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Innovazione, ricerca e sviluppo

Nel documento ECONOMIA DELLA SARDEGNA 19° Rapporto 2012 (pagine 131-136)

Grafico 4.2 Tasso di disoccupazione per genere e classi di età, anni 2010 e 2011 (valori %)

5. I fattori di crescita e sviluppo dell’economia regionale ∗

5.4 Innovazione, ricerca e sviluppo

È risaputo come la nostra regione, e l’Italia intera, stia attraversando un periodo di stagnazione del reddito che dura oramai da quasi due decadi. Risultano fon- damentali, in tali condizioni più che in altre, gli investimenti nel settore dell’in- novazione e della ricerca e sviluppo per un rilancio economico strutturale e du- raturo. Proprio questo costituisce uno degli aspetti principali della strategia “Eu- ropa 2020”, che nel caso specifico pone quale obiettivo da raggiungere la quota del 3% del prodotto interno lordo da destinare agli investimenti totali in ricerca

e sviluppo. Non a caso una delle tre priorità avanzate dalla Commissione è la cosiddetta “crescita intelligente”83.

Le misure da adottarsi a livello europeo e nazionale/regionale nell’ambito di questa priorità ricadono nell’iniziativa denominata “Unione dell’innovazione”, il monitoraggio del quale è effettuato nel report “Innovation Union Scoreboard

2011” (IUS da adesso in poi)84 che sarà quindi il nostro documento di riferi-

mento. Esso presenta una valutazione comparativa della performance in materia di innovazione dei 27 Stati membri e di Croazia, Islanda, Macedonia, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia85. Seguendo l’impostazione dello IUS, la nostra ana-

lisi prevede il raggruppamento degli indicatori in tre categorie: la prima è relati- va ai fattori che abilitano il processo innovativo, la seconda si riferisce alle atti- vità realizzate dalle imprese, mentre la terza ricomprende i risultati che emergo- no da queste attività.

Fattori che abilitano il processo innovativo. Sono gli elementi esterni alle

imprese che determinano un contesto favorevole all’innovazione. L’attenzione è rivolta in primo luogo al capitale umano, misurabile con il livello di istruzione della popolazione e l’accesso alla formazione permanente della forza lavoro, in- dicatori di cui abbiamo ampiamente trattato nel paragrafo precedente. Il secon- do fattore che favorisce il processo innovativo è individuato nel finanziamento della ricerca pubblica il cui obiettivo primario è la promozione e diffusione di nuove conoscenze, analizzato per mezzo della spesa pubblica in Ricerca e Svi- luppo (R&S)86.

Il Grafico 5.9 riporta nell’asse orizzontale la spesa pubblica in R&S in per- centuale sul PIL per il 2009 e nell’asse verticale la variazione della stessa per- centuale nel periodo 2004-2009 per la Sardegna, l’Italia e i Paesi europei87. Alla

data di pubblicazione del presente lavoro non è purtroppo possibile effettuare il confronto per questi anni tra la performance della Sardegna e quella delle altre regioni europee, per il ritardo con cui l’Eurostat pubblica le statistiche con det- taglio territoriale regionale rispetto agli uffici nazionali di statistica. Confronte-

83 “Quella che promuove la conoscenza e l’innovazione come motori della nostra futura crescita.

Ciò significa migliorare la qualità dell’istruzione, potenziare la ricerca in Europa, promuovere l’innovazione e il trasferimento della conoscenza in tutta l’Unione, utilizzare in modo ottimale le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e fare in modo che le idee innovative si tra- sformino in nuovi prodotti e servizi tali da stimolare la crescita, creare posti di lavoro di qualità …”, Commissione Europea (2011a).

84 Commissione Europea (2011b).

85 La consapevolezza del contesto globale in cui l’economia regionale compete ci porta ad esten-

dere l’analisi all’ambito europeo, quando ciò è reso possibile dalla disponibilità dei dati.

86 La voce "spesa pubblica" qui analizzata ricomprende i due settori relativi alla spesa governativa

e a quella per l’istruzione superiore universitaria.

87 Riportiamo nel Grafico 5.9 sia la media UE15 che quella UE27, quest’ultima coincide con

remo quindi il dato regionale della Sardegna, fonte ISTAT, con il dato dei Paesi europei, fonte Eurostat, consapevoli che la dimensione nazionale del dato cela la maggiore variabilità regionale88.

Gli assi sono tracciati in corrispondenza della media UE27, che nel 2009 re- gistra una spesa pubblica in R&S pari allo 0,75% del PIL, con una lieve varia- zione positiva dal 2004 al 2009 (+0,10 punti percentuali).

Grafico 5.9 Spesa pubblica in Ricerca e Sviluppo (in % del PIL), anno 2009 e tas-

so di variazione 2004-2009 AT BE BG CH CY CZ DE DK ES EU15 FI FR HR IE IT LT LV MT NO Sardegna SE SI SK TR UK EE GR HU IS LU NL PL PT RO -0,15 -0,10 -0,05 0,00 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,1 0,3 0,5 0,7 0,9 1,1 1,3 1,5 2009 va r 2004- 200 9

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati Eurostat ed ISTAT

In base al posizionamento dell’origine, i territori che si trovano in uno dei due quadranti a destra sono quelli che nel 2009 hanno speso per R&S più della media europea (e quelli nei quadranti di sinistra hanno speso di meno), mentre i territori nei due quadranti superiori hanno avuto nel periodo 2004-2009 una va- riazione superiore alla variazione media europea (viceversa quelli nei quadranti

