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La spesa sanitaria: un trend in continua crescita

4.3 I sistemi sanitari nazionali: Regno Unito e Italia

4.3.2 Il sistema sanitario italiano

4.3.2.6 La spesa sanitaria: un trend in continua crescita

La spesa sanitaria pubblica è data dalla somma di varie tipologie di spesa riconducibili al sistema sanitario, all’interno delle quali la percentuale maggiore è costituita dalle spese per il personale e l’acquisto di beni e servizi.

Nonostante le profonde riforme poste in essere a partire dagli anni ’90, nel decennio dal 2000 al 2010 la quota di spesa riferita al SSN è cresciuta in maniera inesorabile, da circa 69 miliardi del 2000 agli oltre 112 del 2010.

Se si considera invece il rapporto fra spesa sanitaria e PIL, questo è passato dal 5,8% del 2000 al 7,6% del 2010.214

L’aumento della spesa si è arrestato nel periodo dal 2010 al 2013, anno in cui si è attestata a circa 11,5 miliardi; il rallentamento nel trend di crescita è stato dovuto ai tagli che hanno interessato il settore sanitario per circa 31 miliardi di euro, previsti per il quinquennio 2010-2015. In particolare su questi hanno inciso il costo del personale, col congelamento per 5 anni degli aumenti retributivi previsti, e la riduzione della spesa farmaceutica (di circa il 6%).215

La spesa ha ripreso a crescere nel 2014, con un aumento dello 0,89% rispetto all’anno precedente.

213https://www.istat.it/it/salute-e-sanit%C3%A0

214 L.QUAGLINO, A.MINGARDI, G.PELLISSERO (2013), “La spesa sanitaria italiana. Quel che si

vede, quel che non si vede”, Torino

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L’analisi del finanziamento della spesa sanitaria rileva un aumento del Fondo Sanitario nazionale, che dal 2008 al 2014 è cresciuto del 9%, a testimonianza del fatto che le riforme tese a creare una maggior autonomia finanziaria delle Regioni non hanno raggiunto i loro obiettivi.

Fra le entrate proprie la compartecipazione alla spesa (ticket) si conferma la voce principale, con una crescita del 26% dal 2008 al 2014.

Inoltre, la spesa per Livelli Essenziali di Assistenza indica un calo dell’assistenza ospedaliera dal 48% del 2008 al 44% del 2013, mentre aumenta la quota destinata all’assistenza distrettuale che supera il 50% nel 2013.216

Per i prossimi anni è previsto un graduale aumento della spesa fino ai 118,5 miliardi del 2019.

Le più accreditate previsioni statistiche, elaborate in base ai diversi scenari prevedibili ed al netto di eventuali interventi correttivi addottati medio tempore, mostrano come entro il 2060 le spesa sanitaria pubblica è destinata ad aumentare fra il 25% e il 50%, superando l’11% del PIL.217

Ciò che maggiormente deve far riflettere, nella corretta valutazione dei dati della spesa sanitaria pubblica, è tuttavia il rapporto fra la spesa totale e il PIL: se nel 2015 questo è si è attestato al 6,9%, sostanzialmente stabile rispetto agli nani precedenti, è previsto in calo inesorabile negli anni fino al 2019, in cui è previsto si attesterà al 6,5%. A questo va aggiunto che l’Italia è fra i Paesi OCSE con la spesa sanitaria pro capite più bassa (3.200 $ pro capite contro una media di 3.500 $).

Questo trend comporterà, con ogni probabilità, l’avvento di uno scenario che modificherà radicalmente il sistema sanitario nazionale italiano, con l’avvicinamento del SSN agli altri Paesi europei, dove in media il 60% dei cittadini è coperto da una polizza assicurativa o un sussidio mutualistico sanitario, e un notevole incremento della spesa sanitaria privata.

216http://www.agenas.it/ricerca-e-sviluppo/ricerca-corrente-e-finalizzata-ricerca-agenas-ccm/lea-e-spesa-

sanitaria

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L’aumento della spesa privata è di fatto già in corso; negli ultimi anni (2013-2015) si è registrato un aumento del 3,2%; un dato di rilievo considerando che l’incremento dei consumi delle stesse famiglie nello stesso periodo ha fatto segnare un rialzo di circa 1,5 punti percentuali.

La spesa sanitaria out of pocket ammonta oggi a circa 33 miliardi di euro.

Si stima che siano 10,2 milioni gli italiani che fanno un maggior ricorso alla sanità privata rispetto al passato, e di questi il 72,6% dichiara di farlo a causa delle liste d’attesa del servizio sanitario pubblico, sempre più lunghe.

Oggi il dato sulla spesa sanitaria privata appare in linea con la media OECD e vicino a Paesi come Francia, Regno Unito e Germania, nei quali la spesa sanitaria privata si attesta tra il 18% e il 22% del totale. La rilevante differenza è data dal fatto che in Italia gran parte della spesa è, come evidenziato, out of pocket, e dunque la spesa “intermediata” da Fondi Sanitari e polizze assicurative è fra le più basse d’Europa. Questo fattore incide significativamente sulle famiglie a basso reddito che, vedendo ridursi la propria capacità economica, si trovano oggi nella condizione di dover rinunciare alle cure mediche.

Si tratta del fenomeno della sanità negata, cioè dei cittadini che hanno dovuto rinviare o rinunciare ad almeno una prestazione sanitaria nell’ultimo anno a causa di difficoltà economiche, non riuscendo a pagare di tasca propria le prestazioni: si è passati da 9 milioni di italiani nel 2012 a 11 milioni nel 2016.

Un vero e proprio elemento di squilibrio sociale, per sanare il quale è necessario facilitare la diffusione e l’utilizzo di soggetti di intermediazione della spesa sanitaria privata.218

Nonostante il tendenziale aumento delle risorse pubbliche destinate al comparto sanità, oltre il 60% degli italiani si dichiara insicuro rispetto alla copertura sanitaria futura (il 77% al Sud) e il 54% indica come priorità del welfare la riduzione delle liste di attesa.

Nel 2014 si è registrato un significativo allungamento delle liste d’attesa: 20 giorni in più per una risonanza magnetica al ginocchio, 12 per un’ecografia all’addome,

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10 giorni per una colonscopia. A titolo esemplificativo, una colonscopia nel settore pubblico costa in media 56 euro e richiede 3 mesi di attesa, mentre privatamente il costo è di 224 euro e l’attesa si riduce a una settimana.

Il pagamento diretto diventa così la condizione necessaria per accedere alla prestazione in tempi realistici. E’ stato così per oltre 9 milioni di italiani, di cui 2,8 a basso reddito, nel corso del 2014.

Il servizio privato all’interno delle strutture pubbliche non aiuta, con costi e tempi d’attesa mediamente superiori rispetto al provato puro.

Cresce quindi tra la popolazione italiana la volontà di affidarsi alla sanità integrativa: il 57% pensa che chi può permettersi una polizza sanitaria, o lavora in un settore in cui è disponibile la sanità integrativa, dovrebbe stipularla o aderire.219