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Risultati e discussione

Nel documento Giornale di Geologia Applicata Geology (pagine 166-169)

Per confortare con ulteriori dati i risultati della Cartogra-fia di Rischio ottenuta (cfr. Rupert, 2001), in alcuni pozzi della falda profonda e di quella superficiale sono stati prelevati campioni d’acqua (Figura 3a, Tabella 1) per l’analisi degli isotopi 15N-NO3, 18O-NO3. È infatti noto (Wassenaar, 1995; Kendall, 1998; Fukada et al., 2004; Lasagna et al., 2005; Nisi et al., 2007; Petitta et al., 2009) come l’uso congiunto di questi due isotopi possa aiutare a distinguere le diverse origini del nitrato nelle acque sot-terranee (es. origine organica s.l. o da fertilizzanti mine-rali) nonché la presenza di processi di denitrificazione. I valori isotopici 15N-NO3 e 18O-NO3 sono stati plottati nel diagramma di Figura 8 nel quale sono indicate le aree delle potenziali sorgenti dei nitrati (Clark e Fritz, 1997).

Figura 7 - Carta della rete fognaria (a) e delle case sparse che sono state censite (b).

Figure 7 - Sewerage system (a) and scattered houses (b).

In alcuni pozzi della falda superficiale (nn. 61 e 180) e di quella principale (nn. 12 e 40) le acque campionate mostrano una composizione isotopica tipica della minera-lizzazione della sostanza organica del suolo.

Relativamente più significativi i campioni nn. 2, 25 e 32 relativi alla falda principale e il n. 70 relativo alla fal-da superficiale (Figura 3). Questi pozzi, ubicati in un’area decisamente agricola e con alto rischio IPNOA, ricadono nel grafico di Figura 8 in un areale prossimo ai pozzi pre-cedenti ma con valori più bassi di 15N-NO3, che indiche-rebbero apporti anche da fertilizzanti sintetici mineraliz-zati.

Figura 8 - Diagramma 15N-NO3 e 18O-NO3 per i campioni dell’area di Acerra indicati in Figura 3/a.

Figure 8 - 15N-NO3 e 18O-NO3 binary diagram for selected

groundwater of the Acerra area (location in Figure 3/a).

Per il pozzo n. 52, infine, ubicato in un’area dove ri-sultano elevati sia il rischio IPNOC che il rischio IPNOA, il valore del 15N-NO3è sintomatico di contaminazione da scarichi comunali e/o da liquami animali.

I dati isotopici sarebbero dunque (il condizionale si impone dato il ridotto numero di campioni analizzati) so-vente in accordo con le indicazioni di rischio emerse dal-le specifiche cartografie realizzate.

Assai interessante è anche il confronto fra le Carte di Rischio prodotte: infatti le aree interessate dai gradi di rischio IPNOC più elevati si ritrovano proprio laddove maggiore è la pressione antropica, molto alta la densità degli insediamenti civili e dove gli elevati valori in nitrati non sono giustificati da bassi grado di rischio IPNOA.

Conclusioni

Nell’ambito della sperimentazione intrapresa, i primi ri-sultati incoraggiano l’esame congiunto dei dati isotopici e delle Carte del rischio. Questo indirizzo di ricerca punta a rendere i modelli parametrici IPNOA e IPNOC strumenti sempre più affidabili (a scala medio-piccola) per l’identificazione dell’origine dei nitrati nelle falde e quindi per stabilire priorità di azione e differenziare i vin-coli a cui sottoporre le varie porzioni del territorio.

In particolare poi, per il metodo IPNOC, di cui in questa Nota viene presentata una delle pochissime appli-cazioni, è emersa la necessità di procedere ad ulteriori affinamenti per renderlo più flessibile ed adattabile alle diverse situazioni locali e, in particolare, al grado di co-noscenza dei sistemi di smaltimento ed alla loro tipolo-gia.

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Distribuzione e origine dei nitrati in falda nella pianura Pontina

Nel documento Giornale di Geologia Applicata Geology (pagine 166-169)