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Percentuale di raccolta differenziata, tassi di variazione 0,

1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 9,0

Sardegna Mezzogiorno Centro-Nord Italia var.% 08-09 var% m.a. 05-09

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati ISPRA

Come appare dall’analisi della Tabella a2.16 in appendice, la Sardegna con- tinua ad avere un’eccellente performance nella raccolta differenziata dei rifiuti industriali (RAEE), con 5,68 chilogrammi pro capite e una media nazionale che si ferma a 4,29 chilogrammi, sebbene la crescita cominci a segnare piccoli ral- lentamenti. Notevole la crescita della frazione organica selezionate conferita a- gli impianti di compostaggio (si veda la Tabella a2.15 in appendice), passata dalle circa 67mila tonnellate del 2008 alle quasi 112mila del 2009, con un au- mento di oltre il 70%: i dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ri- cerca Ambientale) indicano che circa il 18% dei rifiuti solidi urbani viene recu- perato per la produzione di materiale compostato.

Il primo dei quattro principi comunitari sulla gestione integrata dei rifiuti ri- guarda la riduzione della produzione dei rifiuti che necessitano di essere smalti- ti. I dati pubblicati da ISPRA, presentati nel Grafico 2.15, mostrano come nell’ultimo quinquennio la produzione di rifiuti in Italia abbia cominciato a de- crescere. Questo risultato è dovuto a diversi fattori. Da un lato, la progressiva diffusione di una tariffazione puntuale e di strumenti specifici, quali i sistemi di erogazione alla spina, l’uso di contenitori a rendere, il disincentivo all’uso dei sacchetti di plastica, gli imballaggi riutilizzabili e il compostaggio domestico, permettono di minimizzare i flussi da avviare ai sistemi di raccolta. Dall’altro, la riduzione della produzione di rifiuti è legata alla riduzione della ricchezza: la

produzione di rifiuti è infatti correlata positivamente alle variabili economiche, quali il reddito e la spesa delle famiglie. Nel resto d’Europa sono state introdotte delle misure finalizzate a ridurre tale correlazione (c.d. disaccoppiamento), per evitare che con l’aumento del PIL aumentino anche i costi diretti ed indiretti le- gati alla gestione dei rifiuti, mentre non è così in Italia.

I dati nella Tabella a2.12 riportata in appendice mostrano che la Sardegna ha una produzione di rifiuti pro capite inferiore alla media italiana ma superiore al Mezzogiorno. Nel 2009 tale valore si è attestato sui 501 chilogrammi per abi- tante, contro i 532 della media nazionale. La variazione media annua nel quin- quennio è negativa e superiore alle altre ripartizioni territoriali. Tuttavia, è da notare come nell’ultimo anno il Centro-Nord abbia avuto una performance net- tamente superiore.

Grafico 2.15 Produzione pro capite di rifiuti solidi urbani (kg/abitante), tassi di varia-

zione -3,0 -2,5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0

Sardegna Mezzogiorno Centro-Nord Italia

var% 08-09 var% m.a. 05-09

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati ISPRA

La valutazione della qualità dei servizi idrici viene effettuata facendo ricorso ai dati forniti dall’Indagine Multiscopo – Aspetti della Vita Quotidiana dell’ISTAT. Si tratta di un indicatore basato su un’indagine campionaria, che coglie la perce- zione sul servizio idrico delle famiglie. Nel 2010, il 10,79% (Tabella a2.16 in appendice) delle famiglie residenti in Sardegna ha riscontrato problemi nell’ero- gazione dell’acqua, un valore nettamente in calo rispetto all’anno precedente, a

conferma dell’andamento dell’ultimo quinquennio. Il Grafico 2.16 mostra come in tutte le ripartizioni territoriali si registrino dei miglioramenti nel corso sia dell’ultimo anno che dell’ultimo quinquennio.

Grafico 2.16 Percentuale di famiglie che hanno dichiarato di aver riscontrato pro-

blemi nell’erogazione dell’acqua e che non si fidano di bere acqua del rubinetto, tassi di variazione

-6,0 -5,0 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0

Sardegna Mezzogiorno Centro-Nord Italia

Irregolarità nell'erogazione dell'acqua var% 2009-2010 Irregolarità nell'erogazione dell'acqua var% m.a. 2006-2010 Non si fidano di bere acqua di rubinetto var.% 2009-2010 Non si fidano di bere acqua di rubinetto var% m.a. 2006-2010

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati ISTAT

Guardando la Tabella a2.16 in appendice, si nota che la Sardegna si attesta ora sui livelli della media nazionale, discostandosi nettamente dal Mezzogiorno, dove le famiglie che segnalano problemi all’erogazione idrica sono quasi il doppio. La Sardegna continua ad avere il primato nazionale delle famiglie che non si fidano di bere l’acqua del rubinetto (49,85%), come indica la Tabella a2.17 in appendice. Tuttavia, il Grafico 2.16 mostra come, rispetto all’anno pre- cedente, si sia ridotta nettamente la percentuale di famiglie che non si fidano, in controtendenza rispetto a quanto è accaduto nel resto del Mezzogiorno ed a livello nazionale, dove si registra un aumento della sfiducia nella qualità dell’acqua ero- gata dalla rete idrica.

