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Principali indicatori del mercato del lavoro: tasso di attività, di occupa zione e di disoccupazione, serie 1993-2011 (valori %)

Nel documento ECONOMIA DELLA SARDEGNA 19° Rapporto 2012 (pagine 95-100)

50 55 60 65 70 1 993 1994 1995 1996 9971 1998 1999 2000 2001 0022 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 T asso d i a ttivi tà 40 45 50 55 60 65 70 19 93 19 94 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 20 10 20 11 T as so di oc cupa zion e 0 5 10 15 20 25 199 3 199 4 199 5 199 6 199 7 199 8 199 9 200 0 200 1 200 2 200 3 200 4 200 5 200 6 200 7 200 8 200 9 201 0 201 1

Sardegna Mezzogiorno Centro-Nord Italia

T as so di di so cc upaz ione

Il primo segnale degli effetti della crisi economica lo si rileva dalla parteci- pazione della popolazione al mercato del lavoro: il tasso di attività segna la ri- duzione della partecipazione nel Mezzogiorno, con un declino iniziato nel 2003, e che si è acuito a partire dal 2007, anno cruciale che segna l’inizio della crisi. A livello nazionale, il 2011 segna una sostanziale stabilità: la partecipazione dal 2003 ad oggi ha mantenuto livelli costanti, attestandosi nell’ultimo anno al 62,2%. Discorso simile al Centro-Nord, che mostra un’elevata partecipazione, sia maschile che femminile, per cui il tasso di attività rimane stabile sopra il 68%, anche se in calo.

Rispetto al quadro nazionale, la Sardegna, dopo la dinamica negativa dei primi anni 2000, ha progressivamente recuperato il trend crescente del tasso di attività, che come abbiamo già sottolineato in precedenti edizioni del Rapporto, è stato trainato dal massiccio ingresso delle donne nel mercato del lavoro.

Questa affermazione è d’altronde confermata dalla Tabella a4.4 in appendi- ce, che riporta i tassi di attività divisi per genere, si osservino in particolare i da- ti a partire dal 2004. Appare infatti evidente come nell’arco di questo periodo di tempo, il tasso di attività femminile sia passato in Sardegna dal 46,2% nel 2004 al 49,9% nel 2011, seppur nell’ambito di un trend non sempre crescente durante il periodo considerato. Il dato tuttavia appare ancora lontano da quello maschile, che comunque decresce da circa il 73% a poco più del 70%. È inoltre interes- sante notare come questo trend di riduzione del tasso di attività maschile sia una caratteristica comune al resto del Mezzogiorno, mentre l’incremento del tasso di attività femminile rimane una peculiarità della nostra regione.

In tutte le aree del Paese negli ultimi quattro anni di crisi economica l’occu- pazione si è ridotta, mantenendo sostanzialmente invariati i divari tra Centro- Nord, Mezzogiorno e Italia. Nel 2011 il tasso di occupazione complessivo si at- testa al 56,9%, appena un decimo di punto sopra quello del 2010 e -1,8 punti percentuali in meno rispetto al 2008. Il Centro-Nord, area in cui i livelli occupa- zionali sono i più alti del Paese, nel periodo pre-crisi raggiungeva il 65%, nel 2010 si mantiene al 64%, così come nel 2011. Verifichiamo la stessa condizione di stabilità per il 2011 rispetto al 2010 nei tassi occupazionali del Mezzogiorno, che si mantiene al 44%, contro il 46% registrato nel 2008.

D’altra parte, in Sardegna, il trend di crescita positivo dell’occupazione, in- terrotto nel biennio 2008-2009, ha mostrato segnali di lieve ripresa nell’ultimo biennio 2010-2011, attestandosi su un tasso di occupazione pari al 52% e an- dando quindi in controtendenza rispetto alle dinamiche nazionali e del Mezzo- giorno58. Dobbiamo inoltre sottolineare che, anche rispetto ai livelli occupazio-

58 Gli andamenti trimestrali segnano un progressivo miglioramento a partire dal secondo trimestre

e particolarmente nel terzo, che coincide con la stagione turistica, in cui il tasso di occupazione di riferimento raggiunge il 53%.

nali, vi sono delle differenze di genere (si veda la Tabella a4.5 in appendice). Mentre infatti in Sardegna il numero degli occupati maschi è rimasto pressoché costante fino al 2007, dal 2008 il tasso di occupazione maschile si è ridotto dal 66% circa al 60% del 2010, per poi mostrare un leggero recupero nel 2011 atte- standosi al 61,4%. Di contro, la crescita occupazionale, registrata durante lo stesso periodo immediatamente precedente alla crisi economica ha riguardato le donne. In questo caso, il tasso di occupazione ha mostrato un trend sostanzial- mente crescente, passando dal 40,2% del 2009 al 42,6% nel 2011, una dinamica che non è riscontrata neppure a livello nazionale.

