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interesse paesistico in docg

Capitolo 5: “fare paesaggio in docg”

5.3 interesse paesistico in docg

Aprendo una breve parentesi sulla necessità di paesaggio, come precedentemente accennato, l’entrata in docg presuppone un legame stretto tra il prosecco e il territorio di provenienza e la reputazione del bollicine è legata all’immagine delle sue colline. L’importanza del connubio terroir-prosecco è esplicitata con chiarezza nel rapporto del Consorzio 2011, tra l’altro un legame che se da un lato giova al prodotto, dall’altro si spera giovi al stesso attraverso lo sviluppo di un turismo rurale trainato dal prosecco come eccellenza locale. Queste considerazioni sono frutto anche del lavoro di ricerca sul campo, durante il quale, muovendomi inizialmente con la volontà di raccontare una realtà alternativa alla vite, inesorabilmente mi ritrovavo a parlare di prosecco, nel bene e nel male, con le persone che incontravo. Con la fortuna per me che un importante punto d’incontro per l’aperitivo serale fosse proprio l’attività della mia famiglia, ai miei primi tentativi di colloquiare con un possibile informatore o semplicemente prestare attenzione alle conversazioni, ho notato come il rituale del “giro”19 fosse a base di prosecco, ma attenzione, non lo spumante dry, frizzante così come viene “pensato” da (quasi) tutti, ma quello “tranquillo”, il prosecco “spento” che ora sembra in rapida estinzione20. Questo per dire che se non è presente nei discorsi, lo è nei bicchieri e in un modo o nell’altro trova il suo posto in scena, così come il turismo che come fosse una panacea contro

candidatura di una località siciliana (Noto) come patrimonio mondiale Unesco. Parte del l’antropologia del patrimonio in parte si occupa di de-costruire le strategie politiche di rappresentazione e costruzione dell’identità , della memoria, della tradizione. Poetiche e politiche (o retoriche ) si riferisce al volume di J. Clifford e George E. Marcus, a cura di, Scrivere le culture:

poetiche e politiche in etnografia (1986), Roma, Meltemi, 1997.

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Per giro (o giro di ombre) s’intende l’abitudine per lo più maschile di ritrovarsi al bar e a turno offrire da bere ad amici e conoscenti presenti. I giri in linea generale dovrebbero essere tanti quanti i componenti del gruppo, ma ovviamente superato un certo numero di persone, il giro da qualcuno verrà offerto in una data successiva (avanzare un giro)

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Attingendo alle mie memorie personali, ricordo bene come ormai dieci anni fa, alla Mostra del vino di Col San Martino, divisa in due sale, una per i prosecchi frizzanti l’altra per i tranquilli, la prima fosse oltre che di dimensioni minori, poco trafficata, mentre che per il vino tranquillo ci metteva in fila. Nel lasso di poco tempo le cose sono cambiate, le sale sono le stesse ma il dry attira di più a scapito dello spento che lo sembra ancor di più nella grandezza della “sua” stanza.

la depressione economica che ha colpito anche Valsana e docg, pur meno presente nei dialoghi, è evocato nei nuovi segni, gli innumerevoli cartelli informativi turistici che non eccellono in omogeneità ma sono dappertutto. Ma i turisti? Presenti “in sordina” perché pur essendoci le strutture ricettive attraverso la formula dell’ “albergo diffuso”21 manca un offerta turistica sistematizzata in maniera omogenea e pubblicizzata a dovere22 e soprattutto, per il momento, il turista che si incontra oggi in zona è quello da “gita fuori porta” che risiede molto probabilmente nella stessa regione e si reca in Alta Marca per trascorrere il tempo libero in campagna.

Se prosecco e turismo quali grandi fonti di reddito economico locali, attuale o futuro si “nutrono” di paesaggio, dobbiamo soffermarci su come le istituzioni che hanno a cuore degli sviluppi in questo senso siano anche coinvolte nella “costruzione” dello stesso o di come il paesaggio viene pensato e divulgato, per l’appunto le poetiche e le politiche volte a suggellare identificazioni, oggettivare culture ma anche a mettere in dubbio le percezioni dominanti. Da un lato l’interesse per il paesaggio, particolarmente per la sua immagine è riscontrabile negli operatori vitivinicoli che, rappresentati dal Consorzio, vera e propria associazione di categoria, hanno a cuore la salvaguardia del paesaggio culturale inteso come espressione della pratica vitivinicola evolutasi con e sull’ambiente circostante e ritenuto “eccezionale” in opposizione a ciò che sta al di fuori dai suoi confini23. Questo è particolarmente evidente, oltre che nei testi informativi curati dal Cirve e dal Consorzio, nelle pubblicità che sono reperibili nel web, nei giornali e nelle dichiarazioni che spesso e volentieri vengono fatte nei quotidiani locali dal direttivo. Ci sono due testimonianze

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Vedi www.altamarca.it

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Colloquio con Nicola Tonin di Legambiente (14/03/2012) e con Ferdinando Tavana, presidente delle Piccole Produzioni Locali (19/04/2012, 30/05/2012).

