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Individuazione delle priorità del sistema

ROI a un anno

3. IL FUNDRAISING TERRITORIALE PER LA CULTURA

3.2 Il distretto culturale

3.2.2 Il distretto culturale evoluto

3.2.2.3 Individuazione delle priorità del sistema

Dal momento che ogni sistema locale può dar luogo a diverse combinazioni dei canali lungo i quali si manifestano gli effetti sistemici di un distretto culturale - identificati nella localizzazione del talento e della nuova classe creativa, nell'orientamento all'innovazione e nella capacitazione - per poter ragionare sui possibili fattori di sinergia sociale, economica e culturale occorre in primo luogo partire da una precisa scelta strategica relativa al canale più rilevante in un'ottica di primo intervento sul sistema a breve termine.

Quindi, dopo avere acquisito una opzione strategica di fondo come punto di partenza, ma con la consapevolezza che il distretto culturale deve porsi come la risultante di una combinazione di fattori, il passaggio successivo a quello di "intercettare" gli ambiti di azione su cui intervenire stabilendone una gerarchia di ordine temporale.

Ricordiamo che esiste un campo potenziale di possibili dimensioni di benessere e di crescita del distretto in cui cinque diverse forme di capitale — asset — che compongono lo sviluppo economico vengono accumulate attraverso dodici diverse azioni che le interfacciano.

Tali azioni posso essere messe in relazione al sistema sia per rilevarne uno stato d'essere che come politiche di intervento. A loro volta i tipi di intervento sono riconducibili a due grandi categorie, tra loro complementari: l'ottimizzazione dello status quo le e sollecitazioni innovative al sistema (intese come interventi di tipo proattivo).

A titolo di esempio vengono individuate tre dimensioni di policy che rappresentano priorità strategiche di breve periodo:

a) qualità dell'offerta culturale (QOC) b) qualità della governance (QGL)

c) capacitazione e formazione della comunità locale (CFL)

Nel breve periodo risulta, quindi, di vitale importanza:

a) focalizzare l'attenzione sui punti forti dell'offerta culturale rilevata, mettendo in atto politiche volte all'ottimizzazione dello status quo;

b) favorire meccanismi di coordinamento tra istituzioni e attori del territorio, attraverso politiche che si collocano tra l'ottimizzazione e l'intervento;

c) creare un pubblico per la cultura attraverso pratiche innovative.

Questo implica in linea generale che nel breve periodo le azioni e i progetti da cui partire dovranno essere in grado di:

- agire sulla Qualità dell'offerta Culturale rispetto alle sue potenzialità di

Capitale Naturale: sviluppare iniziative culturali che valorizzino le (notevoli) emergenze ambientali del territorio;

Capitale Fisico: sviluppare iniziative culturali legate al recupero e alla valorizzazione degli edifici quali interventi di riqualificazione urbanistica e patrimonio architettonico;

Capitale Umano: mettere in atto interventi culturali che comportino aspetti di orientamento e formazione;

Capitale Sociale: generare occasioni di interazione e socializzazione anche multiculturale, legate all'offerta culturale:

Capitale Identitario: sviluppare iniziative culturali rivolte alla creazione di un'identità condivisa del luogo e ad influenzare la sua percezione esterna attraverso la qualità dell'offerta culturale;

- agire sulla Qualità Governance Locale rispetto alle sue potenzialità di

produzione delle cinque forme di capitale:

Capitale Naturale: generare iniziative di governance rivolte alla sostenibilità ambientale del processi di sviluppo economico e sociale;

Capitale Fisico: applicare una visione strategica sull'uso e sul recupero dei contenitori fisici per la logica di sviluppo del distretto culturale;

Capitale Umano: sviluppare una strategia ambiziosa e innovativa di governance della formazione del capitale umano, tramite iniziative di formazione dei funzionari rivolte alle politiche del territorio, e tramite la creazione di un laboratorio di progettazione — formazione in collegamento con l'università; Capitale Sociale: creare occasioni e luoghi di aggregazione funzionali allo sviluppo della logica distrettuale;

Capitale Identitario: apportare identità e visibilità al territorio attraverso il valore "seduttivo" del progetto di sviluppo locale in atto;

- agire sulla capacitazione e formazione della comunità rispetto alle sue

potenzialità di produzione delle cinque forme di capitale:

Capitale Naturale: sviluppare i temi dell'educazione ambientale;

Capitale Fisico: generare azioni di sensibilizzazione nei confronti delle emergenze fisiche del territorio aiutando la cittadinanza a leggere i luoghi dimenticati della città e a sentirsi coinvolta nei progetti di futuro che li riguardano;

Capitale Umano: generare azioni formative direttamente rivolte alla capacitazione tramite la formazione e la didattica;

Capitale Sociale: creare competenze relazionali e azioni rivolte a nuove occasioni di relazione, ad esempio attraverso progetti di arte pubblica di natura laboratoriale, secondo benchmark di eccellenza internazionali;

Capitale Identitario: proporre azioni volte ad aumentare la consapevolezza del valore della cultura come risorsa per la produzione dell'identità individuale e per l'auto-determinazione.

Proseguendo nell'ordine di intervento temporale, le priorità di medio periodo sono identificate in:

a) gestione delle criticità sociali e dell'emarginazione, tramite politiche di integrazione;

b) sviluppo del talento locale;

c) qualità della produzione delle conoscenze tramite politiche volte all'ottimizzazione;

d) partecipazione dei cittadini e della comunità locale, tramite azioni/politiche proattive.

Le priorità di lungo periodo sono infine identificate in: a) sviluppo imprenditoriale;

b) attrazione del talento; c) attrazione delle imprese28.

3.2.2.4 Le policy

In generale, nel breve periodo occorre mettere il distretto nelle condizioni di attivare le proprie potenzialità, riservando alle politiche di medio-lungo periodo il compito di agire sulle lacune strutturali che impediscono forme più complesse ed evolute di integrazione tra la produzione culturale e gli altri comparti produttivi del territorio, che gli impediscono di divenire una destinazione ambita per le scelte localizzative ed insediative delle filiere economiche post-industriali e di coloro che in tali filiere operano e creano valore.

Ad esempio, il recupero degli immobili pubblici e privati dismessi, oggi lasciati nell'abbandono o sede di iniziative estemporanee, può costituire un'occasione da non perdere anche all'interno del fondamentale processo di individuazione e sviluppo di poli culturali territoriali. Va in particolare condotta una 'zonizzazione' strategica dei potenziali contenitori culturali inutilizzati, definendo delle priorità di recupero a seconda dei profili di specializzazione delle varie aree del territorio e dell'effettiva disponibilità degli stessi nonché di risorse finanziarie attuali o potenziali.