per il paesaggio fluviale
11 PTC 1 al momento della suaappro-vazione, si costituirà come progetto per la riorganizzazione territoriale della area del comprensorio di Torino. Gli obiettivi di tale progetto vanno ve-rificati e accordati alle linee program-matiche del piano di sviluppo regiona-le, e dovranno essere specificati a livel-lo delle articolazioni subcomprensoriali. Tali obiettivi si ancorano alle ipotesi di contenimento e di ristrutturazione delle condizioni e dei modi di sviluppo del-l'area torinese, in vista di un riequili-brio socio-economico comprensoriale e regionale.
In quanto modello di analisi, di valuta-zione e di previsione, il PTC si pone come « una prima opportunità per una verifica applicativa sull'area del com-prensorio di Torino della pianificazione comprensoriale adottata.
Con il piano territoriale si vuole orga-nizzare sul territorio in modo ottimale e secondo gli obiettivi determinanti l'im-magine futura del sistema urbano
tori-nese; occorre quindi che venga determi-nata la struttura spaziale del sistema so-cio-economico prescelto, struttura che sarà rappresentata dalle localizzazioni delle attività industriali, agricole, resi-denziali di servizio, connesse dalle reti dei flussi casa-lavoro, casa-servizio com-piuti dalla popolazione.
Tale struttura deve inoltre, insieme, es-sere in relazione con la struttura spa-ziale del sistema fisico che è determina-ta dalle localizzazioni delle attrezzature industriali agricole residenziali e di ser-vizio e dalle infrastrutture di collega-mento ».
Ora questa struttura spaziale del siste-ma fisico si compone, o meglio deve comporre tra loro, due sottosistemi, quello naturale e quello artificiale, cosi come schematizzato nella tabella 1. È all'inserzione di questi due sotto-sistemi che si collocano tutti i pro-blemi metodologici e operativi relativi alla pianificazione paesistica del terri-torio.
Come si è detto, la pianificazione del paesaggio fluviale è tema che va inqua-drato come problema di pianificazione delle risorse territoriali, per il quale so-no disponibili — in tal senso — riferi-menti concettuali, elaborazioni metodo-logiche e verifiche attuative 2.
Quindi è interessante condurre l'esame delle proposte di piano che sono state avanzate per l'area torinese, anche sta-bilendo una linea di confronto e di rife-rimento alla esperienza di settore esi-stente.
Tale confronto è significativo sia nella fase di analisi del paesaggio fluviale, che presuppone l'impostazione della ricerca di base — adeguata a comporre un qua-dro conoscitivo tuttora insufficiente — sia nella fase di valutazione e di dedu-zioni, orientata a una ipotesi di progetto. Da ciò deriva l'interesse a identificare se, e come, il tema della pianificazione del paesaggio sia stata presa in conside-razione a livello metodologico nella ela-borazione del PTC e, in particolare, se, e come, le indicazioni per il progetto territoriale del paesaggio fluviale nel-l'area torinese siano sufficientemente esplicite e coerenti con corretti riferi-menti metodologici.
È d'altronde evidente che esistono
di-versi livelli di approfondimento e di precisazione nell'analisi e nel proget-to terriproget-toriale; e occorre tener conproget-to che la pianificazione del paesaggio flu-viale, per quanto risulti, sotto diversi punti di vista, un argomento preminente all'interno della programmazione della struttura territoriale del verde, ha una sua specificità di progetto paesaggistico: quindi un primo livello programmatico per il piano territoriale del comprenso-rio non può contenere che le premesse per sviluppi necessariamente successivi di questo problema.
Con queste precisazioni, e tenendo pre-senti le figg. 1, 2 e 3, si può ora stu-diare come è stato impostato il proble-ma del paesaggio fluviale nella analisi, nelle valutazioni e nella configurazione della proposta del PTC.
Occorre dapprima seguire l'analisi delle risorse territoriali, come condotta dal PTC nell'esame del sottosistema natu-rale, e ritrovare, all'interno di questa analisi globale, i riferimenti a quelle ri-sorse territoriali costitutive dell'ecosiste-ma fluviale. Già si è visto che questo ar-gomento è comprensivo dei problemi connessi alla sistemazione idrogeologica e alla utilizzazione delle risorse idriche; abbiamo in tal senso accennato come i
piani di approvvigionamento, di sistema-zione e di risanamento pongano dei pre-cisi condizionamenti territoriali e quin-di intervengano a delineare una propo-sta territoriale organica per il sistema fluviale e per il paesaggio fluviale. Ne consegue che un progetto coerente per il paesaggio fluviale comprensoriale dovrebbe assumere e dare coordinamen-to a tali indicazioni. Il PTC — come già abbiamo visto nella nota sulle aree eson-dabili — analizzando i problemi posti dal sistema fluviale, indica le limitazio-ni d'uso che esso pone allo sviluppo ter-ritoriale e ne valuta le compatibilità, in-dividuando un rapporto preferenziale per l'utilizzazione agricola nei territori di sponda.
