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Internet e la nuova struttura della comunicazione nell’era digitale

1. Dai media tradizionali al web: l’evoluzione del mercato dell’informazione e le sue conseguenze giuridiche

1.2. Internet e la nuova struttura della comunicazione nell’era digitale

Internet e le reti digitali possono essere la risposta a questo crescente bisogno. La crescente diffusione del world wide web ha avuto innegabili conseguenze sulle tradizionali modalità di comunicazione e sulla comune struttura del mercato dei mass

media come. Nella società odierna è infatti sufficiente avere un qualsiasi device

elettronico, come uno smartphone o un laptop, per avere la disponibilità di una connessione cibernetica e poter quindi condividere il proprio pensiero con gli altri utenti del mondo virtuale.

Questo favorisce la progressiva introduzione di un modello di comunicazione basato sul peer-to-peer265, secondo il quale un numero elevato di individui produce informazioni e cultura in maniera autonoma, senza alcuna coordinazione o influenza da parte di capitali e/o compagnie editoriali. Il tradizionale assetto verticale della circolazione delle notizie, dal giornale al lettore che si limitava al ruolo di mero fruitore passivo, viene gradualmente messo in discussione in favore di snodi comunicativi orizzontali. Inizia a perdere di significato la distinzione tra senders e receivers, tra coloro che inviano le notizie e quelli che le ricevono266; l’utente cibernetico può infatti rivestire

entrambi i ruoli allo stesso tempo.

265 Y.BENKLER,The wealth of networks: how social production transforms markets and freedom, New

Haven CT, 2006, pp.31 ss.

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A tal proposto si può parlare di network information economy267, i cui tratti principali possono essere così riassunti: a) una progressiva decentralizzazione delle fonti di informazioni. Ogni utente della rete cibernetica è infatti un potenziale produttore di notizie e pensieri, dotato della “cassa di risonanza” che è il web; b) la disponibilità a prezzi relativamente bassi dei device elettronici necessari alla connessione Internet fa sì che la possibilità di comunicare le proprie idee sia alla portata di tutti; c) la diffusione globale delle reti digitali ha reso possibile comunicare in tempo reale con ogni angolo del pianeta. Si è parlato anche di mass self-communication per definire sistemi di comunicazione organizzati su base orizzontale portati avanti su base individuale da numerosi utenti che condividono contenuti di carattere multimediale268.

Il nuovo scenario svelato dal mondo cibernetico ha cambiato radicalmente la funzione dei mass media tradizionali269 che, grazie all’avvento di Internet, hanno perso il

loro ruolo di fonte primaria e privilegiata di informazioni270. Le reti digitali, riducendo il numero di intermediari nella circolazione delle notizie, ne riducono l’importanza e anche il loro costo; non sono più strettamente necessari gli investimenti volti alla pubblicazione di giornali e riviste271.

Non bisogna però cadere nell’errore di ritrarre il mondo cibernetico come un ambiente dove ogni utente ha le stesse potenzialità di qualsiasi altro; nuovi importanti attori, soprattutto di natura privata, si sono affermati come gestori e custodi dei flussi di informazione che navigano per il world wide web.

Internet rende liberamente disponibili ai propri utenti enormi quantitativi di dati e notizie; può risultare assai complicato per un semplice individuo districarsi in questo

mare magnum di informazioni. Non può più limitarsi ad essere mero fruitore di ciò che

gli viene trasmesso da giornali e televisioni, ma deve impegnarsi in prima persona nel ricercare le notizie che lo interessano272.

Assume una rinnovata importanza il ruolo dei soggetti capaci di organizzare questa massa di dati in maniera intellegibile per ogni utente, facilitando inoltre il collegamento tra coloro che sono in possesso dell’informazioni e quelli che invece

267 Y.BENKLER,op.cit.

268 M.CASTELLS,Communication power, Oxford, 2009, pp.18 ss.

269 B.M.COMPAINE,Distinguishing between concentration and competition, in (a cura di) B.M.COMPAINE,

D.GOMERY,op.cit., pp.538 ss.

270 M.E.KATSCH,The electronic media and the transformation of law, New York, 1989, pp.116 ss. 271 B.MCNAIR,Journalism and democracy. An evaluation of the political public sphere, Londra, 2000,

pp.178 ss.

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vogliono riceverla273; sono i gatekeepers, i portieri dello spazio cibernetico274. Un mercato delle informazioni apparentemente libero e senza restrizioni è invece governato da un ristretto numero di compagnie informatiche che lo gestiscono secondo i loro interessi. Aziende come Google, Facebook, Apple agiscono da aggregatori di contenuti, decidendo quali informazioni privilegiare in termini di visibilità nei risultati delle ricerche

on-line effettuate dagli utenti.

