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Capitolo I: L’innovazione sociale: concetti e teorie

4. Definizioni e dimensioni: verso un’epistemologia dell’innovazione sociale

4.3 Innovazione sociale, una questione di approccio

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, non è possibile giungere ad una definizione condivisa di innovazione sociale. Nonostante una prima distinzione utile al fine di completare il nostro processo di concettualizzazione dell’innovazione sociale sia quello di distinguerla dall’innovazione come concetto generale prima, e dall’innovazione tecnologica poi, è tuttavia doveroso approfondire singolarmente il concetto di innovazione sociale al fine di fondarlo epistemologicamente. Come secondo punto della nostra riflessione, quindi, vogliamo evidenziare che l’innovazione sociale viene analizzata e definita in diversi modi a seconda della disciplina di riferimento e dell’approccio scientifico adottato.

Il primo filone di studi riguarda principalmente “le scienze di management”, che analizzano l’innovazione sociale in termini di aumento dell’efficienza e dell’efficacia delle imprese e del terzo settore grazie ad un miglioramento organizzativo (Damanpour, 1991). Secondo questo approccio, l’innovazione sociale viene vista come un’opportunità per migliorare la strategia aziendale e la competitività d’impresa (Moulaert et al., 2005). Nonostante col tempo questa prospettiva si sia avvicinata molto al concetto di economia sociale, essa spesso interpreta l’innovazione sociale in termini economici, analizzandola secondo le logiche di mercato (Jessop et al., 2014). In questo caso, l’innovatore sociale viene interpretato in senso

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schumpeteriano, come imprenditore creativo che propone delle soluzioni utili alla collettività. Ashoka, la Skoll Foundation e la Schwab Foundation for Social Entrepreneurship sono alcuni esempi utili per comprendere questo tipo di approccio19, promovendo una collaborazione tra settore privato, economia sociale e sfera pubblica. Il cuore di questo approccio è rappresentato dalla volontà di giungere ad un miglioramento organizzativo dell’impresa o dell’impresa sociale attraverso delle azioni eticamente valide e socialmente utili. Per questo motivo, consideriamo questo approccio fortemente riduzionista non sufficiente ad analizzare la complessità dell’innovazione sociale, che comprende al suo interno una dimensione collettiva e sociale considerevole. La maggior parte delle ricerche che si occupano di innovazione sociale in Italia, si rifanno a questo tipo di approccio. Come si evince leggendo il Secondo Rapporto sull’Innovazione Sociale in Italia (Caroli, 2015), infatti, l’approccio è di tipo ‘riduzionista’. Nel testo l’innovazione sociale viene ridotta ad un contesto limitato al mercato, agli attori dell’offerta e ai luoghi di interazione, mentre i soggetti dell’innovazione sociale vengono definiti “stimolatori”, “finanziatori”, “gestori” e “fornitori”, riportando sul piano economico la complessità e la multidimensionalità del concetto stesso di innovazione sociale.

Il secondo filone di ricerca si focalizza sul rapporto esistente tra sfera economica e sfera sociale ed ambientale (Defourny, Monzon Campos, 1992; Demoustier, 2001). Alcuni argomenti di riflessione sono, ad esempio, il self-management, la diffusione di prodotti ecologici e la produzione di valore all’interno delle catene produttive e di consumo su varia scala e in maniera sostenibile. Questa idea è nata, da un lato, dal fatto che l’innovazione sociale possa nascere e diffondersi in risposta alle sfide lanciate dal ruolo della sostenibilità nelle azioni di produzione e consumo, nonché dei processi di sviluppo. Dall’altro lato, le innovazioni sociali sono sostenibili, almeno dal punto di vista sociale, poiché rispondono a dei bisogni collettivi legati all’integrazione sociale, all’accesso alle risorse e alla promozione dell’equità e della giustizia sociale (Maturo, 2012). Di particolare interesse per la nostra analisi, troviamo in questo approccio il tema del legame tra innovazione sociale e sostenibilità.

