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INVESTIMENTO IN CAPITALE UMANO E COMPETITI VITÀ DELL’IMPRESA AGRICOLA

2.4 L’indagine sul campo

2.4.1 La rilevazione diretta

La complessità del fenomeno in esame, difficilmente schematizzabile a ta- volino o per via teorica, richiede approfondimenti specifici che si avvalgano di pun- tuali riscontri empirici. Allo scopo di chiarire la natura e la portata delle relazioni

che legano la dotazione di capitale con le caratteristiche peculiari delle famiglie coltivatrici è stata condotta un’indagine su un campione di imprese agricole che operano nel comprensorio di Arborea (OR) in Sardegna. Le attività produttive pre- valenti di quest’area sono l’allevamento bovino da latte e l’orticoltura, oltre che il vivaismo. La popolazione del territorio di Arborea mostra un forte senso identita- rio, frutto di un’azione politica che nel secolo scorso ha promosso la bonifica e la colonizzazione della Piana di Terralba, consolidato da un’azione costante e perva- siva degli organismi cooperativi locali. Se a ciò si aggiunge il considerevole volume di fatturato che il sistema agro-alimentare è in grado di realizzare con consistenti e qualificati flussi di prodotti destinati ai mercati regionali e nazionali, ci si rende facilmente conto di quanto il caso studio rappresenti un ideale laboratorio nel qua- le sottoporre a verifica ipotesi di lavoro inerenti l’investimento in capitale umano in agricoltura, che coinvolgono scelte di lungo periodo, anche di carattere intergene- razionale, e condizionamenti dell’assetto funzionale delle relazioni sociali.

A fronte di un universo di circa 300 aziende, si è proceduto alla rilevazione dei dati strutturali di un campione rappresentativo di 83 unità produttive e delle caratteristiche più significative delle famiglie coinvolte nella loro gestione. La rac- colta dei dati è avvenuta per intervista nel 2010 ed ha prodotto una mole di infor- mazioni che è stata sottoposta a diversi trattamenti statistici.

Un primo livello di analisi ha riguardato la caratterizzazione delle famiglie in profili sintetici attraverso l’analisi fattoriale. Le variabili introdotte spaziano dall’incidenza di giovani o anziani alla numerosità del nucleo o al titolo di studio dei diversi membri. Sono emersi 8 profili caratteristici derivanti dalla combinazione di 3 principali discriminatori, corrispondenti ad altrettanti fattori ruotati: l’ampiezza della famiglia, la prevalenza o meno del lavoro familiare nelle aziende condotte e il livello di qualificazione del lavoro familiare (tab. 2.2).

La distribuzione del campione sembra rivelare una prevalenza di tipologie caratterizzate dall’alto titolo di studio dei lavoratori familiari. Occorre in realtà os- servare che i parametri diagnostici dell’elaborato statistico suggeriscono cautela nell’affidare eccessiva fiducia, nello specifico caso, al potere discriminatorio delle tre dimensioni adottate.

Tabella 2.2 – Profili delle aziende sulla base dei punteggi fattoriali Lavoro familiare qualificato Impresa familiare Grande

famiglia Etichetta n osserv %

+ + + Grande famiglia agricola qualificata 7 8,4 + + - Impresa familiare agricola qua-lificata 21 25,3 + - - Impresa con salariati e familiari qualificati 8 9,7 + - + Grande famiglia qualificata 16 19,3 - + + Grande famiglia agricola quali-

ficata 7 8,4 - + - Impresa familiare agricola qua-lificata 4 4,8 - - + Grande famiglia 9 10,8 - - - Piccolo nucleo qualificazione

extra-agricola 11 13,3

Totale 83 100,0

Un secondo passaggio analitico è consistito nella caratterizzazione de- gli imprenditori intervistati sulla base dei principali canali, da essi indicati come prioritari, che vengono adottati allo scopo dell’acquisizione ed all’aggiornamento delle competenze tecniche e gestionali. A tale proposito, il diagramma che segue raffigura una proposta di classificazione di tali canali in funzione, da un lato, della natura individuale o collettiva del processo di apprendimento e, dall’altro, del tipo di conoscenza (contestuale o codificata) prevalentemente trasmessa attraverso tali canali. La particolare tipologia di informazioni raccolte ha suggerito l’impiego dell’analisi delle corrispondenze multiple al fine della classificazione delle tipolo- gie di imprenditori.