Insieme con questa valutazione orien-tativa, il PTC sviluppa inoltre, alcune linee di piano più direttamente ineren-ti al sistema fluviale — inteso come sup-porto paesistico del progetto del verde comprensoriale.
La salvaguardia e la ricostituzione del sottosistema naturale passa attraverso tre nodi obbligati che sono quelli — si legge nel PTC — relativi « alle condizio-ni di inquinamento, di dissesto idrogeo-logico e di difesa dei valori ambientali e
paesaggistici, anche al fine di una loro
Tabella t . Le interrelazioni del sistema naturale e l'urbanizzazione secondo l'analisi del PTC, op. cit.
più adeguata fruizione nel quadro delle politiche per il tempo libero ».
Abbiamo già indicato in quale rapporto coi problemi implicati dalle due prime variabili, l'inquinamento e il dissesto idrogeologico, vada posto il progetto per il paesaggio fluviale del comprenso-rio. Quindi si tratta di riprendere quelle indicazioni per la « difesa dei valori am-bientali e paesaggistici » come diretta-mente programmatiche — ove siano in-tegrati alle condizioni preliminari di rie-quilibrio ecologico — per quella sezio-ne fluviale del progetto d'insieme di sal-vaguardia e di ricostruzione del sottosi-stema naturale del comprensorio. L'analisi delle risorse territoriali, cosi come condotta e finalizzata dalla propo-sta d'insieme del PTC, risponde infatti all'obiettivo di base di indicare le con-dizioni per una politica di definizione del verde nelle aree extraurbane; com-prensiva quindi del sistema delle aree a « parco », e in relazione con i pro-grammi di conservazione e d'uso dei beni culturali e ambientali.
Tali risorse devono dapprima essere in-dividuate, nelle loro condizioni attuali di stato di fatto e / o di potenzialità, e successivamente, conservate, recuperate, utilizzate all'interno di una proposta coordinata. Anche a meno di una — pe-raltro necessaria — operazione di inven-tario, che precisi certi « valori » propri del paesaggio fluviale, viene ormai ac-cettata l'idea che il sistema fluviale rap-presenti un elemento prevalente in quel-lo che è stato definito il sottosistema na-turale del comprensorio.
Appunto, nella nostra analisi del pae-saggio fluviale del comprensorio abbia-mo tentato di introdurre e di riconosce-re tale priconosce-revalenza, sia nel suo significa-to ecologico, sia nel suo valore struttu-rante nel sistema naturale; e cioè nei due parametri secondo i quali deve es-sere risolto un progetto paesistico che risulti incisivo nella organizzazione ter-ritoriale dell'area in esame.
A partire da questa idea, è intuitivamen-te —> e assai facilmenintuitivamen-te, in prima ap-prossimazione — riconoscibile il peso territoriale del paesaggio fluviale nel comprensorio che nelle indicazioni del PTC trova una precisa linea organizza-tiva; anche se l'elaborazione di questo dato strutturale del territorio sarà da
svi-luppare con un organico progetto paesi-stico di settore.
Il progetto per il paesaggio fluviale del comprensorio è indicato, come schema cartografico, in figg. 2 e 3; la prima in-troduce una modificazione e una preci-sazione di scala rispetto al documento originale3. Il sistema di spazi verdi — inteso come « organica articolazione di spazi specificamente destinati al recupe-ro e alla riqualificazione ambientale e all'uso organizzato per il tempo libe-ro » — tlibe-rova i suoi punti di forza nella localizzazione di Stupinigi e della Man-dria e nelle aree morfologicamente rile-vanti delle colline di Torino e di Rivoli, ma il progetto indica pure nel sistema fluviale un elemento specifico e un con-nettivo estremamente importante per la struttura del verde comprensoriale. L'immagine proposta è quella del « par-co di pianura » appoggiato al sistema fluviale (Po; Dora Baltea; Orco, Malo-ne; Stura di Lanzo, Ceronda; Dora Ri-paria; Sangone), costituito da una fascia libera continua, ramificata lungo l'alveo dei corsi d'acqua citati, variamente defi-nita in relazione ai caratteri dell'am-biente urbano o agricolo toccato; si di-stinguono all'interno del sistema de-scritto
— parco sociale lungo il Po a monte di Torino;
— asse attrezzato per il gioco, il tempo libero e lo sport lungo il tratto del Po tra le Vallere e Sassi;
— parco sociale lungo l'Orco e il Ma-Ione;
— asse interno alla conurbazione del fiume Dora e Sangone al fine di intro-durre aree attrezzate verdi per le atti-vità collettive ad interruzione del con-tinuo edificato.
