Asso di fiori è l’appellativo adatto per
presentare Umberto Viola, ex allievo dell’ITA, diplomato perito agrario nel 1972 con il punteggio di 56/60. A 12 anni spendeva la paghetta per ac- quistare bustine contenenti semi di fiori. Sapeva già riconoscere specie e varietà; 60 i tipi di rosa conosciuti nei minimi particolari. “Una rosa è bellissima anche quando sfiorisce” dice, iniziando il colloquio con il sot- toscritto che lo segue, pur senza coin- volgimento diretto, da 50 anni. Per raccogliere notizie di floricoltura da utilizzare nella mia attività di giorna- lista agricolo, avendo nel contempo la possibilità di valutare da vicino l’atti- vità dell’ex allievo. “Ho assimilato dal
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1978 con una duplice conquista: il po- sto di consulente tecnico all’ESAT e il superamento dell’esame di informa- tore socio-economico a conclusione di un corso gestito dall’Università di Trento. Il titolo dava diritto ad eser- citare anche questa mansione all’in- terno dell’Ente per lo sviluppo dell’a- gricoltura trentina. Gli viene invece assegnato il compito di prestare as- sistenza tecnica nel settore della Flo- ricoltura che “nell’arco di 3 decenni aveva fatto registrare un incremento di oltre il 300%”. L’ordine di grandezza si può desumere dai seguenti nume- ri: aziende attive 160 con 600 addetti tra titolari e coadiuvanti famigliari. Un indotto lavorativo che supera le 1000 persone. La superficie produt- tiva coperta (serre ed altri manufatti) raggiunge i 30.000 metri quadrati. L’elenco delle specie da fiore coltivate comprende: 2 milioni 500 mila gerani e fiori da balcone, 370 mila ciclamini, 330 mila stelle di Natale, 240 mila cri- santemi, 240 mila tra viole e primule, 750 mila piante da fiore annuali e 3 milioni di piantine da orto ed erbe aromatiche. Dice l’interessato: ”Le vi- site aziendali avevano come minimo una frequenza mensile e diventava- no più numerose quando riscontra- vo problemi e io li seguivo fino alla risoluzione. Avevo come riferimento alcuni colleghi del Centro sperimen- tale di Laimburg, i consulenti delle più importanti aziende floricole dell’Alto Adige e come interlocutori (validi ma interessati a vendere prodotti, servizi
e materiale vivaistico) i rappresentan- ti delle ditte private. Posso vantare la paternità di alcune iniziative inno- vative oltre alla normale assistenza tecnica: lotta biologica in serra con parassitoidi, interventi agronomici per prevenire le avversità e ridurre o eliminare l’uso di agrofarmaci di sin- tesi, controllo delle acque di irriga- zione, gestione della luce all’interno delle serre rapportata alle esigenze delle varie specie da fiore coltivate. Dall’Esat sono stato trasferito nel 2001 all’Istituto Agrario di S. Michele e alla Fondazione Mach dopo la sua costituzione, sempre mantenendo la stessa mansione, ma continuando a lavorare da solo e senza punti di rife- rimento o sostegno istituzionale. Nel 2012 ho scelto di passare al Servizio Agricoltura della Provincia Autonoma di Trento dove ho lavorato in veste di ispettore fitosanitario. Sono in pen- sione dal 2014”.