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Dalla pagina del Consorzio www.prosecco.it si accede al pdf che giustifica la candidatura Unesco al link http://www.prosecco.it/docs/unesco_it.pdf (18/12/2012). Il documento elenca i criteri per l’iscrizione nella Lista ai quali la docg è riconducibile e un ultimo punto descrive l’isolamento dell’area dovuto alla collocazione geografica che ne amplifica l’unicità. L’opposizione noi/altri, in questo caso in riferimento a luogo/luoghi altri, è riconducibile al discorso secondo il quale memoria e identità si acquisiscono all’interno di un gruppo in opposizione ad un altro. Si veda Fabietti U., Matera V., Memorie e identità. Simboli e strategie del ricordo, Roma, Meltemi, 1999, pag. 10. Anche F. Remotti, Contro l’identità, op. cit., per l’opposizione identità/alterità.

che riassumono particolarmente bene il paesaggio secondo il Consorzio; da un lato il

Dossier di candidatura all’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale Unesco delle colline del prosecco Conegliano-Valdobbiadene e dall’altro una puntata del

canale televisivo Gambero Rosso (che è anche una guida alle eccellenze enogastronomiche nazionali) intitolata In viaggio con il Gambero Rosso nelle colline

di Conegliano Valdobbiadene che sintetizza perfettamente l’immagine delle “sane e

tradizionali colline vitivinicole”. Interessati al paesaggio sono parimenti le amministrazioni locali che spesso assieme al primo, quindi in sinergia di apparato pubblico e privato, promuovono la sua valorizzazione, come ad esempio attraverso la candidatura Unesco sopracitata. Eppure, la politica locale sottoposta alle direttive europee ha sviluppato una visione “pluralista” del paesaggio e delle sue trasformazioni, come luogo culturale, ma anche dell’abitare, del lavorare, dello spostarsi. Molto attivi sul fronte del paesaggio sono il comune di Pieve di Soligo e il suo sindaco Fabio Sforza che, “toccati” forse dalla sensibilità di Zanzotto24, hanno promosso alcune iniziative nelle quali si vede chiaramente il recepimento della Convenzione europea del Paesaggio: in primis Paesagire, rassegna culturale che dal 2008 invita attraverso dibattiti, esperti, proiezioni e mostre a riflettere sulla relazione uomo-luogo25. In continuità con Paesagire e con quanto predisposto dalla regione Veneto, nel 2012 si è costituito anche l’Osservatorio Sperimentale per il Paesaggio delle colline dell’Alta Marca da ricondurre all’Osservatorio regionale per il Paesaggio Veneto e la nascita dei suddetti era stata prevista nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (art.133 comma 1, Dlgs n.42/2004)26 che ha sua volta fa

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A questo proposito sono interessanti le dichiarazioni della vedova di Zanzotto che a solo un anno dalla scomparsa del poeta si è lamentata pubblicamente più volte dell’amministrazione pievegina. Principalmente per l’ampliamento adiacente l’abitazione di Zanzotto di un moderno condominio, chiamato tra l’altro in suo onore, Filò. La polemica minore è stata sollevata durante la

commemorazione della scomparsa del poeta, quando l’amministrazione pubblica in contrasto con il volere della famiglia ha ricordato la morte di Zanzotto con un Requiem. Si veda:

http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2012/09/30/news/si-al-requiem-per-zanzotto-1.5783756 e http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2012/09/25/news/pieve-stop-al-condominio-filo-e-uno- schiaffo-a-zanzotto-1.5756273 (17/12/2012) . 25 http://www.marcadoc.it/2012/PaesAgire-2012-a-Pieve-di-Soligo.htm (07/12/2012) 2626

Nel Codice per la prima volta la definizione di patrimonio culturale include il paesaggio; si veda a questo proposito Zola L., Memorie del territorio, territori della memoria, Roma, FrancoAngeli, 2009, pag. 10-11.

ovviamente riferimento al quadro europeo. Gli Osservatori nascono per promuovere una cultura del paesaggio “diversa” e per farlo attraverso il coinvolgimento diretto della popolazione; difatti il presupposto alla base è anche quello di creare conoscenza che parta dal basso come ad esempio indagando sulle percezioni degli abitanti capillarmente, ma anche facendo sensibilizzazione su questi temi nelle scuole.27