L’analisi condotta conferma i risultati ottimi che la Sardegna ha ottenuto nel- la gestione della filiera dei rifiuti solidi urbani, attuando le riforme previste dall’ordinamento nazionale e comunitario, e riuscendo a colmare il forte deficit

che la caratterizzava fino a metà degli anni 2000. Le recenti esperienze impren- ditoriali, legate al riutilizzo delle frazioni di materie prime secondarie prove- nienti dalla raccolta differenziata, mostrano come si sia modificata la relazione della popolazione, degli imprenditori e del mondo politico con la nuova con- cezione del rifiuto. Per quando riguarda la gestione delle risorse idriche, i po- chi dati a disposizione mostrano un miglioramento della qualità del servizio. Ad un anno dal referendum che ha momentaneamente bloccato l’apertura al mercato delle SpA a capitale pubblico, dobbiamo continuare a riscontrare l’as- senza di dati aggiornati e completi sulla qualità oggettiva del servizio per ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) o Gestore in anni confrontabili. Questa grave carenza non permette di effettuare un’analisi ed esprimere un giudizio ponderato sulle reali performance nel settore idrico in Sardegna, né di compa- rarlo con altre situazioni.

2.5 Tema di approfondimento. La mobilità sostenibile

La mobilità sostenibile, intesa come esigenza di avere un sistema dei trasporti che, pur garantendo a ciascun cittadino il proprio diritto alla mobilità, non gravi sul sistema ambientale, economico e sociale, costituisce una delle più importanti sfide da affrontare e risolvere, in particolare nell’ottica di crescita sostenibile, obiettivo prioritario dell’attuale politica di coesione sociale economica e territo- riale in Europa.

Secondo il Libro Verde della Commissione Europea (2007), ogni anno si perdono circa 100 miliardi di euro, pari all’1% del PIL dell’UE, a causa dei problemi di congestione e inquinamento derivanti dal traffico nei centri cittadi- ni. L’Unione Europea ha recentemente ribadito i futuri scenari strategici per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile, insieme alla necessità di ridurre drasticamente le emissioni dei gas serra a livello mondiale, con l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale (Commissione Europea 2011b). Si stima che a tal fine sarà necessaria una riduzione di almeno il 60% delle emissioni deri- vanti dal traffico veicolare.

L’auto privata, che rappresenta la principale fonte di esternalità da traffico veicolare, è attualmente il modo preferenziale (in Italia e in Sardegna) per la maggior parte degli spostamenti giornalieri. Se l’auto una volta costituiva sim- bolo di libertà, velocità e progresso, oggi non è più così. Il traffico, ormai parte integrante della vita urbana, sottrae spazio pubblico, condiziona le abitudini di vita, sottrae tempo alle relazioni sociali e agli affetti, causa stress, ed è anche fonte di elevati costi energetici e di spesa (mediamente un italiano spende 3.278 euro all’anno per l’uso dell’autovettura di cui 1.530 euro solo di carburante; ACI Censis, 2011).

L’utilizzo dell’automobile come mezzo di locomozione è particolarmente accentuato in Italia rispetto alla maggior parte dei Paesi europei e ancor di più in Sardegna, come mostrano i dati dell’indagine ISFORT Audimob (2011)34.

Il Grafico 2.17 mostra come il mezzo di trasporto maggiormente utilizzato nelle regioni italiane per gli spostamenti giornalieri sia l’auto privata in modali- tà “auto conducente”, con il picco più alto di utilizzo in Sardegna dove si regi- stra una percentuale del 78%35. A questo fenomeno si associa una bassa percen-

tuale di utilizzo del mezzo di trasporto pubblico ed uno scarso utilizzo dell’in- termodalità (combinazione di mezzi). Anche in questo caso la Sardegna si con- traddistingue registrando i valori peggiori di utilizzo del mezzo pubblico e dell’intermodalità rispetto al resto d’Italia.

Grafico 2.17 Spostamenti giornalieri per modalità di trasporto utilizzate, anno 2010

(valori %) 0 10 20 30 40 50 60 70 80

Sardegna Nord-Ovest Nord-Est Centro Mezzogiorno

a piedi-in bicicletta moto/scooter auto privata (come conducente) auto privata (come passeggero) mezzo pubblico combinazione di mezzi

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati ISFORT AUDIMOB

34 L’indagine, effettuata attraverso rilevazioni trimestrali effettuate con il sistema Computer Assisted

Telephone Interviewing (CATI), raccoglie informazioni su stili e comportamenti di mobilità su un

campione di circa 15.000 individui italiani in età compresa tra i 14 e gli 80 anni.

35 Poiché la domanda del questionario prevedeva risposte multiple la somma dei valori percentuali

Il Grafico 2.18 mostra che la frequenza di utilizzo dell’auto privata nell’arco temporale di tre mesi, è antitetica rispetto alla frequenza di utilizzo dell’autobus – tram. Mentre l’auto è utilizzata per il 50-60% tutti i giorni, il mezzo pubblico al contrario, per una percentuale uguale o superiore, non è stato mai stato utiliz- zato. Questo dato sembra più preoccupante nella nostra regione.