Figura 2.2 – Classificazione dei campi di esperienza

Ambito individuale

Sapere informale Conoscenza codificata

Auto-apprendimento (learning by doing)

Auto-aggiornamento da fonti qualificate Viaggi ed altre esperienze dirette Corsi di aggiornamento e formazione

Esperienza familiare

Contesto sociale Interscambio tra operatori locali Canali di istruzione formale avanzata

Anche l’analisi delle corrispondenze multiple, al pari di quella fattoriale, non ha dimostrato di essere in grado di esercitare un significativo potere discrimi- natorio nei confronti dei profili imprenditoriali rilevati. In particolare, risultano per- corribili due principali dimensioni di classificazione al riguardo: la prima colloca, da un lato, coloro che attribuiscono maggiore importanza all’esperienza (propria o familiare) e, dall’altro, chi dichiara di privilegiare il confronto con altre realtà operative attraverso la partecipazione a trasferte, fiere e eventi di altro genere; la seconda, dal canto suo, discrimina gli imprenditori che preferiscono la formazione professionale periodica da quelli che praticano con maggiore convinzione i canali mediatici e l’interscambio con gli altri imprenditori (fig 2.2).

Se dunque la prima dimensione si articola lungo una direttrice che modula la rilevanza della tradizione familiare nella formazione e nell’aggiornamento di competenze, la seconda rivela il maggiore o minore grado di apertura verso realtà esterne. La collocazione dei singoli imprenditori intervistati nello spazio bidimen- sionale appena tracciato consente di definire quattro profili distinti di meccanismi di acquisizione di conoscenze, la cui distribuzione nel campione rilevato è riportata in tabella 2.3.

Tabella 2.3 – Distribuzione dei profili imprenditoriali di acquisizione di conoscenza

Profili Tradizione familiare Apertura all’esterno n osserv %

Tradizionalisti + + 31 37,3 Tradizionali e chiusi + - 12 14,5 Ricettivi e informati - - 24 28,9

Aperti - + 16 19,3

La compagine più numerosa è quella degli imprenditori tradizionalisti, i quali attribuiscono massima importanza al patrimonio di conoscenze tramandato in famiglia, rivelando così di disporre di un bagaglio di saperi di natura prevalen- temente informale. Un piccolo ma significativo nucleo di imprenditori, corrispon- dente al secondo profilo, evidenzia atteggiamenti di chiusura palese nei confronti dell’esterno nel momento in cui attribuisce la priorità all’auto-apprendimento sul lavoro. Di carattere evidentemente opposto sono i profili rimanenti, di cui uno – il terzo – prefigura di avvalersi soprattutto del confronto con gli altri operatori e del- le informazioni veicolati dai mezzi di comunicazione, mentre l’ultimo privilegia la formazione professionale e gli eventi fieristici.

