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CAPITOLO 3 YO SOY DEL CAMPO

3.2 L’infanzia conclusa.

La vita nelle fincas, si può evincere dai racconti precedenti, non era facile, e per Luisa divenne ancora più dura a seguito della morte di sua madre Margot (questo era il suo soprannome, il suo vero nome era Guglielmina Margherita), avvenuta il 23 gennaio del 1952, quando lei era solo una ragazzina di tredici anni. Mentre suo fratello Antonio, alla stregua di suo padre Vicente, lavorava come bracciante nei campi, Luisa e sua sorella Caridad dovettero sobbarcarsi gli oneri della madre defunta, imparando ben presto, così giovani ed in così poco tempo, a gestire una casa. Dovettero iniziare a lavorare duramente per sostituire la madre, cucinando, lavando e stirando i panni sporchi, pulendo e sbrigando tutti i mestieri di casa. Dopo due anni Luisa rimase la sola donna di casa, all’età di quindici anni, perché Caridad a diciassette anni rimase incinta e andò a vivere con suo marito in una finca poco distante da quella della sua famiglia. Negli anni successivi sua sorella partorì sei figli, cinque maschi ed una femmina, Luisa quindi oltre alle sue faccende domestiche aiutava anche Caridad a sbrigare le proprie. Iniziò così per Luisa, nel gennaio del 1952, una vita di duro lavoro che non termina nemmeno ad oggi, in quanto è lei che tutt’ora si occupa della casa dove vive con sua figlia e le sue due nipoti.

Sua madre si ammalò abbastanza giovane, poco dopo i quarant’anni, e morì che ne aveva quarantasei dopo una lunga trafila di sofferenze e di dolori sparsi in tutto il corpo:

[…] nel 1952 mia mamma era gravemente malata [muy enferma], l’anno che lei morì 1952, io avevo tredici anni […] Perché.. Aveva quarantasei anni, perché lei era ipertesa, lei era ipertesa, la pressione, lei aveva problemi di cuore, mio papà mi raccontava che lei aveva problemi di circolazione, di fegato, e tutto questo le provocava un mal di testa molto forte, molta emicrania. Io mi ricordo che lei aveva un dolore alla testa che voleva vomitare, un mal di testa e un mal di testa che lei si contorceva [arrebataba], saltava molti pasti per questo ed aveva anche l’anemia, mangiava poco perché ogni volta che aveva mal di testa lei non voleva mangiare, aveva solo quarantasei anni quando morì. E così lei saltava molti pasti, pare che avesse un po di tutto, anemia, pressione, e si complicò una cosa con l’altra, quindi pare che le medicine che lei prendeva le levassero un disturbo però gliene aggravassero un altro, e quindi niente. 24

La malattia della madre, ed in seguito la sua morte, condizionò irrimediabilmente la vita delle due ragazzine Rodriguez, Luisa e Caridad, le quali iniziarono a rimboccarsi le maniche in casa e ad aiutare il padre come potevano anche a livello economico, nonostante

Brano presente nell’intervista fatta a Luisa.

lui non volesse che le figlie lavorassero, in quanto era compito degli uomini mantenere le donne:

[…] ah povera mia mamma, sai io avevo solamente tredici anni quando morì, e quando lei morì io e mia sorella facevamo tutto in casa, mia sorella aveva quindici anni e io ne avevo tredici, eravamo due adolescenti e abbiamo lavorato molto.. Io dovevo imparare tutto, perché mia mamma per esempio era malata e aveva mal di testa e mi diceva, per questo è bene insegnare ai ragazzini, io ero una ragazzina, prima della sua morte, lei metteva i fagioli ad ammorbidire in una latta e io dovevo cucinare, e anche stirare. Con il carbone, si stirava con un ferro da stiro di ferro, io l’ho visto fare a mia mamma e a mia sorella, e anche io stirai con il ferro da stiro di ferro, perché non avevamo l’elettricità in casa e così si metteva sopra al carbone il ferro da stiro, io stiravo roba bianca e tutto, e tu sai quanto vapore ti avvolgeva il corpo stirando con un ferro da stiro di ferro bollente? Non ti dico, così io dovevo stirare.. Io stirai molto e mia sorella uguale, stirammo tanto tanto per strada , non solo in casa, anche 25

per la strada, stiravamo e lavavamo per la strada.

Si mia sorella doveva aiutare mio papà perché eravamo poveri e mia madre era malata, poi mi ricordo che lei poveretta si voleva comprare un vestito e mio papà non voleva perché era una giovinetta, e mio papà le diceva: “No no, tu non vai per la strada a lavare i vestiti degli estranei!” Però lei voleva un vestito, e tu sai quanto la pagavano al mese mia sorella? tre

Luisa con l’espressione per la strada intende per altre persone, lei e la sorella, per aiutare il padre e per non

pesos , tre pesos cubani, lei lavava e con i soldini si comprò un vestito, il vestito non valeva 26

niente, però non avevamo denaro, né quel poco per un vestito, e poi io mi ricordo che mio papà non voleva, le diceva che quando avrebbe finito il raccolto le avrebbe comprato un vestito, però mia sorella diceva di no. 27

Luisa con le sue narrazioni, oltre a mostrarmi la sua realtà, quella della sua famiglia, mi mostrava anche quella più generale della vita dei campesinos; nei racconti che riguardano la malattia della madre infatti, oltreché le tematiche personali della sofferenza e del duro lavoro, mi illustrava anche le condizioni di vita nella finca, in particolare mi mise al corrente di cosa accadeva ad un povero bracciante o a una povera casalinga quando si ammalava.

Lei era presa male, la ricoverarono nell'ospedale che si trova qui vicino a Versalles e lei 28

morì, e praticamente i medici, era un governo, era il governo di Batista e se tu non andavi in una clinica, se tu non appartenevi ad una clinica, questo l’aveva la gente che poteva, noi eravamo poveri, il paziente dalla campagna non poteva andare, da Pedro Betancourt, da dove sono io, si poteva andare in ospedale con una lettera politica, del politico, era come una lettera di raccomandazione.. Vediamo se tu mi comprendi, mio papà per fortuna aveva una

Tre pesos cubani, ad oggi, equivalgono circa a quindici centesimi di dollaro.

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Brani presenti nell’intervista fatta a Luisa.

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lettera per farla ricoverare, per ricoverarla li dalla campagna, ricoverarla qui, se non vai con questa raccomandazione non ti ricoverano. 29

Riporto di seguito una parte completa di intervista per illustrare al meglio la situazione vissuta dalla madre di Luisa, ma suppongo che situazioni analoghe venissero vissute anche da altre persone che vivevano nelle fincas cubane a quell’epoca:

Luisa: No.. No.. Un povero.. No.. Dovevi essere una persona che poteva [que pudiera], che

aveva possibilità, e mio papà mi raccontava che lei rimase quindici giorni in questo ospedale, facendo controlli, esami, e dice mio papà che non le diedero neanche una medicina, dice mio papà che a lei non le diedero niente, e che la mandarono a casa a morire, gli avevano detto che per lei non c’era cura. Però mio papà seguì combattendo, c’era un medico lì, lì a Pedro Betancourt, che era il medico che la seguiva e che tentava di procurarle medicine..

Camilla: Ciò perché i poveri non potevano andare in una clinica? L: Le cliniche erano per le persone che avevano denaro.