Si riscontra una sorta di ambiguità di fondo nella natura dello spazio cibernetico: a un’apertura e decentralizzazione senza precedenti corrisponde però una concentrazione del potere di gestione delle informazioni in mano a poche grandi multinazionali private che non devono rispondere del proprio operato a nessuna collettività sociale, se non a quella dei propri azionisti275.

Non si deve perciò trascurare l’eventualità che si riproponga, seppur con caratteristiche diverse, il rischio di un mancato rispetto del pluralismo delle fonti di informazione, con un conseguente detrimento della formazione di un pensiero politico libero e indipendente nella collettività. Rispetto a quanto accadeva nell’epoca in cui gli unici attori presenti nel settore dei mass media erano i grandi network, ora occorre però considerare che anche i singoli individui possono diventare produttori di informazioni. Molti dei contenuti generati dagli utenti vengono immessi e condivisi non su siti Internet privati, ma su piattaforme multimediali gestite dalle grandi compagnie a cui prima si faceva riferimento. Si pensi a portali informatici di fama mondiale come Youtube o Instagram, attraverso i quali vengono condivisi quotidianamente milioni di foto e video. I gestori di queste piattaforme sono investiti di un potere potenzialmente enorme276, perché hanno l’ultima parola su quali contenuti possono essere resi disponibili in rete e quali invece devono rimanere nascosti nei meandri del world wide web; si potrebbe dire che svolgono il ruolo di “censori” del mondo cibernetico. Una simile funzione solleva però delle importanti questioni, sia di segno etico che più strettamente giuridico. Dei soggetti privati, che rispondono quindi unicamente alle logiche del mercato e non a motivazioni di carattere sociale o politico, devono essere in grado di decidere quali informazioni possono essere trasmesse nel cyberspace? Questo potere deve rimanere in

273 G.PITRUZZELLA,op.cit.

274 E.B.LAIDLAW,Regulating speech in cyberspace, Cambridge, 2015, pp.44 ss. 275 G.PITRUZZELLA,op.cit.

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mani private senza alcuna supervisione statale o è invece più ragionevole passare a un controllo pubblico? In caso di risposta affermativa, attraverso quali modalità?

La risposta a queste domande può avere importanti conseguenze sull’effettiva natura del diritto alla libera espressione e sul suo futuro sviluppo nel campo cibernetico. Come si accennava poc’anzi, Internet ha rivoluzionato il modo di comunicare, influenzando radicalmente anche il diritto al libero pensiero riscoprendone la sua dimensione più strettamente individuale e personalistica. Prima dell’avvento delle reti digitali, l’effettivo utilizzo della libertà di parola era limitato a coloro che avevano a disposizione i mezzi per far sentire la propria voce: si pensi ai proprietari dei grandi giornali o dei network televisivi. Le altre persone potevano certamente avere la possibilità di esprimere la propria opinione, ma non avevano gli strumenti per far sentire la propria voce.

Pur rimanendo i tradizionali mass media ancora dominanti, i singoli individui hanno ora la possibilità di diffondere le proprie idee attraverso il world wide web senza dover ricorrere ai mezzi utilizzati dalle grandi compagnie del mercato dell’informazione. La velocità della connessione, la possibilità di condividere contenuti multimediali, la relativa economicità e semplicità dei device necessari alla navigazione in rete sono tutti elementi che contribuiscono a rendere l’accesso e l’utilizzo di Internet alla portata di buona parte della popolazione mondiale.

Il funzionamento dello spazio cibernetico si basa sulla digitalizzazione dei messaggi277 e sulla trasmissione di tali dati. Qualsiasi informazione, che si tratti di audio, video o testo, viene digitalizzata una volta immessa nella rete e i costi della sua condivisione sono uguali in qualsiasi parte del mondo. L’utente cibernetico è quindi libero di “scaricare” questi dati dal web senza alcuna restrizione data dalla sua localizzazione geografica e dal luogo di connessione.

Il diritto alla libera espressione può quindi essere inteso anche come libertà di condivisione di dati o, più propriamente, freedom to disseminate data278. La nascita di un

nuovo diritto, o perlomeno la sua evoluzione, richiede necessariamente una sua definizione adatta al contesto in cui deve applicarsi, ossia quello cibernetico, in relazione alle sue caratteristiche e ai suoi obbiettivi. Questo è un passo fondamentale per comprendere se le tradizionali categorie giuridiche possono dirsi ancora adatte a tutelare efficacemente il libero pensiero nel cyberspace.

277 V.ZENO-ZENCOVICH,op.cit., pp.102. 278 V.ZENO-ZENCOVICH,ibidem.

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Prima di poter risolvere questo quesito, occorre però riflettere in maniera approfondita sul contenuto stesso del diritto alla libera espressione, per comprenderne appieno la natura e per capirne le esigenze di tutela nell’epoca della società digitale.

2. L’evoluzione filosofico-normativa del diritto alla libera espressione: dall’Antica

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