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Inquadramento geomorfologico - stratigrafico Il territorio della Tenuta ricade prevalentemente nella

Nel documento Giornale di Geologia Applicata Geology (pagine 190-193)

piana costiera che si estende dalla zona dei terrazzi mari-ni, posti a quote comprese fra 20 e 40 m s.l.m., fino alla linea di riva. Il settore di entroterra della Tenuta, con quo-te comprese fra 40 e 80 m, corrisponde morfologicamenquo-te ad un blando altopiano, la cui sommità coincide con lo spartiacque idrografico fra il drenaggio diretto verso il Fosso di Malafede (limite settentrionale della Tenuta) e quello diretto verso mare.

La piana è caratterizzata da ondulazioni, poco elevate, corrispondenti ad antiche dune consolidate. Nelle depres-sioni interdunali sono presenti invasi naturali temporanei e perenni, le cosiddette “piscine”, che caratterizzano il paesaggio della Tenuta (Fricano et alii, 2001). Dalla riva del mare fino a quota circa 5 m affiorano sabbie e deposi-ti interdunali recendeposi-ti, dune cosdeposi-tiere consolidate con mol-luschi terrestri e sabbie con ghiaia minuta (Servizio Geo-logico d’Italia, 1963). Le sabbie, di colore giallo– nocciola, si presentano poco coerenti con granulometria da media a grossolana (Bucci & Grillini, 2001). Local-mente si rinvengono anche alluvioni deltizie antiche, riempimento di limi e argille gialle e livelli torbosi riferi-bili alle propaggini più meridionali del delta tiberino (Servizio Geologico d’Italia, 1963). A quote superiori a 5 m affiorano sabbioni rossastri dell’antico cordone dunare (“Duna Rossa”). Si tratta di sabbie di origine eolica, mol-to compatte, a granulometria medio-fine, localmente ri-maneggiate in ambienti fluvio-lacustri e costieri (Dragone et alii, 1967).

A monte della fascia dei terrazzi, sotto la copertura sabbiosa, la successione stratigrafica è caratterizzata dalla presenza di prodotti vulcanici dei Colli Albani e dall’alternanze di sabbie e ghiaie, talvolta cementate, con argille o limi della “Formazione di Ponte Galeria” (Dra-gone et alii, 1967; Malatesta & Zarlenga, 1986).

All’interno della Tenuta, in località Tor Paterno (Fi-gura 1), è stato riconosciuto il limite SE dell’ala sinistra della piana deltizia superiore del Tevere. La piana deltizia superiore corrisponde alla zona più interna del delta e-merso del Tevere ed è caratterizzata da aree lagunari e

palustri, leggermente depresse (massimo -1 m s.l.m.), riempite di sedimenti limoso-argilloso-torbosi (Bellotti et alii, 1989, 1990; Capelli et alii, 2007).

Le perforazioni eseguite dall’ENEA nell’ambito del progetto S.I.T.A.C. per l’allestimento della rete di moni-toraggio idrogeologico hanno, infatti, incontrato alternan-ze di depositi deltizi molto eterogenei (ghiaie in matrice argillosa, sabbie limose) e localmente livelli di torba, at-tribuibili ai depositi del delta del Tevere, solo nel settore di fascia costiera ad ovest di Tor Paterno. La sedimenta-zione tipica di ambiente deltizio sfuma progressivamente in quella di ambiente costiero procedendo verso sud – ovest e nel settore orientale (Capocotta) la copertura sab-biosa poggia direttamente su depositi prevalentemente

argillosi pleistocenici.

Inquadramento idrogeologico

Il territorio della tenuta di Castelporziano è sede di un unico acquifero principale, di cui è stata verificata la con-tinuità idraulica dal Fosso di Malafede fino al mare (Fi-gura 2). La falda libera, contenuta prevalentemente nel complesso delle sabbie dunari (Boni et alii, 1988), circola indistintamente nei sedimenti sabbiosi di tipo deltizio e in quelli, sempre sabbiosi, di tipo costiero. Nel settore più settentrionale, una limitata porzione dell’acquifero è co-stituita dalle sabbie e ghiaie dalla formazione di Ponte Galeria (Bucci & Grillini, 2001).

Figura 2 - Sezione idrogeologica schematica (Bucci, 1996); a) “Duna Antica” (Sabbie); b) tufiti; c) “Ponte Galeria” (Alternanza di sabbie ed argille con ghiaie); d) argille; e) falda acquifera; f) confine della Tenuta; g) pozzi.

Figure 2 - Simplifed hydrogeological section (Bucci, 1996); a) dune sands; b) tuffs; c) alluvial sand and clay with grovels (Ponte Galeria); d) clays; e) groundwater; f) estate boundary g) wells.

Figura 3 - Superficie piezometrica e linee di flusso dell’acquifero di Castelporziano (Bucci & Grillini, 2001): a) pozzi; b) isopieze della falda principale; c) fascia co-stiera a minore gradiente idraulico; d) flussi teorici dell’acqua di falda.

Figure 3 - Groundwater table and flowpaths of the aqui-fer of Castelporziano (Bucci & Grillini, 2001): a) wells; b) groundwater table of main aquifer; c) coastal area ha-ving lower hydraulic gradient; d) possible flowpaths.

La circolazione sotterranea è sostenuta alla base da un substrato prevalentemente argilloso (Pleistocene inferio-re), mai affiorante nel territorio della Tenuta ma intercet-tato da alcune perforazioni per l’installazione dei piezo-metri della rete. Locali spartiacque sotterranei, legati all’andamento sepolto del substrato impermeabile, deter-minano un ridotto drenaggio della falda verso nord nel settore settentrionale (Fosso di Malafede) e un prevalente drenaggio sotterraneo verso il mare nel settore meridiona-le (Figura 2).

