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Imparare dalla tempesta VAIA

Nel documento Annuario 2018/2019 (pagine 64-68)

FRANCO FRISANCO

già insegnante tecnico pratico di Gestione Ambiente e Territorio

Alla fine di ottobre del 2018 un even- to meteorico eccezionale ha causato effetti disastrosi nel Nord-est dell’I- talia. Intense e abbondanti piogge e soprattutto un fortissimo vento hanno abbattuto vaste superfici a bosco: più di 40.000 ettari devastati, milioni di alberi abbattuti e quasi 10 milioni di mc di legno messo a terra. La “Tempesta VAIA”, così gli studiosi l’hanno battezzata, è stato certa- mente un evento eccezionale che ha molto impressionato perchè in modo improvviso ha creato disastri e una grande inquietudine in quanto segno dei cambiamenti del clima che ormai più nessuno può nascondere. Tutti, esperti, media e gente comune, han- no trovato argomenti di discussione e riflessione. La scuola di certo non poteva non affrontare la tematica. Per questo nel marzo scorso per il triennio dell’articolazione Gestione Ambiente e Territorio si è organizzato il convegno “La Tempesta Vaia: eventi

meteo estremi ed effetti disastrosi sul bosco” con la preziosa disponibilità e collaborazione del Servizio Foreste e Fauna della PAT e dell’Unità Pro- tezione piante del CTT della FEM. La giornata, grazie a Caterina Gagliano, è stata fatta rientrare nelle iniziative

Learn to Love Forests! dell’International Day of Forests 2019, Forest and Educa- tion.

La giornata aveva l’obiettivo di met- tere l’attenzione su cause, effetti, problematiche, prospettive relativa- mente a questi eventi meteo estre- mi che hanno causato danni a vaste zone boscate, con sconvolgimento di interi soprassuoli, deprezzamento del materiale legnoso, crollo del merca- to, alterazione della filiera del legno. Oltre ai problemi economici ci sono effetti paesaggistici, di sicurezza del territorio, di sconvolgimento ecologi- co e restano aperti interrogativi sulle scelte per il futuro e sull’evoluzione degli ecosistemi forestali. “Perché è

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LA REALTÀ

successo: gli eventi meteo estremi e i cambiamenti climatici” è stata la relazione introduttiva di Alberto Tren- ti, del Servizio Previsioni Meteotren- tino, che si è soffermato su come si è sviluppato il fortissimo vento, re- sponsabile principale del disastro sul bosco. “Cosa è successo: effetti della Tempesta Vaia nel Nord Est dell’Italia: schianti per oltre 10 milioni di mc e non solo”: questo il tema approfondi- to da Caterina Gagliano. La relatrice ha anche richiamato altri eventi disa- strosi che hanno interessato le Alpi e il Centro Europa e ha illustrato le linee di azione della Provincia Auto- noma di Trento, in particolare con il Servizio Foreste e fauna. “L’utilizzo del telerilevamento per la stima dei danni” è stato trattato da Michele Dalponte del Dipartimento Agroeco- sistemi sostenibili CRI-FEM, che ha lavorato insieme ad altri enti per il Ministero delle Politiche agricole e fo- restali. Alla questione “Quali problemi per la filiera foresta-legno: danni di- retti e indiretti; problematiche gestio- nali” ha cercato di rispondere Damia-

no Fedel, sempre del Servizio Foreste e Fauna PAT, che ha messo in eviden- za il crollo del mercato del legno e le incertezze che gravano sul settore. Le segherie trentine non hanno la capa- cità di lavorare tutto il legno che deve essere asportato dai boschi, le im- prese boschive devono riorganizzarsi per affrontare una mole di lavoro, la scarsa remunerazione del materiale legnoso è causa di gravi problemi ai proprietari del bosco, comuni e altri enti, oltre ai privati. Si tratta di più di 3 milioni di metri cubi di legname, si pensi che normalmente sono ricavati dai boschi trentini 500.000 metri cubi all’anno. “Le problematiche fitosani- tarie”, altro tema interessante, è stato trattato da Cristina Salvadori dell’U- nità protezione piante-fitopatologie forestali, CTT-FEM. In particolare, a preoccupare è il bostrico tipografo, un piccolo coleottero le cui larve sca- vano gallerie nel legno deprezzan- dolo; ma oltre a ciò c’è il pericolo di una proliferazione di questo insetto sugli schianti e di un passaggio suc- cessivo sugli alberi rimasti in piedi.