Il terzo approccio concerne il tema dell’arte e della creatività, intesa come la capacità di generare innovazione sociale che sia in grado di raggiungere determinati obiettivi comuni grazie a strumenti nuovi e creativi (André et al., 2009; Iannelli, Musarò, 2017). Mumford (2002) ha studiato a fondo il ruolo della creatività all’interno dei processi di innovazione sociale, giungendo alla proposta di tre linee di ricerca in questo ambito: il riconoscimento di individui

19 Questo approccio è stato approfondito dalla Stanford Social Innovation Review, la quale si occupa di analizzare

l’innovazione sociale all’interno di organizzazioni filantropiche e del terzo settore (https://ssir.org/, visitato il 19\12\2016).

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emblematici che hanno contribuito alla vita sociale e politica, l’individuazione delle particolare competenze e abilità che questi leader possiedono al fine di risolvere problemi organizzativi e, infine, l’adattamento all’interno dell’organizzazione stessa a seguito dell’introduzione dell’ innovazione. Anche questo approccio, tuttavia, ci sembra riduttivo al fine di comprendere la complessità dell’innovazione sociale, limitandosi ad una visione quasi elitista della stessa senza considerare il ruolo attivo della società civile all’interno dei processi innovativi.

Un quarto approccio si focalizza sulla governance politica (Lévesque, 2014), e si riferisce al mutamento di paradigma verso un modello più sostenibile e responsabile dello sviluppo che sta avvenendo grazie a processi di cambiamento sociale che hanno portato alla creazione di nuove pratiche ed istituzioni (es: economia solidale, movimenti transnazionali, turismo responsabile). Questo approccio si concentra particolarmente sulla critica del carattere gerarchico dei sistemi burocratici e decisionali (Jessop et al., 2014), per giungere ad una visione più allargata della governance politica, comprendente una varietà di attori e di stakeholder territoriali. Inoltre, le innovazioni sociali sarebbero legate non solo alla democratizzazione dei processi decisionali, ma anche ad uno snellimento del sistema burocratico volto alla loro diffusione ed implementazione (Swyngedow, 2005).

Infine, un quinto approccio (Moulaert et al., 2005; Klein et al., 2008; MacCallum et al., 2009; Bellamare, Klein, 2011; Moulaert et al., 2013), analizza l’innovazione sociale da un punto di vista territoriale, offrendo una visione multiscalare e contestuale, con particolare riferimento ai bisogni delle fasce più deboli della popolazione. Questo approccio, che chiameremo territoriale, interpreta l’innovazione sociale, e in particolare l’innovazione sociale su scala locale, in relazione alla questione dello sviluppo territoriale. Riteniamo che questo approccio, che verrà approfondito nel prossimo paragrafo, possa rappresentare l’approccio che maggiormente riesce ad analizzare in modo appropriato la complessità dell’innovazione sociale come fenomeno multidimensionale e collettivo. Un altro valore aggiunto di tale prospettiva è quello di non escludere gli approcci presentati precedentemente: in esso si fondono le questioni riguardanti i rapporti tra i vari attori del territorio, intesi sia come singoli individui, imprenditori creativi, imprenditori sociali, terzo settore e settore pubblico. Come sottolineano Moulaert et al. (2005, p.1976), infatti, “an integration of the various dimensions of social innovation is therefore required: creative ideas have to be combined with innovative actions, organisational changes with individual initiative, including the role of leaders, the dialectics between history and contemporary change, the need to transform governance dynamics at various scales or levels through personal and collective empowerment and juridical-institutional changes”. Per poter studiare il legame tra innovazione sociale e sviluppo del territorio è naturalmente

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importante considerare i rapporti che si instaurano tra questi attori, anche in termini di governance politica e di gestione delle risorse del territorio, nonché il discorso relativo alla sostenibilità, come vedremo nella seconda parte di questo lavoro.

4.4 Il territorio come elemento centrale per l’analisi dell’innovazione sociale: dalla path-