenti per servizi e carenti di spazio pubblico. Iniziava così un processo dissennato legato a un male abitare e un male produrre aggravatosi dopo gli anni ’60 per una forte pressione insediativa che ha destinato la piana dell’Aniene a mero ricettacolo di necessità urbane senza acquisire dignità di città e con la perdita di peculiarità paesaggistiche e patrimoniali di assoluto rilievo.
2«The peri-urban is not just an in-between fringe. It is instead a new and distinct kind of multifunctional territory, and often the
location for opportunities such as airports, business parks and high value housing, which are all seen as essential to urban/regional development.», Ivan Tosics, Kjell Nilsson, PLUREL, 2011
3 «The growth of built development of peri-urban areas will be up to 3.7 times as high as in urban areas. European-wide
projections of built development in peri-urban areas are for 1.4 – 2.5% per annum – if such trends continue. Total built development in peri-urban areas could double between 2040-2060», Joe Ravetz, Annette Piorr, Ivan Tosics, PLUREL, 2011
4Decisione n. 1386/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, Programma generale di azione dell'Unione in materia di
ambiente fino al 2020 “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta”, 2013
5 Roma: Municipio III (205.019 abitanti), Municipio IV (176.981 abitanti), fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica su dati di Fonte
Anagrafica, Comune di Roma, 2016; Tivoli: 56.533 abitanti e Guidonia Montecelio: 88.673 abitanti, fonte: ISTAT, 2016 Atti della XX Conferenza Nazionale SIU | URBANISTICA E/È AZIONE PUBBLICA. LA RESPONSABILITÀ DELLA PROPOSTA | Planum Publisher | ISBN 9788899237127
Gli strumenti di governo del territorio vigenti sulla Bassa Valle dell’Aniene sono diversi per scala e per indirizzo: oltre agli strumenti di pianificazione comunale, il Piano Paesaggistico, il Piano di Bacino, il Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) e il Piano di gestione della Riserva dell’Aniene limitato al tratto romano interno al Grande Raccordo Anulare.
Per garantire il funzionamento della Rete Ecologica Provinciale, il PTGP prevede, attraverso intese tra
Regione e enti locali, l’estensione della Riserva dell’Aniene per ulteriori 1301 ettari6: in effetti l’asta fluviale
dell’Aniene e la rete minore dei lacerti di naturalità garantirebbe una continuità ecologica, paesaggistica e funzionale.
Figura 1 | Schemi di sviluppo territoriale per la Regione Lazio anni ’20-’30 e anni ’50-’60
Fonte: R. Martines: Conferenza “La Valle dell’Aniene. Modelli di Gestione del Territorio”, Seminario “Tivoli… così lontano così vicino”, Roma Tre, DArc, 12.03.2014.
In un lavoro svolto presso il DArc di Roma Tre, la Città lineare dell’Aniene è stata ripartita in 8 transetti funzionali: 1 Roma città consolidata (Città Giardino/Sacco Pastore/Valli); 2 Ponte Mammolo/Talenti; 3 Tiburtina Valley; 4 Periferia romana (Case Rosse/Tenuta di Salone); 5 Agro romano (Lunghezza/Tenuta del Cavaliere); 6 Agro tiburtino (Martellona I); 7 Cave tiburtine; 8 Attraversamento urbano a Tivoli. Se nei primi tratti, la presenza del Parco dell’Aniene garantisce, sebbene in maniera ancora non sufficiente, il soddisfacimento di alcuni servizi eco-sistemici per la comunità, è procedendo verso Tivoli che il fiume Aniene diventa completamente estraneo a dinamiche di accessibilità e fruizione della risorsa naturale, il tutto aggravato da una mancata integrazione tra le parti.
Figura 2 | Schemi interpretativi degli otto transetti lungo l’Aniene tra Roma e Tivoli
Fonte: B. Rizzo, Policy-Making in Metropolitan Areas. The Aniene River as a Green Infrastructure between Roma and Tivoli, in: “International Studies. Interdisciplinary Political and Cultural Journal”, Issue No. 18.3/2016.