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Ciò richiede una veloce asportazione dal bosco del materiale schiantato e un monitoraggio sulle popolazioni di bostrico per alcuni anni. Ha conclu- so la giornata Alessandro Wolynski, anche lui del Servizio Foreste e fau- na, con approfondimenti su “Quali problemi per le funzioni del bosco e quali evoluzioni degli ecosistemi fore- stali”. Tematiche complesse e molto diverse a seconda delle situazioni. Se le conseguenze sull’economia del le- gno sono pesanti, gravi sono in molte zone le conseguenze sulla sicurezza del territorio, visto che viene a man- care la funzione protettiva del bosco e gli alberi schiantati sono un peri- colo. Inoltre, in molte zone c’è uno sconvolgimento del paesaggio e un danno alla fruibilità del territorio da parte di residenti e turisti. Interessan- te la riflessione sulla biodiversità: in aree in cui il bosco è stato completa- mente distrutto c’è un appiattimento

della diversità biologica, ma dove gli schianti hanno interessato gruppi di alberi si sono creati spazi aperti nei quali partiranno successioni ecologi- che ricche di organismi vegetali e ani- mali e quindi di biodiversità. E forse potranno essere ripristinati pascoli che in seguito all’abbandono aveva- no visto la riconquista da parte del bosco, anche qua con una positiva diversificazione degli habitat.

La giornata è stata molto apprezzata dagli studenti e dagli insegnanti ed ha avuto il plauso dei dirigenti della FEM. Tutti hanno potuto cogliere la com- plessità delle tematiche legate ad un evento così eccezionale.

Ma il convegno è stato e dev’essere solo l’inizio di un percorso di studio dei vari aspetti legati a Vaia. Alcune classi hanno fatto uscite per osserva- re e studiare dal vivo i boschi distrut- ti, conoscere le attività di recupero del materiale legnoso e di ripristino

Abete stroncato dalla tempesta

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LA REALTÀ Bostrico tipografo

Chi muore ... accoglie la vita!

del territorio, anche confrontandosi con i tecnici. Sono seguiti e dovran- no continuare altri approfondimen- ti nelle varie materie e ancora con il coinvolgimenti di esperti. Passata l’emergenza e il grosso degli inter- venti di raccolta del legno, di messa in sicurezza e di ripristino in prossi- mità di aree abitate, di infrastrutture e di corsi d’acqua, sarà interessante capire l’evoluzione degli ecosistemi danneggiati dalla tempesta. Di come, in altre parole, le successioni ecolo- giche portano alla ricostituzione del bosco, a volte con l’aiuto dell’uomo (ma non è sempre necessario e utile procedere ad impianti), sempre però con i tempi e i modi della natura. E poi come gli ecosistemi evolvono spesso aumentando la biodiversità: si pen- si alle comunità animali e vegetali e alle relazioni che si si arricchiscono a seguito di schianti di boschi spesso semplificati perchè frutto di impianti o comunque di gestione monospecifi- ca e coetanea. Saranno osservazioni e monitoraggi che potranno esser fatti per diversi anni, con approfondimenti in aula e attività in campo. Aggiungia-

mo anche l’opportunità di capire come i cambiamenti climatici, in particolare con l’innalzamento delle temperature e l’aumento della frequenza e dell’in- tensità di eventi di precipitazioni e di vento estremi, saranno sempre più un pericolo per il territorio e soprattutto quali sono le scelte gestionali che con- tribuiscono a rendere più resilienti gli ecosistemi forestali.

Quindi la tempesta Vaia è e sarà per molto tempo un’occasione per impa- rare!

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Nel documento Annuario 2018/2019 (pagine 64-68)