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Motivazioni a sostegno del carattere fondamentale del diritto all’accesso a Internet

1. Il diritto di accesso a Internet è un nuovo diritto fondamentale?

1.1. Motivazioni a sostegno del carattere fondamentale del diritto all’accesso a Internet

Il concetto di diritto fondamentale è mutato nel corso del tempo116 seguendo le esigenze e le necessità di una società in continua evoluzione117dall’epoca dell’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani118. Il progresso

tecnologico può condurre a situazioni tali da suscitare l’esigenza tra i consociati di nuovi principi e valori, come il diritto alla privacy genetica, all’identità informatica o, per l’appunto, all’accesso a internet119.

La natura unica dello spazio cibernetico ne fa un mezzo di comunicazione totalmente diverso da tutti gli altri media: la sua capacità di far circolare le informazioni in tempo reale permette infatti di aprire nuove frontiere per la libertà di espressione, dando modo a ogni utente di avere una reale cognizione di causa sui fatti su cui si esprime120.

115 The State of Broadband 2018: Broadband catalyzing sustainable development, https://www.itu.int/dms_pub/itu-s/opb/pol/S-POL-BROADBAND.19-2018-PDF-E.pdf (consultato il 14 aprile 2019).

116P.DE HERT, D.KLOZA,Internet (access) as a new fundamental right. Inflating the current rights

framework?, in European Journal of Law and Technology, vol.3,n.3, 2012, pp.1-32.

117M.ODELLO,S.CAVANDOLI,Emerging areas of human rights in the 21st century, Londra, 2011, pp.13 ss. 118 Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Dichiarazione dei Diritti Umani, 10 dicembre 1948, https://www.ohchr.org/EN/UDHR/Documents/UDHR_Translations/itn.pdf (consultato il 21 febbraio 2019).

119R.BROWNSWORD,M.GOODWIN ,Law and the technologies of the twenty-first century, Cambridge, 2012,

pp.225-245.

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Internet consente inoltre altre funzioni sociali che sono precluse ai media tradizionali: permette infatti al singolo utente di condividere le proprie idee su scala globale senza dover ricorrere a intermediari. Il singolo individuo non è più mero fruitore di notizie, come accade ancora oggi con la carta stampata e la televisione, ma diventa egli stesso creatore di contenuti. Il Parlamento europeo ha recentemente segnalato che il cyberspace è diventato lo spazio principale dove dissidenti politici, intellettuali, attivisti per i diritti umani e semplici cittadini possono far sentire la propria voce121. Internet permette di ribaltare il tradizionale paradigma dell’informazione, rendendo l’utente finale non solo un passivo recettore di notizie e dati, ma anche un soggetto attivo che rielabora a sua volta tali informazioni e le condivide sul web122. Lo spazio cibernetico è inoltre il luogo dove è possibile recuperare contenuti in tempo reale a un prezzo irrisorio, se non addirittura nullo; la diffusione del sapere non è mai stata così agevole come nell’era cibernetica. Internet è inoltre uno strumento attraverso il quale si creano nuovi canali di comunicazione tra la cittadinanza e l’apparato politico-istituzionale dello Stato. La Pubblica Amministrazione dialoga con i cittadini avvalendosi di strumenti informatici. Le peculiarità specifiche di Internet rendono evidente come si sia sentita la necessità di discutere di un diritto all’accesso al web e non ai media tradizionali come giornali e televisione

Considerato ciò, è opinione comune123 che nessun provvedimento dovrebbe limitare l’accesso alla rete internet nel pieno rispetto di quanto previsto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Lo Special Rapporteur delle Nazioni Unite Frank La Rue ha suggerito che le limitazioni ai contenuti accessibili attraverso lo spazio cibernetico devono essere quanto più circoscritte possibili, auspicando invece che una connessione al web sia resa alla portata di tutti i cittadini attraverso specifiche politiche pubbliche124.

121 Parlamento europeo, Risoluzione P6_TA(2006)0324 sulla Libertà di espressione su internet, 6 luglio

2006, https://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P6-TA-2006- 0324+0+DOC+XML+V0//EN (consultato il 21 febbraio 2019).

122 Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, Risoluzione A/HRC/20/L.13 sulla promozione,

protezione e godimento dei diritti umani su internet, 29 giugno 2012, par.3, https://documents-dds- ny.un.org/doc/UNDOC/LTD/G12/147/10/PDF/G1214710.pdf?OpenElement (consultato il 25 febbraio 2019).

123 A.MURRAY,A Bill of Rights for the Internet, 2010, http://theitlawyer.blogspot.com/2010/10/bill-of- rights-for-internet.html, (consultato il 25 febbraio 2019).

