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La revisione della metodologia proposta dalla Commissione Europea

3. DEFINIRE LA RURALITA’: LO STATO DELL’ARTE

3.1. La classificazione della ruralità a livello internazionale

3.1.3. La revisione della metodologia proposta dalla Commissione Europea

Proprio a causa della presenza di alcune distorsioni insite nella metodologia proposta da OECD, una nuova metodologia di classificazione delle regioni NUTS 3

19. La stessa Commissione [Eurostat, 2010] riconosce, ad esempio, come alcuni piccoli villaggi, strettamente circoscritti dal proprio confine amministrativo, possono avere una densità sufficientemente elevata per essere classificati come urbani, pur in presenza di una ridotta popolazione totale (per esempio, ben al di sotto dei 1.000 abitanti). Al contrario, alcune città collocate in territori LAU 2 particolarmente ampi saranno classificate come rurali a causa di una bassa densità di popolazione complessiva. Si pensi, in proposito, alla città di Uppsala (in Svezia), che viene classificata come rurale, nonostante ospiti una popolazione superiore ai 150.000 abitanti.

adottata a livello comunitario è quella elaborata dalla stessa Commissione Europea congiuntamente con Eurostat [Eurostat, 2010]20. Tale metodologia riprende l’approccio già proposto da OECD, apportandovi però alcuni correttivi rilevanti. In particolare, questo nuovo criterio permette di correggere (almeno parzialmente) alcune delle distorsioni individuate in precedenza, che compromettono l’effettiva comparabilità dei risultati tra i differenti paesi dell’UE [Eurostat, 2010].

La classificazione proposta da Eurostat è articolata in tre distinte fasi. Nella fase 1, viene individuata la popolazione che risiede nelle aree urbane (e non più quella residente nelle aree rurali, come nell’approccio originario proposto da OECD). In tal senso, il riferimento principale non è più ai territori LAU 2: al contrario viene adottata una griglia composta di celle di 1 km2. Rispetto a questa griglia, vengono classificate come ‘urbane’, le celle che congiuntamente:

1. superano – individualmente considerate – la soglia dei 300 abitanti / km2 (soglia minima per la densità demografica);

2. ospitano almeno 5.000 abitanti (soglia minima di popolazione residente). Tale soglia viene applicata a gruppi di celle contigue che superano (individualmente) la soglia di densità indicata al punto 1. In particolare, ai fini del calcolo della popolazione complessiva, le celle della griglia vengono raggruppate in base al criterio della contiguità territoriale, includendo anche le diagonali21.

Sulla base dei due punti precedenti, si individuano così gruppi di celle territoriali che presentano caratteristiche sicuramente urbane. La popolazione residente nelle aree rurali è di conseguenza data dalla popolazione che risiede al di fuori delle aree urbane così individuate. Un primo importante caveat rispetto alla metodologia proposta riguarda proprio la definizione della griglia di celle di 1 km2, su cui basare tale classificazione. La griglia proposta, infatti, benché destinata a divenire lo standard a livello comunitario, risulta attualmente disponibile soltanto per alcuni Paesi della UE-27 (Danimarca, Svezia, Finlandia, Austria, Paesi Bassi). Per tutti gli altri Paesi Europei, l’individuazione della popolazione residente nelle aree urbane si basa su una disaggregazione della popolazione

20. Quattro Direzioni Generali della Commissione sono state coinvolte nello sviluppo congiunto di questa nuova classificazione: la DG Agricoltura (DG-AGRI), Eurostat, il Joint Research Centre (JRC) e la DG per le politiche regionali (DG-REGIO).

21. Più semplicemente, una cella che supera la soglia di densità prevista (300 ab/km2) sarà raggruppata con ciascuna delle otto celle adiacenti che supera la medesima soglia di densità.

creata dal Joint Research Centre (JRC) e riconducibile alla popolazione residente nei territori LAU 2 e ai dati relativi agli usi del suolo contenuti nel database CORINE22.

Questa prima fase permette di individuare i territori sub-provinciali dalle caratteristiche urbane e rurali. A questo punto, la metodologia proposta dalla Commissione Europea propone una seconda fase, molto simile a quella precedentemente adottata dall’OECD. In particolare, una regione NUTS 3 è classificata come prevalentemente

rurale (PR) qualora più del 50% della sua popolazione risieda in aree definite come rurali

nella fase precedente. Nel caso, invece, la popolazione residente nelle aree rurali risulti inferiore al 20% della popolazione complessiva di una regione NUTS 3, tale regione viene classificata come prevalentemente urbana (PU)23. In tutti gli altri casi, la regione sarà classificata come intermedia (IR). Grazie all’adozione della griglia di celle, è possibile evitare le distorsioni derivanti dalla variabilità dei territori LAU 2 in termini di estensione superficiale, la quale si ripercuote nel computo della densità abitativa.

