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4. LA DEFINIZIONE DELLA RURALITA’ ATTRAVERSO L’ANALISI FUZZY

4.3. I risultati ottenuti: gli indici intermedi e l’indice di ruralità

4.3.2. L’indice di ruralità

Dall’aggregazione (condotta sempre mediante tecnica fuzzy) degli indici intermedi presentati nei paragrafi precedenti, si è poi ottenuto un indicatore di sintesi in grado di riassumere, in un’unica dimensione, i vari aspetti della ruralità nei territori Europei: l’Indice di Ruralità fuzzy. Tale indice utilizza, quali variabili di input, l’indice di inaccessibilità, l’indice di rilevanza dell’agricoltura e l’indice di paesaggio. Ai tre indici intermedi descritti nei paragrafi precedenti è stata aggiunta poi la densità di popolazione. A tale variabile viene attribuita dunque una rilevanza maggiore rispetto a tutte le altre. Come evidenziato in precedenza, l’utilizzo di quest’ultima variabile è ricondotto al fatto che il criterio della densità insediativa della popolazione residente ha rappresentato, fin dai primi lavori dell’OECD [1994; 1996a; 1996b], l’unico (o comunque il principale) criterio adottato per l’identificazione delle aree rurali, in grado di distinguerle dalle aree urbane.

In questa analisi della ruralità, dunque, la variabile demografica non viene ignorata; piuttosto, ad essa viene affiancato un più ampio set di indicatori che analizzano i molteplici aspetti connessi con il tema della ruralità. Ovviamente, l’utilizzo di un maggior numero di

variabili rispetto alla metodologia originariamente proposta da OECD (e che tuttora rappresenta il principale riferimento teorico di analisi del grado di ruralità a livello europeo, al quale anche il presente lavoro si ispira) rende più complessa l’effettiva possibilità di confrontare i risultati ottenuti da questo lavoro con quelli presentati da OCSE [1994; 1996a; 1996b].

Ai fini di una maggiore chiarezza espositiva, anche per l’Indice di Ruralità, è stata proposta una classificazione in dieci differenti classi, nonostante tale indice (come i precedenti indici intermedi) abbia una natura sostanzialmente continua. Anche in questo caso, a punteggi più elevati dell’indice sono associati maggiori livelli di ruralità; a punteggi più bassi dello stesso, invece, sono associati livelli meno elevati di ruralità (Figura 4.8). In Figura 4.9 è proposto un ingrandimento sulle regioni più centrali dell’Unione Europea, per dare conto delle differenze esistenti anche in queste aree.

L’analisi a livello territoriale dell’Indice di Ruralità restituisce una fotografia alquanto articolata della ruralità in Europa. Tra le aree meno rurali in assoluto del continente si possono osservare i territori NUTS 3 che ospitano le grandi città capitali: in questi casi, il punteggio dell’Indice di Ruralità è generalmente inferiore a 0,2. Una considerazione analoga vale per i territori che compongono la cosiddetta Blue Banana. I territori lungo il corso del fiume Reno e tra Belgio e Olanda si caratterizzano, infatti, per elevata densità abitativa, ridotto peso del settore primaria sull’economia, presenza di numerose aree urbanizzate. Ne consegue, così, un elevato livello di urbanizzazione. Più in generale, poi, tutte quelle città che rappresentano unità amministrative autonome rispetto ai circostanti territori rurali (tali città sono presenti in modo particolare nell’ordinamento amministrativo della Germania e del Regno Unito, ma anche di altri Paesi dell’Europa continentale) vengono identificate come aree prevalentemente urbane e dunque caratterizzate da un ridotto punteggio dell’Indice di Ruralità. Si deve tuttavia ricordare come tali risultati risultino fortemente condizionati proprio dalle caratteristiche delle aree amministrative considerate. Relativamente a questa problematica, si ricorda che Eurostat [2010], nella propria definizione di aree rurali ed urbane, ha proposto alcuni correttivi volti ad accorpare questi territori caratterizzati da ridotta estensione. Accorpando queste aree urbane con i circostanti territori rurali, il grado di urbanizzazione ne risultava sostanzialmente mitigato. Purtroppo, nel presente lavoro, non è stato possibile utilizzare un simile correttivo, a causa dell’utilizzo di variabili raccolte per singole aree urbane.

Se dunque le aree a maggiore urbanizzazione caratterizzano le aree centrali del continente, e i territori che ospitano le grandi capitali europee, all’estremo opposto è facile

osservare la distribuzione delle aree a maggiore ruralità. Sono proprio i territori NUTS 3 dell’Europa Orientale e Mediterranea a presentare i più elevati punteggi di ruralità tra le aree osservate. In particolare, la quasi totalità dei territori NUTS 3 di alcuni Stati Membri (ad esempio, Bulgaria, Polonia e Grecia) sono caratterizzati da valori molto elevati di ruralità (punteggi in genere superiori a 0,75 e spesso prossimi ad 1). Anche i territori NUTS 3 della Spagna, del Portogallo e dell’Italia Meridionale, si caratterizzano per livelli di ruralità parimenti piuttosto elevati.

Al contrario, i territori NUTS 3 dell’Europa Settentrionale, pur facendo registrare dei punteggi di ruralità mediamente elevati, non presentano il grado massimo di ruralità a livello di Unione Europea a 27. Il risultato, in parte inatteso, è però spiegabile rispetto alle modalità con cui l’Indice di Ruralità è stato costruito. A seguito della scelta di bilanciare gli aspetti paesaggistici con quelli settoriali (rilevanza del settore agricolo), questi territori scontano una minore rilevanza del settore primario, all’interno delle proprie economie.

Infine, proprio sulla base di queste tendenze generali, si conferma la generale rilevanza della ruralità all’interno del continente Europeo. Nonostante l’Europa venga generalmente identificata come un “continente di città”, sono appena “297” i territori NUTS 3 che ottengono un punteggio inferiore a 0,3 (e dunque si caratterizzano come realtà tipicamente urbane). Al contrario, oltre 600 territori NUTS 3 ottengono un punteggio superiore a 0,7. Sulla base di queste poche informazioni (che pure non tengono conto né della popolazione residente né dell’estensione territoriale, come si vedrà nel prossimo paragrafo) non è eccessivo affermare che la ruralità in Europa rappresenta una realtà importante e molto diffusa sul territorio.

Figura 4.8 – Indice di ruralità (regioni di livello NUTS 3)

Numerosità classi

<0,1 0,1-0,2 0,2-0,3 0,3-0,4 0,4-0,5 0,5-0,6 0,6-0,7 0,7-0,8 0,8-0,9 >0,9

136 152 107 96 86 113 122 137 219 120

Fonte: elaborazione personale (Software FuzzyTECH, Software R, EuroGeographics per i confini amministrativi)

Figura 4.9 – Indice di ruralità: blow-up sulla parte centrale del Continente Europeo

Fonte: elaborazione personale (Software FuzzyTECH, Software R, EuroGeographics per i confini amministrativi)