124 Consiglio delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, Report dello Special Rapporteur sulla promozione e

protezione del diritto alla libera espressione e opinione, Frank La Rue, A/HRC/17/27, 6 maggio 2011,

https://www2.ohchr.org/english/bodies/hrcouncil/docs/17session/A.HRC.17.27_en.pdf (consultato il 25 febbraio 2019).

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Riconoscere il carattere di diritto fondamentale all’accesso a Internet è una risposta ai tentativi di limitare la libertà dello spazio cibernetico attraverso gli strumenti della censura e del controllo governativo125. Il successo della rete informatica è intrinsecamente connesso alla sua struttura distribuita e aperta126, progettata senza dover tener conto di confini politici o geografici127.

Nonostante ciò, nel corso degli ultimi anni gli utenti cibernetici hanno dovuto fare i conti con alcuni confini “tecnici” che hanno progressivamente ostacolato la libera circolazione delle informazioni128.

Secondo quanto osservato da La Rue, tali restrizioni arbitrarie possono assumere numerose forme, come la criminalizzazione della libertà di espressione, gli attacchi cibernetici, la disconnessione degli utenti “sgraditi”, un’inadeguata protezione della privacy e dei dati personali e l’imposizione di oneri normativi ed economici insostenibili agli intermediari informatici come i gestori dei motori di ricerca. L’evoluzione tecnologica di Internet sembra inoltre portare a dotare il web di funzionalità e strumenti che ne permettono un più agevole controllo. Sergey Brin, co-fondatore di Google, ha affermato che le minacce alla libertà del cyberspace non derivano solamente dalle censure apportate dagli Stati, ma anche dalle azioni dell’industria dell’intrattenimento e delle telecomunicazioni che mettono a repentaglio la privacy dei loro clienti e dall’atteggiamento di grandi compagnie come Apple o Facebook che adottano politiche assai restrittive nel decidere quali software accettare sulle proprie piattaforme129.

La progressiva tendenza verso tali atteggiamenti di controllo e censura ha come risposta un’aumentata attenzione verso la tutela dei diritti umani. La richiesta per un

cyberspace libero può accendere l’attenzione politica su quanti individui nel mondo non

hanno ancora accesso alla rete internet per motivi economici o culturali. La formulazione di uno specifico diritto alla connessione web può aiutare a combattere il fenomeno del

digital divide, ossia il divario tra chi ha, o perlomeno può permettersi di navigare in rete,

e chi invece non ne ha gli strumenti. Al fine di diminuire tale divario, si deve agire su due

125 P.DE HERT,D.KLOZA, op.cit.

126 J.BING,Building cyberspace:a brief history of Internet, in (a cura di)L.A.BYGRAVE,J.BING,Internet

governance. Infrastructure and institutions, Oxford, 2009, pp. 230 ss.

127L.GUERNSEY ,Welcome to the World Wide Web. Passport, please?, in The New York Times, 15 marzo

2001, https://www.nytimes.com/2001/03/15/technology/welcome-to-the-world-wide-web-passport- please.html (consultato il 20 febbraio 2019).

128J.GOLDSMITH,T.WU ,Who controls the Internet?Illusions of a borderless world, Oxford, 2006, cap.4. 129 I.KATZ,Web freedom faces greatest threat ever, warns Google’s Sergey Brin, in Guardian, 15 aprile

2012, https://www.theguardian.com/technology/2012/apr/15/web-freedom-threat-google-brin (consultato il 25 febbraio 2019).

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distinti profili; quello geografico, poiché nelle zone rurali o a basso sviluppo economico non sono presenti le adeguate infrastrutture per permettere alla popolazione di connettersi a Internet, e quello sociale, per incentivare una “cultura digitale” in maniera tale che ogni cittadino sia in grado di avere gli strumenti conoscitivi per navigare nel ciberspazio con cognizione di causa130.

La possibilità di navigare nello spazio cibernetico è ormai un requisito basilare per l’inclusione sociale e per la partecipazione alla vita economica della propria comunità131: coloro che sono esclusi dal cyberspace non hanno modo di far sentire la propria voce, rischiando di scivolare in una sorta di oblio poiché non hanno la possibilità di comunicare e di ricevere informazioni132. Un simile “silenzio digitale” potrebbe comportare una violazione dei diritti umani di un individuo, rendendo perciò necessario che la disponibilità di una connessione Internet sia garantita dalla normativa vigente.

1.2.Ragioni contrarie al riconoscimento del diritto all’accesso a Internet come

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