Il locale assetto idrostrutturale esclude la possibilità di una continuità idraulica dell’acquifero di Castelporziano con l’acquifero vulcanico dei Colli Albani. II fosso di Malafede, che delimita verso nord-est la Tenuta, racco-glie l’intero contributo della falda basale del bacino idro-geologico del versante nord-occidentale dell’Unità dei Colli Albani (Capelli & Mazza, 2005a). In corrisponden-za del confine sud-occidentale (Capocotta) della Tenuta, l’alto strutturale di Pratica di Mare – Castelporziano (Ca-pelli & Mazza, 2005b) determina la risalita del substrato impermeabile, costituendo un limite di flusso che separa localmente la circolazione idrica sotterranea interna della Tenuta da quella esterna. L’alimentazione della falda è da attribuire, quindi, esclusivamente agli apporti meteorici locali; l’acquifero resta aperto verso mare e verso il delta del Tevere, che costituiscono i principali punti di recapito della locale circolazione idrica sotterranea.

Il gradiente idraulico della circolazione idrica sotter-ranea, ricostruita da Bucci & Grillini (2001) (Figura 3) è stato valutato pari a circa 10‰ nel settore più interno e notevolmente ridotto (3‰) nel settore costiero. La brusca diminuzione del gradiente idraulico, posta in corrispon-denza dell’isopieza 5 m s.l.m., è da attribuire al passaggio della circolazione idrica dai depositi della duna antica, caratterizzati da un maggiore addensamento e quindi da permeabilità relativa minore, a quelli della duna recente e attuale meno addensati e quindi caratterizzati da una maggiore permeabilità relativa.

Lo spessore della falda costiera, minimo nell’area di Capocotta (10 metri) a causa del sollevamento del sub-strato impermeabile, aumenta progressivamente fino a 40 metri, procedendo verso il confine nord-orientale (Castel-fusano) dove il substrato argilloso si approfondisce in di-rezione della foce del Tevere (Busuoli et alii, 2001).

La rete di monitoraggio idrogeologico

Nel territorio della Tenuta è presente una rete di controllo della falda sotterranea progettata e realizzata nel 1994 dall’ENEA che ne ha curato la gestione fino al 2005, co-me partecipante al Progetto per la creazione di un Siste-ma InforSiste-mativo Territoriale Ambientale di Castelporzia-no (S.I.T.A.C.) (Busuoli et alii, 2001). Dall’estate 2007 la gestione della rete di monitoraggio è stata acquisita dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma nell’ambito del progetto di ricerca

“Monitoraggio morfo-sedimentologico e idrogeologico della fascia litorale della Tenuta Presidenziale di Castel-porziano” in collaborazione con l’Accademia Nazionale delle Scienze e l’Osservatorio Multidisciplinare per lo Studio degli Ecosistemi Costieri Mediterranei.

La rete di monitoraggio comprende attualmente 44 punti di controllo (Figura 4), di cui 34 corrispondenti ai piezometri perforati dall’ENEA, 9 piezometri e pozzi preesistenti (costruiti precedentemente al 1995 per uso irriguo, antincendio, privato ecc.) e un piezometro, ester-no alla Tenuta, appositamente perforato nel marzo 2006 dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Figura 4 - Attuale rete di monitoraggio idrogeologico della Te-nuta Presidenziale di Castelporziano; a) limite della TeTe-nuta; b) reticolo idrografico; c) piezometri della rete di monitoraggio; d) piezometri con sonde automatiche; e) piezometri in cui sono rilevati log verticali dei parametri chimico-fisici delle acque.

Figure 4 - Hydrogeological monitoring network of Presidential Estate of Castelporziano; a) estate boundary; b) hydrographic network; c) monitored piezometers; d) piezometers with auto-matic probes; e) piezometers used for vertical logs of chemical-physical parameters.

Quattordici piezometri della rete, ubicati lungo la fa-scia costiera, sono dotati di sonde automatiche per il rile-vamento continuo con frequenza oraria della profondità

del livello statico, della temperatura e della conducibilità elettrica dell’acqua di falda e in 13 piezometri profondi vengono periodicamente rilevate le principali caratteristi-che chimico-fisicaratteristi-che delle acque (temperatura, pH, condu-cibilità elettrica, potenziale redox, ossigeno disciolto) se-condo log verticali di profondità.

La rete descritta è istituzionalmente finalizzata al mo-nitoraggio quali-quantitativo della risorsa idrica sotterra-nea della Tenuta Presidenziale, caratterizzata da una par-ticolare condizione di integrità locale inserita in un am-biente circostante sottoposto ad una forte pressione an-tropica. Il costante controllo della risorsa idrica sotterra-nea consente di seguire, con un buon grado di approssi-mazione, l’evoluzione nel tempo e nello spazio della po-sizione della zona di interfaccia acqua dolce – acqua sala-ta e di individuare, quindi, le eventuali situazioni di squi-librio della falda.

L’attività di monitoraggio è svolta periodicamente con campagne di rilevamento trimestrali in cui viene ese-guito un rilievo freatimetrico manuale su tutti i piezome-tri della rete, il rilievo dei log verticali di profondità delle caratteristiche chimico – fisiche in 13 piezometri, l’acquisizione dei dati della rete automatica di controllo e la verifica del buon funzionamento delle sonde e delle centraline di acquisizione.

Dal settembre 2007 sono state eseguite 6 campagne di rilevamento; tutti i dati raccolti, dopo una prima revisione e verifica, sono stati riversati nella banca dati del Sistema Informativo Territoriale Ambientale di Castelporziano (S.I.T.A.C.) dell’Osservatorio Multidisciplinare per lo Studio degli Ecosistemi Costieri Mediterranei, che ha se-de all’interno se-della Tenuta stessa.

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