La struttura fluviale risulta quindi deter-minante, e prevalente, tra le scelte d'in-tervento sul paesaggio esistente, che de-vono concretizzare l'ipotesi di una nuo-va proposta d'uso delle risorse del ter-ritorio avanzata dal PTC.
Tale proposta dovrebbe rispondere, e in alternativa contrastare, quelle modifica-zioni — ben note — che lo sviluppo della grande città industriale ha indotto « sulla attività turistica e sulla fruizione del tempo libero ».
Come sappiamo, al cambiamento avve-nuto in tal senso nella struttura urba-na — che si riconosce di tipo strutturale — « non è corrisposto un adeguamento altrettanto profondo nelle politiche re-lative a tale settore ».
Si potrebbe, anzi, dimostrare, anche con-frontando la situazione reale di dispo-nibilità e d'uso del verde per la popo-lazione di Torino e dei Comuni della sua cintura, che questo adeguatamente a livello urbano e soprattutto a livello metropolitano è stato quasi inesistente4; e quindi si deve piuttosto parlare in ter-mini introduttivi di un problema che va ancora quasi interamente risolto e che in larga parte deve anche essere impo-stato, almeno nelle sue determinazio-ni progettuali.
Continua, del resto l'analisi del PTC: « per esprimere in termini sintetici l'ina-deguatezza di tali politiche, si può dire per questo settore quanto è stato detto, in generale, per l'intero sviluppo urba-no: si è lasciato, cioè che a bisogni di ordine sociale si desse risposta fidando in prevalenza su meccanismi di mercato in cui, come si è visto, operano compor-tamenti — sia da parte della domanda che da parte dell'offerta — volti ad in-ternalizzare il massimo di economie esterne; e poiché in questo settore le economie esterne sono rappresentate dai valori ambientali e paesaggistici, si sono prodotti, proprio là dove questi valori erano più intensamente presenti 0 dove erano maggiormente accessibili 1 guasti maggiori ».
Questa osservazione è certamente cor-retta per quanto riguarda il meccanismo generale che ha indotto tali risultati in certe situazioni specifiche — aree di montagna, di lago, collina o urbane — dove si sono sviluppate una competizio-ne e una sopraffaziocompetizio-ne competizio-nella appropria-zione privatistica delle risorse paesisti-che territoriali. Tuttavia essa andrebbe estesa e precisata in termini diversi per renderla significativa anche nelle altre aree che, sottoposte ad un processo com-plementare a quello descritto, si sono invece trasformate in aree marginali, dal punto di vista dell'economia locale e in-sieme nell'utilizzazione del territorio. E, in particolare, il paesaggio fluviale sembra emblematico di tale situazione, in quanto presenta le diverse valenze 23
L E G E N D A
Confine di Comprensorio.
Fiumi, torrenti, laghi.
Rete autostradale interna al Comprensorio.
Consorzi idraulici di 11" e III» categoria.
Parchi naturali.
Aree montane interne al Comprensorio
"] Aree di piano e colle interne J al Comprensorio
Aree montane esterne al Comprensorio .
Aree di piano e colle esterne al Comprensorio.
IO
I N D I C A Z I O N I D I P.T.C.
Sistema di salvaguardia delle acque e del verde, per parchi, parchi fluviali e di collegamento lungo le
infrastrutture.
Parchi collinari proposti
« collina morenica, collina di Torino ».
Zone vincolate ai sensi della
A
••éM&M&SM---Fig. 1. Il sistema fluviale
nelle parti piane dei Comprensorio di Torino (ved. nota 3 di pag. 29).
