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CAPITOLO 2 LE RETI DI IMPRESE

2.2 La rete di imprese

Una rete di imprese è definita da Bastia (1989), “un insieme di aziende giuridicamente autonome che attraverso reciproci impegni di cooperazione realizzano in modo consa- pevole e finalizzato una coordinazione produttiva, sfruttando gli aspetti di complemen- tarietà tecnica ed economica delle rispettive gestioni in vista del conseguimento di obiettivi economici congiunti, da cui ritrarre indirettamente dei vantaggi individuali.”32

Dalla definizione emergono una serie di elementi chiave: • La presenza di due o più nodi connessi in rete.

• L’autonomia giuridica e decisionale dei soggetti coinvolti.

• La necessaria instaurazione di relazioni che legano gli attori coinvolti. • La presenza di meccanismi di coordinamento più o meno formali.

Una rete di imprese è uno strumento - riconosciuto dal nostro ordinamento giuridico attraverso il contratto di rete - che “connette” due o più operatori per creare sinergie tramite la condivisione e combinazione di risorse e competenze messe a disposizione per lo sviluppo di attività comuni di rilevanza economica che porti ad “accrescere la re- ciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato”. 33

Previsto e regolato come fattispecie contrattuale a partire dalla Legge n. 33 del 9 apri-

le 2009 e s.m.i., il contratto di rete permette ai diversi soggetti interessati di sviluppare programmi condivisi di rilevanza economica, senza sacrificare la propria autonomia in nome di un obiettivo comune. Gli operatori partecipanti rappresentano i nodi della rete e P. Bastia, Gli accordi tra imprese. Fondamenti economici e strumenti informativi, Clueb, Bologna,

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1989. Op. cit. pag 69.

TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE n. 5 del 10 febbraio 2009, art. 3, comma 4ter.

le relative relazioni configurano la rete nella sua forma e complessità. Le relazioni che si formano tra i nodi possono essere di natura collaborativa o contrattuale, più o meno formali a seconda del grado di fiducia reciproca e della complessità della relazione. In base alla tipologia di relazioni, che potrebbero far emergere anche imprese leader o

dominanti, configurando così reti centrate (asimmetriche) o acentriche (simmetriche), le

reti assumono strutture più “verticali” o più “orizzontali”. Le reti di imprese asimmetri- che sono composte da attori che incidono con un “peso” diverso sull’operato della rete, per le differenti funzioni svolte all’interno dell’aggregazione reticolare. Queste imprese possono assumere posizioni “centrali” o di “leader”, in quanto per risorse, spirito d’ini- ziativa e competenze sono in grado di svolgere funzioni di coordinamento e rappresen- tano il nucleo centrale della rete. Le altre imprese, definite “nodali”, in base alle capaci- tà possedute e a seconda delle circostanze, supportano l’attività dell’unità centrale, met- tendo a disposizione della rete le competenze distintive, e talvolta svolgendo anche un ruolo più attivo affiancando l’unità centrale nella gestione dell’attività di coordinamen- to. 34

Nelle reti simmetriche, pur in presenza di un soggetto che fa o ha fatto inizialmente da promotore della rete, le imprese sono in ruoli più paritari e mantengono ampia autono- mia decisionale sul programma condiviso.

Le imprese, relazionandosi continuamente tra di loro, condividono risorse che posso- no essere, materiali, immateriali, e finanziarie in base alle esigenze che il programma oggetto del contratto di rete richiede. Occorre allora individuare e mettere a disposizio-

A. Ricciardi, Le reti di imprese. Vantaggi competitivi e pianificazione strategica. FrancoAngeli, Mila

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ne della rete delle risorse che dovranno avere un carattere strategico, cosicché ogni azienda possa partecipare in modo sinergico con le altre per ottenere benefici altrimenti non conseguibili.

I benefici ricercati attraverso forme di cooperazione come quella a rete variano e pos- sono riassumersi, con la consapevolezza che tali benefici non sono circoscritti al se- guente elenco, in:

• Sviluppare nuove competenze o nuovi prodotti in modo condiviso. • Condividere i rischi.

• Ridurre i costi di transazione.

• Creare sistemi di apprendimento e diffusione delle informazioni. • Condividere attività comuni.

• Ottenere maggiori livelli di innovazione di prodotto e di processo. • Migliorare il rating delle aziende in rete.

• Agevolazioni fiscali sugli utili derivanti dall’attività di rete. 35

Le rete viene definita un’organizzazione flessibile perché nella concezione di rete non esistono confini territoriali o settoriali, anzi la partecipazione di imprese operanti in più settori e variamente collocate nel territorio può costituire un fattore critico di suc- cesso. Inoltre ogni impresa è libera di partecipare o meno alle singole iniziative della rete in base alle sue autonome considerazioni riguardo costi o benefici che ne potrà trarre. In generale ogni rete può assumere diversi gradi di flessibilità in base alle com-

http://www.un-industria.it/Public/ImgInf/Brochure%20-%20Le%20reti%20di%20impresa.pdf

plessità delle attività condivise, assumendo configurazioni più o meno burocratiche e formalizzate a seconda delle esigenze delle partecipanti.

“Per reti d’imprese si intende un insieme di aziende giuridicamente autonome, i cui rapporti si basano su relazioni fiduciarie e in qualche caso su contratti, che si impegnano a realizzare congiuntamente la produzione e a condividere investimenti in ricerca e svi- luppo, formazione e marketing.” 36

Le reti si possono classificare in base ai meccanismi di coordinamento dalle stesse adottati, distinguendole in reti proprietarie, reti burocratiche o reti sociali.

Le reti sociali sono caratterizzate da meccanismi di coordinamento informali e svilup- pano relazioni basate sulla fiducia e sul rispetto di valori culturali condivisi. E’ il caso di reti interpersonali nelle quali relazioni stabili e durature creano solide alleanze tra im- prese minori. Anche i distretti sono un esempio di rete sociale nata dall’esigenza di rela- zionare imprese ubicate in una data area locale. Col passare del tempo però anche in quest'ultimo caso sono sfumati i confini territoriali nel quale il distretto era circoscritto, coinvolgendo imprese ubicate in diverse aree territoriali. Da qui l’esigenza di adottare meccanismi di coordinamento sempre più formali, in grado di dare maggior certezze ai meccanismi di governance di tali organizzazioni sempre più complesse.

Si formano così le reti burocratiche dotate di norme interne ben definite e condivise e di meccanismi regolazione basati sui prezzi del mercato. I consorzi sono un esempio di reti burocratiche.

M. S. Fiorelli, Dinamiche organizzative nei network dell'eccellenza tra tradizione e innovazione: L'e

36 -

“Le reti burocratiche fondano il loro coordinamento su contratti di associazione o di scambio che, oltre agli obblighi economici, definiscono anche le modalità di decisione e di controllo.” (Ricciardi). 37

Le reti proprietarie invece riguardano organizzazioni di imprese legate tra loro da rapporti di compartecipazione proprietaria come le joint-venture.

In definitiva, la flessibilità della rete consente di assumere forme di coordinamento che meglio rispondono alle esigenze dettate dalle condizioni ambientali e dai singoli partecipanti, configurandosi così come sovrastruttura interaziendale altamente flessibile.