L’ultimo passaggio analitico dei dati rilevati sul campo è stato dedicato alla ricerca di eventuali relazioni tra i due meccanismi di classificazione appena de- scritti: quello delle tipologie delle famiglie e delle aziende agricole e quello delle modalità di acquisizione e di aggiornamento delle competenze. A questo scopo, sono state operate delle regressioni logistiche dei profili familiari sui comporta- menti imprenditoriali. Tale sforzo analitico non ha dato esiti tali da ritenere fondata l’ipotesi dell’esistenza di una relazione significativa tra i due criteri classificato- ri. In altri termini la distribuzione degli otto profili familiari/aziendali rispetto alle 4 tipologie di comportamento degli imprenditori in materia di formazione e ag- giornamento è da ritenersi del tutto casuale. Questo risultato, seppur circoscritto alla specifica realtà operativa di Arborea e condizionato sicuramente da alcune debolezze procedurali, costituisce comunque una base di partenza per ulteriori approfondimenti ed è di per sé indicativo della scarsa capacità rivelata da alcuni rilevanti aspetti dell’azienda e della famiglia, ed in particolare del livello di quali- ficazione, nel condizionare le scelte in materia di acquisizione ed aggiornamento delle competenze. Nel leggere tali risultati, si dovrà tener conto della scelta di trascurare l’assistenza tecnica pubblica e privata tra le fonti informative: ad avviso di chi scrive, questa consapevole omissione, dettata dalla pervasiva azione di tale supporto tecnico nel territorio, spiega in buona parte l’appiattimento dei profili comportamentali degli imprenditori nei confronti dell’acquisizione di una risor- sa intangibile diffusa ampiamente nell’area proprio dagli organismi a ciò deputati dalle istituzioni regionali, dalle imprese e dalle cooperative.

2.4.2 Il focus group

I risultati ottenuti sul campo sono stati sottoposti a verifica ex post attraver- so un focus group che ha riunito 9 testimoni privilegiati, ciascuno appartenente a diversa categoria, in materia di agricoltura, formazione ed istruzione e della realtà agricola del territorio di Arborea. La sessione, tenutasi nel 2011, ha avuto una durata di circa due ore, durante le quali si è potuto sottoporre ai convenuti, sotto varie formulazioni, una griglia di sei domande fondamentali intorno alle quali si è sviluppato il confronto dialettico interno al gruppo.

Tralasciando gli aspetti tecnici della procedura, qui di seguito sono riportati i principali risultati emersi dalla riunione.

Innanzitutto, la scelta del territorio di Arborea ha trovato conforto nella conferma della sua dinamicità, riconosciuta unanimemente dai partecipanti, e della presenza di condizioni favorevoli all’innovazione ed all’investimento in capi- tale umano. In particolare, sarebbe diffusa tra gli imprenditori una spiccata pro- pensione all’innovazione. Ciò comporterebbe, però, la necessità di ricorrere ad un adeguato supporto di risorse finanziarie, da un lato, e di assistenza tecnica. A quest’ultimo proposito, un ruolo di assoluta rilevanza è assolto dalle locali coope- rative, non solo per quel che concerne la promozione delle innovazioni, ma anche per la valorizzazione commerciale delle produzioni e per la diffusione di conoscen- ze tecniche e gestionali nel territorio.

È prevalsa una generale percezione pessimistica delle prospettive econo- miche delle imprese agricole di Arborea. A questo atteggiamento dei partecipanti fa da contraltare la pressoché unanime fiducia nelle capacità delle nuove gene- razioni di far fronte ai segnali negativi che provengono dai mercati e dalla politica con adeguate e innovative soluzioni tecniche ed organizzative. Un segnale di tale capacità, a giudizio di diversi rappresentanti di categoria convenuti al focus group, può essere colto nel crescente apprezzamento che la popolazione locale sembra rivelare nei confronti del valore dell’istruzione scolastica, ed in particolare di quel- la finalizzata all’attività agricola. A differenza di quanto osservato sul campo, è stata da quasi tutti sottolineata l’utilità dei canali di formazione ed aggiornamento sopra descritti, senza esclusione dei corsi – obbligatori e facoltativi – a cui periodi- camente si sottopongono effettivamente gli imprenditori locali.

