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CAPITOLO 2 LE RETI DI IMPRESE

2.4 Organizzazione a rete e consorzio

Il modello organizzativo reticolare si sta affermando anche in agricoltura accanto agli strumenti tradizionali di associazione delle imprese, come i consorzi, le cooperative, le organizzazioni di produttori.

VARIABILE CONTRATTI DI RETE DISTRETTI

Prossimità territoriale Non sempre Si

Specializzazione produttiva Non sempre Si

Relazioniinterpersonali Si* Si**

Condivisione di attività Si Formalizzata in un contratto Si Generalmente informale

Fonte: Martiniello L. e Tiscini R., Contratti di rete e distretti: relazioni sotto i profili organizzativo,

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“A differenza del consorzio, dove lo scopo della partecipazione è mutualistico, e della società lucrativa, nella quale lo scopo, almeno lo scopo-fine, è la divisione degli utili, nelle reti lo scopo è l’aumento dell’innovazione e della competitività dei partecipanti, mentre nulla è detto circa la divisione degli utili o la natura mutualistica dell’aggrega- zione” ed è quindi demandato all'interprete ricorrere opportunamente alle norme sulle società di persone e capitali, se lo scopo è più lucrativo, o alle norme sui consorzi e a quelle sulle cooperative, se lo scopo è più mutualistico” (Nitti 2015). 45

Il consorzio rappresenta una particolare aggregazione aziendale all’interno della quale diverse imprese, giuridicamente ed economicamente autonome, si associano per regola- re determinate attività comuni d’impresa; si raggiunge, così, un’organizzazione comune, che coordina e indirizza l’attività dei singoli aderenti. 46

Si tratta per esempio di svolgere in modo condiviso attività di ricerca, attività di pro- duzione e commercializzazione del prodotto attraverso un marchio comune (doc, dop, ecc.), per potenziare il proprio potere contrattuale nei confronti degli interlocutori. A lungo andare, però, gli obiettivi del consorzio, riconosciuto come soggetto autonomo (e anche come proprietario del marchio, come spesso accade), rischiano di divergere da quelli dei singoli associati, penalizzando così la singola impresa. Il rischio è dunque quello di creare una struttura che mette nell’ombra le imprese aderenti.

D. Nitti, Il contratto di rete, Rivista per la consulenza in agricoltura, Euroconference, 2015.

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Nello specifico, si distinguono: i consorzi con sola attività interna, quando operano esclusivamente per 46

regolare i rapporti tra le imprese associate; i consorzi con attività esterna, nel caso in cui, oltre a regola- re i rapporti interni, si erogano servizi alle imprese aderenti e svolgono in comune tutta una serie di atti- vità di produzione e/o commercializzazione di prodotti/servizi

Il contratto di rete, rispetto al consorzio, non presentando prescrizioni sulla natura mu- tualistica o lucrativa, appare uno strumento meglio adattabile alle esigenze delle impre- se che insieme vogliono raggiungere un risultato condiviso.

“A differenza del consorzio, dove vengono messe in comune alcune attività del pro- cesso produttivo, unendo una fase dell’attività tra i consorziati, nella rete le imprese svolgeranno attività in comune al fine di migliorare la competitività, ma non è richiesta l’unificazione - e di conseguenza la rinuncia al presidio - di una parte della propria atti- vità commerciale/produttiva, da parte della singola impresa. Entrambi sono pensati per una cooperazione tra imprese, tuttavia soltanto con il Contratto di rete è possibile perse- guire anche scopi lucrativi e non soltanto consortili come avviene per i consorzi”. 47

Lo scopo delle reti, perseguibile attraverso lo sviluppo di un programma comune, è quello di conseguire obiettivi strategici condivisi che permettono, sia all'insieme dei partecipanti alla rete, che alla singola impresa:

1) La crescita della capacità innovativa: in termini generali, viene intesa come la possi- bilità che l'impresa possa accedere, grazie al fatto di appartenere ad una rete, allo svi- luppo delle proprie o nuove opportunità tecnologiche.

2) L’accrescimento della competitività: è intesa come volta ad aumentare la capacità concorrenziale dei membri della rete o della rete stessa, sia nel mercato nazionale che in quello internazionale.

Anche il consorzio, come la rete, viene creato per realizzare obiettivi che nessuna im- presa consorziata sarebbe in grado di realizzare da sola; tuttavia il suo scopo non è volto

L. Antonello, M. Ferraro, G. Martinelli, L. Mason, F. Muraro, R. Ranalli, E. Sestini, D. Toson, Reti di 47

Imprese in Le reti di imprese, Commissione di Studio Societario dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e

degli Esperti Contabili di Padova, Gruppo di lavoro Reti di imprese. Cortellazzo & Soatto (2011), pag. 17.

alla realizzazione di un profitto, ma alla realizzazione di vantaggi per i consorziati (sco- po mutualistico).

Di seguito viene riportata una tabella contenente i tratti essenziali di alcune delle prin- cipali forme organizzative interaziendali, confrontati con quelli tipici di una rete di im- prese.

Tabella 2.3 Forme organizzative per il networking vs il contratto di rete. 48 Connotati della forma

organizzativa Differenze rispetto al contratto di rete A.T.I. • Forma occasionale e temporanea di associa- zione. • Raggiungimento dei requisiti minimi e ne- cessari per partecipare

alle gare d’appalto.

• Accordo stabile di lungo pe- riodo.

• Favorisce la collaborazione tra PMI allo scopo di elevar- ne individualmente e colletti- vamente la competitività sul mercato e le capacità di in- novazione, ricerca e svilup-

po.

Distretto

• Le sedi delle imprese sono concentrate nella medesima area geogra-

fica.

• Le PMI lavorano ad una o più fasi della produ-

zione.

• Le imprese possono essere localizzate in aree differenti. • Le PMI possono operare in

settori differenti. • E’ un contratto espressamen-

te disciplinato dal legislatore.

Consorzio

• Fusione di una fase specifica della produ- zione o della commer-

cializzazione. • Le PMI rinunciano alla

loro autonomia impren- ditoriale. • Organizzazione comu-

ne in vista dello scopo mutualistico.

• Le PMI non fondono le fasi della produzione. • Le PMI conservano la loro

autonomia imprenditoriale. • Valorizzazione dell’attività svolta dalle imprese indivi- dualmente e colletivamente.

Franchising • Posizione forte del fran- chiser sul franchisee.

• Rapporto equilibrato tra i partner della rete.

G.E.I.E.

• Identità giuridica auto- noma.

• I partner rinunciano alla loro autonomia giuridi-

ca.

• Le PMI possono scegliere tra 3 tipologie di rete. La rete debole e quella pesante con- sentono ai partner di conser- vare la propria autonomia

giuridica. Vi è poi la rete- soggetto che è dotata di au-

tonomia giuridica.

L. Compagnucci, A. Cavicchi & F. Spigarelli, L’efficacia del contratto di rete nel settore agroalimetare

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CAPITOLO 3 IL CONTRATTO DI RETE NELL’ORDINA-