Fig. 2. Le aree vincolate e ie proposte di piano lungo il sistema fluviale (ved. nota 3 di pag. 29).
m H H PARCHI FLUVIALI - FASCE 01 RISPETTO PARCHI REGIONALI C Q R S I Q•ACQUA E TANGENZIALE
STRADE PANORAMICHE
UTHUIUWIII -COLLINA TORINESE E MORENICA STRADA DI CORNICE M n l U P COMUNI 01 INTERESSE AMBIENTALE I l ì ì j j ì j j ì j AREE AGRICOLE E COLLINARI
Fig. 3. // « sistema delle acque e del verde » secondo la proposta di P.T.C, (op. cit.). Fig. 4. Il sistema fluviale coincide parzialmente con H sistema del verde metropolitano
secondo il Piano Intercomunale (da Siteco, op. cit.).
verde pubblico attrezzato
mmmmm autostrade esistenti wm mm autostrade in progetto
— — - strade attrezzate tangenziali interne — — - strade attrezzate di raccordo lontano
strade attrezzate di penetrazione e •m—m— di attraversamento veloce , m m m . strada pedemontana
di questo avvenuto processo di margina-lizzazione; e — indirettamente — ma non ultima tra queste anche la garanzia di una risorsa paesistica che ha conser-vato le sue possibilità d'uso perché tra-scurata dal mercato turistico. Questa dicotomia tra aree a specializzazione tu-rustica in senso lato e aree marginali impraticate è un fatto complesso e im-portante da porre in confronto con la necessità crescente di spazi e di uso del tempo libero.
In tal senso, per un intervento program-matorio sulle aree verdi comprensoria-li il PTC individua tre comprensoria-linee strategiche, secondo le quali si possono fornire prime indicazioni di piano da tradurre in interventi operativi tramite la forma-zione di piani esecutivi:
1) un quadro di vincoli in modo tale che l'utilizzazione delle risorse turisti-che non porti alla distruzione di valo-ri ambientali e paesaggistici;
2) una proposta d'uso delle risorse tu-ristiche che comporti l'offerta di risor-se turistiche attraverso un razionale sfruttamento di valori ambientali e pae-saggistici che sono stati conservati, ma che non sono, allo stato attuale, social-mente fruibili, o che, pur presentandosi in uno stato di deterioramento, possono essere ricostituiti;
3) un sistema del verde urbano che, tra-sformando l'equilibrio tra sottosistema artificiale, consenta di soddisfare all'in-terno della città una buona parte delle esigenze di fruizione del tempo libero. All'interno di queste due ultime linee, il paesaggio fluviale interviene in modo assai precisato, in quanto viene ad es-sere identificato come un elemento strut-turale nel disegno del verde del com-prensorio; anche se il concetto del siste-ma del verde è precisato solo per quan-to riguarda la scala urbana. Nel com-prensorio, la delimitazione delle fasce fluviali, è, come si legge in figura n. 3, in prima approssimazione portata a coincidere con i limiti delle strade adia-centi; riprendendo quindi quell'indica-zione di massima, già presente nel docu-mento programmatico, circa l'estensio-ne delle aree parafluviali « che può es-sere evidenziata ed inserita negli stru-menti urbanistici comunali con il
sup-porto di elementi presenti sul territorio, quali strade linee ferroviarie ecc. » Ora questa indicazione, come gli altri provvedimenti di vincolo, dovrà eviden-temente essere rivista e precisata con un'opportuna analisi della occupazione del suolo e dei condizionamenti del-l'area fluviale.
Il PTC introduce a sostegno di vin-colo delle misure proposte, il concetto della continuità di tali fasce fluviali: « lungo tali fasce non dovrà essere con-sentita alcuna edificazione che non sia connessa all'uso sociale del tempo li-bero che, comunque, non interrompa la continuità della fascia stessa. Cosi co-me lungo tali fasce l'attività agricola e estrattiva dovranno essere adeguatamen-te disciplinaadeguatamen-te.
L'insieme di tali vincoli e l'insieme de-gli interventi che dovranno essere com-piuti per rendere possibile un uso so-ciale di tali aree dovrà essere ulterior-mente precisato nell'ambito di piani par-ticolareggiati esecutivi.