6 Piano Territoriale Provinciale Generale PTPG. Relazione di Piano. Sistema Ambientale: ecologia del paesaggio e Rete Ecologica
In questa sovrapposizione di strumenti urbanistici operativamente immobili, il Contratto di Fiume dell’Aniene, il cui Manifesto di intenti è stato firmato nel 2016, potrebbe rappresentare un collante tra i vari portatori di interesse a livello territoriale per la determinazione di progetti non solo per il miglioramento delle acque, ma di valorizzazione del paesaggio e connessione con il patrimonio esistente. Il Contratto di Fiume, sebbene ancora a livello iniziale nella Regione Lazio, ha mostrato in altre regioni risultati positivi in termini di inclusione, partecipazione e fruizione fluviale.
Il comune di Tivoli si avvia all’approvazione del nuovo Piano Generale Territoriale Comunale dopo più di 50 anni dall’adozione dell’ultimo PRG. Nei luoghi di contatto tra il territorio del (futuro) Parco Fluviale e l’abitato di Tivoli insistono ex-aree industriali che disegnano un vero e proprio fronte cittadino sul fiume. Si tratta di un’area soggetta a due strumenti urbanistici (Fig.3): il Piano Integrato per la riqualificazione urbana e territoriale e un Piano Particolareggiato. Entrambi al loro interno ricomprendono le ex-cartiere, patrimonio di archeologia industriale che conta ben otto stabilimenti capaci di raccontare la storia della città se non si trovassero allo stato di totale abbandono.
Figura 3 | Preliminare di Piano Integrato per la riqualificazione urbana e territoriale di via del Colle e delle ex-aree industriali e della Valle dell’Aniene – area contigua all’abitato di Tivoli, Comune di Tivoli, 2015.
3 | Lo spazio urbano nella percezione degli abitanti e city users
Per il transetto n.8 in cui l’Aniene attraversa il comune di Tivoli, abbiamo provato a indagare gli obiettivi di riqualificazione urbana sentiti come particolarmente urgenti attraverso dei questionari (Fig.4), somministrati tra il 27 novembre e il 2 dicembre 2016 a un campione di 142 cittadini e city users.
La percezione dello spazio abitato e il grado di soddisfazione dei servizi pubblici della città sono risultati spunti utili all’Amministrazione Comunale, alla quale i risultati sono stati presentati, per l’implementazione del nuovo PGTC.
Il questionario risulta costituito da una prima parte di dati anagrafici e professionali e una seconda sezione a risposta multipla: “abitare il quartiere” e “abitare la città”. I dati raccolti in forma cartacea sono successivamente stati catalogati in tabelle digitali e graficizzati.
Figura 4 | Questionario somministrato nel Comune di Tivoli, 2016.
Dai risultati elaborati nella prima parte del questionario (Fig. 5) si evince che il campione intervistato è composto per la maggior parte da cittadini italiani. Elevato è il numero di studenti. Per ciò che riguarda le condizioni professionali si rileva una certa eterogeneità, che depone per la rappresentatività del campione. Infine, per quanto riguarda il titolo d’istruzione posseduto o in via di conseguimento, possiamo concludere che il campione analizzato è di medio-alto livello d’istruzione.
Figura 5 | Elaborazione dei grafici sui risultati della sezione dati anagrafici e professionali.
Con riferimento ai risultati della sezione “abitare il quartiere”, graficizzati nel seguito (Figg. 6-7), si evince che la quasi totalità degli intervistati vive o vive e lavora a Tivoli e il grado di legame e identità alla città e al luogo in cui si risiede è alto. Ciò implica una certa sensibilità e interesse alla vita della città stessa. Il campione risiede principalmente nel centro storico e nelle aree di prima periferia, ma sono presenti anche residenti nelle aree non consolidate di Villa Adriana e Bagni di Tivoli.
Gli attributi assegnati all’area di residenza (domanda n.3) forniscono un primo spunto sulla percezione dello spazio: il maggior numero di risposte ha attribuito “incompleto” (ben 57 su 142 questionari), “stretto”, “sporco”, “disordinato”, delineando un quadro di chiara frammentazione urbana. Peraltro, anche l’attributo “piacevole” ha registrato diverse preferenze. Gli attributi più ricorrenti per il Centro Storico sono stati “incompleto”, “sporco”, “piacevole” e “stretto”. L’attributo “incompleto” è stato espresso in maniera quasi unanime dagli intervistati residenti nelle altre aree, in particolare a Villa Adriana e Campolimpido-Favale.