Il tasso di disoccupazione nazionale, nelle ultime stime mensili pubblicate dall’ISTAT, ha destato ulteriori preoccupazioni sulla possibilità di uscita in tempi brevi dalla crisi economica e contemporaneamente ha reso la riforma del mercato del lavoro, attualmente in discussione, più urgente che mai. Nel 2007 infatti la disoccupazione nella media nazionale era al 6%. L’ultimo dato pubbli- cato dall’ISTAT e riferito a febbraio 2012 mostra un incremento notevole, con un valore stimato al 9,3%, mentre nella media 2011, il tasso è rimasto all’8,4%, invariato rispetto alla media dell’anno precedente59.

Durante gli anni più recenti, la crescita dei tassi di disoccupazione ha riguar- dato tutte le macroaree del Paese. Infatti se nel 2007 il Centro-Nord aveva un tasso di disoccupazione del 4% e il Mezzogiorno si attestava all’11%, nel 2011 nel Centro-Nord la disoccupazione cresce al 6,3% e nel Mezzogiorno cresce al 13,6%. Rispetto all’anno precedente, per entrambe le macroripartizioni, la di- soccupazione si riduce appena di 0,1 punti percentuali, segnando quindi una so- stanziale stabilità del tasso di disoccupazione.

L’andamento della disoccupazione in Sardegna rileva l’interruzione del trend positivo di riduzione evidenziato fino al 2007, anno in cui la il tasso è sceso sot- to il 10%. Dopo la successiva impennata, e lo scavalcamento rispetto al valore del Mezzogiorno, nell’ultimo anno, il dato si assesta al 13,5%, quindi in linea con il resto del Meridione60.

Le differenze di genere si evidenziano anche nel tasso di disoccupazione (si veda la Tabella a4.6 in appendice). Anche in questo caso osserviamo un incre- mento del tasso di disoccupazione maschile, seppur alleviato da una riduzione dal 13,6 al 12,8% nell’ultimo anno, mentre quello femminile segna una flessio-

59 La percezione già rilevata nell’analisi delle transizioni dallo stato di occupato a quello di disoc-

cupato affrontata nel Rapporto dello scorso anno è che probabilmente una maggiore percentuale di persone con contratti a tempo determinato o comunque precari sia passato alla disoccupazione in seguito alla naturale scadenza contrattuale.

60 Nel 2011 si riscontra sempre una forte variabilità, già evidenziata nei livelli occupazionali, ri-

spetto agli andamenti trimestrali, registrando il tasso di disoccupazione più basso durante la sta- gione turistica.

ne dopo l’incremento degli anni 2008-2009. A livello nazionale assistiamo ad un incremento del tasso di disoccupazione maschile e ad una sostanziale stabili- tà di quello femminile. Nel Mezzogiorno i due tassi invece aumentano costan- temente.

Concludiamo infine questa sezione con una analisi delle dinamiche recenti per le diverse province61. Come noto, e come già discusso nel Rapporto dello

scorso anno, la Sardegna mostra profondi squilibri territoriali: la provincia di Carbonia-Iglesias presenta bassi livelli di partecipazione e di occupazione ri- spetto al dato regionale, acuiti dalla crisi di alcuni settori chiave dell’economia della provincia, mentre le più dinamiche sono le province di Olbia–Tempio, Sassari e Cagliari. Nel 2011, queste ultime presentano i tassi di attività maggio- ri, in particolare la provincia di Olbia–Tempio raggiunge un tasso di partecipa- zione del 70%, quelle di Sassari e Cagliari sono in linea con il dato regionale, ovvero intorno al 60%. Il tasso di disoccupazione si riduce durante gli anni re- centi in tutte le province del Nord Sardegna, ma non nelle province di Cagliari, Ogliastra e Medio-Campidano.