Nella cronistoria personale e profes- sionale di Umberto Viola entra a que- sto punto una nuova chiave di lettura rappresentata dalla qualifica di infor- matore socio-economico. Questa fi- gura professionale era nata nei primi anni ’70 ed era prevista da una delle direttive emanate dall’Unione Euro- pea allo scopo di indirizzare le scelte di vita e di lavoro di chi abbandonava l’agricoltura. Liberato dalle mansioni tecniche, ma rimanendo nell’ambito dell’associazione AFLOVIT, Umberto Viola, pur continuando ad amare la floricoltura e gli addetti al settore,
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analizza in modo critico ma propo- sitivo la situazione della floricoltura trentina attuale (2012) e soprattutto in prospettiva. “Il settore sta attraver- sando un periodo di difficoltà dovuto a vari fattori e situazioni convergen- ti: diminuita capacità di spesa delle famiglie, cambiamento degli stili di vita, costi energetici in continuo rial- zo, concorrenza agguerrita dall’estero e da fuori provincia, e soprattutto da parte della GDO, professionalmente nata nei primi anni ’70. La crisi è ac- centuata da alcune carenze di carat- tere strutturale ed organizzativo. L’as- sociazionismo è ridotto al minimo. La sperimentazione e l’attività dimostra- tiva sono fornite da ditte commercia- li e non dagli enti pubblici preposti. L’assistenza tecnica è insufficiente. È necessario dare vita e contenuto ad un progetto comune che, pur lascian- do ad ogni azienda piena autonomia gestionale, preveda il raggiungimen- to di alcuni obiettivi comuni. Proporre un punto aggregativo tra aziende flo- ricole e giardinerie comunali e quanti operano a vario titolo nel settore del verde e per la valorizzazione della flora naturale del territorio. Favorire sinergie con altri settori economici, lanciare nuove forme di turismo lega- te alle risorse ambientali. Incentivare
la presenza del fiore negli stili di vita della gente. Promuovere la cultura del fiore.”
Per realizzare queste proposte Um- berto Viola riteneva necessari due interventi da parte dell’ente pub- blico: quello di creare un ufficio di consulenza tecnico-economica per la floricoltura e le colture protette; poi approvare in tempo utile la proposta di legge provinciale che prevede uno stretto rapporto tra fiori di montagna e turismo. La legge è stata approvata dal Consiglio provinciale all’unanimità nel 2016, ma è rimasta inattuata. Parte da questa costatazione la terza fase della storia personale e profes- sionale di Umberto Viola che si può riassumere in quattro parole: la ri- vincita del pensionato. Finalmente può dedicarsi all’attività che gli è più connaturata: comunicare la bellezza e i segreti della natura e trasmette- re il desiderio di capire il linguaggio dei fiori e del paesaggio. Sono tre le conquiste delle quali si dichiara sod- disfatto limitandosi all’anno in corso. Ha svolto lezioni teoriche e pratiche su fiori e natura nei corsi organizzati dall’Università della Terza età susci- tando entusiasmo e plauso. Ha rea- lizzato con Trentino TV un racconto settimanale a puntate sulle principali
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L’ANGOLO UDIAS Pelagornium spp, Geranio zonale
Petunia spp, Petunia
specie da fiore coltivate nell’orto o in casa. Ha sperimentato con un grup- po di donne rurali della Val di Non un nuovo tipo di turismo botanico ama- toriale. Luogo prescelto: il santuario di San Vittore e Corona nel Bellunese: durata due giorni con passeggiate si- lenti nei dintorni provando a interpre- tare sotto la guida del conduttore il linguaggio della natura, degli alberi e dei fiori spontanei. Non ritengo azzar- dato affermare che quella manifesta- ta nel terzo periodo sia la vocazione innata di Umberto Viola. Ho sottoma- no un lungo elenco di iniziative svolte anche durante il periodo di servizio
attivo di consulente, soprattutto in collaborazione con SAT e SOSAT. Con- cludo citando due proposte che han- no avuto riscontri di segno opposto. “Strade e luoghi dei fiori”, “Creazione di un Centro verde per la collettività trentina in località Gocciadoro”. La prima (individuare percorsi floreali naturali nelle diverse zone del Tren- tino) realizzata con positivi risultati nel Primiero. La seconda (avvicina- re i cittadini ad una nuova forma di ecologia partecipata e condivisa) non è stata accolta. Nell’area indicata da Umberto Viola si sta realizzando un parcheggio per 200 automobili.