Si è proceduto alla richiesta dell’attribuzione di un giudizio da 0 a 5 a 14 categorie di servizi pubblici e alla conseguente indicazione di quali elementi necessitassero di miglioramenti prioritari: ne è emerso un quadro mediocre di soddisfazione specialmente per parchi, verde e decoro urbano in quanto la maggioranza ha valutato i servizi elencati tra 2 e 3. Sono stati valutati in maniera negativa (0-1) principalmente la percorribilità delle strade e i marciapiedi, i servizi culturali e di svago e i luoghi di socializzazione; valori invece positivi (4-5) per servizi scolastici e discretamente valutati in positivo anche qualità dell’aria, convivenza e relazioni sociali.
Di conseguenza, gli elementi valutati di maggiore urgenza di miglioramento sono stati (in ordine di preferenza con un numero minimo di 30 preferenze):
• percorribilità stradale e marciapiedi (58); • pulizia delle strade e marciapiedi (45); • servizi di intrattenimento e svago (31);
• parchi e verde, servizi culturali, luoghi di socializzazione (30)
Quesiti 1-6: Abitare il quartiere
Figura 6 | Elaborazione dei grafici sui risultati della sezione “abitare il quartiere” – parte I.
Figura 7 | Elaborazione dei grafici sui risultati della sezione “abitare il quartiere” – parte II.
Con riferimento ai risultati della sezione “abitare la città”, graficizzati nel seguito (Fig.8), la vicinanza con Roma emerge come elemento imprescindibile di questo territorio.
Le aree che, secondo gli intervistati, richiedono migliorie prioritarie risultano il centro storico, Villa Adriana e Bagni di Tivoli, precedentemente qualificati come “incompleti” dai residenti. Il numero così elevato di preferenze farebbe intendere che non solo i residenti in queste aree intervistati si siano espressi in tal senso ma anche residenti in altre zone; per cui esse risulterebbero di particolare attenzione degli intervistati e quindi prioritarie per l’azione pubblica.
Le domande 9-11 sulla mobilità delineano un utilizzo massiccio di utilizzo dell’auto per gli spostamenti fuori città e un livello di soddisfazione degli spostamenti in città non particolarmente alto; riemerge il problema della mancanza di adeguati percorsi pedonali.
La risposta conclusiva sulle azioni auspicabili di rigenerazione urbana è, presumibilmente in relazione all’elevato numero di intervistati appartenenti ai gruppi d’età 18-24 e 25-34, indirizzata principalmente alla creazione di luoghi di incontro per i giovani: azioni a sostegno delle riqualificazioni di spazi aperti e per servizi alla cultura registrano un alto numero di preferenze.
Quesiti 7-12: Abitare la città
4 | Conclusioni. Rigenerazione e partecipazione
A fronte dei risultati dei questionari e alla manifesta necessità di avere una città più “completa”, il ruolo del patrimonio industriale, oggi degradato, gioca un ruolo fondamentale per la rigenerazione urbana di Tivoli. La partita va giocata sulla base di processi inclusivi e strategie di pianificazione integrata che riguardino l’intero territorio; questo tipo di approccio permetterebbe quindi non solo la condivisione da parte di tutti gli “utilizzatori del territorio”, dalle amministrazioni ai portatori di interesse, siano essi associazioni e cittadini singoli, ma anche una crescita a lungo termine grazie anche all’impiego efficace dei fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) e alla costituzione di una agenda programmatica e condivisa per l’Aniene.
Il tema dello sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) è stato riconosciuto dall’Unione Europea come lo strumento della politica di coesione 2014-2020 per lo sviluppo locale, rurale, urbano e periurbano; per cui questo tipo di approccio dal basso è auspicabile proprio nelle aree peri-urbane, per dare risposta alle problematiche emerse chiaramente anche dalla nostra analisi per mobilità sostenibile, costruzione di una comunità socialmente coesa e l’indicazione di priorità per l’utilizzo dei suoli.
Il ruolo della pianificazione, in questo caso, richiede di accogliere le sfide in campo economico e ambientale a livello europeo e di tematizzare il territorio attuando politiche di semplificazione e integrazione degli strumenti a vari livelli; in una visione strategica di sviluppo locale, la consapevolezza delle possibilità dei paesaggi dell’Aniene diviene il tema emergente, un filo conduttore “naturale”, cui affidare la riorganizzazione territoriale connessa alla componente sociale delle comunità e delle identità culturali.
Attribuzioni
La redazione del § 1 è di Anna Laura Palazzo, la redazione dei § 2 e 3 è di Romina D’Ascanio, la redazione del § 4 è di Anna Laura Palazzo e Romina D’Ascanio.
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