88 Le abbreviazioni riportate per identificare le nazioni sono le seguenti: AT Austria, BE Belgio,

BG Bulgaria, CH Svizzera, CY Cipro, CZ Repubblica Ceca, DE Germania, DK Danimarca, EE Estonia, ES Spagna, FI Finlandia, FR Francia, GR Grecia, HR Croazia, HU Ungheria, IE Irlanda, IS Islanda, IT Italia, LT Lituania, LU Lussemburgo, LV Lettonia, MT Malta, NL Paesi Bassi, NO Norvegia, PL Polonia, PT Portogallo, RO Romania, SE Svezia, SI Slovenia, SK Slovacchia, TR Turchia, UK Regno Unito.

inferiori hanno avuto una variazione inferiore a quella media e dunque un peg- gioramento della posizione relativa).

La posizione della Sardegna, evidenziata con un triangolo nel quadrante in basso a sinistra, mostra un livello della spesa pubblica in R&S nel 2009 pari allo 0,58% del PIL. Il valore è di poco superiore alla già bassa media nazionale e ri- sulta in lieve diminuzione rispetto al 2004. Questo crea una evidente distanza rispetto alle nazioni leader in Europa come Islanda, Svezia e Finlandia (leader di questa speciale graduatoria con quasi 1,5% del PIL investito in R&S) che spendono una percentuale doppia di un PIL più elevato, e dipinge una situazio- ne più simile a quella di Ungheria, Bulgaria e Croazia. Il grafico proposto mo- stra che buona parte della nazioni che partono da bassi livelli di spesa pubblica in R&S ricadono nel quadrante superiore sinistro, mettendo quindi in atto un processo di avvicinamento ai valori della media europea. Il fenomeno è partico- larmente evidente per il Lussemburgo, la cui percentuale di PIL cresce di 0,20 punti nel periodo considerato. Il Portogallo e l’Estonia sono invece i paesi che hanno migliorato maggiormente la loro performance nel quinquennio di riferi- mento.

Un ulteriore fattore abilitante per il processo innovativo è individuato nel supporto dato dalla diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comu- nicazione (ICT) tra la popolazione. L’indicatore rappresentato nella Figura 5.1 riguarda la percentuale degli individui che non hanno mai utilizzato un compu- ter. L’utilizzo di un computer è infatti da considerarsi il punto di partenza per l’ingresso nella società dell’informazione e chi non ha la capacità di utilizzare un PC nella propria vita è soggetto ad “esclusione digitale”. Questa determina una barriera all’accesso ad una moltitudine di professioni e più in generale una più bassa produttività del lavoro. Per la Sardegna, più di un terzo degli individui intervistati dichiara di non aver mai utilizzato un computer (38%); la percentua- le è di poco superiore alla media italiana (37%), fortemente appesantita dalle cattive performance delle regioni del Mezzogiorno, fra le quali la Sardegna che fa segnare la performance meno negativa.

Si può inoltre notare inoltre l’ampia distanza che separa i paesi del Nord Eu- ropa, che viaggiano in modo deciso verso la società dell’informazione (Norve- gia e Islanda si attestano su percentuali tra il 3 ed il 4%), rispetto ad altri paesi in forte ritardo (es. Romania e Bulgaria che sfiorano il 50%). L’Italia è purtrop- po più vicina a questo secondo gruppo: nell’elenco delle 30 regioni europee con la più alta percentuale di analfabeti informatici si trovano 11 regioni italiane. La Puglia guida questa poco lusinghiera graduatoria con un valore pari al 50%, se- guono Campania (49), Sicilia e Basilicata (45), Molise (41), Abruzzo e Sarde- gna (38), Liguria e Umbria (37), Marche (36). Le altre performance al di sotto della media europea sono relative alle regioni greche e portoghesi (si veda an- che la Tabella a5.10 in appendice).

Figura 5.1 Individui che non hanno mai utilizzato un computer, valore percentuale sul totale degli individui tra i 16 e i 74 anni, anno 2011

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati Eurostat

Attività realizzate dalle imprese. Il secondo gruppo di indicatori è relativo allo

sforzo innovativo compiuto dalle imprese private che compongono il tessuto pro- duttivo del sistema economico, sforzo che può configurarsi come investimento mo- netario, come cooperazione con altre imprese innovative (con conseguente diffu- sione della conoscenza), oppure come miglioramento dell’imprenditorialità attra- verso l’introduzione di innovazioni in house. Tale aspetto risulta di particolare inte- resse, infatti, come spiegato nello IUS, i paesi che maggiormente innovano hanno in comune il fatto di avere un settore privato trainante per quanto riguarda la spesa in R&S.

Il primo dato analizzato è appunto la spesa in R&S in percentuale sul PIL compiuta dalle imprese nel 2009, riportato nel Grafico 5.10 sull’asse orizzonta- le, mentre la variazione della stessa percentuale nel periodo 2004-2009 è ripor- tata sull’asse verticale. Anche in questo grafico la media per il gruppo UE27 (con un valore dell’1,24% per il 2009 e una variazione rispetto al 2004 pari a 0,8 punti percentuali) è riportata in corrispondenza dell’origine degli assi.

Grafico 5.10 Spesa privata in Ricerca e Sviluppo (in % del PIL), anno 2009 e tassi

Nel documento ECONOMIA DELLA SARDEGNA 19° Rapporto 2012 (pagine 131-136)