Infine, ma non ultimo, è stato da più parti evidenziato il clima generale di fiducia ed il forte senso identitario che permea le relazioni economiche e sociali dell’area. Questi tratti, insieme alla forte propensione all’associazionismo che ca- ratterizza nella norma l’azione delle imprese di Arborea, rivela ancora una volta il

ruolo assolto dal capitale sociale nella promozione della formazione di un patri- monio di conoscenze e capacità diffuse e localmente condivise che divengono così un elemento di forte caratterizzazione competitiva del territorio.

2.5 Conclusioni

Il tema qui affrontato è talmente ampio e complesso da non poter essere efficacemente sintetizzato nelle poche pagine di questa nota. La complessità, in particolare, deriva in parte dai diversi livelli di interesse e competenza che sono coinvolti nel problema: basti pensare agli individui ed alle famiglie, alle imprese ed alle istituzioni, alle associazioni ed al territorio. Tuttavia i ragionamenti teorici e i riscontri empirici appena riportati consentono, senza pretesa di esaustività, di proporre alcuni punti fermi in questa materia.

Primo, nel momento in cui si valutano i presupposti e le implicazioni delle scelte di investimento in capitale umano non ci si può fermare alla sfera individua- le, ma si devono praticare diversi ambiti di analisi. Tra questi, qui ci si è soffermati sulla famiglia quale istituto nel quale maturano, anche a seguito di lunghe e sof- ferte dialettiche interne, soluzioni condivise in questa materia. Nello specifico caso dell’agricoltura, è stato evidenziato che non sempre gli obiettivi della famiglia col- tivatrice coincidono con quelli dell’impresa: ciò può condurre ad esiti del processo di investimento che potrebbero rivelarsi avversi allo sviluppo dell’azienda nell’otti- ca di salvaguardia primaria della stabilità del nucleo familiare e della tutela degli interessi e delle aspettative dei suoi componenti.

Secondo, sebbene l’esperienza maturata sul lavoro e presso la famiglia rap- presenti una componente imprescindibile e tuttora prevalente del bagaglio di com- petenze in capo agli imprenditori agricoli (Pulina, 2013), la crescente dinamicità dei contesti tecnici, istituzionali e di mercato che caratterizza le tendenze in atto nello sviluppo del settore primario induce ad attribuire importanza sempre mag- giore alla conoscenza codificata e, in particolare, all’istruzione specialistica e della formazione professionale.

Terzo, la natura di bene pubblico, seppur impuro, della risorsa conoscenza e le difficoltà oggettive di promuoverne la formazione e l’aggiornamento nel mero ambito aziendale conferiscono precise responsabilità all’assistenza tecnica. Le specificità dei diversi contesti aziendali e territoriali sono dirimenti nei confronti delle figure più adatte a promuovere lo sviluppo di tale tipo di supporto alle im- prese: potrebbe infatti trattarsi, nelle diverse circostanze, di fornitori o acquirenti,

come di cooperative ed organismi consortili, fino a giungere agli enti pubblici di sviluppo.

Quarto, è ormai pressoché unanimemente accettata l’idea dell’esistenza di un virtuoso feedback che lega il patrimonio di capitale sociale con quello in capi- tale umano nel processo di sviluppo dei sistemi locali. In particolare, il primo si avvale di una maggiore qualificazione delle risorse umane nel momento in cui esse sono funzionali alla promozione di azioni congiunte e coordinate ed alla condivisio- ne di risorse attraverso l’implementazione di strategie complesse e innovative; il secondo, dal canto suo, non può che giovarsi della presenza di un diffuso clima di fiducia che limita l’insorgere di costi di transazione.

Infine, le politiche di supporto allo sviluppo del capitale umano in agricoltu- ra dovranno abbracciare ambiti più ampi, coinvolgendo le specificità dei territori rurali nei quali dovranno essere adottate in modo da perseguire l’obiettivo di ren- dere ideali le condizioni di contesto per l’investimento, la formazione e l’aggiorna- mento di tale patrimonio.

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apitolo

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SICUREZZA E FLESSIBILITÀ DEL LAVORO: