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Invecchiamento della popolazione e andamento dei bisogn

2.3 Determinanti della domanda di salute

2.3.5 Invecchiamento della popolazione e andamento dei bisogn

Negli scorsi anni, fra i fattori della crescita della spesa sanitaria, è stata posta molta enfasi sul processo di invecchiamento della popolazione. L'invecchiamento è un processo causato dal progressivo accumulo nel tempo di danni al carico del DNA, delle cellule e degli organi di tutto l'organismo, dovuto al fallimento dei meccanismi di riparazione. L’invecchiamento della popolazione è conseguenza di due fenomeni: riduzione della natalità (in Italia nel 2004 il numero di figli per donna era di 1,3, il più basso in Europa); progressiva e costante riduzione dei tassi di mortalità (nei Paesi sviluppati, nel corso del

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XX secolo, l’incremento medio dell’aspettativa di vita alla nascita è stato del 66% per gli uomini e del 71% per le donne).52

L'incremento della quota della popolazione anziana spingerà costantemente verso l'alto la domanda di salute e dunque la spesa sanitaria. Questa considerazione discende dal fatto che, in un dato periodo di tempo, i consumi sanitari pro-capite, e i loro costi, sono crescenti con l'età.

La curva della spesa medica per età presenta infatti un andamento a “J”, dovuto al fatto che, dopo una riduzione negli anni successivi alla prima infanzia, i consumi medi pro- capite cominciano a crescere lievemente con l'adolescenza, e poi più intensamente a partire dai 50 anni circa, per impennarsi verso i 60-65 anni. Di qui la preoccupazione riguardo l'aumento della spesa aggregata.

Tuttavia, tale impostazione deriva dall'ipotesi che, al crescere dell'aspettativa di vita, i consumi sanitari medi pro-capite per ogni livello di età restino immutati. Tale ipotesi può essere criticata per due principali motivi. In primo luogo, c'è ragione di ritenere che lo stato di salute degli individui nei vari momenti della vita, e con esso i bisogni di cura e i consumi, si modifichi al variare della longevità. In secondo luogo, è stato provato empiricamente che la gran parte dei consumi sanitari e dei relativi costi si concentra negli ultimi mesi di vita: un allungamento della sopravvivenza rinvia il momento in cui tali costi vengono sostenuti e, di conseguenza, altera il profilo di spesa per età. In un contesto in cui, con l'allungamento della vita umana la frequenza dei decessi si sposta verso le classi di età estreme, si registra una riduzione dei consumi sanitari nelle classi intermedie che compensa i maggiori costi sostenuti nelle età più avanzate.53

Quindi per prevedere l'evoluzione dei consumi sanitari non ci si può limitare a considerare l'aumento degli anni di vita, ma occorre analizzare come si modifica in conseguenza lo stato di salute degli individui, ovvero come vengono trascorsi gli anni aggiuntivi.

52 http://www.treccani.it/enciclopedia/invecchiamento_(Dizionario-di-Medicina)/

53 CISLAGHI C., ZOCCHETTI C.(2009), “La distribuzione per età dell'accesso a prestazioni sanitarie”, I quaderni di monitor

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A tale proposito sono ipotizzabili tre scenari differenti:

- espansione della morbilità: almeno in parte gli anni di vita “aggiuntivi” vengono trascorsi in cattiva salute (e/o invalidità);

- equilibrio dinamico: il numero di anni in cattiva salute rimane costante in valore assoluto, quindi l'aspettativa di vita in buone condizioni cresce quanto la longevità;

- compressione della morbilità: in questo caso il numero di anni in buona salute migliora più che proporzionalmente al crescere dell'aspettativa di vita.

L'evoluzione dello stato di salute e dei consumi per età dipendono da numerosi fattori difficilmente prevedibili, soprattutto di tipo epidemiologico, ma legati anche all'andamento del progresso tecnico. Ad esempio, gli effetti saranno molto diversi in due casi: se l'incremento della longevità sarà causato da una migliore prevenzione e da un maggior controllo dai principali fattori di rischio (alcol, fumo, obesità) gli effetti saranno positivi sul numero di anni trascorsi in buona salute; se causato invece dall'aumento del tasso di sopravvivenza una volta incorsi in determinate patologie (cronicizzazione di forme spesso letali, quali l'AIDS, o aumento di soggetti affetti da Alzheimer) tali effetti saranno negativi.54

I dati empirici, soprattutto con riguardo ai paesi OCSE, mostrano come prevalga la seconda situazione, e più in generale si verifichi un aumento della morbilità: questo da una maggior fondatezza all'idea che l'invecchiamento della popolazione generi un aumento della domanda di cure sanitarie.55 Nei paesi avanzati si verifica anche un

costante insorgere di nuovi fattori di rischio per la salute, aspetto che tratterò in un successivo paragrafo.

Il secondo motivo di critica dell'ipotesi di profili di spesa costante, è stato osservato che gran parte delle spese sanitarie sostenute dagli individui sono concentrate negli ultimi

54 GABRIELE S., RAITANO M. (2009), “Invecchiamento, salute, spesa sanitaria e di cura in Italia”, Studi e Note di Economia, Anno XIV, n. 3-2009

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mesi/anni di vita. La maggior spesa degli anziani è allora almeno in parte la conseguenza della concentrazione dei cosiddetti costi del decesso nelle fasce con età più elevata. Col processo di invecchiamento, l'aspettativa di vita aumenta e i tassi di mortalità per ogni classe di età si riducono; la correlazione fra età e spesa sanitaria risulta quindi inficiata dall'elevata correlazione fra età e tassi di mortalità.

Secondo Gruenberg (1977), con l'allungamento della vita le persone necessitano di maggiori cure, in quanto sono più esposte alla cronicizzazione delle malattie. Manton (1995), al contrario, sostiene che la longevità è accompagnata da un parallelo differimento delle malattie o delle invalidità e il numero di anni in cattiva salute rimane lo stesso. Fries (1980), invece, parte dal presupposto che il miglioramento delle condizioni di salute si riflette in una diminuzione dei tassi di morbilità della popolazione.56