La nuova metodologia proposta da Eurostat tenta poi di risolvere anche un altro problema rilevante ovvero quello rappresentato dalle regioni NUTS 3 di dimensioni troppo ridotte. La proposta avanzata da Eurostat è quella di unificare le regioni NUTS 3 di dimensione inferiore ai 500 km2 con le regioni NUTS 3 confinanti24. Quest’operazione riguarda 247 regioni NUTS 3, sulle 1.303 che compongono la UE-27. Rispetto a queste, 142 sono state unite alle regioni confinanti in modo che il gruppo di regioni NUTS 3 così individuate raggiungesse una superficie di almeno 500 kmq25 (in questo modo, dalle 142 regioni NUTS 3 di partenza sono stati ottenuti 114 gruppi di regioni NUTS 3). Per le rimanenti 105 regioni NUTS 3 di piccole dimensioni, invece, non è stato possibile effettuare una simile aggregazione, per motivi di natura diversa [Eurostat 2010]:

22. Dal momento che i dati sull’uso dei suoli (database CORINE) non sono disponibile per i quattro DOM francesi e per i territori NUTS 3 di Madeira e Acores (Portogallo), la griglia di disaggregazione della popolazione non copre queste regioni. Di conseguenza, la classificazione OCSE per questi territori è rimasta inalterata.

23. La soglia è stata modificata rispetto alla precedente metodologia (dal 15% al 20%), al fine di evitare mutamenti troppo pronunciati tra le due classificazioni. In particolare, innalzando la soglia di popolazione necessaria, circa 70 regioni sono classificate come prevalentemente urbane invece che intermedie. I due terzi di queste regioni si trovano in Germania ed in Regno Unito.

24. Tale soglia è stata selezionata, tra diverse opzioni, per identificare le regioni NUTS 3 più atipicamente piccole.

25. In particolare: i) 46 regioni NUTS 3 sono state accorpate all’unica regione NUTS 3 confinante; ii) 50 regioni NUTS 3 sono state accorpate ad una o due regioni confinanti (sulla base della lunghezza del confine condiviso) e non con le rimanenti regioni confinanti; iii) per 18 regioni NUTS 3, il principio della lunghezza del confine non permetteva una netta distinzione tra vicini; pertanto queste regioni sono state accorpate a tutte le altre regioni confinanti; iv) 28 regioni NUTS 3 sono state accorpate ad altre piccole regioni NUTS 3 e ad alcune regioni confinanti di maggior estensione.

 43 regioni NUTS 3 presentano la medesima classificazione (PR, IR, PU) delle regioni confinanti e di conseguenza non si sarebbero avuti cambiamenti a seguito dell’accorpamento;

 41 regioni NUTS 3 risultano adiacenti ad un gruppo di regioni NUTS 3 caratterizzate dalla medesima classificazione;

 per 12 regioni NUTS 3 del Belgio non è stato possibile individuare una chiara modalità di accorpamento, poiché la maggior parte delle regioni confinanti ricade comunque al di sotto della soglia di superficie individuata.

 9 regioni, infine, sono isole, e dunque non presentano alcuna regione confinante con cui poter essere accorpate.

Tuttavia, come ricordato da Eurostat [2010], l’obiettivo principale di questi accorpamenti era quello di rendere più omogenea la classificazione del grado di ruralità dei territori europei. La classificazione ottenuta, inoltre, viene sempre riferita a ciascun territorio NUTS 3 individualmente considerato e i gruppi di regioni creati ad hoc non vengono utilizzati per nessun’altro obiettivo di policy.

Infine, come già accaduto per la classificazione proposta da OECD, anche la nuova classificazione proposta da Eurostat valuta e tiene in considerazione la presenza di città particolarmente popolose all’interno dei territori NUTS 3 (oltre i 200.000 e i 500.000 abitanti). In questo caso, la riclassificazione opera allo stesso modo rispetto a quella proposta ad OECD. L’output della classificazione proposta da Eurostat [2010] è riportato in Figura 3.2.

Figura 3.2 – Regioni NUTS 3 per grado di ruralità (Eurostat)

Fonte: elaborazione personale (EuroGeographics per i confini amministrativi)