In sintesi, durante il triennio 2008-2010 la disoccupazione è cresciuta in Sar- degna, in un contesto nazionale di crescita della componente della forza lavoro in cerca di occupazione. In questo ambito, la crisi di alcuni settori economici ha penalizzato in maniera preponderante la componente maschile della forza lavo- ro. Sebbene il dato medio del 2011 mostri timidi segnali di miglioramento, sap- piamo che le variazioni del tasso di disoccupazione possono essere legate a transizioni in entrata ed in un uscita tra i vari stati di occupazione e partecipa- zione. Nelle sezioni successive discuteremo queste dinamiche, ma prima ci de- dichiamo ad una analisi approfondita del tasso di disoccupazione per le diverse classi d’età.

4.2.2. Analisi della disoccupazione per classi di età

Nel dibattito nazionale i dati recentemente diffusi dall’ISTAT sulla disoccupa- zione continuano ad evidenziare lo squilibrio tra le diverse classi d’età nell’ac- cesso al mercato del lavoro e nel mantenimento dello status di occupato.

Per meglio analizzare queste dinamiche, nel Rapporto di quest’anno presen- tiamo quindi i tassi di disoccupazione per la classe d’età tra i 15-24 anni, quella tra i 25-34 anni e dai 35 anni in su.

61 I dati sulle FDL per le otto province sarde sono prodotte dall’ISTAT a partire dal 2008. I dati si

Il motivo di preoccupazione è confermato dal tasso di disoccupazione giova- nile medio riferito agli anni 2010 e 2011 riportato nel Grafico 4.2. Sia a livello nazionale, ma anche nel più dinamico Centro-Nord, dove i livelli occupazionali per la stessa classe d’età sono i più alti rispetto al resto del Paese, il tasso di di- soccupazione giovanile è cresciuto di un punto percentuale in un anno, attestan- dosi al 23%. Il Mezzogiorno detiene il triste primato del tasso di disoccupazione giovanile più elevato. Questo costituiva un problema strutturale già prima del 2007, in cui raggiungeva quote superiori al 30%, nel 2011 supera il 40%, con punte del 45% per le giovani donne.

Inoltre, i dati mensili diffusi recentemente dall’ISTAT, e che si riferiscono al mese di febbraio 2012, evidenziano a livello nazionale il raggiungimento della disoccupazione giovanile al 30% per la classe di età compresa tra i 15-24 anni. Per questa classe d’età le difficoltà nell’inserimento nel mercato del lavoro, par- ticolarmente nel Mezzogiorno, si traducono spesso nell’uscita dal mercato. Tali transizioni spesso non sono accompagnate dall’inserimento in percorsi formati- vi alternativi, spostando queste fasce più giovani della popolazione nella catego- ria dei Neet (Not in employment, education or training), entrata ormai nelle sta- tistiche ufficiali (si veda il tema di approfondimento in questo capitolo).

In questo ambito, la Sardegna mostra ancora una volta un pattern peculiare. Mentre infatti al 2010 i tassi di disoccupazione in questa classe d’età erano so- stanzialmente identici, e di poco inferiori al 39%, nell’anno successivo assistia- mo ad un forte incremento sia del tasso maschile che di quello femminile, il primo in forte controtendenza sia rispetto al dato per il Mezzogiorno che rispet- to a quello nazionale. Osserviamo inoltre, come riportato nella Tabella a4.8 in appendice, che questi tassi mostrano una certa variabilità tra i diversi anni: men- tre il 2009 è stato l’anno peggiore dall’inizio della crisi per l’occupazione gio- vanile, il 2010 invece ha segnato un lieve miglioramento, mentre nell’ultimo anno osservato, la Sardegna è sopra il Mezzogiorno con oltre il 42% dei giovani tra i 15-24 che non trovano un’occupazione.

Nella classe 25-34 anni, che comprende i giovani in uscita dal percorso for- mativo, e che quindi dovrebbe essere composta da coloro che hanno un tasso di scolarizzazione maggiore, la situazione occupazionale in ingresso nel mercato del lavoro rileva una situazione decisamente migliore rispetto ai giovanissimi. Il dato nazionale sul tasso di disoccupazione per questa classe d’età nel biennio 2010-2011 si attesta intorno al 12%, in leggera flessione nel 2011. Nel Centro- Nord, questo valore è pari a circa l’8%. D’altra parte, nel Mezzogiorno, anche per questa classe d’età, permane il problema della disoccupazione, infatti i livel- li permangono intorno al 20%.

Grafico 4.2 Tasso di disoccupazione per genere e classi di età, anni 2010 e 2011

Nel documento ECONOMIA DELLA SARDEGNA 19° Rapporto 2012 (pagine 95-100)