In particolare, può sin d'ora riconoscer-si l'opportunità di procedere alla costi-tuzione di parchi sociali nei territori flu-viali costituiti dal complesso dell'Orco e del Malone e dal tratto del fiume Po sia a monte che a valle di Torino »5. Mentre per le aree extraurbane le indi-cazioni del PTC rimangono, come si è visto, ancora assai schematiche nel con-figurare un sistema degli spazi liberi di conservazione e di fruizione ricreativa, appoggiato sul sistema fluviale, tali in-dicazioni si precisano passando alla scala urbana del problema.
La creazione di un sistema di verde in-traurbano è una proposta che tende a legare il verde esistente (con tutti i pro-blemi di « recupero » relativi) al verde potenziale, inteso come aree da reperire all'interno del processo di ristrutturazio-ne urbana e territoriale. Le funzioni da attribuire a tale sistema sono, secondo il PTC, di due diversi ordini; l'uno, ri-prende le indicazioni per quel connetti-vo di spazi naturali legati al sistema dei servizi che dalle iniziali ipotesi di Ged-des6 sembrano rientrare ormai nella prassi degli enunciati, se non ancora dal-le realizzazioni urbanistiche; l'altro, ri-prende invece quella tradizione igieni-stica sul ruolo del verde nel microclima urbano che, a Torino7 ha avuto una
cer-ta ripetitività ideologica, dalle osserva-zioni del Baruffi alle giustificaosserva-zioni degli anni '30 e oltre; e che, in altri contesti, ha dato adito a più concrete esperienze di pianificazione del verde urbano. Il « verde — ed in particolare, l'area albe-rata — costituisce un sistema dotato di potenzialità disinquinanti e in quanto tale, deve essere offerto in una misura e secondo una struttura in grado di ga-rantire una adeguata esplicazione di tali potenzialità », si asserisce infatti nella relazione del PTC; ci sembra, invece, a questo proposito, che queste potenzialità del materiale vegetale, debbano piutto-sto essere utilizzate dopo aver preso in considerazione in modo più globale l'operazione di risanamento del micro-clima urbano richiesto dai livelli attuali di inquinamento.
Il paesaggio fluviale urbano assume, in ogni modo, un peso rilevante seguendo l'impostazione indicata: « sia nell'uno che nell'altro caso, le fasce fluviali costi-tuiscono una risorsa naturale di impor-tanza strategica, che all'interno della co-nurbazione torinese, fa riconoscere la presenza di alcune componenti impor-tanti di quello che potrebbe diventare un vero e proprio sistema del verde (le aree delle Vallere, di Italia '61, del Va-lentino, delle sponde del Po nel tratto urbano, nelle aree libere a ridosso del Cimitero Generale e di Sassi lungo il Po, e le aree libere reperibili lungo il San-gone, la Dora e la Stura), che richiede però interventi volti da un lato a dare continuità a tali elementi (eliminando edifici obsoleti, bassi fabbricati di scar-so valore, depositi di rifiuti, dissesti pro-dotti dalla cave, ecc.) e, da un altro, a disinquinare i corsi d'acqua (introducen-do i necessari sistemi di depurazione spostando industrie inquinanti, ecc.). Questo sistema del verde lungo i fiumi, nei tratti interni alla conurbazione, con-nettendosi con un sistema di fasce ver-di (più o meno larghe a seconda del grado di disponibilità del suolo — ove cioè non compromesso da edificazioni o non destinato ad attività agricole) rea-lizzabile lungo l'anello tangenziale via-rio, può costituire un « continuo » da strutturare realizzandovi percorsi pedo-nali, o ciclabili, disgiunti da quelli vei-colari, lungo i quali nei tratti di
maggio-re estensione, introdurmaggio-re attmaggio-rezzatumaggio-re ri-creative per il tempo libero ».
Ritorna in questa indicazione, come già in quelle relative all'area extraurbana, l'accentuazione di un fattore proprio al paesaggio fluviale, che viene riproposto come fattore di organizzazione territo-riale; si tratta dell'ipotesi della continui-tà di sponda, e quindi della capacicontinui-tà di aggregazione insita nel corridoio flu-viale, costituito dal corso d'acqua e dal-le sue sponde a verde.
Ora la verifica di tale continuità, nella sua misura di possibilità (quale è il gra-do della compromissione?), e nella sua misura di necessità (occorre distinguere intanto tra livello di vincolo e livello d'intervento), va portata sulle condizio-ni reali del tessuto urbano e territoriale e delle sue condizioni d'uso.
Il lavoro da compiere, che rimane urgen-te e necessario, è quindi la trasposizione di questo schema di proposta sulla con-dizione effettiva del territorio, che tenga